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martedì 20 marzo 2012

Pino Daniele, album lussuoso, chitarra ardente

Pino Daniele rappresenta meglio di altri le sofferenze di un artista nella crisi, con la deriva "talentistica" e la caduta di profilo di alcune majors discografiche. Bloccato nei budget, costretto a vendere le canzoni un tanto l’una manco fossero patate, e visibilmente a disagio, ha finalmente scelto l’indipendenza. Il risultato non è il «prodottino» di cui si discute in tv, ma un album inedito che tiene alta la dignità della musica popolare: nella versione fisica di «La grande madre», che esce oggi, c’è un autentico scatto di orgoglio cantautorale.
Il box contiene spartiti musicali, foto, testi, biografia. Una riapertura a chi ama i contenuti, a lungo trascurato come figlio di un dio non abbastanza modaiolo.

Ma è poi la musica a far la differenza rispetto ad un certo appannamento dell’ultimo Daniele. In 12 brani, c’è una dedicata esplorazione di varie sue anime chitarristiche: uno strumentale, «The Lady of My Heart»; la cover in italiano di «Wonderful Tonight» di Eric Clapton con il quale l’artista ha stretto una collaborazione. «Searching for the Water of Life» è un brano in inglese a favore dell’organizzazione «Save the Children», «Coffee Time» una immaginifica fuga jazzy che ritorna in «’O Fra» dove si riscopre la parlesia, quel gramelot napoletano frutto di lontane contaminazioni con la lingua di zingari rumeni dediti all’arte di strada. E poi brani più tradizionali in italiano come «Melodramma» o «Due Scarpe», mentre «La grande madre» è una dedica appassionata ai suoni contaminati dall’Africa.

Pino ha scelto anche collaudatissimi musicisti che già avevano collaborato con lui, da Steve Gadd alla batteria a Mino Cinelu alle percussioni; alcuni, come Omar Hakim già Weather Report e la pianista Rachel Z, lo accompagneranno pure nel tour che parte sabato prossimo da Cesena e andrà all’estero. «Il disco, e il tour, seguono Pino Daniele e non il mercato - dice lui orgogliosamente -. Il rischio me lo prendo io. Pensi che per "Melodramma" alcune radio hanno obiettato che ci sia la parte strumentale». I soliti problemi da analfabetismo marketing, ma Pino è convinto che si riaprano spazi d’ascolto in programmi dedicati: «Son convinto che tornerà la tensione informativa. Porto l’album in giro, lo venderemo noi, faremo il vinile. Chi segue questo tipo di musica lo prenderà, pure gli spartiti ormai si trovano solo su internet. Preferisco aver un atteggiamento sulla musica ancora più solenne, invece che esser costretto a star dentro binari prefigurati». Pensa ai concerti all’Apollo di New York e all’Università di Boston, è ottimista: «Non è vero che la musica non ha più interesse. Stanno cambiando i supporti, le opportunità, ma da lì a dire che la cultura non serva a niente ce ne corre. Noi che abbiamo una storia, un nome, dobbiamo stimolare la gente ancora di più. Ora c’è un’aria intorno che rende possibili questi ragionamenti».

Il tour: Cesena 24, Catania 29, Napoli 31/1 aprile, Roma 6 e 15 aprile, Firenze 19, Padova 21, Reggio Emilia 3 maggio, Bologna 5, Torino 7, Milano 13 e 25, Genova 28. (LaStampa)
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