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sabato 14 aprile 2012

Internet delle cose, entro il 2013



ROMA - Oggi un comune cittadino possiede almeno 2 oggetti collegati a internet e si stima che entro il 2015 saliranno a 7, per un totale di 25 miliardi di dispositivi collegati con connessione senza fili nel mondo. Entro il 2020 il numero potrebbe addirittura raddoppiare. Il futuro prossimo sarà l'internet delle cose, dove tutti gli oggetti di uso quotidiano (telefoni, automobili, elettrodomestici, vestiti e persino alimenti) sono collegati al web con una connessione senza fili tramite chip intelligenti e sono in grado di rilevare e comunicare dati.

 Ad esempio, se una persona anziana dimentica di prendere una medicina essenziale, parte un messaggio d’allarme a un familiare, o addirittura ad un centro d’emergenza locale, in modo che qualcuno passi a vedere se va tutto bene. Oppure l'automobile, tramite sensori incorporati, potrà segnalare lo stato dei suoi diversi sottosistemi a fini di telediagnosi e tele manutenzione; sensori posizionati nell’abitazione potranno informare le persone assenti, tramite lo smartphone, dello stato delle porte e finestre di casa, o addirittura del contenuto del frigorifero. Tutto questo ha grandi potenzialità economiche e sociali e per sfruttarle al meglio la Commissione europea lancia oggi una consultazione pubblica per trasmettere osservazioni e commenti entro il 12 luglio 2012. 

Affinché l’Internet delle cose sia accettato dalla società è necessario definire un quadro etico e giuridico, supportato dalla tecnologia necessaria, che offra ai cittadini controllo e sicurezza. Per questo la Commissione chiede osservazioni e commenti sul rispetto della vita privata, la sicurezza delle persone e delle cose, la sicurezza delle infrastrutture, le questioni etiche, l’interoperabilità, la governance e gli standard. I risultati emersi dalla consultazione confluiranno nella raccomandazione sull’internet delle cose che la Commissione presenterà entro l’estate 2013. (Romagnanoi.it)

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mercoledì 11 aprile 2012

Google, in Italia app Currents: per smartphone e tablet


Roma, 11 apr. - (Adnkronos) - Sbarca in Italia Google Currents, l'applicazione per dispositivi Android e iOs che consente di sfogliare riviste online e altri contenuti di natura editoriale con un semplice tocco. Fra i partner editoriali di questo debutto nel nostro paese, anche l'Adnkronos che ha collaborato con il colosso di Mountain View per offrire ai suoi lettori le sue news in un formato ottimizzato per smartphone e tablet.
Attraverso questa applicazione - scaricabile da Google Play (per Android) o dall'App Store di Apple (per iOs) - è inoltre possibile navigare in modo intuitivo tra parole, immagini e video, su schermi grandi e piccoli, anche in modalità offline.
L'applicazione utilizza inoltre il Traduttore di Google per consentire agli utenti di tradurre automaticamente le loro edizioni preferite nella propria lingua; infine, consente la sincronizzazione dinamica, che aggiorna i contenuti automaticamente in background per potervi accedere velocemente e anche in modalità offline.
Google offre una piattaforma self service per rendere disponibili i contenuti su Google Currents, lasciando agli editori la possibilità di gestire e personalizzare i propri contenuti che appaiono chiaramente sotto il brand dell'editore. Oltre all'Adnkronos, in Italia, Google ha preparato il debutto di Currents con Class Editori, Il Secolo XIX, Il Sole 24 Ore, La Stampa, MonRif e SportNetwork.
Oltre a scegliere le pubblicazioni che intendono seguire, gratuitamente, gli utenti possono inoltre, aggiungere feed RSS, video e foto feed, stream pubblici di Google+ e i feed che si stanno già seguendo su Google Reader. Oltre a fruire dei loro contenuti preferiti, gli utenti possono infine utilizzare la funzione ''trends'' che consente di rintracciare ulteriori contenuti di loro interesse.
Commentando il debutto della nuova applicazione di Google Giuseppe Marra, Editore/Direttore del gruppo Adnkronos, ricorda che "le news delle nostre agenzie sono state le prime in Italia a essere trasmesse su internet oltre quindici anni fa". "Da oggi - conclude - nello stesso spirito di libero accesso a una fonte autorevole d'informazione nazionale e internazionale, i nostri notiziari saranno su Google Currents aggiornati in tempo reale".
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giovedì 5 aprile 2012

Svelati i super-occhiali bionici di Google.

Roma, 5 apr. (Adnkronos Salute/Ign) - Un paio di occhiali high-tech capaci di amplificare la realtà, rivelando ad esempio se ci sono lavori in corso sul percorso da fare, se la metro è chiusa, come sono le previsioni del tempo e quali impegni abbiamo in agenda. Il tutto senza usare le mani. Sono gli occhiali 'Project Glass' sviluppati da Google e presentati in anteprima in questi giorni, mentre sono ancora in fase di studio: un dispositivo dotato di telecamera, microfono e cuffie integrate, destinato a fungere anche da telefonino, macchina fotografica e navigatore.
La montatura è minimalista, in acciaio, con un mini-schermo parzialmente trasparente che offre le informazioni all'occhio destro dell'utente. Il tutto funziona un po' come le lenti usate da Tom Cruise in 'Minority Report'. Gli occhiali sono ancora in fase di sviluppo, spiegano da Google X, chiedendo dei feedback sull'idea. Una serie di icone offriranno le informazioni richieste e i servizi possibili: gli occhiali permetteranno anche di leggere messaggini di testo, ricevere informazioni utili e seguire una sorta di navigatore che - sfruttando Google Map - indicherà come raggiungere la meta desiderata.
Nel video pubblicato online e dedicato a Project Glass si spiega che saranno offerti 14 servizi diversi agli utenti. E se l'azienda non dà indicazioni sul prezzo e sui tempi di attesa per vedere il dispositivo sul mercato, secondo il New York Times i primi super-occhiali del futuro potrebbero essere disponibili prima della fine dell'anno, per circa 250-600 dollari, ricorda la Bbc online.
La notizia fa anche il giro della Rete. Tutti entusiasti per i nuovi occhiali avveniristici che strappano uno dietro l'altro commenti su Twitter facendo salire l'hashtag #ProjectGlass in topic trend. "Non vedo di provare questa 'realtà'", commenta un utente. "Una rivoluzione", "uno spettacolo", "una figata", sono per lo più le esclamazioni dei navigatori. Anche se, ovviamente, qualcuno resta un po' perplesso: "Non voglio vivere in un mondo dove la maggior parte della gente smania di essere un automa", scrive una 'twitteriana'. Altri invece fanno ironia sull'invenzione di Google: "Spero facciano anche le lenti graduate per noi miopi". E un altro twitta: "Io finirei rapidamente contro un palo".
E sull'ipotesi di andare a sbattere addosso a un palo mentre si comunica con il sistema Android nasce subito la parodia video di 'Project Glass'. Il filmato, postato su YouTube, ironizza sulla realtà aumentata attraverso gli occhiali di Google: il protagonista con le 'lenti del futuro' sugli occhi perde l'orientamento andando dritto, dritto contro pali e persone.
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giovedì 29 marzo 2012

I tweet ora si leggono alla toilette

Roma, 29 mar. - (Ign) - L'idea sotto forma di spot televisivo era già venuta in mente a qualcuno: Dante scrive il manoscritto della Divina Commedia su un rotolo di carta igienica che non finisce più. Dal Medioevo ad oggi la differenza la fa quel 2.0: quattro sviluppatori americani - ai quali certamente non manca senso dell'humor - hanno pensato di rendere a 'portata di mano' direttamente in toilette i tweet che scorrono sullo schermo del proprio pc. Cinguettii dal social network dell'uccellino blu stampati su carta igienica che rivoluzionano le 'letture da bagno' : da qui nasce l'ispirazione per il nuovo servizio, denominato Shitter, messo a punto dalla start-up Collector's Edition, il progetto dei quattro ideatori che ha adottato come slogan: "Il Social Media non è mai stato così usa e getta".
"Siamo contenti di aver monetizzato Twitter senza utilizzare la pubblicità", ha detto uno degli sviluppatori dell'applicazione Shitter che funziona come un print on demand. Basta scegliere i tweet che si preferisce stampare sulla carta igienica, ovviamente non solo personali, e segnalarli collegandosi al sito www.getshitter.com.
Consentendo, dunque, l'accesso alla propria pagina Twitter da parte dell'applicazione e dopo aver selezionato i tweet preferiti, il servizio scarica una serie di cinguettii pari a quattro rotoli di carta igienica. A quel punto serve solo inserire l'indirizzo per la spedizione ed effettuate il pagamento. In pochi giorni il pacco dal costo non indifferente - 35 dollari - arriva comodamente a casa pronto per la lettura usa e getta.
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martedì 27 marzo 2012

Il gioco on-line, sfogo, creatività, inventiva.

In etologia, psicologia, e altre scienze del comportamento, per gioco si intende una attività volontaria e intrinsecamente motivata, svolta da adulti, bambini, o animali, a scopo ricreativo. Nella lingua italiana, la parola "gioco" viene anche impiegata in modo più specifico, riferendosi ad attività ricreative di tipo competitivo, e caratterizzate da obiettivi e regole rigorosamente definiti (come nel caso dei giochi di società o dei giochi da tavolo).
Alcuni giochi possono coinvolgere un solo giocatore (si parla di "solitari"), ma, nella maggior parte dei casi, essi prevedono una competizione tra due o più partecipanti.
Essendo un tratto fondamentale della natura umana (e condiviso anche da numerose altre specie animali), il gioco è studiato da numerose discipline (per esempio filosofia, antropologia, psicologia, sociologia). Analogamente, lo studio dei giochi in sé, la ludologia, presenta elementi di contatto con numerose altre discipline, incluse alcune legate alla specifica natura di alcuni giochi (per esempio la statistica per i giochi con una significativa componente casuale, o la teoria dei giochi per quelli marcatamente strategici). Molto semplicemente il gioco è relax, il gioco è una parte di noi mai adulta, mai cresciuta. In ufficio, a casa, in auto: non esiste un periodo negato al gioco. Per questo voglio segnalare un sito web dove giocare è navigare. Sono centinaia le alternative di scelta: giochi classici, di strategia, sparatutto, lotta, sport, abilità, azione. Bhè, non vi resta che accedere al sito www.microgiochi.it e buon divertimento !!!!
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Creato cerotto elettronico per diagnosi in tempo reale

(AGI) - New York, 27 mar - Sviluppato un cerotto elettronico simile alla pelle in grado di diagnosticare problemi di salute e di segnalarli via wireless. Lo ha messo a punto un team della University of Illinois ed e' stato presentato nell'ambito del 243esimo meeting nazionale dell'Exposition American Chemical Society (ACS), la piu' grande societa' scientifica del mondo.
 ''I cerotti - ha detto John Rogers, primo autore della ricerca - permettono ai pazienti di superare la necessita' di rimanere legati alle macchine degli studi medici o di rimanere confinati nella stanza di un ospedale per le ore di trattamento o di monitoraggio''. Ogni anno sono centinaia di migliaia i pazienti in tutto il mondo che si sottopongono a elettroencefalogrammi, elettrocardiogrammi ed elettromiografici per controllare la salute dei loro cervelli, cuori e muscoli. ''Cosa ancora piu' importante - ha spiegato - i test via wireless permetterebbero di avere un confronto tra i test effettuati in ambiente medico e quelli svolti durante lo svolgimento delle attivita' quotidiane''. I cerotti elettronici hanno lo spessore di un capello umano, e potrebbero anche essere coperti con un tatuaggio temporaneo vero e proprio. ''In futuro - ha concluso il ricercatore americano - le tecnologie potrebbero permettere di trasmettere i dati dal cerotto al cellulare del paziente e, di qui, all'ufficio del medico''. (Salute.agi.it)

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venerdì 23 marzo 2012

Qual è l'impronta ecologica di un'e-mail?

Meno di una lettera cartacea, ma anche i messaggi di posta elettronica incidono sull'ambiente. Come fare per ridurne l'impatto?

Sono economiche, comode, immediate e ne inviamo ogni giorno a decine. Ma anche le e-mail, nel loro piccolo, inquinano. Molto meno, intendiamoci, di una lettera cartacea (ogni messaggio di posta elettronica consuma un sessantesimo di un foglio spedito e imbustato), se non fosse che abbiamo un ritmo di spedizione mail 60 volte più alto rispetto a quello che avevamo nel recapitare lettere quando la posta elettronica non era ancora stata inventata. 
Le stime dell'impronta ambientale delle e-mail portano spesso a risultati discordi: calcolare l'impatto di un messaggio "virtuale" non è facile, perché occorre considerare il percorso che questo compie attraverso i vari server di Rete che lo condurranno a destinazione. Uno studio dell'Agenzia francese per l'ambiente ed il controllo energetico (Ademe) pubblicato a luglio dimostra che nella serie di passaggi tra l'invio e la ricezione di un messaggio di un megabyte vengono emessi in media 19 grammi di CO2. Potrebbe sembrare poco, ma considerando che in media, ciascuna delle auto immatricolate in Europa nel 2010 ha prodotto 140 grammi di CO2 per chilometro percorso, spedire 8 mail equivale a guidare un'auto per un chilometro. E senza allontanarsi dalla scrivania.

Più un'e-mail è pesante, più inquina, perché maggiore è il tempo trascorso nella lettura. In base a una ricerca del 2010, i cui risultati sono stati pubblicati dal sito del Guardian, un'e-mail di spam produce 0,3 grammi di anidride carbonica, una con un lungo allegato (di quelli noiosi da leggere!) 50 grammi. I messaggi inutili, che cestiniamo ancora prima di leggere, sembrerebbero quindi anche i più innocui. Ma dei 250 miliardi di e-mail inviate ogni giorno del mondo, circa l'80% è costituito di spam. Per ridurre il nostro impatto ambientale in ufficio, quindi, possiamo iniziare con il rinunciare alle mail non necessarie. Meglio - e meno alienante - fare due chiacchiere in più di persona. E nei momenti di pausa, al posto che navigare in Rete senza meta, uscite a fare due passi. Anche se la ricerca di una parola chiave su Google genera una ridotta quantità di anidride carbonica: appena 0,2 grammi di CO2, in base alle stime divulgate dall'azienda. (Focus.it)
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martedì 20 marzo 2012

Pirate Bay: "I server? Nello spazio a bordo dei droni"

Roma, 20 mar. (Ign) - Pensate a un drone, gli aerei spia che fanno notizia quando vengono abbattuti. Piccoli velivoli, senza pilota, che le grandi potenze occidentali (ma ci sono anche quelli russi, cinesi e israliani) mandano al di là delle linee nemiche per scattare foto a siti militari, a postazioni segrete, a centrali nucleari. Di solito li vediamo 'veleggiare' con la stella americana, nei cieli del Medio Oriente. Con i guardiani della rivoluzione iraniana pronti ad abbatterli e a mostrarli come trofei. Oppure in Afghanistan, a spiare i talebani. O in Iraq.
Ora immaginiamoli con uno stemma che rappresenta un vascello pirata con tanto di bandiera, con teschio e ossa incrociate. Non più aerei-spia ma nascondigli per i server 'illegali' di Pirate Bay, i pirati del web svedesi, più volte condannati per file-sharing illegale. E più volte chiusi. Con i loro server oscurati, sia dagli Usa che dalle autorità europee, che danno la caccia a chi viola le leggi del copyright. Peter Sunde, Fredrik Neij, Gottfrid Svartholm e Carl Lundström, i capi dei pirati della baia, già condannati a 10 mesi di carcere e a un risarcimento di 6,8 milioni di dollari non si arrendono. E si preparano a una nuova sfida senza confine. Che ora potrebbe spostarsi all'insù, cioé nello spazio, dove, spiegano i pirati scandinavi sul loro blog di piratebay.se, "presto sposteremo i nostri server".
L'idea lanciata di sembra un po' stravagante, e forse rappresenta solo una provocazione. Ma non mancano i dettagli: "Computer mini da montare sui droni, come i Raspberry Pi, un single-board pc sviluppato nel Regno Unito e appena uscito sul mercato, Gps, collegamento radio con portata fino a 50 km e trasmissioni a 1000 megabit. Il tutto da mandare in cielo grazie ai droni. E poi vediamo, sembrano dire i pirati, se gli Stati Uniti dell'Arroganza, come chiamano gli Usa, riusciranno a chiuderci anche questi.
C'è già il nome per i futuri droni volanti: Low Orbit Server Station (Centro Server di orbita inferiore). Un nome che richiama il Low Orbit Ion Cannon (Cannone Ionico di orbita inferiore). Il 'cannone' di Anonymous, gli hacker attivisti in campo per la libertà della rete, che hanno utilizzato negli scorsi mesi questo software per violare tanti siti, da quello del Vaticano a quelli della Ue, fino a quello della Alleanza atlantica.
Tantissimi i commenti nel blog dei cybernauti. Tutti entusiasti. Con tanti complimenti per la trovata e qualche consiglio, come quello di 'mirogster' che scrive: "Sarebbe meglio mandare in orbita i politici corrotti, piuttosto che i server". Oppure di chi preferisce mandare i server non in cielo, ma in mare: "Fate come i pirati olandesi di Radio Veronica", scrive 'salazam1'. E c'è anche chi propone le mongolfiere. C'è poi chi si rallegra ("farò il download dallo spazio, che cosa bella!!!"). Qualcuno infine è sfiorato dal dubbio: "Non è troppo presto per il pesce d'aprile?", scrive 'WallaceII'.
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domenica 18 marzo 2012

Il Commodore 64 rivive nel cellulare con Android

La schermata di Frodo C64, la app che fa rivivere il Commodore 64 nel cellulare.
Se avete dai 35 anni in su e siete cresciuti a pane e Commodore 64, con Frodo C64 vi sembrerà di fare un tuffo nel passato: questa app, infatti, fa rivivere il mitico personal computer (popolarissimo negli anni Ottanta) in un qualsiasi smartphone dotato di sistema Android. E lo fa rivivere in tutto e per tutto fin da quando, dopo averlo installato e lanciato, vi si presenta con la sua inconfondibile (e indimenticabile!) schermata azzurra, con il cursore quadrato lampeggiante che attende istruzioni.

Per riscoprire i… miti del passato!
A quel punto se avete avuto un passato da programmatori (o giù di lì), potete provare a “rinfrescare” le vostre conoscenze dando al vostro smartphone esattamente le istruzioni che all’epoca al mitico “64”. Se invece fate parte della ben più nutrita schiera di quelli che l’avevano “per giocarci e basta”, beh, allora avete tra le mani una vera macchina del tempo delle emozioni. Prima di metterla in moto, però, bisogna procurarsi i giochi, che non sono già compresi nella app ma vanno cercati in rete: è l’unica seccatura, questa, perché bisogna andare a caccia nelle community di amatori del genere. Ma su una di queste, www.c64.com, c’è tutto quel che serve: i giochi sportivi come International Soccer, Track & Field e Summer Gamer, quelli di avventura (come la saga di Pitfall) oltre ai mitici HunchBack, Ninja Pac Man e così via.
Tra i tanti giochi che si possono usare sul "simulatore" di Commodore, c'è anche il mitico International Soccer.

Certo, è un po’ meno romantico, però…
Ovviamente cassette e floppy disk sono solo un ricordo sbiadito, e pazienza se va persa quella suspence che tutti abbiamo provato ogni volta che si caricava un gioco e non era mai garantito se l’operazione sarebbe andata a buon fine: ogni titolo è un file che va scaricato nello smartphone prima di lanciare la app, quindi conviene collezionarne un certo numero (visitando www.c64.com direttamente col telefonino oppure col computer e copiando successivamente i giochi nel cellulare, collegandolo con un cavetto) e poi lanciare Frodo C64.
Altro titolo che rivive con Frodo C64 è Pitfall II, gioco di avventura.

Un confronto impietoso.
Per dare il via, basterà premere il tasto “menu” del cellulare, selezionare Load Disk e cliccare sul titolo con cui volete giocare. È finalmente il momento dei ricordi, tra il nostalgico e l’incredulo. Principalmente vi chiederete – magari col pensiero alle odierne simulazioni realistiche in 3D – come fosse possibile che giochi tanto semplici, spartani nella grafica ed elementari nel funzionamento, riuscissero a tenere incollate alla tv generazioni di ragazzini col joystick in mano. A proposito di joystick: i comandi sono ovviamente virtuali e consistono in un joypad e in un pulsante di sparo che occupano una bella fetta dello schermo, risultando non proprio comodi da usare. Questa, insieme alla possibilità che alcuni giochi – a seconda della versione di Android presente nel cellulare – non funzionino bene (per esempio, l’audio potrebbe gracchiare), è tra le poche note dolenti di questa app. Ma è un prezzo che si può pagare per l’effetto-nostalgia, no?
Frodo C64
Disponibile solo per Android, sul market Play Store (gratuito).
Nota: test condotto con uno smartphone Google Nexus S, con Android 4.0.1. (BlogFocus.it)
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sabato 18 febbraio 2012

IPACK-IMA: una fiera da visitare

Processing, packaging and material handling: Fieramilano – 28 febbraio – 3 marzo 2012
IPACK-IMA è una fiera di sistema in grado di proporre soluzioni tecnologiche per tutte le fasi di lavorazione di prodotti alimentari e non alimentari: dal processo al confezionamento, dalla movimentazione interna alla logistica, dal magazzino al punto vendita.
IPACK-IMA è uno dei più importanti appuntamenti internazionali che nel 2009 ha registrato la partecipazione di 1.400 espositori, tra i quali i più importanti brand aziendali, e 54.000 visitatori.
IPACK-IMA favorisce il dialogo fra fornitori e utilizzatori di tecnologie attraverso innovativi strumenti come la Business Community accessibile dal portale che mette in relazione domanda e offerta di tecnologie in base alle loro applicazioni concrete.
A IPACK-IMA 2009 il 96% dei visitatori si è dichiarato soddisfatto della propria visita.

IPACK-IMA è attenta alle evoluzioni strutturali del mercato e offre ai visitatori l'opportunità di aggiornarsi professionalmente e di valutare le novità proposte dal mercato.

IPACK-IMA integra il momento espositivo con un programma di convegni sulle tematiche tecnologiche ed economiche più attuali.

IPACK-IMA è leader nel mondo nel settore delle tecnologie per la pasta secca.

IPACK-IMA è un'esperienza fieristica totale, ambientata in una location d'eccellenza a soli 30 minuti dal centro di Milano.
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mercoledì 8 febbraio 2012

In bagno il cellulare rimpiazza riviste e giornali

Roma, 7 feb. (Ign) - Tre persone su quattro vanno al bagno con il cellulare. Lo usano per telefonare, navigare su internet o giocare, rimpiazzando così libri, giornali e riviste tradizionali.
E' Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale 'Tutela del Consumatore' di Italia dei Valori e fondatore dello 'Sportello dei Diritti' a divulgare i risultati di un sondaggio secondo il quale il 90% degli italiani risponde al telefono anche se si trova sul 'trono'. Addirittura un uomo su cinque riconosce di aver partecipato a una conferenza telefonica mentre era seduto sull'asse del wc.
La rilevazione è stata effettuata da addetti dello Sportello dei Diritti mediante contatti telefonici su un campione casuale nazionale di 1.000 intervistati rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne. L'analisi prende spunto da un analogo sondaggio americano i cui dati riflettono sostanzialmente quelli nostrani.
La conseguenza di questa nuova tendenza è il numero di cellulari che finisce nella tazza del water. Infatti sono in aumento le riparazioni dei telefonini di cui il 6% a causa di infiltrazioni d'acqua.
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mercoledì 18 gennaio 2012

Batterie litio-aria: 800 km con una carica, addio benzina?

IBM sta lavorando sulle batterie litio-aria, una soluzione davvero promettente da applicare soprattutto nel campo delle auto elettriche. Secondo l'azienda nel 2020 potremmo avere veicoli in grado di compiere 800 chilometri con una singola carica.
IBM mette nel mirino le batterie litio-aria e si dice pronta a spianare la strada di questa promettente tecnologia. Tale soluzione, su cui si stanno concentrando numerosi atenei tra cui il MIT di Boston, potrebbe far segnare un punto di svolta in numerosi settori, specie in quello delle automobili elettriche. Le attuali batterie agli ioni di litio non offrono un'autonomia elevata o almeno non tale da consentire alle auto a impatto zero di imporsi sulle tradizionali soluzioni a benzina/gasolio (che ci piacerebbe mandare in pensione, dati i prezzi dei carburanti). Si parla di 160 chilometri.
Secondo IBM il 2020 potrebbe essere l'anno della svolta. L'azienda, nell'ambito del Battery500 Project, avrebbe trovato la chiave per rendere le batterie litio-aria finalmente competitive. IBM dice di aver inquadrato e risolto un problema fondamentale di questa tecnologia, aprendo la possibilità alla creazione di batterie in grado di offrire un'autonomia di 800 chilometri.

Con le batterie litio-aria, il caro benzina diventerà un ricordo?
Le soluzioni litio-aria offrono una densità energetica che teoricamente è almeno 1000 volte superiore rispetto a quelle agli ioni di litio. Anziché usare ossidi di metallo per l'elettrodo positivo, le celle litio-aria usano il carbonio, più leggero e in grado di reagire con l'ossigeno dall'aria che lo circonda per produrre energia elettrica.
Il problema principale è l'instabilità chimica, che impatta sulla durata di vita di queste soluzioni durante la ricarica, rendendole di fatto non usabili in ambiti reali. Il fisico Winfried Wilcke, dei laboratori IBM Almaden, ha studiato i processi elettrochimici di queste celle riscontrando che l'ossigeno reagisce non solo con l'elettrodo di carbonio, ma anche con il solvente elettrolitico, che serve a trasportare gli ioni di litio tra i due elettrodi.
Così, se il solvente elettrolitico reagisce con l'ossigeno quando la macchina è in funzione, finirà per esaurirsi. Insieme al collega Alessandro Curioni del laboratorio di ricerca IBM di Zurigo, Wilcke ha usato un supercomputer Blue Gene per realizzare modelli estremamente dettagliati delle reazioni, in cerca di un nuovo solvente elettrolitico. "Ne abbiamo trovato uno davvero promettente", ha dichiarato Wilcke. Il materiale "magico" non è stato svelato, ma un prototipo di batteria potrebbe essere pronto nel 2013, mentre il debutto commerciale potrebbe avvenire proprio per il 2020.
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mercoledì 11 gennaio 2012

Il DNA: 1000 dollari per la lettura in 24 ore

Riuscire a leggere il proprio genoma per intero è una cosa utile e interessante. Il vantaggio di leggere le tre miliardi di lettere che compongono il Dna potrebbe risiedere nella possibilità di sviluppare terapie individuali tarate sui geni di una persona. Ora è possibile ad un costo accessibile, circa 1000 dollari, problemi etici all'orizzonte.
L'apparecchio utilizzato si chiama Ion Proton, è un sequenziatore prodotto da una società di biotecnologie del Connecticut, la Life Technologies. Costa intorno ai 150 mila dollari ed è capace di leggere il Dna di una persona in sole 24 ore, mentre finora la lettura richiedeva non meno di una settimana e costava anche 10 mila dollari.
A giudicare dalla fatto che il Wall Street Journal e il Financial Times, due dei più importanti giornali economici, gli hanno dedicato addirittura la prima pagina, la notizia probabilmente solletica l'entusiasmo della comunità scientifica, ma anche del business legato alla salute.
Ma non tutti sono così eccitati, a cominciare da chi si occupa di etica per finire alle autorità sanitarie. E' infatti vero che il costo limitato della macchina ne consente agli ospedali l'acquisto (costa meno di una Tac), ma gli entusiasmi si spengono quando si pensa al possibile utilizzo non sanitario.
Si pensa alle aziende o alle assicurazioni mediche. Queste potrebbero accedere ai dati del Dna di una persona prima di assumerla o di assicurarla. Così assicurazioni e datori di lavoro potrebbero operare delle vere e proprie discriminazioni selezionando in base alla predisposizione ad alcune malattie.
Se dalla lettura del Dna la variante di un gene indica la predisposizione ad una malattia, ciò non vuol dire che l'individuo si ammali con certezza.
Quindi il problema sta su come è trattata l'informazione, la mancanza di privacy potrebbe essere nefasta per una persona. (vitadidonna.org)
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La rivoluzione infinita dello schermo tv

Cornici che scompaiono e spessori sottili anche 4 millimetri. I nuovi Oled con colori più veri e contrasti più elevati di quanto vediamo nella realtà. Superfici che crescono fino a occupare un’intera parete. E tv sempre più smart, connesse alla Rete e da controllare con i movimenti del corpo e la voce, capaci di riconoscere il viso dello spettatore. E ancora: schermi da condividere ma che rimangono interi (bastano due paia di occhiali). La “vecchia” televisione non si ferma ed è anzi l’elettrodomestico casalingo che più sta conoscendo innovazione negli ultimi mesi. Tanto da essere la protagonista indiscussa del Consumer Electronic Show di Las Vegas targato 2012 (qui tutti gli articoli di Vita Digitale). Risolto o quasi il dubbio dei contenuti – molti sono arrivati, ancora di più stanno arrivando -, ne rimane un altro: le famiglie potranno davvero permettersi di provare a tenere il passo con quanto di nuovo, ogni mese, propone il mercato?
La rivoluzione del full HD risale a pochi anni fa, poi c’è stata – si parla di mesi fa – il lancio delle tv 3D. Oggi tra gli stand del Ces il 3D perde gli occhialini (anche se la resa ancora invita ad attendere) e la risoluzione da 1080 diventa ridicola di fronte alla tecnologia 4K che addirittura quadruplica i pixel a disposizione. Per non parlare del prototipo a 8K presentato da Sharp: le immagini viste allo stand giapponese parlano un linguaggio visivo che finora era sconosciuto. Ma proviamo ad andare con ordine. Quello che potrebbe essere uno dei prodotti simbolo dello show del Nevada di quest’anno è lo schermo Oled da 55 pollici presentato da Lg, un quadro tecnologico da appendere alla parete migliore della casa. Come detto 4 millimetri di spessore e 7,5 chili di peso: arriverà verso la fine dell’anno a un prezzo ancora da specificare. E che sarà intorno agli 8-10 mila euro. Non bazzecole, dunque.
Principale rivale di Lg, sul fronte delle novità più gustose, è l’altra coreana, il leader di settore Samsung che a sua volta ha presentato un tv Oled dalle caratteristiche simili (anche nel prezzo). Un percorso in parallelo che troviamo anche sul fronte della gestione della tv: mentre Lg ha mostrato in fiera quello che è in tutto e per tutto un clone di Kinect di Microsoft, Samsung ha “affogato” webcam e microfono nella cornice delle proprie tv. Una soluzione molto elegante che conferma l’alto livello di design dei prodotti della multinazionale. La tecnologia Smart Interaction permette di dialogare con lo schermo attraverso i gesti e la voce e di essere riconosciuti dal computer interno e ottenere così la propria configurazione preferita non appena ci si siede sul divano.
La televisione del futuro (e del presente) è smart grazie alla connessione alla Rete. Il che significa applicazioni, parola ormai magica e trasversale sui diversi dispositivi della nostra vita, e contenuti sempre nuovi e slegati dal palinsesto. In questo campo, lo diciamo da mesi, Google vuole giocare la sua partita e molti marchi presenti alla fiera, con Sony in testa (e presente fin dall’inizio del progetto di Mountain View), hanno presentato nuove soluzioni per la televisione marchiata Big G. In Italia non è ancora arrivata, ma già si assapora la novità che sarà portata dai 100 canali promessi da Youtube, il sito di streaming di proprietà di Google. Rimanendo invece alle novità proposte dalla multinazionale di Tokyo si segnala il prototipo che presenta una nuova tecnologia, chiamata Crystal Led, capace di mandare in onda colori al limite del credibile. Verrebbe da dire che sono così veri da sembrare in realtà innaturali.
Passando al 3D, la soluzione della tridimensionalità senza bisogno di indossare gli occhiali quest’anno è stata proposta da diverse aziende. Ma capofila in questo senso rimane senz’altro Toshiba, che di fatto è l’unico marchio ad avere alcuni modelli già in commercio. Come detto, anche con i nuovi apparecchi la resa non convince ancora del tutto, ma i passi avanti rispetto solo all’anno scorso sono stati davvero concreti. E grazie al Face tracking non c’è più la necessità di rimanere immobili per non perdere il punto di visione ottimale. Come anticipato, infine, la moltiplicazione dei pixel fino a risoluzioni degne dei migliori cinema mondiali è l’ultima tendenza del Ces di quest’anno. La tecnologia 4K è presente in molti stand e propone uno spiegamento di pixel pari a 3840×2160. L’alta definizione che è entrata da poco nelle nostre casa è già ormai vecchia. (Corriere.it)
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martedì 10 gennaio 2012

Fukushima plate, i piatti si misurano la radioattività

Roma, 10 gen. (Adnkronos) - Sono tante le paure del dopo-Fukushima, tra cui quella di mangiare o meno cibi giapponesi. C'è chi rinuncia completamente a sushi e miso, chi acquista i prodotti made in Europee per prepararsi da sé le pietanze della gastronomia nipponica, e chi costruisce piatti in grado di rilevare la radioattività della pietanza. Funzionano così: se il bordo del piatto diventa rosso, sarà meglio evitare di consumare ciò che contiene, perché sicuramente contaminato. Se invece il Led resta bianco, allora via libera alle bacchette, perché non c'è nessun pericolo radioattività.
Sono i "Piatti Fukushima" che alla loro apparizione hanno subito destato l'interesse del pubblico. Peccato che sia solo un'installazione artistica nata dalla creatività del designer tedesco Niels Ferber, pensata come denuncia delle false soluzioni alla tragedia, ma anche della mancanza di critica da parte della gente. Realizzati in ceramica, i piatti di Ferber sono dotati di tre cerchi in Led che si illuminano di rosso se il contenuto del piatto è radioattivo, di una o due linee bianche a seconda della presenza più o meno blanda di radioattività.
Stando a quanto ha dichiarato il designer, molta gente lo ha contattato per sapere dove procurarsi i piatti, ma nessuno si è informato su come funzionasse davvero questo rilevamento di radioattività, che allo stato attuale sarebbe praticamente impossibile da realizzare. E se lo fosse, il costo sarebbe così elevato da rendere impossibile la sua commercializzazione. Non a caso, sul sito web dell'artista, il Fukushima Plate viene così presentato: "In una società che sacrifica la ragione al profitto, la sicurezza diventa un lusso per chi può permettersela. Il Fukushima Plate è un comune piatto da portata che ingloba un misuratore di radioattività che visualizza il livello di contaminazione del tuo cibo. Potrebbe diventare uno strumento indispensabile per sopravvivere nel futuro". Ma era solo una provocazione.
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Apre i battenti il CES 2012.La tecnologia sfida la crisi

Las Vegas, 10 gen. (Ign) - Prende il via il CES 2012 di Las Vegas, appuntamento tra più importanti del settore dell'elettronica di consumo. Apre i battenti nell'anno della crisi dell'economia internazionale, e lo fa confermando quel trend positivo che, anche se non come in passato, caratterizza il mondo delle tecnologia: saranno complessivamente 20.000 i nuovi prodotti che saranno presentati dal 10 al 13 gennaio dai 2700 espositori presenti alla fiera. Imponenti anche i numeri della stampa, con oltre 5000 giornalisti accreditati da tutto il mondo.
Riflettori puntati soprattutto sulle novità nel campo della televisione 3D. Sarà Toshiba, probabilmente, ad attirare maggiore attenzione con un nuovo 55 pollici da 4000 pixel orizzontali con tecnologia a tre dimensioni che non necessita degli occhialetti per funzionare. La tv è infatti dotata di sensori che seguono il movimento degli occhi del telespettatore, così da cambiare angolazione dei due canali che trasmettono l'immagine in tempo reale.
Sempre sul fronte delle televisioni, Lenovo prova ad entrare nel settore con un'interessante novità: una tv da 55'' dotata di sistema operativo Android, per ora destinata solo al mercato cinese.
E poiché le parole d'ordine nel mondo della tecnologia sono "sempre più piccolo" e "sempre più leggero", Acer prova a sfidare il mercato dei computer portatili con un Aspire S5 alto solo 15 millimetri, così pochi da stabilire un record e obbligare l'azienda a inventare un sistema a scomparsa per integrare le porte hdmi e usb.
Si noterà poi la mancanza di Apple, che non è presente con alcuno stand ma che, come conferma da anni il trend, sarà più che citata per via del numero impressionante di nuovi accessori dedicati ad iPhone, iPad e al resto della gamma della casa di Cupertino.
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giovedì 5 gennaio 2012

A 30 anni dal Commodore 64

Era il gennaio del 1982 quando al Ces di Las Vegas (nell’edizione Winter, all’epoca ce n’erano due) venne presentato il Commodore 64, il computer che ha preso per mano tanti adolescenti nel mondo per condurli nel nuovo mondo dell’informatica. La scusa era proprio quella di imparare il futuro, la realtà spesso si coniugava con infinite partite con gli amici al mitico calcio del Commodore (International Soccer, sotto un video commovente). Sono passati 30 anni da allora e ancora si sta discutendo – come scrive Luca Annunziata su Punto Informatico – se il C64 davvero è il computer più venduto di sempre (qui un po’ di numeri): con 17 milioni di pezzi e una configurazione immutata negli anni difficilmente qualche pc moderno potrà mai mettere in discussione la supposta leadership.
Il dato forse non è poi così importante: il Commodore era un simbolo, una macchina all’avanguardia per l’epoca (sempre su PI trovate un po’ di specifiche). L’inizio timido dell’informatica di massa. In Italia arrivò un anno dopo, nel marzo del 1983 (negli Usa era commercializzato già dal giugno 1982), dopo aver fatto bella mostra di sé allo Smau di un anno prima. E fu subito un successo, malgrado costasse all’epoca del lancio 973.500 lire (Wikipedia), cifra comunque minima per un computer allora, e fu infatti quella la chiave del successo (negli Usa costava 565 dollari contro i 135 stimati di costo di produzione della singola macchina). Sotto la pubblicità del 1982.
Sono passati appunto 30 anni e la cosa fa indiscutibilmente impressione a chi, allora, sul C64 faceva i primi passi nel digitale. Magari provando anche a programmare un software qualunque usando il manuale e il Basic, con un “if” sempre seguito dall’immancabile “then”. I ricordi sono tanti. Dalla devastazione operata sulla propria collezione di musicassette, perché Vasco ormai era passato di moda e serviva il nastro per registrare dall’amico compiacente BattleZone (pirateria da principianti), alla sfida assolutamente da tifosi con il compagno di banco. Lui aveva lo Zx Spectrum e sosteneva (pazzo) che fosse molto meglio. Perché ben prima di “Windows vs Mac” oppure “iOS vs Android” (ma anche “Fifa vs Pes” o “Cod vs Battlefiedl”), le sfide di religione digitale sono iniziate proprio allora. E il Commodore era molto meglio (tiè!). Tratto da Corriere della Sera
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venerdì 30 dicembre 2011

L'auto si trasforma in Supercar con una App per smarthphone

Roma, 29 dic. - (Ign) - Trasformare la propria auto in una Supercar. E' il 'miracolo' che promette la App 'Safe0' che con il dispositivo di bordo Zbox di Via-Com permette di dialogare via Smartphone con uno o più veicoli, usufruendo anche di servizi di antifurto senza pagare canoni o collegarsi a centrali. Ideata e prodotta da un’azienda italiana, specializzata in alta tecnologia di bordo, totalmente gratuita e scaricabile con un qualsiasi Smartphone Apple o Android, l’App Safe permette di dialogare direttamente con il veicolo attraverso un dispositivo periferico Zbox installabile in officina. La vecchia 'centrale' che raccoglie i dati e li utilizza per fornire servizi diventa così superata. Lo Zbox invia prima di tutto informazioni utili a garantire la sicurezza di chi viaggia e la tranquillità di chi sta in casa, assicurando, in totale privacy, un collegamento via sms automatico alla propria personale rete di soccorso, costituita da numeri di parenti, amici, aziende selezionate e in prospettiva anche numeri utili del settore pubblico. Grazie all’App e al dispositivo si possono attivare automaticamente funzioni come l’indicazione esatta della posizione del veicolo con georeferenziazione, l’allarme in caso di incidente o di furto, l’avvertimento in caso di richiesta di soccorso e tante altre, come ad esempio la segnalazione in caso di necessità di cambio olio al motore.
Presto si potrà aderire ad una rete che mette a disposizione le proprie competenze per un primo intervento, un consiglio, una diagnosi o un aiuto e, in previsione, godere di sconti per i diversi servizi. “Grazie alla tecnologia aperta Zbox, potranno nascere aziende che offrono servizi ai possessori di SAFe i quali potranno sceglierli liberamente scaricandoli con un semplice click” spiega l’AD di Via-Com Andrea Spoto “Le Assicurazioni , le Banche o i gestori di flotte potranno proporre le loro App ed avere in cambio i dati necessari, come ad esempio: la dinamica dell’incidente o il punto dove si è verificato ovvero il luogo della transazione per il pedaggio di un parcheggio”.
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