Grosse novità nel campo dell'intelligenza
artificiale: Google
ha infatti annunciato il rilascio di TensorFlow, un sistema di machine learning
di seconda generazione potenzialmente
in grado di rivoluzionare il modo nel quale interagiamo con la tecnologia e,
più in generale, con tutto il mondo circostante.
Big G descrive
TensorFlow come "una libreria di software open source per la computazione
numerica che utilizza grafici di flusso dei dati". In parole più povere,
si tratta di un sistema che permette ad un computer (o anche ad uno smartphone) non soltanto di eseguire una
determinata operazione ma anche di capirla, migliorando così
col tempo la propria performance.
TensorFlow è
un'evoluzione di DistBelief, la prima generazione del sistema, rispetto alla
quale promette di essere molto più performante, in particolare grazie alla
capacità di realizzare e istruire reti neurali cinque volte più veloci:
per chi non lo sapesse, le reti neurali (Neural Networks) sono dei modelli che,
con una configurazione simile a quella dei neuroni in un cervello, permettono
ad un sistema di mettere le informazioni in suo possesso in relazione fra loro
e, per l'appunto, di "imparare". Di fatto, si tratta di ciò che sta
alla base degli studi sull'intelligenza artificiale.
"Il machine learning è ancora agli
albori, non riesce a fare quello che un bambino di quattro anni fa agevolmente
come riconoscere un dinosauro dopo averlo visto in foto un paio di volte",
spiega il CEO di Google, Sundar Pichai. "Abbiamo tanto lavoro da fare ma
TensorFlow è un buon inizio e
ci aiuterà a fare questo lavoro tutti insieme".
Un elemento di particolare rilevanza è rappresentato proprio dalla
natura open-source del progetto TensorFlow, che permetterà quindi l'accesso al codice non soltanto ai
tecnici di Google ma anche a sviluppatori ed ingegneri di tutto il mondo. Pur
se con le dovute differenze, si tratta dello stesso percorso che ha portato al
successo di Android, il sistema operativo per dispositivi mobili targato Big G.
"Speriamo
che la community che lavora sul machine learning scambi idee più velocemente
possibile per accelerare la ricerca", aggiunge Pichai. "TensorFlow
è una piattaforma valida non solo per la tecnologia ma è utile anche ai
ricercatori che
vogliono dare un senso alla loro mole di dati, dalle scoperte sulle proteine a
quelle che riguardano l’astronomia".
Parlando in
termini concreti TensorFlow, che potrà girare su un computer così come uno
smartphone o su un tablet, sarà il primo passo verso dispositivi potenziati
dall'intelligenza artificiale, in grado di capire meglio e prima cosa desideriamo.
"Solo un paio di anni fa non era possibile parlare a un’app di Google in
mezzo al traffico cittadino, leggere un cartello stradale in russo utilizzando
Google Translate o trovare immeditamente le immagini del vostro cagnolino in
Google Photos", spiega Pichai. "Le nostre app non erano
abbastanza evolute e intelligenti per fare tutto ciò, ma in pochissimo tempo
sono migliorate moltissimo e,
grazie al machine learning, oggi possiamo fare tutte queste cose molto più
facilmente e spingerci anche oltre".