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martedì 17 aprile 2012

Studiando il Dna nella cacca, troveremo la cura per l’obesità


La tecnologia non è nuovissima, e tanto meno l’oggetto di studio: si tratta infatti degli escrementi di uomini vissuti circa 3mila anni fa.  Ma il risultato potrebbe portare a una cura per l’obesità, un male molto moderno.

Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di antropologia della Oklahoma University ha studiato i batteri che popolavano gli intestini dei nostri antenati, scoprendo che i ceppi sono molto diversi dai nostri e molto simili a quelli degli scimpanzé. Il nostro modo di digerire dunque poteva essere molto diverso da quello attuale. Il metabolismo dei batteri ha un ruolo molto importante nella demolizione delle sostanze nutritive, ma secondo gli esperti l’acqua a cui viene aggiunto il cloro e l’uso degli antibiotici potrebbero aver mutato definitivamente la nostra flora, rendendola incapace di svolgere il suo dovere.
L’analisi dei batteri è stata effettuata tramite estrazione di Dna dai coproliti (la cacca fossile), secondo una tecnica, introdotta nel 1980 e successivamente perfezionata, che permette lo studio del Dna antico.
Il materiale genetico viene estratto e poi moltiplicato con la tecnica della Pcr (reazione a catena della polimerasi). Questa tecnica è stata recentemente perfezionata, risolvendo alcuni dei problemi che ostacolavano le ricerche sui Dna più antichi:  i campioni infatti erano spesso inquinati da materiale genetico moderno oppure il Dna era molto frammentato. Dopo la morte dell’organismo, la molecola si decompone progressivamente in frammenti di circa 100-200 nucleotidi attraverso la depurinazione (la scissione dei legami tra le basi) e ricostruirla può diventare un’operazione complessa.

Per questo, nei laboratori, si seguono una serie di nuovi protocolli che permettono di recuperare molte più informazioni di prima, Il laboratorio del Dna antico della Oklahoma University è stato progettato proprio per permettere lo studio di copie degradate e scarse di Dna. Le sequenze geniche vengono poi lette (e comparate) grazie alla Next generation DNA sequencing, ovvero alle tecnologie di sequenziamento introdotte da tre anni a questa parte, che permettono di paragonare i corredi genetici con l’aiuto di consistenti data base. 
La popolazione batterica fossile è stata confrontata con quella degli americani moderni, quella dei bambini africani che vivono in campagna. con alcuni primati, e con Oetzi, l’uomo che è rimasto intrappolato nei ghiacci delle Alpi e che risale a 5mila anni fa. E ovviamente si è scoperto che i più diversi sono gli americani, che possono comunque consolarsi tra di loro frequentando il social network intestinale MyMicrobes. (BlogFocus.it)

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giovedì 19 gennaio 2012

Combattere l'obesità a colpi di forchetta e coltello

Milano, 19 gen. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Combattere obesità e diabete a colpi di forchetta e coltello. Mettendo nel piatto ingredienti gustosi, ma sani. Sfatare il falso mito secondo cui benessere e gola non possono convivere è l'obiettivo di 'Salute al piacere', una campagna di educazione alimentare itinerante, che per la prima volta vede alleati Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica), Amd (Associazione medici diabetologi) e Slow Food Italia. Un ciclo di 14 incontri che toccheranno tutta la Penisola, partendo da Milano, per concludersi a Torino al Salone internazionale del gusto e terra madre (25-29 ottobre).
i numeri di obesità (5 milioni di italiani colpiti con costi sociali pari a 8,3 miliardi l'anno, e 1 milione di bambini obesi o in sovrappeso) e diabete di tipo 2 (3,6 milioni, più un altro milione malato senza saperlo): emergenze legate a doppio filo per le quali la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha coniato il termine 'diabesity', a indicare come le due malattie rappresentano ormai la vera pandemia dell'era della globalizzazione. "Adulti e bambini, Nord e Sud del mondo: ormai diabete e obesità non sono presenti esclusivamente nei Paesi ricchi - avvertono i promotori della campagna, realizzata con il contributo non condizionato di Boehringer Ingelheim e Fondazione Lilly - ma affliggono tutte le categorie sociali e fasce sempre più ampie della popolazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove sono in forte crescita. Tra le cause, l'assunzione di modelli alimentari sbagliati e uno stile di vita sedentario hanno senza dubbio una forte influenza sullo sviluppo di patologie metaboliche e cardiovascolari".
A chiudere le serate un buffet-tipo, dimostrazione pratica del motto "uno stile di vita sano e gustoso è possibile". Al termine degli incontri, inoltre, verrà distribuita una copia della guida di Slow Food Editore 'Salute al piacere! Benessere con gusto per noi e per il pianeta', nuovo volume della collana 'Mangiamoli Giusti', curato dal responsabile Area salute di Slow Food Italia, Andrea Pezzana, direttore di Dietetica e nutrizione clinica all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino.
"La globalizzazione dei consumi - evidenziano i promotori della campagna - ha portato al costante allontanamento dagli stili alimentari originari", fondati sui principi della dieta mediterranea. Nel dettaglio, gli esperti individuano i cambiamenti dello stile di vita che più sembrano influenzare l'epidemia globale di obesità e quindi di diabete (l'80% delle forme di tipo 2 è causato dai chili di troppo): "destrutturazione della preparazione dei pasti", con il consumo di alimenti pronti da cucinare o da mangiare, e "destrutturazione della giornata alimentare", con 'spuntini' a ogni ora; "iperconsumo passivo di cibi altamente energetici e di bevande zuccherate"; "diffusione dei pasti fuori casa" (+13,6% negli ultimi 10 anni, secondo una ricerca Fipe-Confcommercio).
Le strategie contro obesità e diabete, dunque, "dovrebbero incoraggiare abitudini alimentari corrette attraverso la riduzione di grassi e zuccheri, incentivare le persone a mangiare più frutta e verdura, oltre che mirare a un aumento dell'attività fisica". Sarebbe necessario, inoltre, "attivare misure per moderare marketing e pubblicità quando degenerano in manipolazione, e potenziare l'educazione alimentare promuovendo il modello italiano basato su dieta mediterranea, legame con il territorio, ricchezza fondata sulla biodiversità, rivolgendosi non solo alle scuole, ma a tutti gli esercizi pubblici cui oggi è delegata la cultura del cibo".
L'obiettivo finale "non è certo mettere tutti a dieta o evitare il ristorante, quanto piuttosto stimolare una riflessione sull'alimentazione quotidiana". Fra le proposte dell'alleanza medici-Slow Food, c'è quella di "partire dal rivoluzionare la ristorazione pubblica e le sue offerte, in modo da influenzare le abitudini alimentari, nonchè da un monitoraggio maggiore della distribuzione e produzione industriale, considerato anche che tra il 1978 e il 2009 (dati Brownell and Frieden) i prezzi di verdura e frutta fresche hanno subito un forte aumento, soprattutto se paragonato alla quasi stabilità del costo di zuccheri, dolci e bevande gassate".
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