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lunedì 9 febbraio 2015

In arrivo pneumatici ricavati dagli scarti del riso

Il fatto di parlare una lingua piuttosto complessa e ricca di sfumature come la nostra, comporta la presenza di anomalie e di infinite discussione riguardo al corretto impiego di aggettivi, sostantivi e articoli: non molto tempo fa, ad esempio, aveva tenuto banco sui maggiori quotidiani un'annosa diatriba relativa all'aggettivo plurale da associare alla parola pneumatici.
Tralasciando per un attimo il fatto che la dicitura corretta sia “gli pneumatici” e non “i pneumatici”, quello che preme realmente ai milioni di acquirenti presenti sul nostro territorio è che le coperture possano un giorno diventare magicamente economiche e magari funzionali ad uno sviluppo industriale meno arrogante e basato sui derivati del petrolio.
Un team di ricerca interno all'azienda americana Goodyear, ubicata in un paese dove l'articolo da impiegare è sempre “the”, per cui si perde meno tempo in quisquilie grammaticali, è a tal proposito quasi riuscito a mettere a punto un innovativa tipologia di pneumatici ottenuti a partire dagli scarti del riso, in modo economico, ecologico e perfettamente funzionale allo scopo prefisso.
Dopo anni di studi, ricerche e tentativi falliti, lo scorso mese di settembre i responsabili della Goodyear hanno fieramente annunciato di aver quasi trovato la quadratura del cerchio (in senso quanto mai letterale) e di essere riusciti a dare vita a coperture ottenute mediante il riciclo della lolla di riso, particolare componente che si ottenere dalla comune lavorazione dei cereali e che, una volta bruciato, dà origine ad ingenti quantità di ossido di silicio, componente funzionale alla realizzazione di pneumatici adibiti al normale utilizzo stradale.
Oltre fornire un notevole implemento in chiave di risparmio alle aziende produttrici, il ricorso ad una fonte alternativa di silicio potrebbe consentire in tempi brevi un'autentica rivoluzione all'interno del settore, derivante dal reimpiego di materiali altrimenti destinati allo scarto e dal fatto che, stando a quanto dichiarano i tecnici Goodyear, le nuove coperture paiono in grado di offrire un ulteriore risparmio in chiave di consumo di carburante.
I pneumatici ricavati a partire dalla buccia di riso dovrebbero garantire infatti una maggiore tenuta di strada ed un implemento di funzionalità, in termini di attrito con l'asfalto, utile a ridurre i consumi della autovetture (se avete provato a partire per le vacanze senza prima aver fatto controllare le coperture, sapete perfettamente cosa intendiamo), andando dunque a costituire una risorsa ecologica ed economica su un duplice versante.

Mentre anche Pirelli sta lavorando ad esprimenti analoghi dall'interno dei suoi stabilimenti in Brasile, auspichiamo dunque un rapido avvento sui mercati delle nuove coperture in grado di ottimizzare durata e consumi: in caso vi troviate a dovere (si spera presto) richiedere i nuovi eco-penumatici al vostro gommista di fiducia e veniste colti da quell'atavico dubbio linguistico, suggeriamo l'impiego del termine “gomme” in sostituzione; la sostanza non cambia e nemmeno il risparmio.
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