venerdì 16 settembre 2011

Growtheplanet: coltivare l’orto nel social network

Il Techcrunch Disrupt di San Francisco è uno degli eventi più importanti legati al mondo delle start-up. Nell’edizione di quest’anno è stato presentato un progetto interamente italiano, che si è imposto per semplicità e originalità agli occhi di investitori e addetti ai lavori.
Si chiama Growtheplanet ed è un social network in cui gli utenti possono coltivare e scambiare i prodotti della terra fra loro. Non parliamo di FarmVille, ma del progetto creato dal grafico Gianni Gaggiani, assieme ai due collaboratori Leonardo Piras e Simone Carusi.
Il progetto è pensato per riavvicinare le persone al mondo della terra, della coltivazione diretta e naturale, insomma, ha lo scopo di promuovere l’orto, una concetto da molti dimenticato.
Pur essendo virtuale, trova però ampio riscontro nella vita reale. “Noi mettiamo a disposizione degli utenti anche strumenti reali – ha dichiarato a Wired Gianni Gaggiani – ti guidiamo passo, passo dalla semina al raccolto, ti indichiamo quando è il momento per le operazioni che hai programmato e se non hai mai coltivato ti insegniamo i trucchi del mestiere”.
Tutte le nozioni e i consigli potranno essere utilizzati dagli utenti sia per giocare online e sia, se lo vorranno, per provare a mettere in pratica quanto virtualmente appreso. Il guadagno per il progetto dovrebbe arrivare da un negozio online interno al sito, in cui verranno messi in vendita libri, semi, strumenti del mestiere e tante altre cose legate al mondo dell’agricoltura.
Per ora il servizio, disponibile solo in inglese, è in versione beta e per poter iscriversi è necessario un invito, comunque ottenibile accedendo al sito (LINK).
Per maggiori informazioni consigliamo di guardare il video di presentazione di Growtheplanet di seguito.

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giovedì 15 settembre 2011

Windows 8 prende forma: un solo Os per pc e mobile

L'azienda mostra agli sviluppatori la nuova versione del sistema operativo. Una piattaforma sui cui convergeranno Pc e dispositivi di nuova generazione, basata sul tocco più che sul mouse e la tastiera. Arriverà nel 2012

di TIZIANO TONIUTTI


ANHEIM - Microsoft apre un po' di più la finestra sulla prossima versione di Windows. Dopo le anticipazioni di qualche tempo fa, stavolta Redmond mostra la nuova creatura in maggior dettaglio, nell'occasione della conferenza "Build" riservata agli sviluppatori, per cui a breve verrà rilasciata una versione preliminare del sistema operativo, per iniziare a produrre applicazioni. La versione per gli utenti sarà disponibile entro il prossimo anno.

Ripensare Windows. Dal palco del keynote, il responsabile dello sviluppo Steven Sinosky ha illustrato la nuova filosofia di Windows, che parte dalla necessità di diventare una piattaforma globale. Non solo più il desktop del Pc dunque, ma un ambiente flessibile e adattabile su ogni dispositivo, ma non semplicemente declinato: Windows 8 punta a diventare un ecosistema pronto ad ospitare l'hardware, e non un semplice sistema operativo che deve adeguarsi a posteriori alle macchine che trova. E a coordinare le attività dell'utente su qualunque dispositivo decida di usare, con un unico ambiente, uno scambio di dati e documenti tra applicazioni compatibili, un'interfaccia visiva comune e un negozio di applicazioni dal concetto del tutto simile a quanto offerto dalla concorrenza. Un'idea di orizzonte comune che 
i produttori di sistemi operativi abbracciano, nell'era del post-pc.


Toccare per credere. Un progetto ambizioso, supportato da una nuova interfaccia utente, "Metro-UI" che riprende aspetto e funzionalità dalla versione di Windows per smartphone e la amplifica per schermi e dispositivi più grandi e potenti. In questo senso, Windows 8 è una rivoluzione funzionale prima che estetica: il sistema è pensato e realizzato per ambienti "touch", il vecchio desktop c'è ma non è in primo piano, anche se è possibile richiamarlo in qualunque momento. Ovviamente Windows 8 rimarrà compatibile con il software per Windows in circolazione, non sarà un "reset" completo della piattaforma. Le applicazioni per i "vecchi" Windows si comporteranno come sempre, anche se inevitabilmente appariranno un po' antiche nel contesto del nuovo ambiente, rimarranno perfettamente funzionali. Ma Windows 8 osa più Windows 7, e l'idea di Redmond è conquistare nuove zone di espansione. L'ambiente Pc resterà un rifugio sicuro per l'os di Microsoft, una base solida per permettergli di tentare la conquista di terreni finora dominio di altri. Gli avversari di Windows stavolta non saranno MacOs o Linux, ma iOs e Android. E Microsoft dovrà adeguarsi al ritmo di rinnovamento e sviluppo degli ambienti operativi imposto dalla competizione tra Google e Apple. 
Da questo indirizzo è possibile scaricare le versioni dimostrative rilasciate agli sviluppatori: http://msdn.microsoft.com/en-us/windows/apps/br229516
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mercoledì 14 settembre 2011

Il copyright sale a 70 anni

Per tutelare gli artisti che cominciano lavorare giovani
BRUXELLES
L’Unione Europea ha approvato ieri l’estensione da 50 a 70 anni dei diritti d’autore sui produttori e gli interpreti musicali. 
La decisione è stata adottata a maggioranza qualificata, con l’astensione di Austria ed Estonia e il voto contrario di Belgio, Repubblica Ceca, Olanda, Lussemburgo, Romana, Slovacchia, Slovenia e Svezia. 
Secondo i calcoli di Bruxelles, l’estensione del copyright potrebbe garantire agli autori tra i 150 e i duemila euro all’anno in più. 
«Con l'aumento delle aspettative di vita, il termine di protezione di 50 anni era chiaramente insufficiente» ha detto il Commissario Ue per il mercato interno, Michel Barnier. «Nonostante la loro musica e le loro canzoni siano ancora popolari, oggi molti artisti rimangono senza entrate una volta diventati vecchi. L'aumento dei termini consentirà loro di ricevere una remunerazione ogni volta che la loro musica viene eseguita, anche se si sono ritirati dalle scene». 

Gli Stati della Ue avranno a disposizione due anni di tempo per inserire le nuove regole nella loro legislazione.
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martedì 13 settembre 2011

'Guerrilla gardening': eco-recupero aree verdi italiane

Roma, 12 set. (Adnkronos) - Cresce in Italia il movimento di eco-recupero per il ripristino delle aree verdi, specialmente in zone urbane degradate. Si chiama 'guerrilla gardening' il fenomeno di 'giardinaggio politico' che utilizza gli spazi pubblici inutilizzati per piantare alberi, fiori o piante, per abbellire le città, colorarle e sponsorizzare così il rispetto dei diritti della terra e la salvaguardia ambientale. Proprio come è successo pochi giorni fa a Latina, quando nottetempo alcune persone hanno piantato nel giardino pubblico della città alberi da frutto e fiori. A realizzarli sono gruppi autogestiti e autofinanziati che solitamente si occupano attivamente della cura del verde pubblico.
Il movimento, nato nel 1973, grazie a Liz Christy e il suo gruppo Green Guerrilla, iniziò a trasformare un lotto di terreno degradato nell'area di Bowery Houston a New York in un vero e proprio giardino. Dalla Grande mela sino all'Europa gli 'attacchi verdi' sono stati migliaia in questi anni. In Italia sono molti i gruppi indipendenti che promuovono il guerrilla gardening: il più numeroso è situato a Milano ed ha portato alla creazione di una rete di attivisti che si coordinano anche attraverso il sito guerrillagardening.it.
"L'idea è nata 5 anni fa nonostante il movimento sia attivo da più tempo. Non abbiamo mai creato un'associazione - spiega Michele, uno dei promotori del sito e del movimento - perché è necessario che tutti gli aderenti abbiano totale libertà di iniziativa".
Se a Milano si cerca di creare nuovi spazi verdi per cercare di rendere le città meno tetre "nonostante i parchi siano curati e mantenuti decorosamente", al sud, specialmente nelle città della Campania, "le iniziative sono indirizzate al superamento del 'disagio verde', ovvero - continua l'attivista di guerrilla gardening - nel creare piccole oasi di piante e fiori al'interno del degrado urbano".
"I nostri 'attacchi' -spiega- sono più che altro manifestazioni tese a dimostrare alla gente che con un po' di impegno e un po' di costanza si può abbellire le città e farle diventare più vivibili. Quello che tentiamo di fare è di cambiare la mentalità delle persone, cercando di imprimere loro una svolta verde".
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Canapa italiana: sfruttarla in 1000 modi

Roma, 13 set. - (Adnkronos) - La canapa viene spesso accostata alle droghe leggere. Ma l'utilizzo 'ludico' dei derivati della pianta e' marginale rispetto alle sue potenzialita': dal settore agricolo, industriale e medico fino ad arrivare all'impiego in edilizia e anche in quello alimentare. Tanto che in Puglia c'e' anche chi propone la pizza con la farina di canapa.
Il progetto e' di alcuni ragazzi dell'associazione CanaPuglia che il 17 settembre prossimo, a Conversano (Ba), con l'iniziativa 'Puglia in canapa', tornano a promuovere l'utilizzo di questa pianta, un risorsa sostenibile ed ecologica, troppo spesso demonizzata. E ad aprire uno spiraglio allo sviluppo di questa risorsa sembra essere l'edilizia.
"A San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, abbiamo realizzato il primo edificio con i mattoni di canapa" racconta all'Adnkronos, Olver Zaccanti dell'Anab, l'associazione nazionale architettura bioecologica, che sabato a Conversano terra' il seminario dal titolo 'La Canapa: una grande risorsa anche per l'edilizia' che illustrera' il programma 'Inater' dell'Unione Europea che prevede dei cantieri scuola (il prossimo si terra' nella primavera del 2012) proprio con questa nuova tecnica.
La canapa, dunque, viene utilizzata non solo per i materiali isolanti ma anche per i mattoni e tra i vantaggi nell'utilizzo di questo tipo materiale, oltre all'isolamento termo-acustico, c'e' anche la capacita' di intrappolare la Co2.La canapa, infatti, spiega Zaccanti, "nel suo ciclo di vita assorbe Co2 che rimane incamerata".
E non solo: "questi mattoni, che si ricavano combinando la parte legnosa dello stelo di canapa con la calce, quando verranno dismessi potranno essere utilizzati come fertilizzanti per le prossime colture di canapa". Si tratta, dunque, di un materiale innovativo ma che purtroppo arriva dalla Francia: "per ragioni economiche in Italia non c'e' piu' una filiera della canapa", spiega. E dire che nel secondo dopoguerra il Bel paese era il secondo produttore, dopo la Russia.
Secondo Assocanapa, "l'avvento delle fibre sintetiche e la concorrenza del mais hanno fatto si' che ci fosse uno scarso interesse da parte delle industrie a costruire macchinari da utilizzare nel settore". Il vero problema, infatti, spiega il Coordinamento nazionale per la canapicoltura, "e' la mancanza degli impianti di prima trasformazione" e attualmente, "gli ettari coltivati sono meno di 200".
Ma secondo Claudia Sterzi, vicepresidente di Ascia, Associazione sensibilizzazione canapa autoprodotta, e segretaria dell'Associazione Radicale Antiproibizionista, un grosso limite allo sviluppo di questa coltura e' anche la normativa.
Oggi in Italia, spiega la segretaria dell'Associazione Radicale Antiproibizionista, ''si puo' coltivare la canapa'' a condizione che venga coltivata una varieta' a basso tenore della sostanza drogante, Thc (inferiore allo 0,2%) e questo, ovviamente comporta, ''autorizzazioni, controlli e oneri in piu' per i produttori''. Con ripercussioni non indifferenti, quando emergono delle irregolarita' che riguardano la percentuale di Thc che "non puo' essere uguale in tutte le piante".
Il proibizionismo, dunque, aggiunge Sterzi, "danneggia solo gli innocenti e favorisce il narcotraffico". Per non parlare del settore farmaceutico. In Italia "questa sostanza in teoria e' prescrivibile ma in pratica e' molto difficile da ottenere, perche viene prodotta in Olanda".
A bloccare lo sviluppo del settore, dunque, "e' l'eccesso di controlli e, dal punto di vista terapeutico, la mancanza di una ditta farmaceutica italiana che si assuma tutti gli oneri della coltivazione". Serve, dunque, un approccio diverso che superi la ''demonizzazione'' che finora c'e' stata.
Anche perche', conclude la segretaria dell'Associazione Radicale Antiproibizionista, "e' scientificamente provato che la canapa diventa letale se assunta in dosi 40 mila volte superiori a quella normale mentre per il caffe' il rapporto e' di 1 a 150 e, di 1 a 7 se parliamo di valium".
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venerdì 9 settembre 2011

Google consuma più di 200mila abitazioni

San Francisco, 9 set. (Adnkronos/Dpa) - Google ha finalmente rivelato uno dei segreti finora piu' gelosamente custoditi dal gigante del web: quanta energia elettrica consuma per organizzare tutte le informazioni della Rete. Urz Hoelzle, uno dei vice presidenti dell'azienda, in un post sul suo blog ha spiegato che per far funzionare la sua struttura, nel 2010 Google ha impiegato 2,26 miliardi di kilowattora di elettricita', l'equivalente dell'energia necessaria a 200mila abitazioni. Google ha anche emesso 1,46 milioni di tonnellate di anidride carbonica, equivalenti a quelle di 70mila individui. Sebbene si tratti di cifre enormi, Google ha fatto notare che i suoi centri dati consumano circa la meta' della media del settore e che le cifre si riferiscono anche ai consumi delle strutture che ospitano i 29mila dipendenti dell'azienda.
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Dop, Igp, Stg: l'Italia al top in Europa per la qualità

Roma, 9 set. - (Adnkronos) - Anche nel 2010 l'Italia si conferma primo Paese europeo per numero di riconoscimenti conseguiti: sono infatti 219 i prodotti Dop, Igp e Stg riconosciuti dall'Ue (25 in più rispetto al 2009). Di questi, 213 risultano attivi. Lo rileva l'Istat.
I settori con il maggior numero di riconoscimenti sono gli ortofrutticoli e cereali (84 prodotti), gli oli extravergine di oliva, i formaggi (entrambi 40) e le preparazioni di carni (33). Le carni fresche e gli altri settori comprendono, rispettivamente, 3 e 19 specialità.
Nel 2010 gli operatori sono 84.587, in aumento del 3,0% rispetto al 2009. Di questi, il 92,2% svolge esclusivamente attività di produzione, il 6,0% solo trasformazione e il restante 1,8% effettua entrambe le attività. I produttori (79.536 unità, +2,7% rispetto al 2009) sono concentrati soprattutto nei settori dei formaggi (32.432), degli oli extravergine di oliva (19.891) e degli ortofrutticoli e cereali (16.499).
I trasformatori (6.574 unità, +8,4% rispetto al 2009) sono presenti prevalentemente nella lavorazione dei formaggi (1.699), degli oli extravergine di oliva (1.641) e delle carni fresche (949). Nel 2010 entrano nel sistema delle certificazioni 10.240 nuovi operatori (9.374 produttori e 1.197 trasformatori), che compensano l'uscita di 7.773 operatori (7.265 produttori e 688 trasformatori).
Al 31 dicembre 2010 il 52,2% delle aziende agricole è localizzato in sole tre regioni, Sardegna, Toscana e Trentino-Alto Adige. Le produzioni di qualità sono più diffuse nelle aree collinari e montane del Paese, con il 46,5% dei produttori in collina e il 27,7 in montagna.
A livello territoriale si registra un progressivo rafforzamento dei prodotti di qualità nelle regioni meridionali.
"I prodotti italiani di qualità protetti dal riconoscimento comunitario hanno sviluppato un fatturato al consumo superiore ai 9 miliardi di euro dei quali circa 1,5 miliardi realizzati sui mercati esteri attraverso l'esportazione". E' quanto stima la Coldiretti per il 2010 in occasione della pubblicazione del rapporto Istat ''I prodotti agroalimentari di qualità Dop, Igp e Stg'' che certifica la leadership italiana in Europa con 229 riconoscimenti di prodotti a Denominazione di origine (Dop), Indicazione geografica protetta (Igp) e Specialità tradizionali garantite (Stg).
"Ad aumentare -sottolinea la Coldiretti - è anche il fatturato realizzato grazie soprattutto alle buone performance ottenute da prodotti più rilevanti economicamente". "Tra i singoli prodotti positive - continua la Coldiretti - sono soprattutto le performance di quelli a denominazione di origine come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che mettono a segno un aumento record del 26 per cento sui mercati mondiali, ma anche il prosciutto di Parma che ha ottenuto nel 2010 il miglior risultato di sempre con un rilevante effetto traino per l'intero settore".
"In Cina il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano -prosegue la confederazione degli imprenditori agricoli- sono aumentati del 162 per cento, nonostante la tradizionale opposizione al consumo di prodotti lattiero-caseari da parte dei cittadini asiatici. Formaggi e salumi sono i settori dove i prodotti a denominazione di origine italiani realizzano il fatturato più rilevante mentre in numero a prevalere nei riconoscimenti ci sono nell'ordine gli ortofrutticoli, i formaggi, i salumi, gli oli di oliva e i prodotti della panetteria".
"A frenare la diffusione del Made in Italy a denominazione è la proliferazione dei prodotti alimentari taroccati all'estero che -precisa la Coldiretti - sono causa di danni economici, ma anche di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili. Si stima che il falso Made in Italy alimentare all'estero valga 50 miliardi di euro e riguarda i prodotti più rappresentativi".
"E' il caso - spiega la Coldiretti - dei formaggi tipici dove il Parmesan è la punta dell'iceberg diffuso in tutto il mondo , dagli Usa all'Australia, ma ci sono anche il Romano , l'Asiago e il Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano 'spacciati' come italiane. E in alcuni casi sono i marchi storici ad essere 'taroccati' come nel caso della mortadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada".
"I Paesi dove sono più diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti dove - denuncia la Coldiretti - appena il 2 per cento dei consumi di formaggio di tipo italiano sono soddisfatti con le importazioni di formaggi Made in Italy, mentre per il resto si tratta di imitazioni e falsificazioni ottenute sul suolo americano con latte statunitense in Wisconsin, New York o California". "Ma a preoccupare sono anche - conclude la Coldiretti - le tendenze di Paesi emergenti come la Cina dove il falso Made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita".
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Un vaccino per smettere di fumare facilmente

Nei prossimi giorni arriveranno i risultati di una sperimentazione che potrebbe cambiare per sempre la storia della lotta al fumo. Smettere di fumare non è infatti per niente semplice ma è una decisione che tutti dovrebbero prendere con forza per tutelare la propria salute. In aiuto di chi lo volesse fare, potrebbe arrivare in futuro un vaccino denominato NicVAX, prodotto dalla NABI Biopharmaceuticals.
NicVAX insegna all’organismo del fumatore ad attaccare la nicotina che entra in circolo quando egli fuma una sigaretta. In tal modo, la nicotina non va più nel cervello, che è proprio quella parte dove si instaura la dipendenza. Il vaccino aiuterebbe insomma sia nello smettere di fumare che nell’evitare ricadute in seguito, fornendo pertanto una protezione dal fumo di lunga durata.
La molecola della nicotina è così piccola da non poter essere riconosciuta dal sistema immunitario, ma con NicVAX si farebbe in modo da rendere tali molecole più grandi grazie all’utilizzo di proteine, il che permetterebbe appunto al sistema immunitario di rilevarle e attaccarle.
La sostanza è già stata testata su un campione di mille fumatori e si attendono i risultati del trial. Qualora venisse certificata la sua azione benefica e il vaccino arrivasse davvero in commercio, a quel punto liberarsi dalla dipendenza dal fumo sarà molto più semplice, cosa che non lo è adesso nemmeno con i prodotti che si trovano i commercio.
Una speranza in più, quindi, per un futuro libero da questo brutto vizio responsabile di varie malattie, come ad esempio il cancro ai polmoni.
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giovedì 8 settembre 2011

2011 Settembre 11 Eventi Memorial a New York

9 / 11 World Trade Center Run to Remember 2011
Il 2nd Annual World Trade Center Run to Remember (WTCRTR) si è svolto il 4 settembre 2011 su 
Governors Island . Ogni partecipante ha potuto personalizzare il proprio pettorale per identificare le persone da ricordare. Il WTCRTR è anche un evento di raccolta fondi per varie organizzazioni legate all'11 settembre. 
Ufficiale del World Trade Center Memorial Ceremony del sito e Memoria 2011
Il funzionario di New York City osservanza del decimo anniversario dell'11 settembre si svolgerà presso il World Trade Center sito la mattina di Domenica 11 Settembre 2011. Come sempre, quattro momenti di silenzio saranno osservati per ricordare i tempi in cui ogni colpo aereo e ogni torre è caduto, a partire dalle 08:46. I familiari di coloro che morirono negli attentati sono invitati a partecipare alla cerimonia e chiamare il New York City ufficio del sindaco a 212-442-8953 per ulteriori informazioni. Il 9 / 11 National Memorial sarà dedicato l'11 settembre 2011 in una cerimonia per le famiglie delle vittime '. Sarà aperta al pubblico il 12 settembre 2011, e accoglierà i visitatori che hanno prenotato il pass in anticipo. Al tramonto, il famoso "Tribute in Light" tornerà il cielo sopra New York City per la notte. L'omaggio si compone di 44 7.000 watt xeno lampadine, disposti in due 48 piedi quadrati ispirati dalla forma e orientamento delle Torri Gemelle . Il memoriale illuminato raggiunge i quattro miglia verso il cielo ed è visibile da fino a 30 miglia di distanza. I due array cast del più forte fascio di luce proiettato dalla Terra mai nel cielo notturno. Domenica 11 settembre 2011. 08:40-12:. 30PM Zuccotti Park, Liberty Street tra Broadway e Church Street chiamata 212-442-8953 per ulteriori informazioni. ( traduzione simultanea da Manhattan.about.com)
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