venerdì 12 aprile 2013

Google lancia il testamento (per la vita digitale).


Cosa fare dei nostri dati e account dopo una lunga latitanza o, peggio, la nostra dipartita? Il motore di ricerca offre la soluzione
Che succede dopo la morte? Nessuno lo sa veramente. Cosa succede della nostra vita digitale quando l’abbandoniamo, o per noia o per improvvisa e involontaria dipartita da questa terra? In realtà, anche di questo poco si sa, ma Google ha deciso, per quel che riguarda i suoi servizi, di regalarci qualche certezza. Il motore di ricerca ha infatti introdotto uno strumento che permette di esprimere le proprie volontà per il futuro del nostro account. Tecnicamente si chiamaGestione Account Inattivo , nome neutro e rassicurante, ma è evidente che funziona come una sorta di testamento. Permette, infatti, di esprimere ciò che si vuole fare con i propri dati ospitati sulla rete dopo la morte, o, più semplicemente, quando si decide di smettere di usare il proprio account per un lungo periodo di tempo.  
 
L’idea si presta a un facile umorismo (macabro), e se non fosse trascorso da tempo il primo aprile si potrebbe pensare a una delle molte burle di Google. Ma burla o no, questo tool risolverebbe un problema serio. Molte persone hanno fatto l’esperienza di un profilo Facebook che continua a esserci proposto o che occhieggia con il volto di una persona amica, anche quando questa ci ha, purtroppo, lasciato. Una situazione che può essere dolorosa e incresciosa e a cui bene ha fatto Google a porre mano. 
 
“A molti di noi non piace pensare alla morte - in particolare la nostra,” ha scritto il Product Manager Andreas Tuerk in un post sul blog , “ma fare progetti per ciò che accade dopo che te ne sei andato è molto importante per le persone che si lasciano alle spalle. Così oggi, stiamo lanciando una nuova funzione che rende facile comunicare a Google ciò che si vuole fare con le risorse digitali quando si muore o non può più usare il proprio account”. 
 
Avete idea di quanta parte di voi galleggia nel mondo virtuale? La soluzione consente di istruire i server su cosa fare con i vostri messaggi di Gmail, vale a dire una fitta corrispondenza anche molto personale, i dati del profilo di Google+, i post di Blogger, i file del disco, le foto dell’album Picasa, magari ricordi imperdibili, i dati di Google Voice e i video di YouTube. Con pochi clic si può scegliere cosa si desidera recuperare e cosa affidare all’oblio. Google potrà inviare il pacchetto a “contatti attendibili”, sebbene resti qualche dubbio sul modo in cui propri cari riceverebbero tutti i dati della vita online che avevamo affidati a Google. 
 
Tra le impostazioni a disposizione, c’è il periodo di tempo di inattività oltre il quale il motore di ricerca avrà il via libera per cancellare i propri dati: tre, sei, nove o 12 mesi. È chiaro che un simile strumento consente anche di prevedere una certa pulizia e attenzione alla privacy, e magari un incentivo a non lasciare languire per troppo tempo i nostri account, a tutto vantaggio della vivacità dei servizi di Google. Ma questo è poco rilevante. L’idea di disporre della propria eredità digitale, senza mettere nei guai i posteri e proteggendo, magari, documenti, testi ed espressioni che vogliamo scompaiano con noi sembra saggiamente in linea con il nuovo stile di vita.  (La Stampa.it)

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venerdì 5 aprile 2013

Il combustibile eco si fa col microrganismo Ogm


Copiando il meccanismo della fotosintesi si produce energia dall'anidride carbonica

E' stato sviluppato un microrganismo geneticamente modificato in grado di convertire l'anidride carbonica in un combustibile ecologico. La ricerca è stata condotta presso la University of Georgia e pubblicata suProceedings of National Academies of Sciences.
Il processo - Il team di ricercatori ha sviluppato una metodologia per selezionare la CO2 presente nell'atmosfera e trasformarlo in prodotti industriali, tra cui il carburante. Il metodo segue il percorso della fotosintesi attraverso cui le piante utilizzano la luce solare, per trasformare acqua e anidride carbonica in zuccheri, e se ne servono per produrre energia. I ricercatori hanno creato un microrganismo, manipolando il materiale genetico, per imitare il processo. Per lo studio sono partiti dal Pyrococcus furiosus un microrganismo che si nutre di carboidrati nelle acque surriscaldate dell'oceano vicine a sfiati geotermici:

Biomasse, adieu Gli scienziati hanno poi modificato il microrganismo in modo che potesse alimentarsi a temperature inferiori. Hanno poi usato gas idrogeno per creare una reazione chimica nel microrganismo e integrato la CO2 con l'acido 3-idrossipropionico, una sostanza chimica industriale usata per fare acrilici e altri prodotti.
Michael Adams, a capo della ricerca, ha spiegato: "Grazie alla scoperta siamo in grado di eliminare le piante come intermediari, e di estrarre l'anidride carbonica direttamente dall'atmosfera per trasformarla in prodotti utili, senza dover passare attraverso elementi ricavati da biomasse altrimenti utili per l'alimentazione, come la coltivazione delle piante e l'estrazione degli zuccheri". Oltre alla produzione di prodotti industriali, altre manipolazioni genetiche potrebbero consentire al microrganismo di produrre altri prodotti, compresi i combustibili.

I limiti - Tuttavia il ciclo di conversione dipende ancora dai combustibili fossili. Infatti, i ricercatori hanno utilizzato l'idrogeno come fonte di energia, la cui sorgente più facilmente disponibile è al momento il gas naturale, un combustibile fossile. Adams ha aggiunto: "Nella ricerca a lungo termine ci auguriamo di poter utilizzare idrogeno da fonti rinnovabili biologiche, come da alghe fotosintetiche o rifiuti dei prodotti di fermentazione". In ogni caso, il combustibile prodotto con il Pyrococcus furiosus è a zero emissioni perché quando brucia rilascia la stessa quantità di CO2 utilizzata per crearlo e ciò lo rende più pulito di benzina, petrolio e carbone.(TGCom24)
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venerdì 15 marzo 2013

Tunnel carpale? Arriva Bat, il primo mouse wireless levitante


Roma, 13 mar. (Ign) - Si chiama Bat ed è ancora in fase di test, ma l'obiettivo che si propone è quello di prevenire e curare una delle malattie contemporanee più comuni: la Sindrome del tunnel carpale.Si tratta del primo mouse wireless levitante. Presentato dal designer Vabin Kibardin sul sito ufficiale Kibardindesign, è dotato di una base composta da un anello magnetico che gli permatte di 'galleggiare' a circa 40 mm quando non viene utilizzato, per poi abbassarsi a 10 mm dalla scrivania quando invece vi si appoggia la mano sopra per usarlo. Il mouse raggiunge un’altezza minima supportando fino a 1 kg di peso.Proprio la sua particolare peculiarità di fluttuare in aria, a detta infatti del suo inventore, permetterebbe di risolvere alcune problematiche che investono chi, con il computer, ci lavora molto.La Sindrome del Tunnel Carpale è la neuropatia (patologia che colpisce il sistema nervoso periferico) più frequente ed è dovuta alla compressione del nervo mediano al polso nel suo passaggio attraverso il tunnel carpale.

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martedì 12 marzo 2013

Uno" sguardo" al nuovo Samsung Galaxy S4


(AGI) - Roma, 12 mar. - Non e' ancora in grado di leggere nel pensiero, ma il nuovo Samsung Galaxy S4 e' stato concepito per seguire e interpretare lo sguardo. Le indiscrezioni pubblicate dal New York Times danno per certa la rivoluzionaria tecnologia di 'Eye tracking' che permettera' al super-smartphone di seguire i nostri occhi. L'ultimo gioiello del colosso sudcoreano sara' quindi in grado scorrere le pagine quando si e' arrivati alla fine del testo e di mettere in pausa un video quando si distoglie lo sguardo dal display. L'appuntamento per la presentazione e' per il 14 marzo a New York, ma intanto sui siti specializzati si parla anche delle altre caratteristiche del Galaxy S4: schermo ad altissima definizione (full HD) da 4,99 pollici, 2 giga di Ram (molto piu' potente di un netbook) e una fotocamera da 13 megapixel, piu' del doppio del concorrente iPhone 5 di Apple. (AGI) 

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venerdì 8 marzo 2013

Facebook cambia look: "rivoluzione" per foto, video e musica


(AGI) - Menlo Park (California), 8 mar. - Facebook cambia look con una 'rivoluzione' principalmente nella sezione notizie (news feed). Le foto, che rappresentano oltre il 50% del materiale condiviso dagli utenti, diventano protagoniste del social network, assieme alla musica che avra' una sezione dedicata. Si tratta della piu' radicale trasformazione di Facebook dal 2006, quando fu introdotto il news feed. Mark Zuckerberg ha spiegato che il social network diventera' un "giornale personalizzato" con diverse sezioni da esplorare, orientate soprattutto su immagini e video. Il restyling  consentirà di organizzare meglio le 'notizie' pubblicate e di dividerle per area di interesse. Piu' curata anche la parte 'mobile' per tablet e smartphone: da ora in poi ci sara' un unico layout.

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giovedì 7 marzo 2013

Addio ad Alvin Lee, infiammò Woodstock con il suo assolo


In poche righe, pubblicate sul suo sito personale, le figlie e la compagna di Alvin Lee hanno annunciato la morte improvvisa, a 68 anni, del grande chitarrista britannico, causata da "impreviste conseguenze di un intervento chirurgico di routine". "Abbiamo perso un meraviglioso e amatissimo padre e compagno, il mondo ha perso un grande e talentuoso musicista", hanno scritto Jasmin, Evi e Suzanne sul sito. Era soprannominato  "Captain speed fingers", per la velocità di esecuzione dei suoi assoli, come quello di I'm Going Home con cui infiammò Woodstock nell'agosto del 1969, insieme alla sua band, i Ten Years After. Il 7 aprile avrebbe dovuto tenere un concerto all'Olympia di Parigi

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Metodo Vannoni sulle staminali?


Nelle ultime settimane si è parlato tantissimo del metodo Vannoni sulle staminali, un metodo scientifico che, attraverso proprio le cellule staminali, permette di combattere patologie praticamente incurabili. E’ stata la trasmissione Le Iene che ha voluto far maggiore chiarezza sul metodo Vannoni sulle staminali, un procedimento che è stato bloccato dal Consiglio Superiore di Sanità. Prima di scendere nei particolari riguardo tale blocco giudiziario, vogliamo spiegarvi in che consiste il metodo Vannoni sulle staminali.

Come funziona il metodo Vannoni

Si parte innanzitutto dal presupposto che le cellule staminali siano una grandissima risorsa per l’organismo umano, garantiscono praticamente la vita a tutti noi. Il metodo Vannoni sulle staminali prevede in poche parole che tali cellule siano estratte in modo attivo. Principalmente le si preleva dalla parte spugonsa dell’osso del bacino, tale osso viene poi lavorato ricavando cinque tipi diversi di cellule staminali, chiaramente ognuna ha le sue funzioni. Attraverso il metodo Vannoni sulle staminali queste vengono moltiplicate e iniettate in quantità maggiore nell’organismo umano. Con un massimo di due iniezioni di cellule staminali si avrà un miglioramento della patologia, debellandola completamente. Chiaramente, essendo una terapia e non un metodo miracoloso, può capitare che negli anni la patologia si ripresenti, ma grazie al metodo Vannoni sulle staminali si riuscirà sempre a combatterla.
Il perché del blocco giudiziario?
C’è stato però un blocco sul metodo Vannoni sulle staminali da parte della Comunità europea, questo perché il dottor Vannoni non ha scelto la strada della sperimentazione, come obbliga il Consiglio Superiore di Sanità, ma si è avvalso delle cure compassionevoli. In poche parole c’è stata un’interruzione perché le terapie non vengono svolte in un laboratorio farmaceutico e ciò non è permesso dalla Comunità Europea. (paperblog.com)

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mercoledì 27 febbraio 2013

Batterie elastiche per pc indossabili


Possono essere piegate, avvolte e si allungano fino al 300% della loro dimensione originale

ROMA
Si allungano fino al 300% della loro dimensione originale e si ricaricano senza fili, via wireless: sono le prime batterie flessibili agli ioni di litio, grazie alle quali monitor avvolgibili e computer indossabili diventano più vicini. Il risultato, descritto sulla rivista Nature Communications si deve a un gruppo di ricerca coordinato dall’americano John Rogers dell’università dell’Illinois. 
 
Le batterie possono funzionare fino a 8-9 ore prima di essere ricaricata e continuano a essere efficienti anche dopo essere stata stirate, piegate, avvolte. Il processo di allungamento è reversibile e le batterie sono capaci di 20 cicli di ricarica. In più hanno il vantaggio che si ricaricano senza fili, via wireless. Secondo gli autori le batterie flessibili potrebbero essere usate nell’elettronica flessibile, per esempio in dispositivi simili a «pelli» robotiche da applicare sul corpo umano, per monitorare la salute, o per schermi arrotolabili. La capacità di queste batterie estensibili, sottolineano gli autori, è simile alle batterie tradizionali al litio delle stesse dimensioni. Potrebbero tornare utili nella fabbricazione di dispositivi come gli orologi-pc, allo studio di aziende come Apple e Samsung 
 
Anche se la ricerca sui dispositivi elettronici procede a grandi passi e con buoni risultati uno degli ostacoli è costituito dalla progettazione di una fonte di un alimentatore in grado di sopportare la flessione e l’allungamento, pur mantenendo le sue prestazioni di accumulo di energia. I ricercatori hanno superato questa difficoltà usando degli strati di silicio morbido su cui sono installati elettrodi interconnessi fra loro con dei sottilissimi cavi a spirale. La matrice di silicio è quadrata e trasparente e contiene 100 elettrodi. 
 
«I componenti della batteria sono montati fianco a fianco e collegati da fitti e lunghi fili a spirale» ha osservato uno degli autori, Yonggang Huang della Northwestern University. «Sono i fili a spirale - ha proseguito Huang - che permettono alle batterie di essere flessibili. Quando abbiamo allungato la batteria, i fili ondulate si sono spiegati come una fisarmonica. E possiamo allungare il dispositivo anche quando la batteria è al lavoro».  
(Ansa

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martedì 19 febbraio 2013

Addio a Hotmail, un pezzo della “vecchia” Internet


Dopo 18 anni, 16 di gestione Microsoft, il servizio Hotmail è pronto a dire addio alla Rete. Niente di traumatico, una scomparsa di un pezzo storico della “vecchia” Internet ampiamente annunciato da Redmond. Ma da oggi c’è l’ufficialità: con un post sul blog di Outlook l’azienda ha annunciato cheOutlook.com è pronto a uscire dalla fase preview e a sostituire di fatto la gloriosa webmail da 360 milioni di utenti.
Come raccontano le agenzie, dopo una massiccia campagna sulla privacy contro Google, Microsoft è pronta a dare l’attacco frontale a GMail con la web app creata in stile, e con la filosofia, di Windows 8. A seguito dell’introdzuione in “via sperimentale” del nuovo servizio la scorsa estate, Outlook.com ha già totalizzato una sessantina di milioni di utenti. E secondo Redmond è dunque “il servizio email con la crescita più rapida a livello mondiale”.
A cominciare già da oggi Microsoft inizierà il trasferimento, senza dolori, senza interruzioni del servizio e senza che gli utenti debbano fare qualcosa, degli account di Hotmail in Outlook.com, promettendo di mantenere password, contatti e, naturalmente, lo stesso indirizzo di posta elettronica. La massicia migrazione dovrebbe concludersi entro la prossima estate. Inizialmente sarà volontaria, poi man mano che il processo andrà avanti diventerà obbligatoria. Oltre a una connessione diretta con i social network, Outlook sarà integrato con SkyDrive, il servizio di cloud storage dell’azienda. In una sola parola: sharing. Condivisione. Un passo oltre la “vecchia” email, appunto.

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