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mercoledì 4 giugno 2014

Il 5 giugno si festeggia la Terra

La Giornata mondiale dell’ambiente 2014 si celebra il 5 giugno. Si tratta di un’occasione per festeggiare la Terra e tutte le meraviglie della natura che il pianeta mette a nostra disposizione. Allo stesso tempo è l’occasione giusta per riflettere sul valore dell’ecocompatibilità e sulla possibilità che noi tutti abbiamo per rispettare l’ambiente e le risorse che esso ci fornisce.
Il significato
La Giornata mondiale dell’ambiente è una festa che è stata proclamata fin dal 1972 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ogni edizione ha un tema conduttore e nello specifico si vuole fare il punto su quelle risorse alimentari importanti per ogni popolazione, che non dovrebbero essere sprecate. Da questo punto di vista l’Unep, l’Agenzia dell’Onu per l’ambiente, ha sottolineato come i dati non siano affatto incoraggianti. In maniera precisa sarebbe importante tenere conto dello sviluppo sostenibile, fondamentale nell’ambito degli equilibri mondiali. Secondo l’Unep e la FAO, per nutrire gli 870 milioni di persone che ogni giorno non hanno che cosa mangiare ci vorrebbero 1,3 miliardi di tonnellate di derrate alimentari. Di conseguenza si comprende bene come l’impronta alimentare che siamo in grado di lasciare e la maniera, in cui vengono gestite le risorse, assumano un ruolo di prim’ordine. Portare avanti l’ecosostenibilità vuol dire tenere conto anche degli sprechi alimentari e di tutte le opportunità che abbiamo, per riuscire ad evitarli.
Gli eventi
Molti sono gli eventi che sono stati organizzati per celebrare la Giornata mondiale dell’ambiente. il 2014 in particolare è l’anno internazionale dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo. Questi corrono un pericolo serio, perché sono a rischio a causa dell’innalzamento del livello del mare, provocato soprattutto dai cambiamenti climatici. Secondo gli esperti tutti noi possiamo fare qualcosa, per evitare i mutamenti del clima disastrosi. Anche nel quotidiano possiamo agire migliorando il nostro stile di vita green. Proprio per questo è stato messo a punto uno specifico sito internet, sul quale si possono registrare tutte le iniziative che decideremo di attuare il 5 giugno, nell’ambito di un’impronta più ecosostenibile.

Da ricordare a Milano l’incontro organizzato presso il museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo Da Vinci. L’evento ha il nome di “Alzate la vostra voce, non il livello del mare“: si discuterà proprio sulla questione urgente del clima e sarà presentato un interessante progetto dal titolo “Studiare il futuro”, che il museo sta sviluppando con l’aiuto delle Università e dell’autorità di bacino del fiume Po. Da non perdere nemmeno l’iniziativa “Green to work day“: consiste in una sensibilizzazione rivolta ai più, per spingere ad andare al lavoro in maniera sostenibile, utilizzando la bicicletta, i mezzi pubblici o il car pooling. L’obiettivo è quello di promuovere il valore della mobilità green, che per molti rappresenta soltanto un’eccezione. C’è veramente l’imbarazzo della scelta, perché ciascuno di noi possa contribuire in maniera consapevole alla cultura del vivere green, a sostegno del pianeta.
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martedì 13 maggio 2014

Startnext: la fine del packaging?

Nasce a Berlino un supermercato senza imballaggi  La spesa sarà totalmente sostenibile

In Germania sta nascendo il primo negozio privo di confezioni, in cui i prodotti saranno esposti in contenitori recuperati grazie al crowdfunding.

17:38 - A Berlino nascerà un supermercato unico nel suo genere, il primo a non utilizzare imballaggi a perdere, ovvero contenitori di plastica, carta o vetro da gettare dopo l'uso. I prodotti saranno esposti in scatole e recipienti forniti al negozio direttamente dai clienti e si porteranno via in borse di tela o barattoli esclusivamente riutilizzabili, messi a disposizione dal supermercato. Le persone, tornando nel negozio, potranno riutilizzare i contenitori per la loro spesa, oppure restituirli al punto vendita, che li darà ad un altro cliente.
Niente imballaggi e confezioni a perdere - L'obiettivo è quello di diminuire drasticamente la quantità di materiale utilizzato per gli acquisti, che solitamente viene gettato via. All'interno non si troveranno imballaggi tradizionali, ma frutta, verdura e tutto il resto sarà disposto in contenitori portati dalle persone che aderiranno al progetto. Non si acquisteranno quindi confezioni, ma le compere si faranno a peso attraverso, ad esempio, piccoli silos che forniranno solo la quantità di prodotto desiderata. Meno sprechi quindi. Nel supermercato si troveranno centinaia di alimenti, con un occhio di riguardo alla dieta vegana e vegetariana.
Raccolta fondi online - Il progetto si chiama Original Unverpackt ed è stato lanciato sul web, sul sito di crowdfunding startnext
. La cifra minima da raggiungere per aprire il supermercato si aggira attorno ai 45mila euro, per coprire tutte le spese. All'arredamento poi ci penseranno i clienti stessi. "Il nostro obiettivo è di consentire a tutte le persone l'accesso a cibi selezionati con cura, escludendo imballaggi a perdere, per uno shopping divertente. Vogliamo avere scelta, come consumatori, come venditori, come acquirenti e come fornitori. Siamo alla ricerca di slow food e di rifiuti zero", dicono le due ideatrici di Original Unverpackt.

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venerdì 8 febbraio 2013

Carne di cavallo nelle lasagne Findus


Ritirato il prodotto in Gran Bretagna

Nessun rischio per la salute, ma in Irlanda e Inghilterra il consumo di carne equina è considerato un tabù
Le lasagne Findus in Gran Bretagna sono fatte di carne di cavallo (all'insaputa dei consumatori). È quanto emerge da test condotti dall'Autorità britannica della sicurezza alimentare secondo i quali, ben il 60% della carne contenuta nel piatto surgelato era equina.LA CONFERMA - Anche la Findus Uk ha confermato con un comunicato che le lasagne, prodotte dalla francese Comigel, hanno rivelato la presenza di carne di cavallo. I consumatori che hanno acquistato il prodotto potranno contattare la compagnia per essere risarciti. La Findus ha anche aggiunto che tutti gli altri suoi prodotti sono stati testati e che non sono coinvolti nel caso. L'Autorità per la sicurezza alimentare ha detto di «non avere prove che lascino pensare che il cibo presenti dei rischi per la salute», ma di avere comunque ordinato nuovi test per evidenziare l'eventuale presenza di un farmaco veterinario.
I CONTROLLI - I controlli sono state effettuati dopo che a metà gennaio le autorità irlandesi avevano scoperto che hamburger venduti in catene della grande distribuzione in Gran Bretagna e Irlanda, tra cui la Tesco, contenevano carne di cavallo. La Findus ha cominciato un ritiro delle sue lasagne. Anche I supermercati Tesco e Aldi hanno ritirato una serie di piatti preparati dalla Comigel.
PROBLEMA IDEOLOGICO - 
Il problema non è quindi, al momento di salute, ma di tipo ideologico. Prima di tutto potrebbe ravvisarsi la truffa dal momento che sull'etichetta non era segnalata la presenza di carne di cavallo e poi non va dimenticato che in Gran Bretagna e in Irlanda il cavallo è molto amato e rispettato: consumare carne equina è considerato un tabù. (Corriere della sera.it)

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martedì 16 ottobre 2012

16 ottobre: giornata mondiale dell'alimentazione


Una giornata dedicata alla scuola, al cibo e alla sicurezza alimentare. La propone il Ministero dell'Istruzione (MIUR), insieme a quello degli Affari Esteri, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione che, ogni anno, si celebra il 16 ottobre. Dalla scuola materna alle medie, cliccando sulle immagini qui sotto potrete scaricare delle guide interattive. Mentre gli insegnanti troveranno schede interattive per discutere in classe di cibo e sicurezza alimentare. Anche il sito del MIUR ha pubblicato questi, e altri materiali, prodotti dalle agenzie delle Nazioni Unite FAO, IFAD e WFP. Per un 16 ottobre pieno di “risorse in rete”. 

l Programma Alimentare Mondiale (WFP - World Food Programme) è la più grande organizzazione umanitaria al mondo. L’agenzia si occupa di assistenza alimentare per combattere la fame. Nelle emergenze, l’agenzia fornisce cibo là dove è necessario, salvando la vita alle vittime di guerre, di conflitti civili e di disastri naturali. Una volta conclusa l’emergenza, l’assistenza alimentare aiuta le persone a ricostruire la propria vita e quella delle comunità in cui vivono. Il WFP è un’agenzia delle Nazioni Unite finanziata esclusivamente su base volontaria. 

Fondata nel 1962, l’agenzia auspica un mondo nel quale ogni uomo, donna e bambino abbia accesso, per tutta la vita, al cibo necessario per condurre un’esistenza sana e attiva. L’agenzia persegue questo obiettivo collaborando con le altre agenzie Onu con sede a Roma (l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura, FAO e il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, IFAD), oltre che con i governi, con le altre agenzie delle Nazioni Unite e con le ONG.Nel 2012 il WFP prevede di fornire assistenza alimentare a oltre 90 milioni di persone in 73 paesi. Lo staff del WFP è composto da circa 15.000 persone, la maggior parte delle quali lavora sul campo, assistendo chi soffre la fame. Il Programma Alimentare Mondiale è gestito da un Consiglio d’Amministrazione  formato da 36 rappresentanti degli Stati Membri.L’agenzia è guidata da un Direttore Esecutivo, nominato congiuntamente dal Segretario Generale delle Nazioni Unite e dal Direttore Generale della FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura), e rimane in carica per  cinque anni.L’attuale Direttore Esecutivo è Ertharin Cousin, in carica dal 5 aprile 2012, cui spetta il compito di amministrare il WFP e di attuarne programmi, progetti e ogni altra attività. Il WFP ha anche tre Vice-Direttori Esecutivi, ciascuno con specifiche responsabilità.Il Piano Strategico stabilisce le linee strategiche dell’agenzia ogni quattro anni. L’ultimo Piano Strategico, approvato dal Consiglio nel 2008, ha segnato un cambiamento storico per il WFP: l’agenzia per gli aiuti alimentari è diventata l’agenzia per l’assistenza alimentare, con un ventaglio di strumenti più vario ed articolato per rispondere ai bisogni alimentari più urgenti.
Il WFP è finanziato su base volontaria. I principali donatori sono i governi, ma vi sono anche donazioni del settore privato e di singoli individui.Nel 2011, il WFP ha consegnato cibo a quasi 100 milioni di persone in 75 paesi.
Dalla scuola materna alle medie, cliccando sulle immagini qui sotto potrete scaricare delle guide interattive. Mentre gli insegnanti troveranno schede interattive per discutere in classe di cibo e sicurezza alimentare. Anche il sito del MIUR ha pubblicato questi, e altri materiali, prodotti dalle agenzie delle Nazioni Unite FAO, IFAD e WFP. Per un 16 ottobre pieno di “risorse in rete”. 
l Programma Alimentare Mondiale (WFP - World Food Programme) è la più grande organizzazione umanitaria al mondo. L’agenzia si occupa di assistenza alimentare per combattere la fame. Nelle emergenze, l’agenzia fornisce cibo là dove è necessario, salvando la vita alle vittime di guerre, di conflitti civili e di disastri naturali. Una volta conclusa l’emergenza, l’assistenza alimentare aiuta le persone a ricostruire la propria vita e quella delle comunità in cui vivono. Il WFP è un’agenzia delle Nazioni Unite finanziata esclusivamente su base volontaria. Fondata nel 1962, l’agenzia auspica un mondo nel quale ogni uomo, donna e bambino abbia accesso, per tutta la vita, al cibo necessario per condurre un’esistenza sana e attiva. L’agenzia persegue questo obiettivo collaborando con le altre agenzie Onu con sede a Roma (l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura, FAO e il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, IFAD), oltre che con i governi, con le altre agenzie delle Nazioni Unite e con le ONG.Nel 2012 il WFP prevede di fornire assistenza alimentare a oltre 90 milioni di persone in 73 paesi. Lo staff del WFP è composto da circa 15.000 persone, la maggior parte delle quali lavora sul campo, assistendo chi soffre la fame. Il Programma Alimentare Mondiale è gestito da un Consiglio d’Amministrazione  formato da 36 rappresentanti degli Stati Membri.L’agenzia è guidata da un Direttore Esecutivo, nominato congiuntamente dal Segretario Generale delle Nazioni Unite e dal Direttore Generale della FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura), e rimane in carica per  cinque anni.L’attuale Direttore Esecutivo è Ertharin Cousin, in carica dal 5 aprile 2012, cui spetta il compito di amministrare il WFP e di attuarne programmi, progetti e ogni altra attività. Il WFP ha anche tre Vice-Direttori Esecutivi, ciascuno con specifiche responsabilità.Il Piano Strategico stabilisce le linee strategiche dell’agenzia ogni quattro anni. L’ultimo Piano Strategico, approvato dal Consiglio nel 2008, ha segnato un cambiamento storico per il WFP: l’agenzia per gli aiuti alimentari è diventata l’agenzia per l’assistenza alimentare, con un ventaglio di strumenti più vario ed articolato per rispondere ai bisogni alimentari più urgenti.
Il WFP è finanziato su base volontaria. I principali donatori sono i governi, ma vi sono anche donazioni del settore privato e di singoli individui.Nel 2011, il WFP ha consegnato cibo a quasi 100 milioni di persone in 75 paesi.
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giovedì 26 aprile 2012

Attenzione ai cibi contaminati da metalli pesanti

Uno studio ha dimostrato che vi sono prodotti alimentari, regolarmente venduti in Italia e nel mondo, contenenti particelle di metalli pesanti altamente cancerogene, provenienti dal fumo di termovalorizzatori, nome nobile per definire gli inceneritori dei rifiuti. Queste microparticelle vengono ritenute dai due scienziati di Modena più pericolose delle macroparticelle dei gas di scarico delle auto, perché entrano nel nostro sangue e si annidano negli organi rimanendovi per sempre, aumentando il rischio di un cancro. Gli scienziati hanno inviato alle aziende interessate i risultati delle loro analisi senza ricevere alcuna risposta.

ECCO LE MARCHE E I PRODOTTI RISULTATI POSITIVI ALLE ANALISI SULLA PRESENZA DI METALLI PESANTI

1. PANE PANEM

2. CORNETTO SANSON

3. BISCOTTO MARACHELLA SANSON

4. OMOGENEIZZATI PLASMON AL MANZO/ AL PROSCIUTTO E VITELLO

5. CACAO IN POLVERE LINDT

6. TORTELLINI FINI

7. HAMBURGER MC DONALD

8. MOZZARELLA GRANAROLO

9. CHEWINGUM DAYGUM PROTEX PERFETTI

10. INTEGRATORI FORMULA 1 E 2 HERBALIFE

11. PANDORO MOTTA

12. SALATINI TINY ROLD (USA)

13. BISCOTTI OFFELLE BISTEFANI

14. BISCOTTI GALLETTI/GRANETTI/MACINE/NASTRINE DE MULINO BIANCO BARILLA

15. BAULETTO COOP

16. PLUMCAKE

17. GIORLETTO BISCOTTI

18. BISCOTTI RINGO PAVESI

19. PANE CARASAU I GRANAI DI QUI SARDEGNA

20. PANE CIABATTA ESSELUNGA

21. PANE MORBIDO MULINO BIANCO BARILLA

22. PANE ANGELI CAMEO

Lo studio è stato condotto dal dott. Stefano Montanari e la moglie dott. Antonietta Gatti. Grillo pubblicò anche una lista di alimenti nei quali i ricercatori avevano rinvenuto nanoparticelle di metalli, invitando a non acquistarli. Quando furono pubblicati gli studi la società privata per cui lavoravano che possedeva il microscopio elettronico a loro disposizione, la nanodiagnostics, decise di trasferire il prezioso microscopio attraverso cui avevano fatto le analisi all’università di Modena. Grillo si fece promotore di una raccolta fondi per l’acquisto di un nuovo microscopio, più di 378.000 € furono raccolti. La raccolta fondi fu supportata da una onlus emiliana, l’associazione Carlo Bortolani, che divenne proprietaria del microscopio acquistato. Per motivi poco chiari poi l’associazione decise di donare il microscopio all’Università di Urbino.
Mi sorprendo che la lista è così corta! Infatti Montanari ha dichiarato che ha effettuato delle analisi a campione casuali prendendo dei prodotti dagli scaffali del supermercato. Qui si riportano le marche famose, e non, per esempio, le marche discount e importate.
Infatti i metalli pesanti sono dappertutto nell’aria, nell’acqua, nelle pentole (in alluminio, acciaio con nichel) nei cibi e addirittura nei farmaci (ad esempio gli antiacidi contenenti idrossido di alluminio come il MAALOX), nei vaccini e nei cosmetici. Ogni giorno, ogni giorno accumuliamo e accumuliamo sempre di più metalli pesanti nel corpo che bloccano l´attività di numerosi complessi enzimatici, mentre l´eliminazione avviene solo in minima parte, per salivazione, traspirazione, allattamento (!!), ecc. I metalli si concentrano, danneggiandoli, in particolare in alcuni organi ( come cervello, fegato e reni) e nelle ossa, e sono spesso un fattore aggravante, quando non determinante, in numerose malattie croniche.

Se non avete idea di quanto i metalli pesanti siano un realtà che purtroppo ci tocca direttamente, sebbene non lo dicano in tv, allora potete effettuare il test del mineralogramma. Il mineralogramma fornisce un accurato identikit bio-chimico, poiché i capelli rappresentano un tessuto organico la cui composizione è praticamente identica a quella degli altri tessuti organici.



Tratto da: CIBI CONTAMINATI DAI METALLI PESANTI: ECCO L’ELENCO DELLE MARCHE DA EVITARE! | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/04/24/cibi-contaminati-dai-metalli-pesanti-ecco-lelenco-delle-marche-da-evitare/#ixzz1t9JuCt1d 
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

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martedì 17 aprile 2012

Studiando il Dna nella cacca, troveremo la cura per l’obesità


La tecnologia non è nuovissima, e tanto meno l’oggetto di studio: si tratta infatti degli escrementi di uomini vissuti circa 3mila anni fa.  Ma il risultato potrebbe portare a una cura per l’obesità, un male molto moderno.

Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di antropologia della Oklahoma University ha studiato i batteri che popolavano gli intestini dei nostri antenati, scoprendo che i ceppi sono molto diversi dai nostri e molto simili a quelli degli scimpanzé. Il nostro modo di digerire dunque poteva essere molto diverso da quello attuale. Il metabolismo dei batteri ha un ruolo molto importante nella demolizione delle sostanze nutritive, ma secondo gli esperti l’acqua a cui viene aggiunto il cloro e l’uso degli antibiotici potrebbero aver mutato definitivamente la nostra flora, rendendola incapace di svolgere il suo dovere.
L’analisi dei batteri è stata effettuata tramite estrazione di Dna dai coproliti (la cacca fossile), secondo una tecnica, introdotta nel 1980 e successivamente perfezionata, che permette lo studio del Dna antico.
Il materiale genetico viene estratto e poi moltiplicato con la tecnica della Pcr (reazione a catena della polimerasi). Questa tecnica è stata recentemente perfezionata, risolvendo alcuni dei problemi che ostacolavano le ricerche sui Dna più antichi:  i campioni infatti erano spesso inquinati da materiale genetico moderno oppure il Dna era molto frammentato. Dopo la morte dell’organismo, la molecola si decompone progressivamente in frammenti di circa 100-200 nucleotidi attraverso la depurinazione (la scissione dei legami tra le basi) e ricostruirla può diventare un’operazione complessa.

Per questo, nei laboratori, si seguono una serie di nuovi protocolli che permettono di recuperare molte più informazioni di prima, Il laboratorio del Dna antico della Oklahoma University è stato progettato proprio per permettere lo studio di copie degradate e scarse di Dna. Le sequenze geniche vengono poi lette (e comparate) grazie alla Next generation DNA sequencing, ovvero alle tecnologie di sequenziamento introdotte da tre anni a questa parte, che permettono di paragonare i corredi genetici con l’aiuto di consistenti data base. 
La popolazione batterica fossile è stata confrontata con quella degli americani moderni, quella dei bambini africani che vivono in campagna. con alcuni primati, e con Oetzi, l’uomo che è rimasto intrappolato nei ghiacci delle Alpi e che risale a 5mila anni fa. E ovviamente si è scoperto che i più diversi sono gli americani, che possono comunque consolarsi tra di loro frequentando il social network intestinale MyMicrobes. (BlogFocus.it)

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giovedì 12 aprile 2012

In Versilia expo internazionale dedicato al mondo Vegan


Roma, 11 apr. (Adnkronos/Ign) - Conto alla rovescia per la seconda edizione di VeganFest 2012, Expo internazionale dedicata interamente al mondo Vegan ed EcoBio, una filosofia cui aderiscono circa 800mila persone in Italia. L'appuntamento e' al Palazzo Mediceo di Seravezza (Lucca) dal 27 aprile al 1° maggio 2012.
Un invito speciale a partecipare all'evento arriva da un artista che si dice vegano ''convinto'', Red Canzian, cantante e bassista degli storici Pooh. ''Andate a capire l'altra parte della Luna... poi ognuno fa le sue scelte. Conoscere, essere curiosi sono le più grandi forme di crescita. Io lo suggerisco alle famiglie e ai bambini: è un insegnamento a rispettare gli esseri viventi'', dice a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos.
Canzian, primo artista premiato nell'ambito della manifestazione durante la passata edizione con il VeganOK AWARD, racconta il percorso che lo ha portato a questa scelta che definisce ''drastica e convinta''. Il ''primo passaggio 16 anni fa quando sono diventato vegetariano per motivi di salute perché quando mangiavo carne mi sentivo male. Poi 4 anni fa non sono riuscito più a mangiare qualcosa che avesse un'anima e sono diventato assolutamente vegano. Una scelta animalista''.
Certo, prosegue Canzian parlando del suo lavoro che lo porta in giro per il mondo (a breve sarà in Giappone per tre date con i Pooh), ''non è facile andare in giro da vegano. Ma per assurdo il Sud del mondo è più pronto del Nord del mondo: a Tel Aviv ho mangiato in maniera pazzesca, poi, magari, vai a Parigi e diventi matto per mangiare vegano''. E in Italia? ''Sto educando i ristoratori in giro per il Paese e se si comportano bene poi torno'', spiega con un sorriso. Gli effetti sulla salute, poi, sono positivi. ''Ho appena compiuto 60 anni e dalle analisi non risulta un valore fuori posto'', dice Canzian che il 24 aprile sarà nelle librerie con 'Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto', edito da Mondadori.
A Seravezza si incontreranno associazioni animaliste e umanitarie internazionali, aziende impegnate del mondo dell'ecologia e del benessere, oltre a tutti gli operatori e le persone sensibili ai temi del vivere secondo un'etica cruelty free. Attraverso gli oltre 300 eventi in programma si punta a toccare quest'anno le 30mila presenze.
Il VeganFest 2012, a ingresso gratuito, è una occasione internazionale di incontro per tutti gli stakeholder del mondo ecologico e vegan, uno spazio espositivo per le aziende del mondo etico (associazioni, ecotecnologie, editoria, cibo e gusto, biocosmesi e igiene, abbigliamento e arredo, benessere), un luogo dove poter scegliere tra un vasto programma di incontri con ospiti internazionali: workshop, laboratori di cucina, mostre, eventi culturali, conferenze.
Il festival sarà, inoltre, un ritrovo per numerosi artisti (musicisti, attori, performer) che hanno scelto il modello di vita vegan, con un'area concerti e una sala teatrale per spettacoli ed esibizioni. Ci sarà anche VeganWave, 'concerto del 1 maggio' stile vegan, grazie alla collaborazione con il festival 'ArezzoWave'.
Tra i vari spazi attraverso i quali è organizzato l'evento ci sarà anche un'area didattica per bambini; una zona 'EcoMamme' a disposizione delle neomamme dove allattare i propri piccoli in un ambiente tranquillo e riservato, inoltre saranno organizzate dimostrazioni sull'uso della fascia portabebè, conferenze, incontri con gli esperti in cosmesi vegetale e sarà possibile anche acquistare prodotti per mamme e bambini. Ci sarà anche un 'DogBar' a disposizione dei cani 'ospiti' del VeganFest con crocchette vegane e acqua fresca. E ancora. 'Fruit&Raw Days', una grande area dedicata a eventi sull'alimentazione crudista dotata di un mercatino dove acquistare frutta e verdura.
Molti i punti di ristoro e un esclusivo ristorante vegan, coordinato dallo chef pluripremiato Chicco Coria (patron dell'Antico Ristorante del Moro di Bergamo) che presenterà alla stampa e ai clienti del ristorante, piatti di alta cucina vegana con ingredienti stagionali e biologici. Coria sarà inoltre protagonista della presentazione in anteprima nazionale del libro 'Nobili Scorpacciate Vegan - Le Quattro Stagioni' (Ed. Quantic Publishing), ideato e realizzato da Renata Balducci chef di VeganBlog. VeganFest nasce da LifeTribu.com: un insieme di testate editoriali che condividono la scelta etica del vivere vegan.
La filosofia Vegan non riguarda solo l'alimentazione, è piuttosto una scelta etica che si traduce in uno stile di vita rispettoso degli animali. ''La scelta Vegan - dice a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos Sauro Martella, ideatore della certificazione Etica VeganOK e fondatore del festivalVegan più grande d'Europa, VeganFest - è quasi sempre principalmente una scelta etica e non alimentare, anche se indubbiamente garantisce equilibrio nutrizionale e miglioramenti della salute in generale. E' quindi una scelta etica che fa evitare ogni giorno qualunque cibo e qualunque comportamento che coinvolga l'uccisione o lo sfruttamento di altri esseri viventi e senzienti''.
In pratica, spiega Martella, fondatore del sito Promiseland.it, diretto da Barbara Primo, ''si evita di mangiare ovviamente carne e pesce, ma anche derivati animali come uova, latte o prodotti che ne contengano anche una minima parte. Ovviamente non ci si limita a questo e si evita di procurare danno agli animali anche non utilizzando materiali come lana, seta o pelle... Ma soprattutto la scelta Vegan è una scelta di rispetto per la vita, di amore per i colori del mangiare vegetale e di serenità derivante dal vivere ogni giorno con la consapevolezza di non aver fatto del male al nostro prossimo non umano''. Una scelta per tutti. ''Per scegliere di vivere Vegan non serve essere eremiti, al contrario la maggior parte dei Vegani sono persone perfettamente inserite nella società, imprenditori, professionisti, operai, artisti, pensionati e ragazzi. Ogni fascia di età è coinvolta in questa scelta etica assolutamente trasversale che ha anche il pregio di farci stare meglio in salute e di farci risparmiare molto nella spesa di tutti i giorni'', spiega Martella.
Ma quali sono le certificazioni più diffuse in Italia? ''La certificazione Vegan più diffusa in Italia - spiega Martella a Ign - è 'la VeganOK' (www.veganok.com) che si occupa di certificare sia il settore alimentare, che quello cosmetico unitamente alla ristorazione e ai servizi ad essa collegati. Esiste anche la certificazione 'VeganSociety' (www.vegansociety.com) meno diffusa sul territorio italiano, ma altrettanto autorevole. C'è poi ICEA (www.icea.info) che pur essendo meno presente nel mercato delle due precedenti, può vantare una sua autorevolezza in quanto collegata all'Istituto Italiano di Certificazione ICEA. Esistono poi altre certificazioni che operano in diversi altri Paesi, ma sono pressochè inesistenti e quindi sconosciute sul territorio italiano''.
Secondo il rapporto Eurispes 2011 sono circa 400 mila i vegan in Italia, su 4,5-5 milioni di vegetariani, "ovvero il 10% dei vegetariani, che a loro volta sono in crescita. Vedo infatti molte richieste di persone adulte che si avvicinano al mondo vegetariano e al biologico anche sulla spinta di una scelta fatta per i figli. Quella vegan, poi, è una scelta ancora più drastica, visto che esclude anche latte e uova, e modifica lo stile di vita, portando a rinunciare non solo alla pelle, ma anche a lana e piumoni". A fare il punto sui vegan in Italia è Leonardo Pinelli, vicepresidente della Società scientifica di nutrizione vegetariana, in vista della seconda edizione di VeganFest 2012, Expo internazionale dedicata interamente al mondo Vegan, in programma a fine mese in Versilia.
Scelgono la dieta verde soprattutto le donne: il 7,2% contro il 5,3% degli uomini; mentre le vegan e sono lo 0,5% contro lo 0,3% dei maschi. Anche il 13,5% di giovanissimi tra i 18 e i 24 anni, e persino il 9,3% degli over 65, predilige diete senza carne. "E' molto alta la percentuale di coloro che sono mossi verso la scelta vegan da ideologie animaliste (44%) e ambientaliste - spiega l'esperto all'Adnkronos Salute - E se da più parti ci si preoccupa di eventuali 'errori' nutrizionali dei vegan, mi chiedo però quando mai si parla degli sbagli degli onnivori", aggiunge Pinelli.
"In ogni caso, nell'alimentazione vegan può esserci carenza di vitamina B12 - prosegue - ma solo perché viviamo in un modo senza germi, praticamente sterilizzato. La vitamina B12, infatti, è prodotta dai batteri dell'intestino, nelle dosi giuste, oltre a essere presente in alimenti di origine animale. Ma certo chi vive in ambienti sterilizzati può ricorrere a cibi fortificati, diffusi soprattutto all'estero, oppure ai supplementi. Per i bambini ne occorrono poche gocce al dì, mentre negli adulti l'integrazione è settimanale".
Per il resto, assicura l'esperto, la rinuncia ai cibi di origine animale "non presenta problemi: si tratta di una dieta sicura in tutte le fasi della vita dell'uomo, se ben studiata. Prova ne è che anche molti atleti sono vegan, specie quelli impiegati in sport in cui sono fondamentali potenza e leggerezza".
E i bambini? "Dopo i due anni, in pratica, non c'è più bisogno di latte: i nutrienti presenti in questo alimento si trovano anche in altri cibi. Non è un caso che gli enzimi che digeriscono le lattasi scompaiano di solito con il tempo, tanto che due terzi della popolazione mondiale sono intolleranti al lattosio", aggiunge Pinelli. "Quindi fin dallo svezzamento, dunque dal sesto mese, si può adottare questo regime alimentare, come afferma l'American Dietetic Association già nel 2009".
In ogni caso "se sei profondamente animalista, viene piuttosto naturale procedere verso la scelta vegan. Io consiglio anche di seguire le indicazioni che ci arrivano dal nostro corpo. Personalmente, nel tempo, ho rinunciato al pesce e alle uova, e sto eliminando quasi del tutto il latte. Questo perché è il mio stesso organismo a indicarmi che certi alimenti non li digerisco, mi danno fastidio".
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giovedì 5 aprile 2012

Pasqua: solo 1 agnello su 5 è italiano. Pensaci !!!

Roma, 5 apr. (Labitalia) - "Quest'anno la vendita degli agnelli sta andando peggio del solito, e solo un agnello su 5 della tavola di pasqua sarà italiano". Nunzio Marcelli, pastore abruzzese di Anversa degli Abruzzi che con la Cooperativa Asca, alleva 1.200 pecore e 200 capre, parla con LABITALIA di come stanno andando le vendite delle carni ovine in occasione delle festività pasquali.
La produzione artigianale italiana, subisce "la concorrenza della grande distribuzione e dei grandi numeri che fanno riferimento a produzione straniera soprattutto dell'est Europa", spiega Marcelli, ancora uno dei pochi pastori che con il gregge fa la transumanza 'verticale', passa cioè dalle valli alle quote più alte. "Gli allevatori italiani -spiega- non riescono a creare un'offerta unica, c'è dispersione e questo potrebbe essere ovviato favorendo la vendita diretta e soprattutto la macellazione diretta".
Marcelli ricorda infatti che "da parte delle Asl ci sono ancora troppe resistenze a dare l'autorizzazione a piccoli macelli e piccoli mattatoi, per i quali si pretendono procedure e parametri addirittura più severi di quelli che ci chiede l'Europa". Per questo "è importante rivedere le regole sulle dinamiche della macellazione, per gli agriturismi o i piccoli allevamenti, un discorso che -conclude- la Regione Abruzzo ha già avviato".
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domenica 25 marzo 2012

Per un bicchiere di vino Nobile basta pedalare

Al Vinitaly di Verona la Salcheto, prima cantina 'off-grid'

Roma, 23 mar. - (Adnkronos) - Per un bicchiere di vino Nobile di Montepulciano basta pedalare per un minuto, per quello di Rosato al fresco ce ne vorranno uno e mezzo. Succede al Vinitaly di Verona, in programma dal 25 al 28 marzo, dove per il proprio stand- laboratorio l'azienda agricola Salcheto ha scelto solo candele per l'illuminazione e una lavabicchieri modificata per essere alimentata a idrogeno.
''Abbiamo scelto di riportare nello stand della fiera quelle soluzioni che sono state le protagoniste della rivoluzione ambientale che ha trasformato la nostra cantina nel primo caso di cantina 'off-grid' ossia scollegata dalle reti energetiche" spiega Michele Manelli, dell'azienda agricola Salcheto. Per raggiungere questo risultato "abbiamo lavorato su un progetto integrato che ha messo in campo numerose tecnologie e soluzioni di risparmio energetico ed energie rinnovabili.''
Ad esempio il riscaldamento della cantina avviene utilizzando le biomasse raccolte in vigna, il raffreddamento con un sistema di geotermico con le sonde che corrono lungo i filari, innovativi collettori solari portano la luce naturale sottoterra, fin nelle sale di invecchiamento e tutta la lavorazione del vino avviene a caduta, evitando le pompe elettriche. Per raggiungere questo risultato l'azienda agricola ha promosso un Gruppo di Lavoro multidisciplinare che ha supportato Salcheto nella certificazione delle emissioni di Co2 legate alla produzione, confezionamento e trasporto di una bottiglia di vino.
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giovedì 15 marzo 2012

Crisi: on i "GAS" verso il baratto

Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - Acquisti di gruppo, fai da te e senza intermediari. In tempi di crisi e con un potere d'acquisto sempre più calo la parola d'ordine è risparmiare, senza rinunciare però alla qualità. Sul web per i consumatori piu' attenti al portafogli i consigli per gli acquisti offrono un ampio ventaglio di opzioni. Dalla lista della spesa obbligatoria per non cadere nella spesa compulsiva al suggerimento di recarsi al supermercato solo dopo pranzo per evitare che 'causa fame' nel carrello finisca qualsiasi cosa.
Sono una realtà ormai consolidata i Gas, gruppi di acquisto solidale, dove famiglie o singoli decidono di unirsi per comprare insieme direttamente dai piccoli produttori prodotti alimentari. Una scelta che privilegia la qualità, prezzi più bassi rispetto a prodotti di qualità pari acquistabili nei supermercati, con un occhio all'ambiente e alla sostenibilità.
I membri possono così selezionare i prodotti da acquistare, rivolgersi direttamente al produttore e risparmiare quindi sui costi della filiera. Si riesce così a portare a casa beni a prezzi inferiori rispetto a quelli applicati dai negozianti, eliminando diversi passaggi di vendita.
Per chi invece non vuole rinunciare a scegliere tra i banchi del mercato i propri acquisti si può privilegiare la spesa al mercato rionale il sabato pomeriggio, meglio ancora verso la chiusura. Salgono, infatti, le possibilità che i prezzi di frutta e verdura calino a fine giornata, considerata la deperibilità e la chiusura festiva. Un ritorno alla filosofia del chilometro zero, della filiera corta, del cibo acquistato dal contadino o dall'allevatore vicino a casa.
I più fortunati che anche in città godono di una casa con terrazzo alle fioriere possono affiancare veri e propri orti in miniatura dove produrre ortaggi. Ma la possibilità di risparmio non si limita a frutta e verdura, ma tocca anche pane, pasta e dolci. E con un salto indietro nel tempo si torna a produrre tutto in casa. Il fai da te non si limita al pane ma sconfina fino ad arrivare alla produzione casalinga di detersivi. E per gli appassionati di nuove tecnologie scegliere tra la giungla di offerte dei supermercati sarà più semplice grazie a siti che mettono a confronto i prezzi. Per Ipad e Iphone, poi, sono disponibili applicazioni con i volantini sempre aggiornati.
Nato come prima forma di commercio, anche grazie o per colpa della crisi torna a rivivere anche il baratto. La Cia di Pisa ha lanciato, in tema, il progetto di un portale, una sorta di social network, dove, tramite il processo di fidelizzazione tra gli utenti stessi, si potrà innescare un meccanismo virtuoso che dovrebbe attivare una grande quantità di scambi giornalieri. Il baratto agricolo per contribuire così a razionalizzare le economie famigliari: formaggi in cambio di olio e così via.
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domenica 11 marzo 2012

Coca Cola e Pepsi, colorante rischio cancro

Il colorante della Coca Cola e della Pepsi, bevande sempre presenti ad ogni festa e non solo, è stato riconosciuto cancerogeno dalla California. I produttori e la FDA parlano comunque di ‘esagerazione’.
Lo scorso anno il composto 4-methilimidazole è stato messo sotto accusa e inserito nella lista delle sostanze che possono provocare il cancro. Al momento, solo in California è stata modificata la ricetta segreta della Coca Cola che ha cambiato, seppur di poco, il suo colore.
E’ partita così una petizione nei confronti della Food and Drug Administration che però ha prontamente replicato che non c’è bisogno di tanto allarmismo: “È importante sapere che una persona dovrebbe bere oltre mille lattine al giorno per raggiungere il livello cancerogeno segnalato nelle ricerche”.
Di accuse scandalose ha parlato invece l’American Beverage Association, affermando che non esiste alcuna prova scientifica che possa confermare la pericolosità della sostanza per la salute dei consumatori.
Nonostante ciò i produttori hanno comunque deciso di diminuire la quantità della sostanza messa sotto accusa dalla California per evitare l’etichetta di rischio cancro, come ha spiegato un portavoce di Coca Cola, Diana Garza, al The Guardian.
La nuova formula sarà presto estesa, assicurano le due società delle bevande analcoliche, a tutti gli Stati Uniti anche se, al di fuori della California, nessuno per ora ha accusato il composto 4-methilimidazole di essere cancerogeno.
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sabato 28 gennaio 2012

Caffé: le tazzine uniscono l’Italia

Roma, 28 gen. - (Ign) - Da Milano a Napoli, la tazzina parla dialetto e riscopre la ‘saggezza popolare’. A crearle Chiara Parazzini, un ex manager, che ha scelto di seguire la propria passione, dando vita a Ceramidea Digitale. “Abbiamo cominciato con un regalo a uno zio – racconta Chiara – che parla solo in dialetto e sostiene, a ragione, che le nuove generazioni l’hanno perso. Spesso io stessa non riesco a capirlo. Per esempio una volta mi ha chiesto: ‘‘Ti piacciono le magiostre?’’. E io sono rimasta perplessa. Non sapevo fossero le ‘fragole’”. “L’idea della tazzina in dialetto poi è piaciuta – spiega - e anche al bar dietro casa, gestito da partenopei, me ne hanno chiesta una con ‘A bona campana se sente a’ luntano’”.
E poi per il compleanno dell’amico è arrivata quella d’ispirazione romana – molto apprezzata - con ‘anni e bicchieri di vino nun se contano mai’, mentre per chi non ha fortuna con le donne è perfetto il milanese ‘ul vin e i donn, a tiran scemu l’om’. Utile per tutti, invece, non si sa mai il consiglio da tenere bene a mente ‘Se pecora fai lupo ti mangia’.
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mercoledì 25 gennaio 2012

Nel 2012 il fritto non fa più male !!!

Il cibo fritto fa male al cuore? I risultati di una ricerca condotta all’Università Autonoma di Madrid negano che ci sia una correlazione tra il consumo di cibi fritti nell’olio (d’oliva o di girasole) e le malattie coronariche.
Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal, si è basato sull’osservazione di 40.757 persone di età compresa tra i 29 e i 69 anni. I volontari, privi di malattie legate al cuore, sono stati osservati per ben 11 anni con controlli che riguardavano la loro salute in generale e la dieta.
In 606 hanno riscontrato problemi al cuore mentre 1.134 sono stati i decessi registrati, ma in nessun caso è stata riscontrata una relazione tra malattie cardiache e il consumo di cibi fritti con olio d’oliva o girasole (i più usati nei Paesi del Mediterraneo).
“Il nostro studio sfata il mito che vuole il cibo fritto generalmente legato alle malattie al cuore", ha affermato con convinzione la dottoressa Guallar-Castillon. Secondo i ricercatori però tali risultati sarebbero differenti in un Paese in cui è più largo l’uso di oli solidi o riutilizzati.
Non sono mancate però polemiche, soprattutto da parte dei nutrizionisti iberici convinti che comunque quando si consuma del cibo fritto inevitabilmente si assumono più calorie dato l’assorbimento del grasso degli oli. Quindi, ricordano i nutrizionisti, aumenta il rischio di incorrere in problemi quali pressione alta, colesterolo ed obesità.
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giovedì 19 gennaio 2012

Combattere l'obesità a colpi di forchetta e coltello

Milano, 19 gen. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Combattere obesità e diabete a colpi di forchetta e coltello. Mettendo nel piatto ingredienti gustosi, ma sani. Sfatare il falso mito secondo cui benessere e gola non possono convivere è l'obiettivo di 'Salute al piacere', una campagna di educazione alimentare itinerante, che per la prima volta vede alleati Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica), Amd (Associazione medici diabetologi) e Slow Food Italia. Un ciclo di 14 incontri che toccheranno tutta la Penisola, partendo da Milano, per concludersi a Torino al Salone internazionale del gusto e terra madre (25-29 ottobre).
i numeri di obesità (5 milioni di italiani colpiti con costi sociali pari a 8,3 miliardi l'anno, e 1 milione di bambini obesi o in sovrappeso) e diabete di tipo 2 (3,6 milioni, più un altro milione malato senza saperlo): emergenze legate a doppio filo per le quali la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha coniato il termine 'diabesity', a indicare come le due malattie rappresentano ormai la vera pandemia dell'era della globalizzazione. "Adulti e bambini, Nord e Sud del mondo: ormai diabete e obesità non sono presenti esclusivamente nei Paesi ricchi - avvertono i promotori della campagna, realizzata con il contributo non condizionato di Boehringer Ingelheim e Fondazione Lilly - ma affliggono tutte le categorie sociali e fasce sempre più ampie della popolazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove sono in forte crescita. Tra le cause, l'assunzione di modelli alimentari sbagliati e uno stile di vita sedentario hanno senza dubbio una forte influenza sullo sviluppo di patologie metaboliche e cardiovascolari".
A chiudere le serate un buffet-tipo, dimostrazione pratica del motto "uno stile di vita sano e gustoso è possibile". Al termine degli incontri, inoltre, verrà distribuita una copia della guida di Slow Food Editore 'Salute al piacere! Benessere con gusto per noi e per il pianeta', nuovo volume della collana 'Mangiamoli Giusti', curato dal responsabile Area salute di Slow Food Italia, Andrea Pezzana, direttore di Dietetica e nutrizione clinica all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino.
"La globalizzazione dei consumi - evidenziano i promotori della campagna - ha portato al costante allontanamento dagli stili alimentari originari", fondati sui principi della dieta mediterranea. Nel dettaglio, gli esperti individuano i cambiamenti dello stile di vita che più sembrano influenzare l'epidemia globale di obesità e quindi di diabete (l'80% delle forme di tipo 2 è causato dai chili di troppo): "destrutturazione della preparazione dei pasti", con il consumo di alimenti pronti da cucinare o da mangiare, e "destrutturazione della giornata alimentare", con 'spuntini' a ogni ora; "iperconsumo passivo di cibi altamente energetici e di bevande zuccherate"; "diffusione dei pasti fuori casa" (+13,6% negli ultimi 10 anni, secondo una ricerca Fipe-Confcommercio).
Le strategie contro obesità e diabete, dunque, "dovrebbero incoraggiare abitudini alimentari corrette attraverso la riduzione di grassi e zuccheri, incentivare le persone a mangiare più frutta e verdura, oltre che mirare a un aumento dell'attività fisica". Sarebbe necessario, inoltre, "attivare misure per moderare marketing e pubblicità quando degenerano in manipolazione, e potenziare l'educazione alimentare promuovendo il modello italiano basato su dieta mediterranea, legame con il territorio, ricchezza fondata sulla biodiversità, rivolgendosi non solo alle scuole, ma a tutti gli esercizi pubblici cui oggi è delegata la cultura del cibo".
L'obiettivo finale "non è certo mettere tutti a dieta o evitare il ristorante, quanto piuttosto stimolare una riflessione sull'alimentazione quotidiana". Fra le proposte dell'alleanza medici-Slow Food, c'è quella di "partire dal rivoluzionare la ristorazione pubblica e le sue offerte, in modo da influenzare le abitudini alimentari, nonchè da un monitoraggio maggiore della distribuzione e produzione industriale, considerato anche che tra il 1978 e il 2009 (dati Brownell and Frieden) i prezzi di verdura e frutta fresche hanno subito un forte aumento, soprattutto se paragonato alla quasi stabilità del costo di zuccheri, dolci e bevande gassate".
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martedì 17 gennaio 2012

Vuoi dimagrire? Colora il piatto

Nelle stoviglie rosse si mangia meno


Che i colori siano importanti nella nostra vita era assodato, almeno a livello emozionale. Basti pensare come il rosso sia sconsigliato nelle camere dei bambini proprio perchè eccitante e come invece è ideale nelle attività amorose per gli adulti. Oggi vediamo come questo colore sia legato anche al perdere peso.
Non parleremo però del colore degli alimenti, ma di quello dei piatti da portata e di come allestiamo la tavola su cui mangiare. Sembra infatti che chi mangia con piatti e stoviglie rossi, sia portato a mangiare meno e in quantità ridotte rispetto al normale. Ci svela questa proprietà del rosso a tavola il gruppo di ricercatori svizzeri dell'Università di Basilea.
Effettivamente questo colore lo ritroviamo anche nella segnaletica che ci avvisa di situazioni di pericolo e di stop. Allo stesso modo i piatti rossi danno lo stop al mangiare, come anche al bere.
Lo conferma il gruppo di ricerca guidato da Oliver Genschow dell'Istituto di Psicologia dell'Ateneo Basilese che ha fatto indagini dapprima sul consumo di bevande. Al gruppo di test composto da 41 elementi, è stata offerta acqua fino a dissetarsi, poi sono state proposte bibite dolci servite in bicchieri dim plastica con etichette rosse o blu.

Chi ha usato i bicchieri con il rosso, ha bevuto il 40% in meno rispetto agli altri. Interessante vedere però come il colore non abbia influito sulla valutazione della bevanda stessa.

La stessa indagine è stata poi spostata sugli alimenti solidi, coinvolgendo questa volta 109 persone a cui è stato sottoposto un questionario. durante questa fase di test è stato offerto a tutti i partecipanti, un piatto di colore bianco, blu o rosso, con dieci ciambelle salate. Ognuno poteva consumare quello che preferiva. Si è visto che chi mangiava dal piatto rosso, consumava poco più del 50% rispetto a chi mangiava dagli altri piatti. Anche in questo caso, il colore dei piatti non ha influito sulla valutazione delle pietanze assaggiate.

Non male quindi associare questo colore alle nostre diete, un aiutino in più fa sempre bene per perdere peso... e colorare le nostre tavole!
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