lunedì 6 febbraio 2012

Neve: ecco perché è difficile da interpretare e quantificare

Roma, 6 feb. (Adnkronos) - Sapere in anticipo quando e se nevicherà si può. Più difficile è, invece, predire il 'quanto'. E se è vero che una regola generica quanto approssimativa esiste, quella della moltiplicazione da 1 a 10, è ancora più vero che i fattori che influenzano il risultato finale sono talmente tanti da rendere inattendibile la sua applicazione in termini scientifici.
Tra questi "la temperatura del suolo, la superficie su cui la precipitazione avviene, fino al tipo di neve che può essere bagnata, asciutta, farinosa... tutti elementi che impediscono di poter fare un rapporto immediato tra quantità di acqua e accumulo nevoso", spiega all'Adnkronos il tenente colonnello Guido Guidi, del Centro di Meteorologia e Climatologia Aeronautica. Per questo, "si parla sempre di 'acqua precipitabile'’. I dati, ricorda Guidi, "si riferiscono sempre alla precipitazione acquosa, mentre per sapere quanto ha nevicato si rimanda a rilevazioni posteriori".
Il Centro elabora diversi generi di informazioni, "ma quelle che vengono diffuse sono uguali per tutti e richiedono una capacità interpretativa connessa all'utilizzo che si intende farne. Niente di astruso e incomprensibile, solo unità di misura da interpretare. Il nostro compito - sottolinea - è di diffondere informazioni meteorologiche: nulla a che vedere con le valutazioni di impatto, che invece spettano a chi sta sul territorio". E comunque, ecco le prossime previsioni: nella notte e nella prima parte della giornata di domani ci saranno piogge intense a sud e neve sulle aree adriatiche e sul settore tirrenico, tra Lazio e Campania. Dopo un parziale miglioramento, in vista la possibilità (ancora presto però prevedere la certezza) di un nuovo peggioramento nel fine settimana.
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