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giovedì 25 luglio 2013
venerdì 19 aprile 2013
Scoperti due nuovi pianeti fratelli della Terra
Si chiamano Kepler-62e e Kepler-62f e potrebbero offrire condizioni adatte alla vita.
Erano già alcuni mesi che non si sentiva parlare della scoperta di qualche nuovo "pianeta gemello della Terra", dopo l'individuazione di HD 40307g, nel novembre dello scorso anno.
Questa volta sono ben due i candidati e ancora una volta sono stati scoperti dal telescopio spaziale Kepler, il quale si sta rivelando uno strumento prezioso.
Gli ultimi "sosia" - in ordine di tempo - della Terra sono quindi stati battezzati Kepler-62e e Kepler-62f (si trovano infatti nel sistema chiamato Kepler-62 e sono rispettivamente il quinto e il sesto pianeta dal loro sole) ma, nonostante già qualcuno si sia lanciato nell'affermare che certamente ospitano acqua allo stato liquido e fors'anche la vita, la NASA è molto più cauta.
Entrambi si trovano infatti nella cosiddetta "zona abitabile", ossia a una distanza tale dalla propria stella da rendere possibile la presenza di acqua liquida e una temperatura compatibile con la vita.
Kepler-62f è il 40% più grande della Terra ed è probabile che sia fatto di roccia; Kepler-62e, invece, è il 60% più grande della Terra.
John Grunsfeld, della NASA, spiega: «La scoperta di questi pianeti rocciosi nella zona abitabile ci porta un po' più vicini a scoprire un posto simile a casa nostra. È solo una questione di tempo prima che scopriamo se la galassia ospiti una moltitudine di pianeti come la Terra o se siamo una rarità».
Kepler-62e completa un'orbita in 122 giorni, mentre il fratello impiega 267 giorni; di quest'ultimo gli scienziati sono riusciti a calcolare le dimensioni, ma massa e composizione ancora non sono noti.
Per individuare i pianeti e permettere di trarre conclusioni circa le loro dimensioni e composizione, Kepler analizza le variazioni nella luminosità di una stella di riferimento quando un "pianeta candidato" le passa davanti; in base a questi dati, tramite varie tecniche di analisi, è possibile fare ipotesi sui dati più interessanti (massa, dimensioni, temperatura e via dicendo).
«Conosciamo una sola stella intorno alla quale orbiti un pianeta che ospita la vita, il Sole. Trovare un pianeta nella zona abitabile di una stella simile al nostro sole è una pietra miliare importante verso la scoperta di pianeti davvero simili alla Terra» spiega Thomas Barclay, scienziato che si occupa della missione Kepler al Bay Area Environmental Research Institute diSonoma, in California (USA).(ZeusNews)
mercoledì 26 ottobre 2011
La Terra taglia il traguardo dei 7 miliardi di abitanti
Roma, 26 ott. (Adnkronos) - Il 31 ottobre 2011 la popolazione mondiale taglierà il traguardo dei 7 miliardi di abitanti, un miliardo in più rispetto a 12 anni fa, ben 6 miliardi in più rispetto al 1800. Sul nostro pianeta vive oggi un crescente numero di giovani, soprattutto in Asia, Africa, America Latina, con "davanti un futuro incerto", mentre si registra un costante invecchiamento della popolazione, soprattutto in Europa e America del Nord. Ma non solo.
C'è una sempre più intensa mobilità, ovunque, all'interno dei paesi, e tra paesi e continenti diversi, un costante espandersi delle città con costi e benefici, a cominciare dall'impatto ambientale. Ed in testa tra i primi 2 paesi che superano i miliardi di abitanti ci sono Cina e India, con popolazioni ed economie che "crescono al ritmo più vertiginoso".
E' questo lo stato della popolazione del mondo nel 2011 tracciato nel Rapporto "Il mondo a 7 miliardi: le persone e le opportunità" lanciato oggi, in contemporanea mondiale, dall'Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, e la cui versione italiana è curata da Aidos, l'Associazione italiana donne per lo sviluppo. Il Rapporto, presentato questa mattina a Roma nella sede della stampa estera, osserva le tendenze e le dinamiche che definiscono il pianeta dei 7 miliardi e mostra che cosa stanno facendo, all'interno delle loro comunità, persone diversissime per paesi di appartenenza e per circostanze di vita, "al fine di trarre il massimo dal nostro mondo popolato da 7 miliardi di persone".
Alcune di queste tendenze sono particolarmente degne di nota. Secondo il Rapporto Unfpa oggi vivono nel mondo 893 milioni di persone che superano i sessant'anni, entro la metà del secolo il loro numero raggiungerà i 2,4 miliardi. E ancora. Una persona su due vive in città, e in soli 35 anni il rapporto sarà di due su tre. I giovani sotto i 25 anni costituiscono già il 43 per cento della popolazione mondiale, e in alcuni paesi raggiungono addirittura il 60 per cento.
La rapida crescita della popolazione mondiale, sottolinea il Rapporto dell'Unfpa, è un fenomeno recente. Circa 2000 anni fa il mondo intero era abitato da circa 300 milioni di esseri umani. Ci sono voluti più di 1600 anni perché quella cifra raddoppiasse, raggiungendo i 600 milioni. La crescita demografica ebbe un'impennata a partire dal 1950: la riduzione della mortalità nelle regioni meno sviluppate ha portato a una stima della popolazione mondiale, nel 2000, di 6,1 miliardi, quasi due volte e mezzo la cifra di cinquant'anni prima. Con la diminuzione dei tassi di fecondità in quasi tutto il mondo, il tasso globale di crescita è sceso rispetto al picco, raggiunto nel periodo 1965-70, del 2,0 per cento.
Cina, India, Mozambico, Nigeria, Etiopia, Egitto, Messico, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Finlandia, sono i paesi su cui si concentra il Rapporto dell'Unfpa per fare luce sulle sfide e sulle opportunità dell'essere 7 miliardi di persone, sempre più connesse, sempre più interdipendenti. Tra i suoi aspetti chiave, il Rapporto analizza l'evolversi della fecondità, perché, spiegano gli analisti, "se è vero che ovunque nel mondo ci si sta orientando verso famiglie più piccole, diversi sono i modi per consentire alle persone di scegliere davvero di avere il numero di figli che desidera, quando desidera, senza correre rischi per la salute".
Nel suo World Population Prospects: The 2010 Revision (Prospettive per la popolazione mondiale: revisione 2010), pubblicato nel maggio 2011, la Divisione per la popolazione del Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite prevede che nel 2050 la popolazione del pianeta raggiungerà i 9,3 miliardi di persone, un incremento superiore rispetto alle stime precedenti. Pur prevedendo un decremento sempre più consistente del tasso di fecondità, secondo questo scenario entro la fine del secolo si supereranno i 10 miliardi. Qualora la variazione nel tasso di fecondità fosse inferiore al previsto, specie nei paesi più popolosi, il totale potrebbe essere ancora superiore. Secondo i calcoli della Divisione per la popolazione, gli abitanti della Terra potrebbero essere 10,6 miliardi già entro il 2050, raggiungendo nel 2100 i 15 miliardi.
Molte le domande che pone il Rapporto da come assicurare un livello di vita dignitoso a ciascuno, salvaguardando le risorse del pianeta e riducendo le diseguaglianze tra ricchi e poveri, tra donne e uomini, tra persone istruite e persone analfabete, tra chi ha accesso ai servizi sanitari e chi non ce l'ha. Disuguaglianze che, sottolineano gli analisti, "non permettono ancora di cogliere appieno i benefici di questo immenso capitale umano". La parola chiave del Rapporto è pianificazione, dalla pianificazione familiare, alla pianificazione urbana, economica a quella ambientale, "nel rispetto dei diritti e della libertà di scelta e in modo da costruire opportunita' di partecipazione: per le donne, per i giovani ma anche per le persone anziane".
Secondo l'Unfpa, dunque, "è questa la posta in gioco, se si vuole preparare il mondo ad accogliere anche il prossimo miliardo di persone, atteso tra appena 13 anni, sulla quale l'Unfpa comincia a fare luce con questo rapporto". "In molte parti del mondo in via di sviluppo, laddove la crescita demografica è più rapida di quella economica, il fabbisogno di servizi per la salute riproduttiva, e in particolare per la pianificazione familiare, resta altissimo. Contenere la crescita della popolazione è una conditio sine qua non per una crescita economica e uno sviluppo accelerati e pianificati" afferma Babatunde Osotimehin, Direttore esecutivo Unfpa, nell'introduzione del Rapporto.
"Le dimensioni record della popolazione -prosegue Osotimehin- si possono considerare un successo per l'umanità: gli esseri umani vivono più a lungo, e in migliori condizioni di salute". "Ma -avverte il direttore del Fondo delle nazioni unite per la popolazione- non tutti hanno potuto approfittare di questi successi, o della migliore qualità della vita che questo implica. Grandi disparità sussistono tra un paese e un altro, o all'interno di una stessa nazione. E persistono anche le condizioni di disparità di diritti e di opportunità tra uomini e donne, tra bambine e bambini". "Tracciare oggi il cammino verso uno sviluppo che promuova l'uguaglianza, anzichè rafforzare le disuguaglianze, -aggiunge- è più importante che mai".