ROMA - L’appetito, si dice, vien mangiando. E a Sanremo la Rai ha banchettato, con gli incassi alle stelle, in tempi di digiuno come questi, grazie agli ascolti e perfino un margine in attivo (350 mila euro).
Così, dopo il lauto pasto, ecco servito il digestivo al gusto della memoria: dal serbatoio dei ricordi risbucano il mitico Carosello e l’Intervallo, sigle storiche legate all’età televisiva primitiva, chiamate a esercitare il loro fascino vintage per raccogliere spazi di investimento, con tanto di sigle riverniciate: Carosello reloaded e Intervallo 2.0. A lanciare l’idea è la Sipra (l’annuncio è stato fatto a Milano dal dg Luigi Gubitosi e dal suo predecessore Lorenza Lei, oggi a capo della società che cambierà anche denominazione in Rai pubblicità). Il nuovo Carosello andrà in onda alle 21 (dunque in mezzo all’Eredità) da fine marzo, avrà la stessa sigla, sia pure digitalizzata, e durerà 210 secondi con tre spot da un minuto, un minuto e mezzo. L’Intervallo, invece, non proporrà più il gregge di pecorelle, ma più prosaicamente maschererà soltanto nuovi spazi promozionali a pagamento.
RICORDI
Funzionerà il richiamo alla suggestione dei ricordi? Vale la pena ricordare che non si tratta della prima riesumazione di Carosello. Già nel ’97 ci fu un tentativo di rianimazione in forma di varietà (lo presentava Ambra Angiolini). La Sipra, ovviamente, gioca sul fascino di un prodotto che ha segnato la storia della tv ed è legato ai ricordi di infanzia di una generazione che oggi rappresenta buona parte della classe dirigente. Ma l’idea di Carosello nasceva dal fatto che in tv non si poteva trasmettere pubblicità all’interno dei programmi. Ogni siparietto, da un minuto e 45, era uno sketch, spesso affidato a grandi attori (da Sordi a Gassman) non solo italiani (Jerry Lewis, Frank Sinatra) e grandi registi (da Fellini a Luciano Emmer che firmò la sigla). Chiuse nel 77: era diventato obsoleto e, soprattutto, ciascuno spot era troppo costoso. Oggi le esigenze sono legate alla necessità di far cassa (il 2012 si è chiuso con 200 milioni di passivo) e al di là della sigla risulta difficile immaginare che ci possa essere qualcosa di paragonabile a quel Carosello. Semmai sarà l’occasione di poter fare tre minuti e mezzo di pubblicità in una fascia di altissimo ascolto. Quanto all’Intervallo diciamo che l’uso del termine è ancor più semplicemente suggestivo. Gli intervalli della tv in bianco e nero erano dei veri tappabuchi, a volte insopportabilmente lunghi, determinati da buchi di programmazione (si andava in diretta). Oggi quegli spazi sarebbero assolutamente artificiali, nient’altro che nuovi spazi da dedicare alla pubblicità. ( Il Messaggero.it)