lunedì 7 novembre 2011

Solo il 17% delle aziende italiane ha un edificio certificato

Milano, 7 nov. - (Adnkronos) - Aziende sempre più green più a parole che nei fatti, tanto che solo il 17% possiede un edificio certificato. A tracciare il quadro ci pensa un'analisi Ifma Italia (International Facility Management Association) che sarà presentata nell'ambito di Ambiente Integrato (in contemporanea con Clima Expo Roma dal 10 al 12 novembre), che fotografa un'Italia in forte ritardo sullo stato delle aziende quando si parla di efficienza energetica negli stabili.
Se infatti il 90% delle aziende coinvolte dall'indagine dichiarano di aver effettuato azioni di riqualificazione energetica in almeno uno dei propri edifici, solo il 17% delle aziende possiede un edificio certificato. Inoltre solo il 35% delle aziende ha richiesto finanziamenti per la realizzazione di interventi di riqualificazione e una percentuale ancora minore (30%) possiede e utilizza un modello per l'analisi energetica.
In particolare troppo poche aziende, sfruttano le ampie superfici dei tetti per l'installazione di pannelli solari, che potrebbero contribuire a una diminuzione della spesa energetica, ed anche il ricorso ai così detti 'cappotti' per l'isolamento termico degli edifici è una pratica poco diffusa.
Molte aziende, inoltre, in questo periodo di incertezza economica, risultano poco inclini ad apportare modifiche strutturali anche poco dispendiose, come quelle che riguardano i sistemi di illuminazione, e preferiscono invece promuovere, tra i dipendenti, una maggiore attenzione verso tutti quei piccoli accorgimenti che possono ridurre i consumi.
Esistono comunque forti differenze tra le azienda correlate al settore produttivo. Le imprese della telecomunicazione sono, in questo senso, quelle che risultano essere le più attente a creare una corrispondenza tra organizzazione dello spazio fisico e le reali necessita' di chi lo occupa, mentre nel settore bancario e assicurativo, questo approccio è ancora poco diffuso. Nelle aziende tradizionali infatti, anche l'organizzazione 'spaziale' del lavoro è assoggettata a valutazioni di natura gerarchica e non pratica.
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venerdì 4 novembre 2011

Occhi: con il laser scegli il colore

Un semplice intervento avvera il sogno.

Madre Natura ci ha fatti nascere con gli occhi castani, ma noi li desidereremmo azzurri. Fino a questo momento non restava che ricorrere alle lenti a contatto colorate, ma oggi un'equipe californiana promette di trasformare in realtà il sogno di un'iride azzurra grazie a un semplice intervento con la tecnologia laser.
L'esperimento è opera di Gregg Homer dello Stroma Medical, come riferito alla tv di Los Angeles KTLA. Attraverso un trattamento della durata di appena venti secondi utilizzando un fascio laser, il pigmento di melanina che rende l'iride marrone viene distrutto. Nelle due o tre settimane successive avviene, poi, una graduale trasformazione del colore dell'occhio. La procedura, assicura Homer, non provoca danni alla vista ma occorre tenere presente che si tratta di un intervento permanente.
Secondo Elmer Tu, professore associato della Clinica di oftalmologia dell'università dell'Illinois, tuttavia, l'intervento non è del tutto privo di rischi. Il cambio di colore "è effettivamente possibile se si utilizza il laser per far rilasciare il pigmento che dà origine al colore marrone. Ma tale pigmento, spiega l'esperto, "deve poi confluire da qualche parte". E non va dimenticato che il glaucoma pigmentario, che causa cecità, si ritiene sia dovuto proprio all'infiltrazione di melanina nel liquido che si trova dentro l'occhio. La malattia consiste infatti in un accumulo di granuli di pigmento che intasano il canale di fuoriuscita dell'umor acqueo, che si trova all'interno del bulbo oculare, con impedimento al deflusso ed aumento della pressione intraoculare.
In ogni caso Homer ha precisato che la tecnica ha ancora bisogno di un periodo di sperimentazioni, probabilmente un anno. Entro 18 mesi potrebbe essere disponibile all'estero mentre negli Usa si dovrà aspettare tre anni. Il costo per sfoggiare seducenti occhi blu si aggirerà intorno ai 5mila dollari (oltre 3.600 euro).  (TGCom)
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mercoledì 2 novembre 2011

Al via uno dei più grande parchi eolici.

Tre anni di cantieri e tante ricadute positive per il territorio compreso tra Toscana e Emilia Romagna: sarà un parco eolico da 122 MW, con 36 torri eoliche.
Al via il progetto del parco eolico “Poggio Tre Vescovi-Fresciano”, che sarà uno dei più grandi parchi eolici d'Italia. L'impianto, che, una volta terminato e messo a regime, avrà una capacità di 122.40 MW, sorgerà tra due Regioni, Romagna e Toscana, e tre province: Rimini, Forlì Cesena e Arezzo. Il parco eolico sarà composto da 36 torri eoliche alte 180 metri, distanti le une dalle altre circa 500 metri, dotate di aerogeneratori da 3,4 MW: 22 nel comune di Badia Tedalda, 11 nel comune di Verghereto e tre nel comune di Casteldelci. L’energia prodotta sarà trasportata attraverso un sistema di cavi sotterranei lungo 29 km alla stazione elettrica di Castelnuovo. Il costo complessivo dell’impianto è di 259 milioni di euro circa.
Molte le ricadute positive sui territori comunali interessati, a partire da quelli occupazionali: sono previsti infatti quasi 50 posti di lavoro entro i prossimi tre anni e gli appalti per la costruzione dell'impianto saranno destinati ad aziende locali. Inoltre, per i proprietari dei terreni in cui verranno installate le turbine, saranno previsti diritti di sfruttamento per la durata di 25 anni. (Zeroemissioni)
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martedì 1 novembre 2011

Da rifiuto a risorsa, in 5 anni 600 milioni di pc buttati

Roma, 31 ott. (Adnkronos) - Oltre schede madri, condensatori, alimentatori, Ram, dischi rigidi e Cpu, per costruire un normale computer desktop ci vogliono anche 240 kg di combustibile fossile, 23 kg di sostanze chimiche e 1.512 kg di acqua, secondo la stima di Eric D. Williams, dell'Arizona State University. Moltiplicando questi numeri per i 600milioni di computer dismessi negli ultimi cinque anni, la situazione assume proporzioni enormi.
Qualcuno, quindi, ha pensato bene di rimboccarsi le maniche per ridare vita ai computer dismessi, riportarli in funzione e risparmiare all'ambiente, per ogni singolo computer, 13 kg di rifiuti pericolosi, 35 kg di rifiuti solidi, altrettanti di rifiuti di materiali, 80 litri di acqua inquinata, 32 tonnellate di aria inquinata, 605 kg di anidride carbonica in termini di emissioni e 7.719 chilowatt di energia, secondo le stime dell'Environmental Protection Agency.
Sono i gruppi di "trashware", tanti in Italia e dislocati in tutte le regioni, che si dedicano al recupero dei computer da buttare via. Il termine è il frutto dell'unione di due parole, "trash", spazzatura, e "hardware", e indica l'attività mirata al recupero di hardware ritenuti non più produttivi da singoli, aziende e pubbliche amministrazioni, riutilizzandoli in altri contesti, attraverso altri soggetti.
Si inizia con il recupero di materiale informatico dismesso ma funzionante, lo si dota di software liberi e si consegna poi il computer restituito a nuova vita, a titolo gratuito, a progetti solidali, di utilità sociale o culturale. Solo in Italia, c'è l'associazione Oil (Officina Informatica Libera) di Torino e c'è il progetto Radis di Asti, ci sono il Trashware Cesena, il progetto Trashflow della Valdelsa e Binario Etico, tanto per citarne alcuni.
Tutti, portano avanti un'attività importante, se si considera che proprio in questi anni si sta verificando la prima massiccia dismissione di computer, complice l'informatica di largo consumo, iniziata negli anni Novanta, che ha portato almeno un pc in ogni casa e in ogni ufficio. Centinaia di milioni di computer, dichiarati 'morti', dovranno trovare una collocazione nella discarica. Se riutilizzati, almeno in parte, il compito potrebbe essere meno gravoso. Lo smaltimento dei pc è infatti tra i più pericolosi per il rischio di contaminazione ambientale che comporta.
I principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l'ambiente e la non biodegradabilità degli apparecchi. Per questo, i computer vanno trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti (rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo, mercurio). Questo tipo di rifiuti sono comunemente definiti Raee e sono regolamentati dalla Direttiva Raee (o Direttiva Weee da "Waste of electric and electronic equipment"), recepita in Italia dal Decreto "Raee".
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domenica 30 ottobre 2011

You Tube: presto 100 canali TV da Google

YouTube inaugura 100 canali che nei prossimi mesi daranno vita ad un palinsesto originale fruibile dalle pagine del servizio Google.
 “Cambia canale”: una volta lo si poteva dire discutendo con chi aveva il telecomando in mano, oggi lo si può invece pensare tra sé e sé mentre si naviga un sito quale YouTube. D’ora in poi, infatti, la repository Google aggiungerà ai propri contenuti tutta una serie di novità a livello di contenuto, moltiplicando i partner e soprattutto estendendo l’offerta di qualità disponibile.
Se per lungo tempo Google ha tentato di mettere le mani sul mercato dell’advertising televisivo, ora il passo va ben oltre: Google si è costruito la propria tv, l’ha impacchettata all’interno del brand YouTube e si è circondato di un alto numero di partner di grande prestigio. Se ancora non è nota la tipologia dei contenuti di prossima distribuzione, quel che è noto è il fatto che i canali saranno disponibili a partire dalle prossime settimane (con progressiva apertura alla totalità dell’offerta nel corso dei prossimi mesi) e che i filmati saranno raggiungibili in tutto il mondo. Ogni canale metterà a disposizione un paio di ore di programmazione originale ogni settimana, accumulando così nel tempo un palinsesto che promette sicuro interesse.
Hearst Magazines, IGN Entertainment, Lionsgate, The Wall Street Journal, Warner Music Group: sono questi solo alcuni dei nomi parte di un elenco che mette assieme ben 100 canali curati da altrettanti partner pronti a fruire della community YouTube per monetizzare il proprio nuovo impegno. La varietà dell’offerta è il valore vero del progetto:
Questi canali hanno qualcosa per tutti, che tu sia una mamma, che ti piacciano le commedie, che ti piaccia lo sport, che ti piaccia la musica o la cultura pop.

A questo punto manca soltanto un tassello: Google deve riuscire a proporre agli utenti un canale semplice con cui veicolare questo tipo di contenuti su di uno schermo televisivo. La responsabilità è in questo caso tutta su Android: che sia uno smartphone, che sia un tablet o un dispositivo dell’ecosistema Google TV, sarà tramite il sistema operativo pensato per il mobile che dovrà arrivare il link tra la rete e il salotto. Anche in tal senso vi sono alcune novità, ma la sensazione è quella per cui il progetto non sia ancora a tutto tondo e che il puzzle non sia completo.

Lavori in corso, insomma. Ma il progetto è estremamente ambizioso. (YouTube
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venerdì 28 ottobre 2011

I nostri sogni possono essere spiati

Sono intimi, dentro ci vanno a finire tutte le nostre paure, a volte, i nostri segreti più nascosti e anche i nostri desideri. Sono i sogni. Ma cosa potrebbe accadere se qualcuno riuscisse a spiarli?
Non è una possibilità poi così remota. Oggi, a quanto pare, basta una risonanza magnetica. Un gruppo di neuroscienziati del Max Planck Institute of Psychiatry di Monaco ha studiato i 'sogni lucidi' ossia quelli in cui abbiamo la consapevolezza di sognare. Quante volte ci sarà capitato di avere un ruolo "attivo" nei nostri sogni? Quante volte ci rendiamo conto, in corso d'opera, che stiamo sognando?
Secondo gli esperti, nonostante la difficoltà nel controllare sperimentalmente l'attività onirica spontanea, si è una riusciti ad avere una dimostrazione diretta dei contenuti del sogno con metodi di neuroimaging del cervello combinati alla polisonnografia e sfruttando lo stato di "sogno lucido".
Si nota allora che un compito motorio predefinito eseguito durante il sogno provoca l'attivazione neuronale nella corteccia sensomotoria. Nei sogni lucidi, il soggetto è a conoscenza dello stato in cui si trova ed è quindi in grado di eseguire azioni predefinite. Usando alcuni segnali come i marcatori temporali, gli studiosi hanno monitorato l'attività neurale misurandola attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e la spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS)
Da oggi, allora, dovremmo stare un po' più attenti a ciò che sogniamo.
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"Piccolino": il nuovo album di Mina

Sono stati finalmente rivelati tutti i dettagli del nuovo album che Mina pubblicherà il 22 Novembre. “Piccolino” è il titolo del nuovo lavoro di inediti della cantante che è stato anticipato dal singolo “Questa Canzone”, il brano che aveva dato vita ad una vera e propria “caccia all’autore” risoltasi dopo un breve tam tam sul web con l’annuncio di due nomi tutt’altro che imprevedibili. Si è scoperto infatti che gli autori sconosciuti del brano inserito nella track-list del nuovo album, altri non erano che due autori che hanno lavorato spesso con la cantante ovvero  Mario Nobile per le musiche, Paolo Limiti per i testi.
Oltre alla data di pubblicazione, sono stati svelati anche cover e track-list del nuovo album. L’immagine che fa da cover a “Piccolino“, diffusa tramite il nuovo sito internet di Mina e che noi riproponiamo qui, riprende la figura della cantante “in versione extraterrestre”: un disegno in bianco e nero realizzato da Gianni Ronco con la direzione artistica di Mauro Balletti, che aveva già curato il video che ha accompagnato la diffusione di “Questa canzone“.

Artwork "Piccolino" - © minamazzini.com
Dieci sono le tracce che entreranno a far parte di “Piccolino“: molti i nomi noti che hanno lavorato alla scrittura dei brani inediti con cui Mina torna in scena e che i suoi fan attendono ora con impazienza. Tra gli altri anche  Giorgio Faletti e il leader dei Negramaro Giuliano Sangiorgi.
Questa la tracklistdell’album:
  • ·                                 ”Compagna di viaggio”
  • ·                                 “Matrioska”
  • ·                                 “Questa canzone”
  • ·                                 “Ainda Bem”
  • ·                                 “Brucio di te”
  • ·                                 ”Canzone maledetta”
  • ·                                 ”L’uomo dell’autunno”
  • ·                                 ”Fuori città”
  • ·                                 ”Fly Away”
  • ·                                 ”E così sia”
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mercoledì 26 ottobre 2011

Torna l'ora solare. Risparmiati 650 mln di kwh

Roma, 26 ott. -(Adnkronos)- Addio ora legale, torna nella notte fra sabato 29 e domenica 30 ottobre, l'ora solare. Esattamente alle 0,3,00 bisognerà spostare le lancette degli orologi un'ora indietro, scandendo così la fine del periodo dell'ora legale 2011. Il cambio dell'ora ci farà dormire un'ora in più, mentre si dovrà aspettare fino a marzo 2012 per ritornare all'ora legale. (VIDEO)
La notte del 31 marzo scorso infatti è scattata, come ogni anno, l'ora legale 2011, una scelta collegata al risparmio energetico, quantificati dalla societa Terna in circa 650 milioni di kwh nel periodo di 7 mesi, un risparmio pari a metà del fabbisogno domestico elettrico annuo di una regione come il Friuli Venezia Giulia, con una riduzione di emissione medie pari a 300 mila tonnellate di CO2.
In Italia l'ora legale è in vigore dal 1966 in linea con i paesi dell'Unione Europea. Nel nostro Paese l'ora legale è stata adottata la prima volta nel 1916 ed è rimasta in uso fino al 1920. Da allora è stata abolita e riconfermata molte volte tra il 1940 e il 1948 a causa della Seconda guerra mondiale. L'ora legale è stata quindi adottata dall'Italia definitivamente con una legge del 1965, in un periodo in cui il fabbisogno energetico nel nostro paese aumentava continuamente. La legge stabiliva che l'ora legale stabilita durasse quattro mesi, dalla fine di maggio alla fine di settembre.
Sempre in Italia, la durata dell'ora legale è stata poi protratta a sei mesi nel 1981, con inizio l'ultima domenica di marzo e termine nell'ultima domenica di settembre. Nel 1996, quindi, è stato stabilito un altro prolungamento di un mese insieme con il resto dell'Europa: l'inizio è così fissato per l'ultima domenica di marzo mentre la fine dell'ora legale è spostata all'ultima domenica di ottobre.
Il primo a proporre di introdurre l'ora legale per risparmiare energia è stato Benjamin Franklin nel 1784 ma la prima introduzione su larga scala si ebbe solo nel 1916 in Inghilterra quando la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al cosiddetto British Summer Time. Tra i diversi Paesi, il Giappone non ha mai adottato l'ora legale rimanendo fermo a quella solare.
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La Terra taglia il traguardo dei 7 miliardi di abitanti

Roma, 26 ott. (Adnkronos) - Il 31 ottobre 2011 la popolazione mondiale taglierà il traguardo dei 7 miliardi di abitanti, un miliardo in più rispetto a 12 anni fa, ben 6 miliardi in più rispetto al 1800. Sul nostro pianeta vive oggi un crescente numero di giovani, soprattutto in Asia, Africa, America Latina, con "davanti un futuro incerto", mentre si registra un costante invecchiamento della popolazione, soprattutto in Europa e America del Nord. Ma non solo.
C'è una sempre più intensa mobilità, ovunque, all'interno dei paesi, e tra paesi e continenti diversi, un costante espandersi delle città con costi e benefici, a cominciare dall'impatto ambientale. Ed in testa tra i primi 2 paesi che superano i miliardi di abitanti ci sono Cina e India, con popolazioni ed economie che "crescono al ritmo più vertiginoso".
E' questo lo stato della popolazione del mondo nel 2011 tracciato nel Rapporto "Il mondo a 7 miliardi: le persone e le opportunità" lanciato oggi, in contemporanea mondiale, dall'Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, e la cui versione italiana è curata da Aidos, l'Associazione italiana donne per lo sviluppo. Il Rapporto, presentato questa mattina a Roma nella sede della stampa estera, osserva le tendenze e le dinamiche che definiscono il pianeta dei 7 miliardi e mostra che cosa stanno facendo, all'interno delle loro comunità, persone diversissime per paesi di appartenenza e per circostanze di vita, "al fine di trarre il massimo dal nostro mondo popolato da 7 miliardi di persone".
Alcune di queste tendenze sono particolarmente degne di nota. Secondo il Rapporto Unfpa oggi vivono nel mondo 893 milioni di persone che superano i sessant'anni, entro la metà del secolo il loro numero raggiungerà i 2,4 miliardi. E ancora. Una persona su due vive in città, e in soli 35 anni il rapporto sarà di due su tre. I giovani sotto i 25 anni costituiscono già il 43 per cento della popolazione mondiale, e in alcuni paesi raggiungono addirittura il 60 per cento.
La rapida crescita della popolazione mondiale, sottolinea il Rapporto dell'Unfpa, è un fenomeno recente. Circa 2000 anni fa il mondo intero era abitato da circa 300 milioni di esseri umani. Ci sono voluti più di 1600 anni perché quella cifra raddoppiasse, raggiungendo i 600 milioni. La crescita demografica ebbe un'impennata a partire dal 1950: la riduzione della mortalità nelle regioni meno sviluppate ha portato a una stima della popolazione mondiale, nel 2000, di 6,1 miliardi, quasi due volte e mezzo la cifra di cinquant'anni prima. Con la diminuzione dei tassi di fecondità in quasi tutto il mondo, il tasso globale di crescita è sceso rispetto al picco, raggiunto nel periodo 1965-70, del 2,0 per cento.
Cina, India, Mozambico, Nigeria, Etiopia, Egitto, Messico, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Finlandia, sono i paesi su cui si concentra il Rapporto dell'Unfpa per fare luce sulle sfide e sulle opportunità dell'essere 7 miliardi di persone, sempre più connesse, sempre più interdipendenti. Tra i suoi aspetti chiave, il Rapporto analizza l'evolversi della fecondità, perché, spiegano gli analisti, "se è vero che ovunque nel mondo ci si sta orientando verso famiglie più piccole, diversi sono i modi per consentire alle persone di scegliere davvero di avere il numero di figli che desidera, quando desidera, senza correre rischi per la salute".
Nel suo World Population Prospects: The 2010 Revision (Prospettive per la popolazione mondiale: revisione 2010), pubblicato nel maggio 2011, la Divisione per la popolazione del Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite prevede che nel 2050 la popolazione del pianeta raggiungerà i 9,3 miliardi di persone, un incremento superiore rispetto alle stime precedenti. Pur prevedendo un decremento sempre più consistente del tasso di fecondità, secondo questo scenario entro la fine del secolo si supereranno i 10 miliardi. Qualora la variazione nel tasso di fecondità fosse inferiore al previsto, specie nei paesi più popolosi, il totale potrebbe essere ancora superiore. Secondo i calcoli della Divisione per la popolazione, gli abitanti della Terra potrebbero essere 10,6 miliardi già entro il 2050, raggiungendo nel 2100 i 15 miliardi.
Molte le domande che pone il Rapporto da come assicurare un livello di vita dignitoso a ciascuno, salvaguardando le risorse del pianeta e riducendo le diseguaglianze tra ricchi e poveri, tra donne e uomini, tra persone istruite e persone analfabete, tra chi ha accesso ai servizi sanitari e chi non ce l'ha. Disuguaglianze che, sottolineano gli analisti, "non permettono ancora di cogliere appieno i benefici di questo immenso capitale umano". La parola chiave del Rapporto è pianificazione, dalla pianificazione familiare, alla pianificazione urbana, economica a quella ambientale, "nel rispetto dei diritti e della libertà di scelta e in modo da costruire opportunita' di partecipazione: per le donne, per i giovani ma anche per le persone anziane".
Secondo l'Unfpa, dunque, "è questa la posta in gioco, se si vuole preparare il mondo ad accogliere anche il prossimo miliardo di persone, atteso tra appena 13 anni, sulla quale l'Unfpa comincia a fare luce con questo rapporto". "In molte parti del mondo in via di sviluppo, laddove la crescita demografica è più rapida di quella economica, il fabbisogno di servizi per la salute riproduttiva, e in particolare per la pianificazione familiare, resta altissimo. Contenere la crescita della popolazione è una conditio sine qua non per una crescita economica e uno sviluppo accelerati e pianificati" afferma Babatunde Osotimehin, Direttore esecutivo Unfpa, nell'introduzione del Rapporto.
"Le dimensioni record della popolazione -prosegue Osotimehin- si possono considerare un successo per l'umanità: gli esseri umani vivono più a lungo, e in migliori condizioni di salute". "Ma -avverte il direttore del Fondo delle nazioni unite per la popolazione- non tutti hanno potuto approfittare di questi successi, o della migliore qualità della vita che questo implica. Grandi disparità sussistono tra un paese e un altro, o all'interno di una stessa nazione. E persistono anche le condizioni di disparità di diritti e di opportunità tra uomini e donne, tra bambine e bambini". "Tracciare oggi il cammino verso uno sviluppo che promuova l'uguaglianza, anzichè rafforzare le disuguaglianze, -aggiunge- è più importante che mai".
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