giovedì 12 aprile 2012

Dream on: una app per sognare quello che ti pare (o quasi)


Cosa volete sognare stanotte? Una rilassante passeggiata nel bosco? Una bagno nelle acque della vostra isola preferita? O qualcosa di più adrenalinico? Per esempio la rocambolesca fuga da un misterioso aggressore o un lancio in caduta libera da un elicottero... (Perchè sognamo? Cosa sono i sogni? Scoprilo qui) 

Sogni a portata di touch
È ciò che promette Dream:on, una applicazione per smartphone recentemente pubblicata e che, secondo i suoi ideatori, sarebbe in grado di influenzare la fase REM del sonno di chi la utilizza, aiutandolo a sognare ciò che preferisce. (
Tutti i segreti e le curiosità sul sonno in questo multimedia)
Sviluppata da Richard Wiseman, psicologo dell'Università di Hertfordshire, funziona in modo piuttosto semplice. Dopo averla installata si sceglie il proprio tipo di sogno — al momento ne sono disponibili una ventina al costo di € 0,79 l'uno — e si appoggia il telefonino in un angolo del letto, vicino alla propria testa. Da quel momento l'applicazione inizierà a monitorare il sonno dell'utilizzatore attraverso i sensori di movimento dello smartphone: quando rileverà l'inizio della fase REM, farà partire un file audio associato al sogno scelto. E proprio questa combinazione di suoni dovrebbe stimolare il cervello del dormiente a produrre un sogno della tipologia richiesta. 

Da Obama alle piramidi
Ma funziona davvero? Per ora è difficile dirlo. Dream:on è anche un progetto di scienza distribuita su base volontaria e lo stesso Wiseman invita chi la utilizzerà a scrivere una breve recensione dei sogni fatti e se erano in linea con le aspettative. Tutte le informazioni confluiranno in un database che verrà utilizzato dai ricercatori per approfondire la loro conoscenza sul sonno e sui sogni. 
E per aumentare le probabilità di ricordare ciò che si è sognato, Dream:On sveglierà l'interessato non appena si accorgerà, sempre tramite i sensori di movimento, che il sogno è finito. I dormiglioni sono quindi avvisati... 
«Abbiamo creato un modo nuovo di fare scienza» ha dichiarato Wiseman qualche giorno fa durante la presentazione del suo progetto al Festival della Scienza di Edinburgo. «Sappiamo molto poco dei sogni e questa app potrebbe essere la chiave per aiutarci a capire come sognamo e come tenerne traccia.»
E mentre in molti si domandano l'effettiva utilità di una applicazione di questo tipo, Wiseman e il suo staff promettono sogni per tutti i gusti: prossimamente nel DreamStore si potranno acquistare anche momenti onirici in compagnia dei VIPs ed esperienze cerebrali che difficilmente potremo vivere realmente.(Focus.it)
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In Versilia expo internazionale dedicato al mondo Vegan


Roma, 11 apr. (Adnkronos/Ign) - Conto alla rovescia per la seconda edizione di VeganFest 2012, Expo internazionale dedicata interamente al mondo Vegan ed EcoBio, una filosofia cui aderiscono circa 800mila persone in Italia. L'appuntamento e' al Palazzo Mediceo di Seravezza (Lucca) dal 27 aprile al 1° maggio 2012.
Un invito speciale a partecipare all'evento arriva da un artista che si dice vegano ''convinto'', Red Canzian, cantante e bassista degli storici Pooh. ''Andate a capire l'altra parte della Luna... poi ognuno fa le sue scelte. Conoscere, essere curiosi sono le più grandi forme di crescita. Io lo suggerisco alle famiglie e ai bambini: è un insegnamento a rispettare gli esseri viventi'', dice a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos.
Canzian, primo artista premiato nell'ambito della manifestazione durante la passata edizione con il VeganOK AWARD, racconta il percorso che lo ha portato a questa scelta che definisce ''drastica e convinta''. Il ''primo passaggio 16 anni fa quando sono diventato vegetariano per motivi di salute perché quando mangiavo carne mi sentivo male. Poi 4 anni fa non sono riuscito più a mangiare qualcosa che avesse un'anima e sono diventato assolutamente vegano. Una scelta animalista''.
Certo, prosegue Canzian parlando del suo lavoro che lo porta in giro per il mondo (a breve sarà in Giappone per tre date con i Pooh), ''non è facile andare in giro da vegano. Ma per assurdo il Sud del mondo è più pronto del Nord del mondo: a Tel Aviv ho mangiato in maniera pazzesca, poi, magari, vai a Parigi e diventi matto per mangiare vegano''. E in Italia? ''Sto educando i ristoratori in giro per il Paese e se si comportano bene poi torno'', spiega con un sorriso. Gli effetti sulla salute, poi, sono positivi. ''Ho appena compiuto 60 anni e dalle analisi non risulta un valore fuori posto'', dice Canzian che il 24 aprile sarà nelle librerie con 'Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto', edito da Mondadori.
A Seravezza si incontreranno associazioni animaliste e umanitarie internazionali, aziende impegnate del mondo dell'ecologia e del benessere, oltre a tutti gli operatori e le persone sensibili ai temi del vivere secondo un'etica cruelty free. Attraverso gli oltre 300 eventi in programma si punta a toccare quest'anno le 30mila presenze.
Il VeganFest 2012, a ingresso gratuito, è una occasione internazionale di incontro per tutti gli stakeholder del mondo ecologico e vegan, uno spazio espositivo per le aziende del mondo etico (associazioni, ecotecnologie, editoria, cibo e gusto, biocosmesi e igiene, abbigliamento e arredo, benessere), un luogo dove poter scegliere tra un vasto programma di incontri con ospiti internazionali: workshop, laboratori di cucina, mostre, eventi culturali, conferenze.
Il festival sarà, inoltre, un ritrovo per numerosi artisti (musicisti, attori, performer) che hanno scelto il modello di vita vegan, con un'area concerti e una sala teatrale per spettacoli ed esibizioni. Ci sarà anche VeganWave, 'concerto del 1 maggio' stile vegan, grazie alla collaborazione con il festival 'ArezzoWave'.
Tra i vari spazi attraverso i quali è organizzato l'evento ci sarà anche un'area didattica per bambini; una zona 'EcoMamme' a disposizione delle neomamme dove allattare i propri piccoli in un ambiente tranquillo e riservato, inoltre saranno organizzate dimostrazioni sull'uso della fascia portabebè, conferenze, incontri con gli esperti in cosmesi vegetale e sarà possibile anche acquistare prodotti per mamme e bambini. Ci sarà anche un 'DogBar' a disposizione dei cani 'ospiti' del VeganFest con crocchette vegane e acqua fresca. E ancora. 'Fruit&Raw Days', una grande area dedicata a eventi sull'alimentazione crudista dotata di un mercatino dove acquistare frutta e verdura.
Molti i punti di ristoro e un esclusivo ristorante vegan, coordinato dallo chef pluripremiato Chicco Coria (patron dell'Antico Ristorante del Moro di Bergamo) che presenterà alla stampa e ai clienti del ristorante, piatti di alta cucina vegana con ingredienti stagionali e biologici. Coria sarà inoltre protagonista della presentazione in anteprima nazionale del libro 'Nobili Scorpacciate Vegan - Le Quattro Stagioni' (Ed. Quantic Publishing), ideato e realizzato da Renata Balducci chef di VeganBlog. VeganFest nasce da LifeTribu.com: un insieme di testate editoriali che condividono la scelta etica del vivere vegan.
La filosofia Vegan non riguarda solo l'alimentazione, è piuttosto una scelta etica che si traduce in uno stile di vita rispettoso degli animali. ''La scelta Vegan - dice a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos Sauro Martella, ideatore della certificazione Etica VeganOK e fondatore del festivalVegan più grande d'Europa, VeganFest - è quasi sempre principalmente una scelta etica e non alimentare, anche se indubbiamente garantisce equilibrio nutrizionale e miglioramenti della salute in generale. E' quindi una scelta etica che fa evitare ogni giorno qualunque cibo e qualunque comportamento che coinvolga l'uccisione o lo sfruttamento di altri esseri viventi e senzienti''.
In pratica, spiega Martella, fondatore del sito Promiseland.it, diretto da Barbara Primo, ''si evita di mangiare ovviamente carne e pesce, ma anche derivati animali come uova, latte o prodotti che ne contengano anche una minima parte. Ovviamente non ci si limita a questo e si evita di procurare danno agli animali anche non utilizzando materiali come lana, seta o pelle... Ma soprattutto la scelta Vegan è una scelta di rispetto per la vita, di amore per i colori del mangiare vegetale e di serenità derivante dal vivere ogni giorno con la consapevolezza di non aver fatto del male al nostro prossimo non umano''. Una scelta per tutti. ''Per scegliere di vivere Vegan non serve essere eremiti, al contrario la maggior parte dei Vegani sono persone perfettamente inserite nella società, imprenditori, professionisti, operai, artisti, pensionati e ragazzi. Ogni fascia di età è coinvolta in questa scelta etica assolutamente trasversale che ha anche il pregio di farci stare meglio in salute e di farci risparmiare molto nella spesa di tutti i giorni'', spiega Martella.
Ma quali sono le certificazioni più diffuse in Italia? ''La certificazione Vegan più diffusa in Italia - spiega Martella a Ign - è 'la VeganOK' (www.veganok.com) che si occupa di certificare sia il settore alimentare, che quello cosmetico unitamente alla ristorazione e ai servizi ad essa collegati. Esiste anche la certificazione 'VeganSociety' (www.vegansociety.com) meno diffusa sul territorio italiano, ma altrettanto autorevole. C'è poi ICEA (www.icea.info) che pur essendo meno presente nel mercato delle due precedenti, può vantare una sua autorevolezza in quanto collegata all'Istituto Italiano di Certificazione ICEA. Esistono poi altre certificazioni che operano in diversi altri Paesi, ma sono pressochè inesistenti e quindi sconosciute sul territorio italiano''.
Secondo il rapporto Eurispes 2011 sono circa 400 mila i vegan in Italia, su 4,5-5 milioni di vegetariani, "ovvero il 10% dei vegetariani, che a loro volta sono in crescita. Vedo infatti molte richieste di persone adulte che si avvicinano al mondo vegetariano e al biologico anche sulla spinta di una scelta fatta per i figli. Quella vegan, poi, è una scelta ancora più drastica, visto che esclude anche latte e uova, e modifica lo stile di vita, portando a rinunciare non solo alla pelle, ma anche a lana e piumoni". A fare il punto sui vegan in Italia è Leonardo Pinelli, vicepresidente della Società scientifica di nutrizione vegetariana, in vista della seconda edizione di VeganFest 2012, Expo internazionale dedicata interamente al mondo Vegan, in programma a fine mese in Versilia.
Scelgono la dieta verde soprattutto le donne: il 7,2% contro il 5,3% degli uomini; mentre le vegan e sono lo 0,5% contro lo 0,3% dei maschi. Anche il 13,5% di giovanissimi tra i 18 e i 24 anni, e persino il 9,3% degli over 65, predilige diete senza carne. "E' molto alta la percentuale di coloro che sono mossi verso la scelta vegan da ideologie animaliste (44%) e ambientaliste - spiega l'esperto all'Adnkronos Salute - E se da più parti ci si preoccupa di eventuali 'errori' nutrizionali dei vegan, mi chiedo però quando mai si parla degli sbagli degli onnivori", aggiunge Pinelli.
"In ogni caso, nell'alimentazione vegan può esserci carenza di vitamina B12 - prosegue - ma solo perché viviamo in un modo senza germi, praticamente sterilizzato. La vitamina B12, infatti, è prodotta dai batteri dell'intestino, nelle dosi giuste, oltre a essere presente in alimenti di origine animale. Ma certo chi vive in ambienti sterilizzati può ricorrere a cibi fortificati, diffusi soprattutto all'estero, oppure ai supplementi. Per i bambini ne occorrono poche gocce al dì, mentre negli adulti l'integrazione è settimanale".
Per il resto, assicura l'esperto, la rinuncia ai cibi di origine animale "non presenta problemi: si tratta di una dieta sicura in tutte le fasi della vita dell'uomo, se ben studiata. Prova ne è che anche molti atleti sono vegan, specie quelli impiegati in sport in cui sono fondamentali potenza e leggerezza".
E i bambini? "Dopo i due anni, in pratica, non c'è più bisogno di latte: i nutrienti presenti in questo alimento si trovano anche in altri cibi. Non è un caso che gli enzimi che digeriscono le lattasi scompaiano di solito con il tempo, tanto che due terzi della popolazione mondiale sono intolleranti al lattosio", aggiunge Pinelli. "Quindi fin dallo svezzamento, dunque dal sesto mese, si può adottare questo regime alimentare, come afferma l'American Dietetic Association già nel 2009".
In ogni caso "se sei profondamente animalista, viene piuttosto naturale procedere verso la scelta vegan. Io consiglio anche di seguire le indicazioni che ci arrivano dal nostro corpo. Personalmente, nel tempo, ho rinunciato al pesce e alle uova, e sto eliminando quasi del tutto il latte. Questo perché è il mio stesso organismo a indicarmi che certi alimenti non li digerisco, mi danno fastidio".
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A Bologna una casa su 10 è di proprietà straniera.


Bologna, 12 apr. (Adnkronos) - Bologna la dotta, la grassa, la rossa. Ma anche Bologna accogliente e multietnica. Quasi 10 nuovi proprietari su 100, sotto le Due Torri, parlano un'altra lingua, sono perfettamente integrati e hanno un lavoro che permette loro di pagare la rata del mutuo. Sempre più immigrati acquistano una casa, entrando nel mercato della compravendita immobiliare e contribuendo a tracciare un quadro positivo e di integrazione. E' la fotografia emerge da un'indagine di Confabitare, l'associazione dei proprietari immobiliari.
Bologna, spicca tra le province italiane, come una delle più gettonate dalla popolazione straniera:la percentuale di immigrati nel territorio comunale si attesta intorno al 7,52% e nel periodo gennaio-dicembre 2011 le compravendite effettuate da famiglie straniere hanno costituito l'8,7% del totale delle transazioni concluse nel comune; il dato sale al 10,5% se si prende in considerazione l'intera provincia. Un fenomeno in continuo movimento con una crescita del 2,5% rispetto al 2010 nel comune di Bologna e del 2% in provincia.
Nel desiderio di acquistare casa si legge "il desiderio di radicarsi alla città in cui si abita e in cui si è scelto di offrire un futuro migliore ai propri figli", spiega Alberto Zanni, presidente di Confabitare, sottolineando però un fenomeno curioso: "gli stessi stranieri che, magari, sono riusciti a comprare una seconda casa, quando decidono di darla in affitto preferiscono come inquilini gli italiani a connazionali o ad altri stranieri''.
Indiani, pakistani e bengalesi sono i più propensi a investire nel ''mattone''. Dall'indagine di Confabitare risulta, infatti, che dell'8,7% di compravendite effettuate da famiglie straniere, il 46% sono indiani, pakistani e bengalesi. Se rapportiamo il dato con il totale delle transazioni su Bologna, emerge che il 4% delle compravendite totali nel capoluogo emiliano (italiani compresi) è attribuibile a queste tre nazionalità, particolarmente presenti anche nel settore commercio. I pakistani, infatti, hanno avviato fino ad oggi ben 224 attività, perlopiù di generi alimentari e bigiotteria, borse e accessori, e in almeno 82 casi sono anche proprietari delle mura.
Romeni e albanesi coprono il 31% delle compravendite immobiliari di immigrati, il 2,69% delle transazioni totali; dei 234 romeni che gestiscono negozi, almeno 25 di loro sono proprietari dell'immobile, mentre dei 185 negozi di cui risultano titolari gli albanesi, 38 sono in proprietà. Fanalino di coda, i marocchini che coprono soltanto il 3% delle compravendite fra stranieri a Bologna, pur essendo la comunità più numerosa in provincia (11.915). Un aspetto che contraddistingue la comunità marocchina è l'acquisto, invece, delle attività commerciali: a Bologna ce ne sono 262, di cui 85 in proprietà, ovvero il 32,44%.
La comunità cinese bolognese conta 1.950 persone e rappresenta il 20% delle compravendite immobiliari fra immigrati ( l'1,74% delle compravendite totali): quasi due cinesi su dieci vivono in una casa di proprietà. Su 429 attività presenti in città, ben 282 ovvero il 10,42% sono in proprietà. Una considerazione a parte merita anche la comunità filippina: 3.300 persone che scelgono di abitare laddove è prevalente la richiesta di servizi domestici e di assistenza (spesso risiedono nelle case delle stesse famiglie presso cui lavorano), ma su 28 attività di imprese di pulizie e servizi gestite da cittadini filippini, nessuna risulta in proprietà. Poche anche le case tra Bologna e la provincia, di cui risultano proprietari.
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mercoledì 11 aprile 2012

Google, in Italia app Currents: per smartphone e tablet


Roma, 11 apr. - (Adnkronos) - Sbarca in Italia Google Currents, l'applicazione per dispositivi Android e iOs che consente di sfogliare riviste online e altri contenuti di natura editoriale con un semplice tocco. Fra i partner editoriali di questo debutto nel nostro paese, anche l'Adnkronos che ha collaborato con il colosso di Mountain View per offrire ai suoi lettori le sue news in un formato ottimizzato per smartphone e tablet.
Attraverso questa applicazione - scaricabile da Google Play (per Android) o dall'App Store di Apple (per iOs) - è inoltre possibile navigare in modo intuitivo tra parole, immagini e video, su schermi grandi e piccoli, anche in modalità offline.
L'applicazione utilizza inoltre il Traduttore di Google per consentire agli utenti di tradurre automaticamente le loro edizioni preferite nella propria lingua; infine, consente la sincronizzazione dinamica, che aggiorna i contenuti automaticamente in background per potervi accedere velocemente e anche in modalità offline.
Google offre una piattaforma self service per rendere disponibili i contenuti su Google Currents, lasciando agli editori la possibilità di gestire e personalizzare i propri contenuti che appaiono chiaramente sotto il brand dell'editore. Oltre all'Adnkronos, in Italia, Google ha preparato il debutto di Currents con Class Editori, Il Secolo XIX, Il Sole 24 Ore, La Stampa, MonRif e SportNetwork.
Oltre a scegliere le pubblicazioni che intendono seguire, gratuitamente, gli utenti possono inoltre, aggiungere feed RSS, video e foto feed, stream pubblici di Google+ e i feed che si stanno già seguendo su Google Reader. Oltre a fruire dei loro contenuti preferiti, gli utenti possono infine utilizzare la funzione ''trends'' che consente di rintracciare ulteriori contenuti di loro interesse.
Commentando il debutto della nuova applicazione di Google Giuseppe Marra, Editore/Direttore del gruppo Adnkronos, ricorda che "le news delle nostre agenzie sono state le prime in Italia a essere trasmesse su internet oltre quindici anni fa". "Da oggi - conclude - nello stesso spirito di libero accesso a una fonte autorevole d'informazione nazionale e internazionale, i nostri notiziari saranno su Google Currents aggiornati in tempo reale".
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lunedì 9 aprile 2012

Su 'virtualtelescope' lo spazio a portata di mouse.

Roma, 9 apr. (Adnkronos) - Aprile e' il mese internazionale dell'astronomia. Una ricorrenza, giunta quest'anno alla sua terza edizione, che ha nell'astrofisico italiano Gianluca Masi un protagonista e un attore attentissimo. Da oltre cinque anni, infatti, con Virtual Telescope (www.virtualtelescope.eu) consente a tutti, anche a chi non puo' frequentare i classici osservatori astronomici, di viaggiare fra gli astri e conoscerne segreti. E domani questa magia si ripetera' dal tramonto all'alba quando Masi dara' il via alla maratona Messier, un'escursione lunga una notte intera alla scoperta del celebre catalogo di Charles Messier con piu' di 100 fra i piu' bei corpi celesti (galassie, nebulose e ammassi stellari). Una corsa che lo scorso anno ha coinvolto 6000 persone da 150 Paesi. Chiunque potra' parteciparvi rimanendo a casa propria: l'astrofisico, infatti, attraverso l'occhio tecnologico di Virtual Telescope condividera' on line le immagini in diretta raccontandone la storia e il significato e interagendo in tempo reale con gli aspiranti cosmonauti.
Messier volle creare il catalogo, che poi prese il suo nome, per aiutare i cacciatori di comete a distinguerle dagli altri corpi celesti. L'osservazione delle comete, infatti, era molto importante al suo tempo, mentre le nebulose dai contorni poco definiti, e visibili in posizioni fisse del cielo, erano per lo piu' ignorate, anche per la mancanza di mezzi tecnici (come telescopi sufficientemente potenti) che permettessero di studiarle in dettaglio. Ma, ironia della sorte, Messier divenne famoso proprio per aver catalogato gli oggetti che non lo seducevano.
"Il mese globale dell'astronomia - racconta Masi all'ADNKRONOS - nasce con il chiaro intento di favorire l'interazione fra culture e popoli diversi sotto il motto 'Un solo popolo, un solo cielo' perche' da tempo immemorabile l'uomo di ogni latitudine condivide lo stesso patrimonio di emozioni e di conoscenze senza barriere ne' confini. Il Global Astronomy Month e' organizzato, per l'appunto, da astronomi senza frontiere (Astronomers Without Borders) ed e' un appuntamento stabile che ha all'attimo due anni di successi".
Aprile, fa sapere Masi, "prevede attivita' in tutto il mondo. Il 15 del mese ci daremo tutti appuntamento su Saturno, proprio a ridosso del momento piu' favorevole dell'anno per ammirare questo 'Signore degli Anelli'. Il 27 una passeggiata lunare sara' l'occasione per rivisitare il nostro affascinante satellite naturale che a fine mese mostrera' il suo primo quarto lucente".
Il mese internazionale dell'astronomia si concludera', infine, il giorno 30 aprile "con una vera e propria caccia agli asteroidi quando, grazie a Virtual Telescope, si scandaglieranno i cieli alla ricerca di nuovi pianetini. E visto che l'escursione e' condivisa in diretta - evidenzia Masi - il primo che segnalera' la presenza di un 'intruso', potra' anche vantare i crediti di scoperta dando il nome al nuovo asteroide. Questo impegno annuale - rimarca - e' molto importante e sottolinea che la conoscenza e' patrimonio di tutti. Spesso, infatti, si dimentica che il bello della conoscenza e' che trova il suo momento di esaltazione proprio nella condivisione: tu, occidentale, racconti la tua storia all'arabo e lui a te componendo via, via una tela di scambio e narrazione che i riferimenti mitologici del cielo rendono ricchissima".
Ad aprile si conclude inoltre il ciclo di incontri sull'idea dell'infinito che Gisella Luccone e Gianluca Masi del Virtual Telescope Project hanno tenuto nel reparto precauzionale G9 del Carcere di Rebibbia (Nuovo Complesso). A maggio, pero', ci sara' una piccola coda di questa iniziativa con l'esperienza di osservazione del Sole, mentre altre attivita' nel carcere seguiranno a breve. A marzo, invece, Luccone e Masi avevano portato le suggestioni dello spazio nella mensa dell'ostello della Caritas a Roma Termini, "ricevendo multi spunti di riflessione dagli ospiti presenti".
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sabato 7 aprile 2012

Cena con Bocelli per un milione e 400 mila dollari

Roma, 7 apr. - (Adnkronos) - Un milione e quattrocentomila dollari per una cena con Andrea Bocelli ed un soggiorno nella sua Toscana: è la cifra record battuta all'asta di beneficenza organizzata in occasione della serata benefica organizzata da Muhammad Alì, per il Muhammad Ali Parkinson Center, a Phoenix in Arizona.
Andrea Bocelli, che a dicembre scorso a Los Angeles ha inaugurato la sua Andrea Bocelli Foundation per aiutare le persone in difficoltà a causa condizioni di povertà e emarginazione sociale, di malattie e disabilità, è da sempre un sostenitore di molte iniziative di beneficenza, tra cui proprio quella dell'ex pugile. La somma milionaria versata da un anonimo partecipante, è stata la cifra più alta battuta nel corso dell'asta dove, per una cena al Reba McEntire di Beverly Hills, con Tom Hanks e Rita Wilson, tre offerenti hanno pagato 600 mila dollari ciascuno.
Il quasi milione e mezzo di dollari raccolto grazie a Bocelli è stata una cifra impattante sul ricavato totale della serata: 9,1 milioni dollari andati a beneficio del Muhammad Ali Parkinson Center al Barrow Neurological Institute di Phoenix, e di molti altri enti di beneficenza meritevoli.
Il prossimo luglio, qualche giorno prima dell'appuntamento sulle colline di Lajatico con il Teatro del Silenzio, la Fondazione Andrea Bocelli di cui il tenore è unico fondatore, presenterà i primi risultati del primo progetto sostenuto. Realizzato in partenariato con il MIT Massachusetts Institute of Technology, l'Università più famosa al mondo per l'innovazione tecnologica, il progetto voluto da Bocelli stesso ha l'ambizioso obiettivo di fornire a tutti i non vedenti uno strumento in grado di abbattere le barriere che impediscono di muoversi liberamente nello spazio circostante.
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giovedì 5 aprile 2012

Global Soap Project: saponette per la vita.

Roma, 5 apr. (Adnkronos) - Quando non vengono portate via come souvenir, le saponette degli alberghi vengono buttate via anche se utilizzate una volta sola. Solo gli alberghi degli Stati Uniti ne gettano nell'immondizia una quantità impressionante: circa 2.600.000 saponette al giorno, uno spreco sconsiderato se si pensa che più di due milioni di bambini muoiono ogni anno per malattie come tifo, colera o una semplice diarrea, proprio a causa della mancanza di sapone.
Dal 2009 a oggi sono ben 7 milioni i bambini morti a causa di malattie che si sarebbero potute evitare con una corretta igiene. A dimostrarlo è il dato inverso: i bambini sotto i cinque anni che si lavano le mani con il sapone, possono ridurre del 50% il rischio di contrarre la polmonite e sono ben 1,4 milioni le morti che si potrebbero evitare ogni anno semplicemente lavandosi accuratamente le mani con sapone. Un'ingiustizia che ha colpito Derreck Kayongo, imprenditore ugandese, ora residente ad Atlanta, che ha dato vita al Global Soap Project.
Obiettivo: recuperare le migliaia di saponette buttate via ogni giorno negli hotel americani, riciclarle per trasformarle in nuove saponette e poi distribuirle nei Paesi più vulnerabili di tutto il mondo, dove una semplice saponetta può diminuire il rischio di contrarre malattie infettive del 40%. Gli alberghi, da parte loro, si liberano di un rifiuto ingombrante, vista la quantità di sapone che gettano via, e infatti si sono dimostrati da subito ben disposti a collaborare.
Ad oggi, il progetto coinvolge 300 hotel statunitensi distribuendo saponette in 18 Paesi in via di sviluppo. Tra questi, c'è anche Hilton Worldwide che ha appena avviato una partnership importante con Global Soap Project, grazie alla quale si prevede di produrre, in un anno, più di un milione di nuove saponette. E oltre a donare il sapone, Hilton Worldwide investirà 1,3 milioni di dollari nei prossimi 3 anni nel progetto.
Il sapone raccolto dagli hotel, diviso per albergo di provenienza e per marca, viene riscaldato e filtrato con cura per rimuovere ogni traccia di sporcizia e di impurità, quindi viene colato dentro a nuovi stampini per formare le nuove saponette che vengono confezionate grazie al lavoro svolto per lo più da volontari. Prima di raggiungere i destinatari, un campione di ogni lotto di sapone viene sottoposto a rigorose analisi condotte da un laboratorio terzo.
Figlio di un produttore di sapone, Kayongo sa bene come selezionare e rimodellare quelle saponette che solo dopo aver superato un rigoroso test anti-patogeno vengono inviate gratuitamente a chi ne ha bisogno. Una condizione verso la quale è particolarmente sensibile, vista la sua storia: da bambino, negli anni '70, dopo la dichiarazione di guerra di Idi Amin contro la Tanzania, è fuggito dall’Uganda con i genitori per trovare rifugio in Kenya, dove nonostante le difficoltà, ha avuto la possibilità di rifarsi una vita iniziando i suoi studi a Nairobi e finendoli poi ad Atlanta.
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Pasqua: solo 1 agnello su 5 è italiano. Pensaci !!!

Roma, 5 apr. (Labitalia) - "Quest'anno la vendita degli agnelli sta andando peggio del solito, e solo un agnello su 5 della tavola di pasqua sarà italiano". Nunzio Marcelli, pastore abruzzese di Anversa degli Abruzzi che con la Cooperativa Asca, alleva 1.200 pecore e 200 capre, parla con LABITALIA di come stanno andando le vendite delle carni ovine in occasione delle festività pasquali.
La produzione artigianale italiana, subisce "la concorrenza della grande distribuzione e dei grandi numeri che fanno riferimento a produzione straniera soprattutto dell'est Europa", spiega Marcelli, ancora uno dei pochi pastori che con il gregge fa la transumanza 'verticale', passa cioè dalle valli alle quote più alte. "Gli allevatori italiani -spiega- non riescono a creare un'offerta unica, c'è dispersione e questo potrebbe essere ovviato favorendo la vendita diretta e soprattutto la macellazione diretta".
Marcelli ricorda infatti che "da parte delle Asl ci sono ancora troppe resistenze a dare l'autorizzazione a piccoli macelli e piccoli mattatoi, per i quali si pretendono procedure e parametri addirittura più severi di quelli che ci chiede l'Europa". Per questo "è importante rivedere le regole sulle dinamiche della macellazione, per gli agriturismi o i piccoli allevamenti, un discorso che -conclude- la Regione Abruzzo ha già avviato".
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Svelati i super-occhiali bionici di Google.

Roma, 5 apr. (Adnkronos Salute/Ign) - Un paio di occhiali high-tech capaci di amplificare la realtà, rivelando ad esempio se ci sono lavori in corso sul percorso da fare, se la metro è chiusa, come sono le previsioni del tempo e quali impegni abbiamo in agenda. Il tutto senza usare le mani. Sono gli occhiali 'Project Glass' sviluppati da Google e presentati in anteprima in questi giorni, mentre sono ancora in fase di studio: un dispositivo dotato di telecamera, microfono e cuffie integrate, destinato a fungere anche da telefonino, macchina fotografica e navigatore.
La montatura è minimalista, in acciaio, con un mini-schermo parzialmente trasparente che offre le informazioni all'occhio destro dell'utente. Il tutto funziona un po' come le lenti usate da Tom Cruise in 'Minority Report'. Gli occhiali sono ancora in fase di sviluppo, spiegano da Google X, chiedendo dei feedback sull'idea. Una serie di icone offriranno le informazioni richieste e i servizi possibili: gli occhiali permetteranno anche di leggere messaggini di testo, ricevere informazioni utili e seguire una sorta di navigatore che - sfruttando Google Map - indicherà come raggiungere la meta desiderata.
Nel video pubblicato online e dedicato a Project Glass si spiega che saranno offerti 14 servizi diversi agli utenti. E se l'azienda non dà indicazioni sul prezzo e sui tempi di attesa per vedere il dispositivo sul mercato, secondo il New York Times i primi super-occhiali del futuro potrebbero essere disponibili prima della fine dell'anno, per circa 250-600 dollari, ricorda la Bbc online.
La notizia fa anche il giro della Rete. Tutti entusiasti per i nuovi occhiali avveniristici che strappano uno dietro l'altro commenti su Twitter facendo salire l'hashtag #ProjectGlass in topic trend. "Non vedo di provare questa 'realtà'", commenta un utente. "Una rivoluzione", "uno spettacolo", "una figata", sono per lo più le esclamazioni dei navigatori. Anche se, ovviamente, qualcuno resta un po' perplesso: "Non voglio vivere in un mondo dove la maggior parte della gente smania di essere un automa", scrive una 'twitteriana'. Altri invece fanno ironia sull'invenzione di Google: "Spero facciano anche le lenti graduate per noi miopi". E un altro twitta: "Io finirei rapidamente contro un palo".
E sull'ipotesi di andare a sbattere addosso a un palo mentre si comunica con il sistema Android nasce subito la parodia video di 'Project Glass'. Il filmato, postato su YouTube, ironizza sulla realtà aumentata attraverso gli occhiali di Google: il protagonista con le 'lenti del futuro' sugli occhi perde l'orientamento andando dritto, dritto contro pali e persone.
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