Il fatto di parlare una lingua piuttosto
complessa e ricca di sfumature come la nostra, comporta la presenza di anomalie
e di infinite discussione riguardo al corretto impiego di aggettivi, sostantivi
e articoli: non molto tempo fa, ad esempio, aveva tenuto banco sui maggiori
quotidiani un'annosa diatriba relativa all'aggettivo plurale da associare alla
parola pneumatici.
Tralasciando per un
attimo il fatto che la dicitura corretta sia “gli pneumatici” e non “i
pneumatici”, quello che preme realmente ai milioni di acquirenti presenti sul
nostro territorio è che le coperture possano un giorno
diventare magicamente economiche e magari funzionali
ad uno sviluppo industriale meno arrogante e basato sui derivati del petrolio.
Un team
di ricerca interno all'azienda americana Goodyear, ubicata in
un paese dove l'articolo da impiegare è sempre “the”, per cui si perde meno
tempo in quisquilie grammaticali, è a tal proposito quasi riuscito a mettere
a punto un innovativa tipologia di pneumatici ottenuti a partire dagli scarti
del riso, in modo economico, ecologico e perfettamente
funzionale allo
scopo prefisso.
Dopo anni di studi,
ricerche e tentativi falliti, lo scorso mese di settembre i
responsabili della Goodyear hanno
fieramente annunciato di aver quasi trovato la quadratura del cerchio (in senso
quanto mai letterale) e di essere riusciti a dare vita a coperture
ottenute mediante il riciclo della lolla di riso, particolare componente
che si ottenere dalla comune lavorazione dei cereali e che, una volta bruciato, dà origine ad ingenti quantità di ossido di silicio,
componente funzionale
alla realizzazione di pneumatici adibiti al normale utilizzo
stradale.
Oltre fornire un
notevole implemento in chiave di risparmio alle
aziende produttrici, il ricorso ad una fonte alternativa di
silicio potrebbe consentire in tempi brevi un'autentica rivoluzione all'interno
del settore, derivante dal reimpiego di materiali altrimenti
destinati allo scarto e
dal fatto che, stando a quanto dichiarano i tecnici Goodyear, le nuove coperture paiono in grado di
offrire un ulteriore risparmio in chiave di consumo di carburante.
I pneumatici ricavati a
partire dalla buccia di riso dovrebbero garantire infatti una maggiore tenuta di strada ed un implemento di funzionalità,
in termini di attrito con l'asfalto, utile a ridurre
i consumi della autovetture (se
avete provato a partire per le vacanze senza prima aver fatto controllare le
coperture, sapete perfettamente cosa intendiamo), andando
dunque a costituire una risorsa ecologica ed economica su un duplice versante.
Mentre anche
Pirelli sta lavorando ad esprimenti analoghi dall'interno dei suoi stabilimenti
in Brasile, auspichiamo dunque un rapido avvento sui mercati
delle nuove coperture in grado di ottimizzare durata e consumi: in caso vi
troviate a dovere (si spera presto) richiedere i nuovi eco-penumatici al vostro
gommista di fiducia e veniste colti da quell'atavico dubbio linguistico,
suggeriamo l'impiego del termine “gomme” in sostituzione; la sostanza non
cambia e nemmeno il risparmio.