venerdì 19 agosto 2011

Cento anni fa il furto della Gioconda


Roma, 19 ago. (Adnkronos) - Era la notte del 20 agosto 1911 quando l'italiano Vincenzo Peruggia, decoratore e imbianchino, rubò la Gioconda di Leonardo da Vinci dal Louvre. Originario di Dumenza, un paese del nord della provincia di Varese, emigrato in Francia giovanissimo, Peruggia aveva lavorato anche al Louvre e partecipato ai lavori per la sistemazione della teca di vetro dove era custodito il dipinto, allora nel Salon Carré. Conosceva quindi benissimo il luogo e le abitudini del personale del museo.
Era la prima volta che un dipinto veniva rubato da un museo, per di più dell'importanza del Louvre. Uno smacco cui seguì un'attività investigativa di tre anni, non proprio brillante, e che trasformò presto il capolavoro di Leonardo da Vinci in una vera e propria leggenda.
Ad oggi la Monna Lisa è il ritratto più celebre al mondo. Fu proprio Leonardo a portarla con sé in Francia, nel 1516, vendendola poi a caro prezzo al re di Francia Francesco I. Più tardi il dipinto fu trasferito a Versailles su richiesta di Luigi XIV e dopo la Rivoluzione francese giunse al Louvre. Ne uscì poi per approdare nella camera da letto di Napoleone Bonaparte che lo volle tenere lì per qualche tempo fino a quanto fece ritorno al museo parigino.
Tornando al fatidico furto, oggi fa un certo effetto la facilità con cui venne messo a segno. Quella domenica notte precedeva il canonico giorno di chiusura del Louvre e l'imbianchino Peruggia dormiva sereno nel ripostiglio in attesa che arrivassero le sette del mattino quando, allentatasi la sorveglianza, tolse con facilità il dipinto dalla cornice e se lo infilò sotto il cappotto.
Era stato lui stesso a inserirlo nella teca tempo prima e sapeva come agire. Poi con tutta calma si diresse verso l'uscita e chiese aiuto ad un idraulico perché gli aprisse il portone. In un baleno fu così su Rue de Rivoli e poco dopo in un comodo taxi. Erano le 8,30 del mattino.
Le uniche misure di sicurezza allora consistevano nell'addestramento delle guardie al judo. E il furto dal Louvre rappresentava un'assoluta novità. Le ricerche, infatti, furono lente e condotte con difficoltà.
Il primo sospettato fu il poeta francese Guillaume Apollinaire: aveva, infatti, dichiarato di voler distruggere i capolavori di tutti i musei per fare posto all'arte nuova. Così fu condotto in prigione. In realtà il suo arresto aveva come unica prova la testimonianza, falsa, dell'amante Honore Geri Pieret che lo accusò di aver ricettato statuette antiche rubate dal museo.
Venne interrogato anche Pablo Picasso ma anche lui fu poi rilasciato. Ad un certo punto si ventilò l'ipotesi che si trattasse di un furto di Stato ad opera dell'Impero tedesco, nemico della Francia. Man mano, però, che il tempo passava la speranza andava scemando. Si fece spazio così la scelta di 'consolarsi' un po' e, dopo qualche tempo, per sostituire la Gioconda fu scelto il Ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello.
Nel 1913 accadde però qualcosa di inaspettato che diede una svolta alle indagini. Peruggia, infatti, tornato nel suo paese, Luino, per regalare la Gioconda all'Italia, con la garanzia che vi sarebbe rimasta (riteneva infatti, sbagliando, che l'opera fosse stata rubata durante le spoliazioni napoleoniche), si recò ingenuamente a Firenze, per rivendere l'opera.
A Firenze l'antiquario Alfredo Geri ricevette una strana lettera firmata "Leonardo" in cui vi era scritto: 'Il quadro è nelle mie mani, appartiene all'Italia perché Leonardo è italiano'. La missiva era accompagnata poi dalla richiesta di 500.000 lire in cambio dell'opera. Fu così che, incuriosito, Geri fissò un appuntamento nella sua stanza dell'Hotel Tripoli, accompagnato dal direttore degli Uffizi Giovanni Poggi. Era l'11 dicembre 1913. I due si accorsero che l'opera era originale e se la fecero consegnare per "verificarne l'autenticità".
Nell'attesa il Peruggia se ne andò a serenamente a zonzo, ma poco dopo venne pizzicato e arrestato. Processato, fu definito "mentalmente minorato" e venne condannato a un anno e quindici giorni di prigione, poi ridotti a sette mesi e quindici giorni. La sua difesa si basò sul patriottismo e suscitò anche qualche simpatia. Si parlò persino di "peruggismo".
Approfittando del clima amichevole che allora regnava nei rapporti tra Italia e Francia, il dipinto ormai ritrovato venne esibito in tutta la penisola: prima agli Uffizi di Firenze, poi all'ambasciata di Francia di Palazzo Farnese a Roma, infine alla Galleria Borghese. La Gioconda arrivò in Francia a Modane, su un vagone speciale delle Ferrovie italiane, accolta in pompa magna dalle autorità d'oltralpe, per poi giungere a Parigi dove, nel Salon Carre', l'attendevano il Presidente della Repubblica francese, Raymond Poincare', e tutto il Governo.
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IBM sviluppa il chip che simula il cervello.


L'azienda statunitense, tra le maggiori al mondo nel settore dell'informatica, ha annunciato l'avvio della fase 2 di sperimentazione di microprocessori capaci di simulare il funzionamento del cervello umano. E le sue capacità cognitive e reattive.

Simulare in un microprocessore i neuroni e le sinapsi del cervello umano per imitarne le capacità di percezione, apprendimento e azione. A questo stanno lavorando i ricercatori dell'Ibm, l'azienda informatica che ieri ha annunciato di aver già sviluppato un nuovo tipo di chip capace, appunto, di imparare dalle esperienze fatte, stabilire correlazioni, fare ipotesi e, di nuovo, imparare dai risultati raggiunti.
La ricerca è realizzata insieme a sei importanti atenei americani (Columbia University, Cornell University, University of California, Merced, Università del Wisconsin, Madison) e cofinanziata dalla Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency), il “braccio” scientifico del Pentagono, che ha già investito nella fase 2 progetto altri 21 milioni di dollari.
I ricercatori di Big Blue, informa l'azienda, stanno già sperimentando un paio di questi primi chip "neurosinaptici" che, seppur basati ancora sulla tecnica del silicio, sembrano in grado di ricreare il dialogo tra neuroni e sinapsi, grazie ad avanzati algoritmi. Entrambi i core contengono 256 neuroni. Un nucleo contiene 262.144 sinapsi programmabili e l'altro contiene 65.536 sinapsi di apprendimento. Il team Ibm ha già dimostrato con successo applicazioni semplici come navigazione, visione artificiale, pattern recognition, memoria associativa e classificazione.
L'obiettivo a lungo termine del progetto SyNAPSE (Systems of Neuromorphic Adaptive Plastic Scalable Electronics) è quello di creare un sistema che non solo analizzi contemporaneamente informazioni complesse provenienti da molteplici modalità sensoriali ma sia anche in grado di rimodularsi dinamicamente nell'interazione con se stesso. Nel lungo periodo Ibm si prefigge di realizzare un sistema di chip con dieci miliardi di neuroni e 100 mila miliardi di sinapsi, che consumi solo un kilowatt di energia e occupi un volume di meno di due litri.
Si tratta di «un'importante iniziativa per andare oltre il paradigma di von Neumann - ha detto Dharmendra Modha, responsabile del progetto per Ibm Research - che è stata dominante dell'architettura dei computer per più di mezzo secolo. Le future applicazioni del computing aumenteranno la domanda di funzionalità a cui l'architettura tradizionale non è in grado di rispondere in maniera efficiente. Questi chip sono un altro passo significativo nell'evoluzione dei computer da calcolatrici ai sistemi di apprendimento – conclude il ricercatore - e segnano l'inizio di una nuova generazione di computer e delle loro applicazioni nel mondo degli affari, della scienza e del governo».
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mercoledì 17 agosto 2011

Da Microsoft la tastiera Comfort Curve Keyboard 3000


Roma, 16 ago. (Ign) - Microsoft Hardware presenta la tastiera Comfort Curve Keyboard 3000 con un design innovativo che garantisce una forma con profilo ricurvo, approvata da esperti in ergonomia, che permette di lavorare in tutta comodità fin dal primo utilizzo. La tastiera Comfort Curve Keyboard 3000 presenta un design compatto e lucido e un profilo curvo per i tasti, che permette di mantenere le dimensioni e la disposizione tradizionale dei tasti e al tempo stesso ridurre lo spazio occupato sulla scrivania. I tasti multimediali consentono inoltre di accedere facilmente a musica, video e altro ancora con un semplice tocco.
La tastiera Microsoft Comfort Curve Keyboard 3000 presenta il nuovo design con profilo curvo studiato da Microsoft per assicurare una posizione più naturale dei polsi e lavorare in tutta comodità fin dal primo utilizzo. Il layout approvato da esperti in ergonomia è caratterizzato da un profilo incurvato che assicura un comfort superiore mantenendo la stessa dimensione per tutti i tasti, come in una tastiera tradizionale. La tastiera presenta inoltre una finitura lucida e grazie al design compatto occupa meno spazio sulla scrivania. Dotata di connessione cablata, la tastiera offre un design elegante e nonché un ottimo sostegno per i polsi ad un prezzo accessibile.
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+Music prova a portare la musica su Facebook


Lanciato in via sperimentale, un nuovo plug-in per Google Chrome traccia nuovi percorsi di ascolto online. In buona parte, integrati con il social networkIl segno + evidentemente va di moda: dopo Google+ ecco +Music. Si tratta di un plug-in di Google Chrome, cioè un'estensione che si "attacca" al browser di Google, potenziandone alcune funzioni. Lo si scarica/installa gratuitamente dal sito http://swarm.fm/+music/. E permette di fare un sacco di cose, tutte ad alto tasso musicale.
Per esempio: - ascoltare la musica di un artista direttamente dalla sua pagina di Facebook (attraverso un tasto play che appare automaticamente dopo aver installato l'estensione) - cercare e ascoltare in streaming la musica di migliaia di artisti utilizzando un pannello di controllo aggiunto alla barra di Chrome (le canzoni vengono rintracciate su siti, blog e servizi web) - condividere rapidamente (e ascoltare direttamente) la musica su Facebook. - scoprire nuovi artisti e nuova musica, sempre su Facebook (dove la lista di "similar bands" appare sulla banda sinistra del social network). - effettuare ricerche musicali veloci, attraverso il tasto destro del mouse, anche solo selezionando il nome di un artista su qualsiasi sito Internet.
Questo e altro, lo potete vedere più chiaramente nel video qui sotto. Oppure, se usate Chrome, provando direttamente il plug-in
+Music è stato sviluppato in appena venti giorni, nell'ambito di un concorso per sviluppatori, l'Echo Nest Social Music App Challenge, e non è certo un'applicazione perfetta. Setacciando l'immensità del Web, di canzoni ne trova parecchie, ma non certo tutte. E queste vengono presentate alla rinfusa nel pannello di controllo. La sua natura è ancora altamente sperimentale. 
Però presenta almeno due aspetti interessanti.
Primo: mostra le notevoli potenzialità di un servizio musicale integrato a Facebook. Già oggi, per i suoi milioni di utenti, il social network è una fonte di condivisione e ascolto musicale sempre più importante, soprattutto attraverso i link ai video di YouTube. Se e quando Mark Zuckerberg si deciderà a lanciare un servizio "ufficiale" per la sua creatura, istantaneo, poco macchinoso e dotato di un ricco catalogo, potremmo vederne delle belle.

Secondo: conferma l'incessante e non lineare evoluzione dell'esperienza musicale online. Un'esperienza che muta a un ritmo talmente rapido che ormai persino novità giovani e rivoluzionarie come l'iPod o gli MP3 sembrano aver imboccato la via della pensione (con l'iPod che 
dimezza le sue vendite e appare sempre meno strategico nei piani della Apple, e negozi come Walmart MP3 che chiudono silenziosamente i battenti dopo pochi anni di vita). 

Esistono sempre nuovi modi di ascoltare musica su Internet. E' un blob che si adatta con regolarità ai nuovi servizi e alle nuove abitudini degli utenti: facilitando la diversificazione, la personalizzazione, l'atomizzazione del contenuto (su +Music conta solo più la canzone, non l'album), l'iper-socialità (ascoltare non basta, sul Web bisogna anche comunicare l'ascolto). Rendendo ormai quasi obsoleto il concetto di "standard": non esiste più un modo prioritario di ascoltare musica. 
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martedì 16 agosto 2011

Una chiavetta nel muro e la città si fa social network.


Roma, 16 ago - (Ign) - Condividere informazioni, musica, poesie, video, foto, libri, appunti o messaggi lasciando chiavette usb in giro per la città. E’ il Dead drops, il nuovo modo di fare rete uscendo dal web. Il peer to peer cittadino - nato nel 2010 dall’estro dell’artista tedesco Aram Bartholl che a New York presentò il progetto-istallazione con l’intento di riportare il digitale nella vita reale - sta prendendo piede anche in diverse città italiane.
Da Roma a Bologna, da Milano a Como passando per Torino, basta guardarsi bene intorno per scovare chiavette usb cementate nelle intercapedini dei muri, nelle cabine telefoniche o nei buchi fatti dalla pioggia su una panchina di marmo.
Condividere il materiale è semplicissimo: basta collegare alle chiavette ‘abbandonate’ il proprio portatile, tablet o smartphone dotato di ingresso usb e prelevare o lasciare ciò che si vuole. Tutti possono creare nuovi punti di ‘scambio’ murando una chiavetta non più utilizzata nel proprio quartiere o luogo preferito. E su Internet è disponibile, per gli interessati, il ‘manifesto’ del Dead drops con consigli operativi su come posizionare le pen drive e a quali regole attenersi.
Visto infatti che fondamento del file sharing cittadino è l’essere aperto a tutti senza alcun limite, si raccomanda di non condividere pornografia né diffondere virus. Problema, quello dei virus, che comunque – sottolinea il sito italiano cui fanno capo i disseminatori di chiavette – facilmente aggirabile facendo un check con il proprio anti virus prima dell’apertura dei contenuti.
Sullo stesso sito, così come sul gruppo Facebook dedicato al Dead drops, è possibile poi, per chi volesse andare a colpo sicuro, trovare la mappa, città per città, delle pen drive già istallate nei muri con tanto di fotografie dei siti e l’invito, ai nuovi adepti, di fare altrettanto per poter allargare sempre di più questa rete tutta ‘reale’ di scambio di informazioni.
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lunedì 15 agosto 2011

Morto Padre Busa, il gesuita che invento' la linguistica informatica


Roma, 10 ago. (Adnkronos) - ''Quando nel 1955 mori' Alexander Fleming, lo scopritore della penicillina, un quotidiano milanese del pomeriggio titolo': 'Lettore fermati! E' morto Fleming, forse anche tu gli devi la vita'. Un invito analogo potrebbe essere rivolto oggi a tutti coloro che in questo preciso istante sono davanti a un computer. Se esiste una santita' tecnologica, credo d'aver avuto il privilegio d'incontrarla: essa aveva il volto di padre Busa. Percio' inginocchiati anche tu, lettore, davanti alle spoglie mortali di questo vecchio prete, linguista, filosofo e informatico. Se navighi in Internet, lo devi a lui. Se saltabecchi da un sito all'altro cliccando sui link sottolineati di colore blu, lo devi a lui. Se usi il pc per scrivere mail e documenti di testo, lo devi lui. Se puoi leggere questo articolo, lo devi, lo dobbiamo, a lui''. Con queste parole Stefano Lorenzetto ricorda sull'Osservatore Romano la figura di Padre Roberto Busa, morto il 9 agosto, il gesuita che ha inventato la linguistica informatica.
''Era nato solo per far di conto, il computer, dall'inglese to compute, calcolare, computare. Ma padre Busa gli insufflo' nelle narici il dono della parola. Accadde nel 1949. Il gesuita s'era messo in testa di analizzare l'opera omnia di san Tommaso: un milione e mezzo di righe, nove milioni di parole (contro le appena centomila della Divina Commedia). Aveva gia' compilato a mano diecimila schede solo per inventariare la preposizione 'in', che egli giudicava portante dal punto di vista filosofico. Cercava, senza trovarlo -si legge sull'Osservatore Romano- un modo per mettere in connessione i singoli frammenti del pensiero dell'Aquinate e per confrontarli con altre fonti''.
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I senatori pranzano con pochi euro, poverini...''.


Roma, 11 ago. (Adnkronos) - Il pranzo alla buvette a 1,50 euro? ''Poverini. Hanno troppe spese, almeno su questo possono risparmiare, su''.
Il popolo di Facebook ironizza sui prezzi del menù offerto al Senato, una realtà svelata dal deputato dell'Idv Carlo Monai. Ma c'è anche chi si indigna: ''facciamo sentire il nostro disgusto contro l'ultima 'vergogna' messa a segno dalla 'casta' di Palazzo Madama: il pranzo alla buvette dei senatori costa 1 euro e 50''.
E c'è anche chi commenta: ''semplicemente disgustoso.....Ma quanto rimborsa poi lo Stato per ogni pranzo alla società che gestisce la buvette per ogni pranzo?''.
Tra gli utenti del social network si registra un misto tra sarcasmo ed incredulità. Non manca chi si dice semplicemente ''senza parole''. Altri navigatori stilano l'elenco dei prezzi: ''Pasta al ragù, 1 euro e 50; roast beef, 2 euro; birra, 1,60; caffè, 42 centesimi; pasticcino, 0,46; aperitivo o ammazzacaffè, 0,93. E poi ancora, spremuta, 92 centesimi; panino col prosciutto, 1,17; tramezzino, 96 centesimi; cappuccino, 58; tè con fette biscottate, 84 centesimi. Mensa dei poveri? Trattoria popolare di un bassofondo urbano? No, buvette del Senato'', viene spiegato.
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Anguria, il frutto dell'estate


Anguria, la regina dell’estate, ha fatto il suo timido ingresso con la spesa del mese di luglio e ora trova conferma con il mese di agosto. Come moltissima della frutta della verdura del mese precedente.
Il frutto rosso e succoso è un antiossidante perfetto, oltre a contenere tantissima acqua (quasi il 90%) necessaria per la nostra idratazione corporea. Ricca di fruttosio naturale, vitamina A, vitamina C e potassio, è un frutto originario dell’Africa ma negli anni ha preso piede anche qui da noi e viene spesso impiegato nelle diete grazie al suo basso contenuto calorico.
Per riconoscere una buona anguria è indispensabile osservare la buccia che dovrà apparire ben tesa: le classiche striature dovranno risultare allargate e battendo con le nocche dovrà produrre un suono di rimando nitido a dimostrazione di una polpa soda e compatta. Per sicurezza rivolgetevi sempre al vostro fruttivendolo di fiducia, magari direttamente al produttore di zona per abbattere costi legati alla distribuzione e al viaggio di trasporto. Una piccola gita in qualche fattoria, filiera o da qualche coltivatore locale assicurerà l’acquisto di prodotti sani, privi di diserbanti e prodotti chimici.
La presentazione classica dell’anguria prevede che venga tagliata a fette e servita dopo cena, senza aggiunta di condimenti vari. Oppure in spiaggia come merenda o break rinfrescante in una giornata assolata, o nella classica macedonia estiva, con pesche e melone. Eppure l’anguria si presta alla creazione di ricette divertenti e originali, piene di gusto e sapore. ad esempio come antipasto: con mozzarelle, cipolla cruda e basilico; oppure con pimosale, songino, noci e pomodoro verde. La ricetta ce l’ha ispirata questo sito.
Con il frutto dolce si possono realizzare gustosi frullati, insalate di stagione, spiedini croccanti con menta, uvetta, pinoli e caramello. Magari alternando al frutto cetrioli, feta e pomodori. Dall’anguria si può ottenere un’ottima granita, utilizzando 250 gr di zucchero, 250 ml di acqua e del succo di mezzo limone. Create uno sciroppo sciogliendo a fuoco lento acqua e zucchero insieme. Frullatelo freddo con la polpa dell’anguria e il succo di limone. Versate il tutto in un recipiente rettangolare dai bordi bassi, magari di plastica, e disponete in freezer per circa 2 ore. Miscelate saltuariamente con l’ausilio di una spatola ogni mezz’ora, quindi servite in coppe ghiacciate.
Con l’anguria è possibile realizzare un dissetante gelato completamente naturale. Questi gli ingredienti di base: 600gr di polpa di anguria senza semi, 65gr di zucchero di canna e 15 gr di glucosio (meglio però aggiungere altri 80gr di zucchero di canna), 50gr di acqua, il succo di mezzo limone, 100gr di panna vegan (in alternativa 70gr di panna e 30gr di latte vegan). Frullate il tutto con il frullatore a immersione e versatelo nella gelatiera. E se non si ha la fortuna di possedere la gelatiera sostituite la panna con l’albume montato perfettamente a neve, oppure con lo yogurt. Quindi riponete in freezer in una vaschetta di plastica, o negli stampi per ghiaccioli, e servite freddo accompagnato da scaglie di cioccolato amaro. Buona degustazione.
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sabato 13 agosto 2011

Il pranzo di Ferragosto è veloce e chic.


Roma, 14 ago. - (Ign) - Al mare, al lago o in montagna, in famiglia o con amici, tutti a tavola per il grande pranzo di Ferragosto. Ma cosa preparare? Sicuramente piatti freschi, sfiziosi e soprattutto veloci per ricavare più spazio al relax, magari con un aperitivo in mano prima di gustare le prelibatezze estive da tavola. Ecco allora un'idea per un finger food di grande effetto. Ad offrirla è Alessandro Circiello, chef di Rai Due.
"Le mode gastronomiche ormai impazzano. E da mode, sempre più spesso, diventano vere e proprie abitudini. Al finger food sta accadendo più o meno questo - spiega a IGN, testata online del Gruppo Adnkronos, il cuoco amato dal pubblico de 'I Fatti Vostri', in onda su Rai Due -. Non è ancora la pratica corrente di tutti i pasti domestici, ma potrebbe diventarlo. Il nome spiega già tutto: finger food, letteralmente significa 'cibo da dita', è una nuova tendenza inglese d'importazione, un modo nuovo e veloce per mangiare, il tutto rigorosamente con le mani".
"Ma in questo caso - aggiunge il talento della cucina italiana (nel 2010 si è aggiudicato il premio Solidus come Migliore Chef dell'anno) -, è la vista che prima di tutto vuole la sua parte. Mangiare con gli occhi, dunque. Si viene attratti alla vista, perché le pietanze del finger food hanno come caratteristica imprescindibile quella di essere sfiziose, colorate, belle. Insomma, capaci di vincere la ritrosia di molti a usare le mani e abbandonare forchetta e coltello. Poi, se ci pensate, - fa osservare - può risultare persino più comodo. O quantomeno più pratico, anche a casa".
Gli usi sono svariati "dai formaggi con i loro abbinamenti a prodotti composti, utilizzando le tecniche dell'alta ristorazione" ma, avverte Circiello, "non chiamate 'tartine' o 'stuzzichini' ciò che vi troverete a gustare con le mani. Il finger food è ormai una tendenza consolidata e c'è chi ne è diventato un esperto".
Allora largo alle proposte ferragostane e chic di Alessandro Circiello che per il 15 agosto ha pensato come aperitivo 'Bocconcini di salmone marinato al sale'; 'Gazpacho di pomodoro con mozzarella di bufala'; 'Praline al formaggio'.
BOCCONCINI DI SALMONE MARINATO AL SALE
Ingredienti per 4 persone: Salmone fresco in filetti g. 600; Sale g. 300; Zucchero semolato g. 200; Aneto q.b.; Pepe nero in grani q.b.; per l'accompagnamento zucchine, broccoli cimoni, timo
Procedimento: marinare il salmone con gli ingredienti sopra citati, per almeno 30 ore in frigorifero, dopo di che eliminare il sale di marinatura passandolo velocemente in acqua corrente, tagliarlo nella forma desiderata e servire con le verdurine cotte precedentemente che risultino croccanti, ed infine le erbe aromatiche.
GAZPACHO DI POMODORO CON MOZZARELLA DI BUFALA
Ingredienti per 4 persone: per il gazpacho, pomodori ramati rossi g. 500, basilico 1 mazzo, olio extra vergine d'oliva g. 40, cetrioli g. 30, peperone rosso g. 30, pane bianco g. 50, sale q.b. Ovoline di mozzarella di bufala g. 300 insalata lollo q.b.
Procedimento: frullare tutti gli ingredienti sopra citati per il gazpacho, porre in appositi bicchieri, infine spiedinare la mozzarella con l'insalata.
PRALINE AL FORMAGGIO
Ingredienti per 4 persone: ricotta di pecora g. 200, caprino g. 100, mascarpone g. 100, sale q.b., timo q.b., semi di sesamo q.b. menta fresca q.b. olive nere g. 50.
Procedimento: miscelare i formaggi, dare forma di piccole praline con l'aiuto di una sacca da pasticceria, ultimare con olive denocciolate, erbe aromatiche e semi di sesamo.
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