martedì 31 dicembre 2013

Botti di Capodanno, cani e gatti soffrono più di noi

Hanno l'udito più sviluppato del nostro. Teneteli con voi o alzate il volume della tv.

I botti di Capodanno sono un vero e proprio problema per chi ha animali domestici. E non è ozioso preoccuparsi di tenerli più al riparo possibile. Tanto che anche la famosa Dudù di Berlusconi e Francesca Pascale, quest'anno, ha chiesto sulla sua pagina Facebook di "andarci piano" (nella foto in basso). Ai cani, che possono udire frequenze superiori alle 80.000 vibrazioni al secondo, i botti provocano un vero e proprio dolore.
I gatti in strada scappano con il rischio di essere investiti, gli uccelli perdono l'orientamento e vanno a sbattere contro alberi e pali. Lo rivela l'associazione Gaia Animali & Ambiente che si appella ai cittadini per limitare, la notte di Capodanno, i botti più rumorosi.

Un udito molto superiore
"L'udito del cane e del gatto è molto superiore a quello dell'uomo - spiega Edgar Meyer, presidente di Gaia Animali & Ambiente - Noi abbiamo una finestra uditiva compresa tra le frequenze denominate infrasuoni (al di sotto dei 16 hertz) e quelle denominate ultrasuoni (al di sopra dei 15.000 hertz), il cane invece percepisce fino a 60.000 hertz e il gatto fino a 70.000".

Mai all'esterno
Esistono comunque delle precauzioni da prendere. Gli animali che normalmente vivono all'esterno, andrebbero tenuti temporaneamente in un luogo chiuso, comodo e rassicurante. Inoltre se l'animale resta solo in casa il consiglio è tenere alto il volume della tv, della radio o altri abituali suoni casalinghi per coprire in parte il rumore dei botti.

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mercoledì 27 novembre 2013

Sabbia intelligente

Tra le molteplici scoperte che periodicamente arrivano dal MIT di Boston non è raro che alcune sconfinino quasi nella fantascienza: è il caso della “sabbia intelligente”, microstruttura cubica della dimensione di un centimetro di lato (il granello), all’interno della quale è inserito un microprocessore e quattro magneti disposti su altrettanti lati, e che prevede una memoria fino a 32KB di codice. Questi granelli possono comunicare tra di loro e, tramite i magneti, quando viene inserito un oggetto tra di loro possono disporsi in modo tale da assumerne la forma; per esempio, inserendo una sedia simile a quelle delle case di bambola, i microgranelli sarebbero in grado di riprodurne la forma, realizzando una sedia in miniatura vera e propria. Da un ventennio il mondo della robotica studia le possibilità di autoassemblaggio, ottenendo finora risultati poco risolutivi in cui più elementi riescono ad avvicinarsi e accatastarsi, come i blocchi del Lego. Nello studio realizzato dal Distributed Robotics Laboratory (Drl) del Computer Science & Artificial Intelligence Laboratory del MIT, la tecnologia elaborata è completamente opposta: i granelli lavorano per sottrazione, disponendosi in modo tale da lasciare posto solo a quelli che possono duplicare la struttura modello, e questo usando un algoritmo che calcola come può essere riprodotto il profilo, con i dati poi trasmessi dai singoli granelli tra loro, stabilendo legami con quelli che servono alla costruzione e facendo cadere quelli che non servono. L’algoritmo può inoltre, essere impiegato per produrre copie più grandi dell’oggetto modello, sulla falsariga di come lavora una stampante 3D.(Automazione news).
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mercoledì 11 settembre 2013

Samuele Bersani, “Nuvola Numero Nove” dedicato a Lucio Dalla

E’ uscito ieri, 10 settembre 2013, il nuovo album di Samuele Bersani, “Nuvola Numero Nove” per Sony Music. Un ritorno, quello del cantautore romagnolo, che arriva a distanza di quattro anni dall’ultimo album di inediti “Manifesto Abusivo“ e dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 2012, dove vinse il premio della Critica “Mia Martini” con il brano “Un pallone“. Il titolo dell’album è la traduzione  letterale dell’americano “cloud nine“, che sta per “settimo cielo”. “E io oggi mi sento lassù, felice. Non ho più bisogno di rifugiarmi nella mia bellissima infanzia, e l’ho sempre cantata. La piadina romagnola… Adesso basta. Questo disco non è per nulla nostalgico, non reo nemmeno più che oggi sia peggio di ieri.”- ha raccontato Bersani.
Ed è proprio a quel Sanremo del 2012 che Bersani scambiò l’ultima chiacchierata con Lucio Dalla, in una delle notti del dopofestival, nel bar dell’albergo: “Aveva l’aria stanca, non era il solito Dalla. Un mese dopo se ne è andato.” Dalla che di questo album, che esce dopo un anno e mezzo da quel Festival e dalla sua scomparsa, ne è stato l’ispiratore: “Faccio questo lavoro e vivo in questa città perché un giorno lui m’ha ascoltato suonare. Su di me ha messo la sua firma, la sua pazienza, i suoi soldi.” Ed è quando, di ritorno a Bologna per ritrovare una tastiera, trova la Pressing a pezzi, che ha deciso di incidere l’album proprio nei suoi studi, ma per la prima volta senza di lui.

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lunedì 9 settembre 2013

Quindici anni senza Lucio Battisti

Era il 9 settembre 1998. . A ricordarlo resta la sua musica, una discografia complessa fatta di album che sono entrati nella leggenda ma anche di dischi rimasti nella penombra, lontanissimi dallo stile degli anni Settanta. In questi giorni si è parlato molto di Battisti, ma non della sua arte, solo della bara traslata dal cimitero di Molteno, nei pressi di Lecco, verso, si dice, San Benedetto del Tronto. Fiumi di inchiostro e di pagine web, foto rubate al cimitero, polemiche...A me piace invece ricordarlo con le sue canzoni..............



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giovedì 29 agosto 2013

"Creato" mini cervello in provetta

L'organoide è stato messo a punto dagli scienziati a partire da cellule staminali. Una versione in miniatura del cervello umano è stata ottenuta in provetta dopo anni di ricerche. Di appena quattro millimetri, è un grande strumento a disposizione dei ricercatori. Il risultato pubblicato sulla rivistaNature è frutto di uno studio guidato dall'Istituto di Biotecnologie molecolari dell'Accademia austriaca delle scienze, insieme alleUniversità di Edimburgo e Londra e all'Istituto Sanger, della Wellcome Trust.
Possibile anche riprodurre patologie - I ricercatori, coordinati da Madeline Lancaster e Juergen Knoblich, osservano: "Siamo fiduciosi che questo metodo permetterà di studiare una varietà di malattie legate allo sviluppo neurologico".

Il cervello in miniatura si è rivelato uno strumento unico per studiare l'intero processo di sviluppo del cervello umano: "Lo sviluppo delle regioni della corteccia - dicono i ricercatori riferendosi al mini cervello artificiale - avviene secondo un'organizzazione simile a quella che si osserva nei primi stadi di sviluppo del cervello umano".

Il mini cervello è anche un laboratorio nel quale riprodurre malattie neurologiche finora impossibili da studiare in un modello. "La complessità del cervello umano - osservano gli autori della ricerca - rendeva impossibile studiare molti disordini in organismi modello". Adesso, invece, nel cervello in provetta è già stata riprodotta la prima malattia: la microcefalia.
Il cervello in miniatura si è rivelato uno strumento unico per studiare l'intero processo di sviluppo del cervello umano: "Lo sviluppo delle regioni della corteccia - dicono i ricercatori riferendosi al mini cervello artificiale - avviene secondo un'organizzazione simile a quella che si osserva nei primi stadi di sviluppo del cervello umano".
Il mini cervello è anche un laboratorio nel quale riprodurre malattie neurologiche finora impossibili da studiare in un modello. "La complessità del cervello umano - osservano gli autori della ricerca - rendeva impossibile studiare molti disordini in organismi modello". Adesso, invece, nel cervello in provetta è già stata riprodotta la prima malattia: la microcefalia. 
A partire da staminali - Il cervello è stato costruito a partire da cellule staminali umane pluripotenti, ossia cellule immature in grado di svilupparsi in ogni direzione. Nella ricerca sono state utilizzate sia cellule staminali embrionali, sia cellule adulte riprogrammate, le cosiddette Staminali pluripotenti indotte (Ips). Una volta isolate e immerse in un ambiente capace di stimolarne lo sviluppo, le cellule sono diventate neuroni e si sono assemblate spontaneamente in una struttura tridimensionale. Non è un vero e proprio organo, quello che le cellule hanno "costruito", ma un organoide.


Ancora da migliorare
Dimensioni e forma non sono infatti quelle del cervello umano, ma la struttur
a è quella di un cervello in miniatura e ricorda da vicino quella della parte più evoluta e complessa: la corteccia. Ha anche una cavità interna che ricorda il ventricolo che porta il liquido cerebrospinale nel cervello umano e una struttura, ed è in grado di sopravvivere per mesi in un bioreattore che lo aiuta a nutrirsi. Nonostante questo, ci sono ancora molte limitazioni e c'è ancora moltissima strada da fare prima di riprodurre in laboratorio un cervello del tutto simile a quello umano. Per alcuni, anzi, questo è un obiettivo impossibile. Tuttavia per la prima volta questo mini cervello primitivo è un modello che, come notano i ricercatori, ha "incredibili somiglianze" con il cervello umano. (TGCom24)

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mercoledì 31 luglio 2013

Facebook: arriva il tasto "Non mi piace".

Ce ne accorgiamo ogni qual volta un amico pubblica sul suo profilo Facebook una notizia raccapricciante, o semplicemente inopportuna: non esiste un modo per esprimere il nostro disappunto. O perlomeno per esprimerlo in modo conciso, senza fare commenti. Ci vorrebbe un tasto Non mi piace, così giusto per chiarire come la pensiamo senza troppi arzigogoli.
A dire il vero, Mark Zuckerberg starebbe pensando da tempo alla possibilità di arricchire la propria creatura con un tastoDislike. Anzi, per qualcuno è solo questione di giorni: presto, ciascuno di noi potrà puntare il pollice all’ingiù dinnanzi a qualsiasi contenuto indesiderato.
Pensandoci bene nulla che ci cambi la vita e nemmeno la giornata. Ma per Facebook il discorso è diverso. Per il social network più affollato del mondo la possibilità di capire qual è lo stato d’animo dei suoi utenti ha tutto un altro valore.
E se finora l'interesse si è concentrato perlopiù sui sentimenti positivi degli utenti - "Le azioni tendono a concentrarsi sulle interazioni sociali positive”, aveva dichiarato qualche tempo fa Bob Baldwin uno degli ingegneri di punta della società californiana - oggi a Menlo Park c'è chi crede che a dettagliare i profili degli iscritti in tutti i loro aspetti, positivi e negativi che siano, c’è solo da guadagnarci.
In fondo una bella fetta del mondo social dispone già di strumenti analoghi: YouTube, ad esempio, permette di puntare il pollice in entrambi i versi, Reddit prevede il downvote di un articolo e Pandora dà modo ai suoi utenti di rifiutare un suggerimento musicale qualora non sia gradito.
Lo stesso Facebook, a ben guardare, dispone al suo interno di strumenti sviluppati per raccogliere il “sentimento negativo” degli utenti verso questo o quel contenuto, si pensi ad esempio all’azione che permette di nascondere post ritenuti offensivi o alla possibilità di eliminare alla radice certi annunci pubblicitari che appaiono sulla colonna di destra.
Dunque l’innesto di un tasto Non mi piace non farebbe altro che ampliare questa conoscenza, consentendo allo staff di Facebook di capire qualcosa di più sui nostri gusti e sulle nostre preferenze, come chiarisce un alto dirigente della società intervistato dalla ABC: “Stiamo progettando di raffinare questi strumenti affinché gli utenti possano comunicarci con precisione quali sono i motivi per cui nascondono quel particolare contenuto”.
Insomma, a differenza del tasto Mi Piace, il "Dislike button" (o ciò che verrà) sarà qualcosa che servirà a Facebook - e non ai nostri amici – per capire perché non vogliamo che certi post si ripresentino sulla nostra bacheca. E regolare di conseguenza la pubblicità.
Vien da chiedersi se, prima o poi, a qualcuno non venga voglia di carpire pure la nostra indifferenza verso certi contenuti sociali. Io, per esempio, sono fra quelli che vorrebbero fra le opzioni un bel tasto E chi se ne frega.(Panorama.it)

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martedì 30 luglio 2013

Mangi troppo? Te lo dice il sensore nel dente

Un dispositivo avvisa se si esagera con cibo e bevute
 
 Il "grillo parlante" sarà installato nel dente. Un sensore in grado di avvisare se si è mangiato o bevuto troppo potrà ammonirci direttamente dalla nostra bocca e non gli si potrà mentire. L'ultima frontiera dei computer indossabili è stata realizzata dalla National Taiwan Universityverrà presentata al prossimo International Symposium on Wearable Computers che si terrà a settembre a Zurigo.
Come funziona - Il sensore consiste in un piccolo circuito delle dimensioni giuste per entrare nella cavità del dente, che può essere assemblato a protesi o dentiere. Il circuito può riconoscere i movimenti della mascella, distinguendo se il possessore sta bevendo, masticando, tossendo, parlando o fumando. Questi dati vengono poi inviati direttamente allo smartphone del medico. 
Al momento il prototipo è alimentato da una batteria esterna, comunica con un cavetto ed è in grado di riconoscere correttamente il gesto nel 94% dei casi. Il prossimo passo sarà installare una batteria interna ricaricabile e un sistema wireless di comunicazione. 
Gli ideatori spiegano: "La bocca è una porta sulla salute umana e questo sensore orale può potenziare tutte le applicazioni sulla salute, come quelle che monitorano la dieta". (TGCom24)

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giovedì 25 luglio 2013

Asteroide si avvicina all’Italia, le info necessarie per vederlo

La Nasa annuncia gli orari del passaggio e le informazioni utili per osservarlo
L’Asteroide 2003 DZ15 è sempre più vicino al nostro Pianeta e, ovviamente, anche alla nostra Penisola, dandoci la possibilità di vederlo, molto probabilmente, anche ad occhio nudo. Questo fa parte di uno degli innumerevoli corpi celesti che transitano intorno al nostro Pianeta riescono talvolta a regalarci uno spettacolo memorabile. Numerosi esempi possono arrivare da comete a stelle cadenti e anche asteroidi. La distanza in cui esso transiterà vicino alla Terra è pari a 2,7 milioni di chilometri e sarà possibile osservarlo ad occhio nudo in un luogo che possibilmente non presenti interferenze luminose.
 Il diametro della massa rocciosa nello Spazio sarà di 153 metri e raggiungerà il massimo di illuminazione e intorno alle ore 22 del 29 luglio 2013. Spettacolo assicurato quindi. Evento astronomico che potrà essere inoltre seguito anche in diretta streaming e tramite appositi incontri che molti osservatori astronomici in Italia stanno predisponendo. Alcuni esperti in questi ultimi giorni stanno tuttavia raccomandando un binocolo per poterlo osservare ancora meglio

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martedì 16 luglio 2013

Fuel Cells ad idrogeno senza usare platino

Il prossimo passo verso il futuro della mobilità è da anni indicato nella tecnologia delle Fuel Cell, ossia delle celle a combustibile alimentate ad idrogeno; in grado di fornire autonomie enormi ai motori elettrici attualmente limitati dalla capacità media delle batterie al litio, hanno un difetto che ne rallenta la commercializzazione da sempre: il prezzo.
Dall’Inghilterra pare stia per arrivare però la tanto attesa chiave di volta:ACAL Energy afferma di aver sostituito il motivo di tanta dispendiosità con un elemento alternativo, rendendo così la produzione delle fuel cells finalmente abbordabile su larga scala.
Il problema è sempre stato costituito dalla presenza del platino tra i materiali impiegati per la realizzazione di una cella a combustibile: in esse ossigeno ed idrogeno reagiscono producendo l’energia elettrica che serve al motore grazie ad una membrana rivestita in platino.
Purtroppo però il platino ha costi molto elevati e si degrada rapidamente con l’uso, caratteristiche che non vanno d’accordo con le esigenze dell’industria automobilistica, la quale si trova a dover fare i conti con un prodotto doppiamente costoso: sia in quanto a materie prime che a metodi di produzione.
Per questo il risultato finale è sino ad adesso corrisposto ad auto dalle enormi potenzialità ma dal prezzo stellare.
La soluzione proposta da ACAL Energy si fa forte dell’eliminazione del platino dalle fuel cells in favore di un liquido catalizzatore registrato con il nome di FlowCatch che non soltanto consente la reazione energetica ma funge anche da refrigerante per la cella stessa.
Perfino il decadimento della cella a combustibile è prevenuto con un margine di sicurezza pari a 2 rispetto all’obiettivo limite fissato dall’U.S. Department of Energy: la società britannica afferma che la sua fuel cell è in gradi di coprire almeno 700,000 km prima di mostrare segni di cedimento nelle capacità, con test che dimostrerebbero l’affidabilità del prodotto su 10,000 ore di utilizzo in 16 mesi.
La notizia è stata riportata da Consumer Reports in primis proprio per l’aspettativa sul mercato che l’ipotesi di auto ad idrogeno davvero acquistabili spalancherebbe: senza conferme ufficiali da parte di nessuno, sembra che i Marchi automobilistici maggiori interessati a testare questa soluzione tecnologica siano già 6.
Negli ultimi due anni si sono formate numerose alleanze per condividere e ripartire i costi di sviluppo delle fuel cells ad idrogeno tra i colossi dell’industria automotive: da Daimler, Renault-Nissan e Ford a Toyota eBMW alla recente General Motors ed Honda.
Senza contare che Toyota ha già annunciato di voler aggredire il mercato con la prima berlina elettrica a fuel cells (la FCV-R) entro il 2015.
Rimane naturalmente il problema della distribuzione dell’idrogeno (che in Giappone è pioneristicamente in via di sviluppo con il primo network nazionale) e, soprattutto, del costo economico ed ambientale di produzione dell’idrogeno stesso. (Veicolielettricinews.it)

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lunedì 15 luglio 2013

Al Liga !!! Al Liga !!!!!

“Come avrete capito non vedo l'ora di condividere questo album con voi. Adesso però dobbiamo finirlo. Intanto almeno i titoli li sapete. Ci vediamo a settembre”, il Liga sulla sua bacheca del social network, dando anticipazioni sul seguito del grande successo di “Arrivederci mostro!” del 2010. Le comparse, sporadiche ma d’effetto sui social network, sono cominciate ad aprile, con l'annuncio fatto dallo stesso Ligabue su Facebook, circa il nuovo album, scritto interamente dal rocker di Correggio. Abbandonati comunicati stampa e negata la presenza dei clippini alla Vasco Rossi, suo diretto “concorrenti” come mostrano i recenti scambi di “opinione”, Ligabue condivide su Facebook la gestazione del nuovo disco, ma gli scatti paiono più frutto di un buon lavoro documentario del backstage che non slanci spontanei e privati catturati con lo smartphone. Ecco la scaletta dei dodici inediti, prodotti dal tastierista Luciano Luisi Il muro del suonoCiò che rimane di noiLa terra trema, amore mioIl volume delle tue bugieLa neveSiamo chi siamoIl sale della terraNati per vivere (adesso e qui)Per sempreTu sei leiCon la scusa del r'n'rSono sempre i sogni a dare forma al mondo L'appuntamento coi fan è rimandato proprio all'Arena di Verona per sei date, 16, 17, 19, 20, 22 e 23 settembre, già sold out. In quella occasione il Liga terrà un concerto speciale e totalmente svincolato dal nuovo progetto musicale che vedrà la luce a novembre. Il cantautore sarà accompagnato dalla sua band e dall'Orchestra dell’Arena di Verona, diretta da Marco Sabiu. In scaletta previsti brani finora mai arrangiati per orchestra.

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mercoledì 10 luglio 2013

Oggi parliamo di MOBBING

Il mobbing è, nell’accezione più comune in Italia, un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamento, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica dello stesso. I singoli atteggiamenti molesti (o emulativi) non raggiungono necessariamente la soglia del reato né debbono essere di per sé illegittimi, ma nell’insieme producono danneggiamenti plurioffensivi anche gravi con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua esistenza. Più in generale, il termine indica i comportamenti violenti che un gruppo (sociale, familiare, animale) rivolge ad un suo membro.
Mobbing sul lavoro
Questa pratica è spesso condotta con il fine di indurre la vittima ad abbandonare da sé il lavoro, senza quindi ricorrere al licenziamento (che potrebbe causare imbarazzo all’azienda) o per ritorsione a seguito di comportamenti non condivisi (ad esempio, denuncia ai superiori o all’esterno di irregolarità sul posto di lavoro), o per il rifiuto della vittima di sottostare a proposte o richieste immorali (sessuali, di eseguire operazioni contrarie a divieti deontologici o etici, etc.) o illegali.
Per potersi parlare di mobbing, l’attività persecutoria deve durare più di 6 mesi e deve essere funzionale alla espulsione del lavoratore, causandogli una serie di ripercussioni psico-fisiche che spesso sfociano in specifiche malattie (disturbo da disadattamento lavorativo, disturbo post-traumatico da stress) ad andamento cronico.
Si distingue:
- mobbing gerarchico: ossia gli abusi sono commessi da superiori gerarchici della vittima,
- mobbing ambientale: sono i colleghi della vittima ad isolarla, a privarla apertamente della ordinaria collaborazione, dell’usuale dialogo e del rispetto.
- mobbing verticale: o quando l’attività è condotta da un superiore al fine di constringere alle dimissioni un dipendente in particolare, ad es. perché antipatico, poco competente o poco produttivo; in questo caso, le attività di mobbing possono estendersi anche ai colleghi (i side mobber), che preferiscono assecondare il superiore, o quantomeno non prendere le difese della vittima, per non inimicarsi il capo, nella speranza di fare carriera, o semplicemente per “quieto vivere”.
- mobbing orizzontale: quello praticato da parte dei colleghi verso un lavoratore non integrato nell’organizzazione lavorativa per motivi d’incompatibilità ambientale o caratteriale, ad es. per i diversi interessi sportivi, per motivi etnici o religiosi oppure perché diversamente abile; generalmente la causa scatenante del mobbing orizzontale non sono tanto le incompatibilità all’interno dell’ambiente di lavoro quanto una reazione da parte di una maggioranza del gruppo allo stress dell’ambiente e delle attività lavorative: la vittima viene dunque utilizzata come “capro espiatorio” su cui far ricadere la colpa della disorganizzazione, delle inefficienze e dei fallimenti.
- mobbing strategico: ossia quando l’attività vessatoria e dequalificante tende ad espellere il lavoratore, per far posto ad un altro lavoratore (di solito in posizioni di dirigenza o apicali).

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venerdì 21 giugno 2013

Lo stress da lavoro può causare un ictus?

Attenzione a non trascurare i sintomi dello stress da lavoro, se tirate troppo la corda, tra i possibili rischi per la salute c’è anche quello di andare incontro ad un ictus. L’allarme è stato lanciato dai ricercatori del National Research Centre for the Working Enviroment di Copenhagen, in seguito ad uno studio coordinato dal Dott. Lars L. Andersen. La ricerca danese ha coinvolto 5mila uomini in età comprese tra i 40 e i 59 anni, tutti seguiti per ben 30 anni, ovvero dal 1971 al 2001, con particolare attenzione al loro livello di stress lavorativo.
E’ emerso che proprio quest’ultimo fattore sia responsabile dell’1,4% dei casi di ictus. Entrando nello specifico della ricerca, all’interno del campione monitorato si sono verificati 779 casi di ictus, dei quali 167 mortali, e un buon 10% di questi attacchi hanno interessato persone che erano state sottoposte in modo continuativo a forte stress nella propria attività lavorativa.
Inoltre, si trattava per la maggior parte di individui con ruoli dirigenziali, con un livello di istruzione alto e un tenore di vita adeguato alle qualifiche professionali. Evidentemente, quindi, ad una maggiore responsabilità corrisponde anche un maggior rischio a livello di salute, perché l’organismo sottoposto a così grande pressione, per un periodo di tempo prolungato, può reagire molto male.
La cosa che è apparsa in modo lampante ai ricercatori è stata proprio la perfetta correlazione tra stress e ruolo professionale ricoperto, poiché entrambi salivano all’unisono. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Journal of Occupational and Environmental  Medicine, e suggerisce soprattutto ai lavoratori giovani in tutto dediti alla carriera, a saper staccare la spina ogni tanto, proprio perché a lungo andare il loro fisico potrebbe risentire del continuo stress.

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martedì 18 giugno 2013

Arriva la superluna rosa, sabato e domenica occhi al cielo

ROMA - E 'a luna rosa mme parla 'e te.
La notte tra sabato 22 e domenica 23 riserverà uno spettacolo unico, quello della SuperLuna Rosa. Il fenomeno del Perigeo, ossia della minima distanza del nostro satellite – la Luna – dalla Terra, consentirà appassionati e non di osservare ad occhio nudo una luna più grande del solito, dotata di una maggiore luminosità e di uno straordinario colore che virerà nelle tonalità del rosa.
 Nella notte di sabato la Luna sarà quasi al culmine del suo ciclico avvicinamento alla Terra e sarà in piena illuminazione, secondo una combinazione che si ripete circa una volta l’anno, e che per l’ultima volta è avvenuta tra il 5 ed 6 Maggio 2012. La distanza minima dalla Terra sarà raggiunta alle 7 del mattino, e corrisponderà a 356.991 chilometri.
 Tuttavia, l'evento di questo fine settimana non corrisponde ad un record assoluto: la SuperLuna osservata il 19 marzo 2011 era ancora più prossima al nostro pianeta; infatti, allora il nostro satellite si trovò a circa 356.577 chilometri di distanza dalla Terra.
Diversamente, l’ultimo perigeo notevole si verificò nel 1993, quando la distanza tra noi e la Luna fu di soli 357.210 km.
 Il termine SuperLuna deriva dall’astrologia più che dall’astronomia, coniato dall’astrologo Richard Nolle nel 1979, e sta ad indicare il fenomeno per cui il satellite della Terra dista non più del 10 per cento dal punto più vicino alla Terra lungo l’orbita percorsa. Ciò avviene dal momento che l'orbita della luna è ellittica e il suo centro non corrisponde al centro della Terra.
 La frequenza con cui assistiamo ad una SuperLuna varia dai 15, ai 16, 17 o 18 anni. La prossima SuperLuna sarà nel 2028 o 2029, sebbene avremo un fenomeno parziale anche nell'agosto 2014, che sarà molto simile a quello a cui ci apprestiamo ad assistere nei prossimi giorni. (Il Messaggero)

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domenica 16 giugno 2013

Google porta Internet ovunque con Project Loon

I colosso della ricerca di Mountain View ha ufficializzato nella giornata di ieri un progetto da cui si vociferava da tempo. Si tratta del Project Loon, ovvero di una progetto ambizioso di diffusione del segnale di Internet nelle zone più remote del pianeta sfruttando le mongolfiere.
 
L'idea, che può apparire bizzarra, potrebbe in realtà rivelarsi rivoluzionaria: utilizzando una tecnologia vecchia di due secoli, infatti, potrebbe essere possibile creare un "ponte" verso la modernità per le aree più remote del globo dove, ad oggi, non è stato possibile garantire alcun collegamento stabile con la Rete.
 
Grazie a questo progetto sarà possibile fornire un collegamento alla Rete non solo agli abitanti delle aree più sperdute e disagiate del pianeta, ma anche garantire la continuità dei collegamenti telefonici in aree colpite da calamità naturali (come terremoti e tsunami) fornendo, così, un servizio di primaria importanza anche in situazioni di emergenza.
 
Il progetto prevede l'utilizzo di mongolfiere telecomandate ed alimentate ad energia solare, in grado di viaggiare a circa 20 chilometri dal suolo; ciascuna mongolfiera, ovviamente, sarà munita di potenti antenne (simili a quelle di alcuni satelliti per le telecomunicazioni) in collegamento con stazioni al suolo che fungeranno da ripetitori. I test del servizio inizieranno in questi giorni in Nuova Zelanda e, in caso di successo, verranno estesi anche ad altre aree del pianeta prima del lancio vero e proprio del servizio.
 
Di seguito il comunicato apparso sul blog di Google:
 
"Siamo convinti che potrebbe essere possibile costruire un anello di palloni che possano volare in tutto il mondo sui venti stratosferici, fornendo l'accesso a Internet a coloro che si trovano nella parte sottostante. Siamo solo all'inizio, ma abbiamo costruito un sistema che utilizza palloni portati dal vento ad altitudini due volte più elevate di quelle che raggiungono gli aerei commerciali, riuscendo a garantire accesso a Internet a terra a velocità simili alle reti 3G di oggi o più veloci nel futuro". (Mr.Webmaster.it)

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mercoledì 5 giugno 2013

Attesa per Iwatch: Apple brevetta la batteria “curva”

Una batteria «curva» per dispositivi elettronici portatili: è il brevetto appena riconosciuto a Apple che aggiunge - secondo gli analisti - un nuovo tassello nel mosaico che porterebbe al lancio di un iWatch .
 Questa batteria non servirebbe infatti per gli attuali iPhone e iPad ma potrebbe adattarsi a un oggetto più piccolo. Al mercato degli smart-watch guarda anche E-Ink, che ha presentato un’anteprima di mini schermi con inchiostro elettronico (lo stesso del Kindle) ad hoc per orologi-pc.
 L’attore su cui però si concentrano le principali attese per lo smart-watch resta Cupertino. Il nuovo brevetto, depositato già a gennaio di quest’anno, parla di una batteria «curva» «per facilitare l’uso efficiente dello spazio». Componente che potrebbe essere concepito dunque per un tipo di dispositivo diverso da iPad e iPhone, di dimensioni ancora minori.
 Anche E-Ink, azienda creatrice della tecnologia più diffusa per i lettori di eBook come il Kindle di Amazon, punta sul mercato della tecnologia indossabile: ha presentato alcuni schermi in formato «orologio da polso», da 1,73 pollici, dotati di inchiostro elettronico. Sono schermi flessibili basati su una tecnologia fatta di sottili pellicole di transistor firmata Sony che già debutterà negli smart-watch di Sonostar annunciati al Computex in corso a Taipei, Taiwan.
(Ansa)

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venerdì 3 maggio 2013

Discriminazioni sul lavoro: un altro cancro


E’ in crescita nel Regno Unito il numero di pazienti oncologici soggetto a molestie sul luogo di lavoro. Dal 23 al 37% in soli 3 anni. A dare la vergognosa notizia è l’associazione Macmillan Cancer Support, che da anni lavora per il miglioramento della qualità della vita dei malati dicancro e delle loro famiglie. Secondo ricerche pubblicate dal Centro, su più di 2000 britannici adulti affetti da neoplasie, uno su dieci ha subito vessazioni una volta rientrato dopo le cure, al punto di dover abbandonare il posto. Tra le discriminazioni: il rifiuto del datore di lavoro di concedere ‘tempo libero‘ per appuntamenti medici, essere scavalcati nelle promozioni, subire abusi dal capo o dai colleghi. Il tutto a dispetto dell’Equality Act 2010, contenente raccomandazioni sugli obblighi degli impiegati nella creazione di un ambiente favorevole al reinserimento lavorativo della persona malata e rispettoso dei suoi diritti. (West-info.eu)

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martedì 30 aprile 2013

Auguri www: il web libero festeggia 20 anni.


ROMA - Il World Wide Web, noto più semplicemente come Web, compie 20 anni di libertà: il 30 aprile del 1993 il Cern di Ginevra rendeva infatti pubblica la tecnologia utilizzata e la rendeva disponibile liberamente senza diritti . 
Noto con l'acronimo di Www oppure Web, questo servizio internet fu creato nel 1989 da Tim Berners-Lee, un ricercatore del Cern, per favorire la condivisione delle informazioni tra i fisici di univarsità e istituti di ricerca. Al momento dell'ideazione, il World Wide Web rappresentava soltanto uno dei molti servizi simili disponibili su Internet. La semplicità d'uso e soprattutto la decisione di renderlo un servizio libero e senza diritti ne portò alla rapida diffusione, tanto da essere oggi il più diffuso standard di trasmissione su Internet. 
Per celebrare l'anniversario della pubblicazione del documento che ha reso gratuita la tecnologia Web, il Cern ha avviato un progetto per ripristinare il primo sito della rete, oggi non più in linea, realizzato da Berners-Lee proprio per diffondere l'uso del Web e ospitato su un computer NeXT.

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La password più sicura sta per arrivare: si attiva con il pensiero


Analizziamo la forma composta passthought, dove pass sta per passaggio, accesso e thought corrisponde a pensiero. Richiama la parola password con cui in realtà ha attinenza. E’ una novità della tecnologia: attraverso un dispositivo (connesso tramite Bluetooth) si potrà semplicemente pensare una combinazione alfanumerica, passthought, che sarà decifrata leggendo le nostre onde cerebrali. In tal modo si potranno attivare procedure come per esempio l’uso del cellulare o altri strumenti ma soprattutto non ci sarà pericolo che occhi indiscreti o altri sistemi possano carpirla. In futuro è probabile che invece di digitare il nostro PIN (personal identification number) nel prelevare denaro al bancomat potremmo sfruttare questo mezzo per sconfiggere i c.d. shoulder surfer, dove shoulder sta per spalla e surfer chi naviga, va in surf, ossia chi, alle spalle della vittima, intenta ad utilizzare uno sportello automatico, ruba i dati composti sulla tastiera. (IlMessaggero.it)

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martedì 23 aprile 2013

Addio a Richie Havens


Roma, 23 apr. (Adnkronos) - E' morto stroncato da un attacco di cuore il musicista americano Richie Havens. Aveva 72 anni. Lo riferisce il sito della Cnn, precisando che la notizia della scomparsa del celebre cantautore e' stata diffusa dal suo agente. Havens, che si era ritirato dalle scene tre anni fa, aveva al suo attivo quasi quarant'anni di carriera e oltre trenta album registrati. la sua fama era legata soprattutto al suo senso del ritmo e al suo modo di suonare la chitarra, definito da John Lennon in un'intervista su 'Rolling Stone', "molto funky".


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venerdì 19 aprile 2013

Scoperti due nuovi pianeti fratelli della Terra


Si chiamano Kepler-62e e Kepler-62f e potrebbero offrire condizioni adatte alla vita.


Erano già alcuni mesi che non si sentiva parlare della scoperta di qualche nuovo "pianeta gemello della Terra", dopo l'individuazione di HD 40307g, nel novembre dello scorso anno.
Questa volta sono ben due i candidati e ancora una volta sono stati scoperti dal telescopio spaziale Kepler, il quale si sta rivelando uno strumento prezioso.
Gli ultimi "sosia" - in ordine di tempo - della Terra sono quindi stati battezzati Kepler-62e e Kepler-62f (si trovano infatti nel sistema chiamato Kepler-62 e sono rispettivamente il quinto e il sesto pianeta dal loro sole) ma, nonostante già qualcuno si sia lanciato nell'affermare che certamente ospitano acqua allo stato liquido e fors'anche la vita, la NASA è molto più cauta.
Entrambi si trovano infatti nella cosiddetta "zona abitabile", ossia a una distanza tale dalla propria stella da rendere possibile la presenza di acqua liquida e una temperatura compatibile con la vita.
Kepler-62f è il 40% più grande della Terra ed è probabile che sia fatto di roccia; Kepler-62e, invece, è il 60% più grande della Terra.
John Grunsfeld, della NASA, spiega: «La scoperta di questi pianeti rocciosi nella zona abitabile ci porta un po' più vicini a scoprire un posto simile a casa nostra. È solo una questione di tempo prima che scopriamo se la galassia ospiti una moltitudine di pianeti come la Terra o se siamo una rarità».
Kepler-62e completa un'orbita in 122 giorni, mentre il fratello impiega 267 giorni; di quest'ultimo gli scienziati sono riusciti a calcolare le dimensioni, ma massa e composizione ancora non sono noti.
Per individuare i pianeti e permettere di trarre conclusioni circa le loro dimensioni e composizione, Kepler analizza le variazioni nella luminosità di una stella di riferimento quando un "pianeta candidato" le passa davanti; in base a questi dati, tramite varie tecniche di analisi, è possibile fare ipotesi sui dati più interessanti (massa, dimensioni, temperatura e via dicendo).
«Conosciamo una sola stella intorno alla quale orbiti un pianeta che ospita la vita, il Sole. Trovare un pianeta nella zona abitabile di una stella simile al nostro sole è una pietra miliare importante verso la scoperta di pianeti davvero simili alla Terra» 
spiega Thomas Barclay, scienziato che si occupa della missione Kepler al Bay Area Environmental Research Institute diSonoma, in California (USA).(ZeusNews)

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venerdì 12 aprile 2013

Google lancia il testamento (per la vita digitale).


Cosa fare dei nostri dati e account dopo una lunga latitanza o, peggio, la nostra dipartita? Il motore di ricerca offre la soluzione
Che succede dopo la morte? Nessuno lo sa veramente. Cosa succede della nostra vita digitale quando l’abbandoniamo, o per noia o per improvvisa e involontaria dipartita da questa terra? In realtà, anche di questo poco si sa, ma Google ha deciso, per quel che riguarda i suoi servizi, di regalarci qualche certezza. Il motore di ricerca ha infatti introdotto uno strumento che permette di esprimere le proprie volontà per il futuro del nostro account. Tecnicamente si chiamaGestione Account Inattivo , nome neutro e rassicurante, ma è evidente che funziona come una sorta di testamento. Permette, infatti, di esprimere ciò che si vuole fare con i propri dati ospitati sulla rete dopo la morte, o, più semplicemente, quando si decide di smettere di usare il proprio account per un lungo periodo di tempo.  
 
L’idea si presta a un facile umorismo (macabro), e se non fosse trascorso da tempo il primo aprile si potrebbe pensare a una delle molte burle di Google. Ma burla o no, questo tool risolverebbe un problema serio. Molte persone hanno fatto l’esperienza di un profilo Facebook che continua a esserci proposto o che occhieggia con il volto di una persona amica, anche quando questa ci ha, purtroppo, lasciato. Una situazione che può essere dolorosa e incresciosa e a cui bene ha fatto Google a porre mano. 
 
“A molti di noi non piace pensare alla morte - in particolare la nostra,” ha scritto il Product Manager Andreas Tuerk in un post sul blog , “ma fare progetti per ciò che accade dopo che te ne sei andato è molto importante per le persone che si lasciano alle spalle. Così oggi, stiamo lanciando una nuova funzione che rende facile comunicare a Google ciò che si vuole fare con le risorse digitali quando si muore o non può più usare il proprio account”. 
 
Avete idea di quanta parte di voi galleggia nel mondo virtuale? La soluzione consente di istruire i server su cosa fare con i vostri messaggi di Gmail, vale a dire una fitta corrispondenza anche molto personale, i dati del profilo di Google+, i post di Blogger, i file del disco, le foto dell’album Picasa, magari ricordi imperdibili, i dati di Google Voice e i video di YouTube. Con pochi clic si può scegliere cosa si desidera recuperare e cosa affidare all’oblio. Google potrà inviare il pacchetto a “contatti attendibili”, sebbene resti qualche dubbio sul modo in cui propri cari riceverebbero tutti i dati della vita online che avevamo affidati a Google. 
 
Tra le impostazioni a disposizione, c’è il periodo di tempo di inattività oltre il quale il motore di ricerca avrà il via libera per cancellare i propri dati: tre, sei, nove o 12 mesi. È chiaro che un simile strumento consente anche di prevedere una certa pulizia e attenzione alla privacy, e magari un incentivo a non lasciare languire per troppo tempo i nostri account, a tutto vantaggio della vivacità dei servizi di Google. Ma questo è poco rilevante. L’idea di disporre della propria eredità digitale, senza mettere nei guai i posteri e proteggendo, magari, documenti, testi ed espressioni che vogliamo scompaiano con noi sembra saggiamente in linea con il nuovo stile di vita.  (La Stampa.it)

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venerdì 5 aprile 2013

Il combustibile eco si fa col microrganismo Ogm


Copiando il meccanismo della fotosintesi si produce energia dall'anidride carbonica

E' stato sviluppato un microrganismo geneticamente modificato in grado di convertire l'anidride carbonica in un combustibile ecologico. La ricerca è stata condotta presso la University of Georgia e pubblicata suProceedings of National Academies of Sciences.
Il processo - Il team di ricercatori ha sviluppato una metodologia per selezionare la CO2 presente nell'atmosfera e trasformarlo in prodotti industriali, tra cui il carburante. Il metodo segue il percorso della fotosintesi attraverso cui le piante utilizzano la luce solare, per trasformare acqua e anidride carbonica in zuccheri, e se ne servono per produrre energia. I ricercatori hanno creato un microrganismo, manipolando il materiale genetico, per imitare il processo. Per lo studio sono partiti dal Pyrococcus furiosus un microrganismo che si nutre di carboidrati nelle acque surriscaldate dell'oceano vicine a sfiati geotermici:

Biomasse, adieu Gli scienziati hanno poi modificato il microrganismo in modo che potesse alimentarsi a temperature inferiori. Hanno poi usato gas idrogeno per creare una reazione chimica nel microrganismo e integrato la CO2 con l'acido 3-idrossipropionico, una sostanza chimica industriale usata per fare acrilici e altri prodotti.
Michael Adams, a capo della ricerca, ha spiegato: "Grazie alla scoperta siamo in grado di eliminare le piante come intermediari, e di estrarre l'anidride carbonica direttamente dall'atmosfera per trasformarla in prodotti utili, senza dover passare attraverso elementi ricavati da biomasse altrimenti utili per l'alimentazione, come la coltivazione delle piante e l'estrazione degli zuccheri". Oltre alla produzione di prodotti industriali, altre manipolazioni genetiche potrebbero consentire al microrganismo di produrre altri prodotti, compresi i combustibili.

I limiti - Tuttavia il ciclo di conversione dipende ancora dai combustibili fossili. Infatti, i ricercatori hanno utilizzato l'idrogeno come fonte di energia, la cui sorgente più facilmente disponibile è al momento il gas naturale, un combustibile fossile. Adams ha aggiunto: "Nella ricerca a lungo termine ci auguriamo di poter utilizzare idrogeno da fonti rinnovabili biologiche, come da alghe fotosintetiche o rifiuti dei prodotti di fermentazione". In ogni caso, il combustibile prodotto con il Pyrococcus furiosus è a zero emissioni perché quando brucia rilascia la stessa quantità di CO2 utilizzata per crearlo e ciò lo rende più pulito di benzina, petrolio e carbone.(TGCom24)
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venerdì 15 marzo 2013

Tunnel carpale? Arriva Bat, il primo mouse wireless levitante


Roma, 13 mar. (Ign) - Si chiama Bat ed è ancora in fase di test, ma l'obiettivo che si propone è quello di prevenire e curare una delle malattie contemporanee più comuni: la Sindrome del tunnel carpale.Si tratta del primo mouse wireless levitante. Presentato dal designer Vabin Kibardin sul sito ufficiale Kibardindesign, è dotato di una base composta da un anello magnetico che gli permatte di 'galleggiare' a circa 40 mm quando non viene utilizzato, per poi abbassarsi a 10 mm dalla scrivania quando invece vi si appoggia la mano sopra per usarlo. Il mouse raggiunge un’altezza minima supportando fino a 1 kg di peso.Proprio la sua particolare peculiarità di fluttuare in aria, a detta infatti del suo inventore, permetterebbe di risolvere alcune problematiche che investono chi, con il computer, ci lavora molto.La Sindrome del Tunnel Carpale è la neuropatia (patologia che colpisce il sistema nervoso periferico) più frequente ed è dovuta alla compressione del nervo mediano al polso nel suo passaggio attraverso il tunnel carpale.

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martedì 12 marzo 2013

Uno" sguardo" al nuovo Samsung Galaxy S4


(AGI) - Roma, 12 mar. - Non e' ancora in grado di leggere nel pensiero, ma il nuovo Samsung Galaxy S4 e' stato concepito per seguire e interpretare lo sguardo. Le indiscrezioni pubblicate dal New York Times danno per certa la rivoluzionaria tecnologia di 'Eye tracking' che permettera' al super-smartphone di seguire i nostri occhi. L'ultimo gioiello del colosso sudcoreano sara' quindi in grado scorrere le pagine quando si e' arrivati alla fine del testo e di mettere in pausa un video quando si distoglie lo sguardo dal display. L'appuntamento per la presentazione e' per il 14 marzo a New York, ma intanto sui siti specializzati si parla anche delle altre caratteristiche del Galaxy S4: schermo ad altissima definizione (full HD) da 4,99 pollici, 2 giga di Ram (molto piu' potente di un netbook) e una fotocamera da 13 megapixel, piu' del doppio del concorrente iPhone 5 di Apple. (AGI) 

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venerdì 8 marzo 2013

Facebook cambia look: "rivoluzione" per foto, video e musica


(AGI) - Menlo Park (California), 8 mar. - Facebook cambia look con una 'rivoluzione' principalmente nella sezione notizie (news feed). Le foto, che rappresentano oltre il 50% del materiale condiviso dagli utenti, diventano protagoniste del social network, assieme alla musica che avra' una sezione dedicata. Si tratta della piu' radicale trasformazione di Facebook dal 2006, quando fu introdotto il news feed. Mark Zuckerberg ha spiegato che il social network diventera' un "giornale personalizzato" con diverse sezioni da esplorare, orientate soprattutto su immagini e video. Il restyling  consentirà di organizzare meglio le 'notizie' pubblicate e di dividerle per area di interesse. Piu' curata anche la parte 'mobile' per tablet e smartphone: da ora in poi ci sara' un unico layout.

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giovedì 7 marzo 2013

Addio ad Alvin Lee, infiammò Woodstock con il suo assolo


In poche righe, pubblicate sul suo sito personale, le figlie e la compagna di Alvin Lee hanno annunciato la morte improvvisa, a 68 anni, del grande chitarrista britannico, causata da "impreviste conseguenze di un intervento chirurgico di routine". "Abbiamo perso un meraviglioso e amatissimo padre e compagno, il mondo ha perso un grande e talentuoso musicista", hanno scritto Jasmin, Evi e Suzanne sul sito. Era soprannominato  "Captain speed fingers", per la velocità di esecuzione dei suoi assoli, come quello di I'm Going Home con cui infiammò Woodstock nell'agosto del 1969, insieme alla sua band, i Ten Years After. Il 7 aprile avrebbe dovuto tenere un concerto all'Olympia di Parigi

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Metodo Vannoni sulle staminali?


Nelle ultime settimane si è parlato tantissimo del metodo Vannoni sulle staminali, un metodo scientifico che, attraverso proprio le cellule staminali, permette di combattere patologie praticamente incurabili. E’ stata la trasmissione Le Iene che ha voluto far maggiore chiarezza sul metodo Vannoni sulle staminali, un procedimento che è stato bloccato dal Consiglio Superiore di Sanità. Prima di scendere nei particolari riguardo tale blocco giudiziario, vogliamo spiegarvi in che consiste il metodo Vannoni sulle staminali.

Come funziona il metodo Vannoni

Si parte innanzitutto dal presupposto che le cellule staminali siano una grandissima risorsa per l’organismo umano, garantiscono praticamente la vita a tutti noi. Il metodo Vannoni sulle staminali prevede in poche parole che tali cellule siano estratte in modo attivo. Principalmente le si preleva dalla parte spugonsa dell’osso del bacino, tale osso viene poi lavorato ricavando cinque tipi diversi di cellule staminali, chiaramente ognuna ha le sue funzioni. Attraverso il metodo Vannoni sulle staminali queste vengono moltiplicate e iniettate in quantità maggiore nell’organismo umano. Con un massimo di due iniezioni di cellule staminali si avrà un miglioramento della patologia, debellandola completamente. Chiaramente, essendo una terapia e non un metodo miracoloso, può capitare che negli anni la patologia si ripresenti, ma grazie al metodo Vannoni sulle staminali si riuscirà sempre a combatterla.
Il perché del blocco giudiziario?
C’è stato però un blocco sul metodo Vannoni sulle staminali da parte della Comunità europea, questo perché il dottor Vannoni non ha scelto la strada della sperimentazione, come obbliga il Consiglio Superiore di Sanità, ma si è avvalso delle cure compassionevoli. In poche parole c’è stata un’interruzione perché le terapie non vengono svolte in un laboratorio farmaceutico e ciò non è permesso dalla Comunità Europea. (paperblog.com)

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