Ce ne accorgiamo ogni qual volta un amico pubblica sul suo profilo Facebook una notizia raccapricciante, o semplicemente inopportuna: non esiste un modo per esprimere il nostro disappunto. O perlomeno per esprimerlo in modo conciso, senza fare commenti. Ci vorrebbe un tasto Non mi piace, così giusto per chiarire come la pensiamo senza troppi arzigogoli.
A dire il vero, Mark Zuckerberg starebbe pensando da tempo alla possibilità di arricchire la propria creatura con un tastoDislike. Anzi, per qualcuno è solo questione di giorni: presto, ciascuno di noi potrà puntare il pollice all’ingiù dinnanzi a qualsiasi contenuto indesiderato.
Pensandoci bene nulla che ci cambi la vita e nemmeno la giornata. Ma per Facebook il discorso è diverso. Per il social network più affollato del mondo la possibilità di capire qual è lo stato d’animo dei suoi utenti ha tutto un altro valore.
E se finora l'interesse si è concentrato perlopiù sui sentimenti positivi degli utenti - "Le azioni tendono a concentrarsi sulle interazioni sociali positive”, aveva dichiarato qualche tempo fa Bob Baldwin uno degli ingegneri di punta della società californiana - oggi a Menlo Park c'è chi crede che a dettagliare i profili degli iscritti in tutti i loro aspetti, positivi e negativi che siano, c’è solo da guadagnarci.
In fondo una bella fetta del mondo social dispone già di strumenti analoghi: YouTube, ad esempio, permette di puntare il pollice in entrambi i versi, Reddit prevede il downvote di un articolo e Pandora dà modo ai suoi utenti di rifiutare un suggerimento musicale qualora non sia gradito.
Lo stesso Facebook, a ben guardare, dispone al suo interno di strumenti sviluppati per raccogliere il “sentimento negativo” degli utenti verso questo o quel contenuto, si pensi ad esempio all’azione che permette di nascondere post ritenuti offensivi o alla possibilità di eliminare alla radice certi annunci pubblicitari che appaiono sulla colonna di destra.
Dunque l’innesto di un tasto Non mi piace non farebbe altro che ampliare questa conoscenza, consentendo allo staff di Facebook di capire qualcosa di più sui nostri gusti e sulle nostre preferenze, come chiarisce un alto dirigente della società intervistato dalla ABC: “Stiamo progettando di raffinare questi strumenti affinché gli utenti possano comunicarci con precisione quali sono i motivi per cui nascondono quel particolare contenuto”.
Insomma, a differenza del tasto Mi Piace, il "Dislike button" (o ciò che verrà) sarà qualcosa che servirà a Facebook - e non ai nostri amici – per capire perché non vogliamo che certi post si ripresentino sulla nostra bacheca. E regolare di conseguenza la pubblicità.
Vien da chiedersi se, prima o poi, a qualcuno non venga voglia di carpire pure la nostra indifferenza verso certi contenuti sociali. Io, per esempio, sono fra quelli che vorrebbero fra le opzioni un bel tasto E chi se ne frega.(Panorama.it)
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