mercoledì 9 novembre 2011

Orto in condotta: a Livorno merenda con pane e olio.

Livorno, 9 nov. - (Adnkronos) - Anche a Livorno si festeggia la Festa Nazionale dell'Orto in Condotta, la manifestazione promossa da Slow Food per rievocare simbolicamente la storia e la cultura contadina italiana. Venerdì 11 novembre, estate di San Martino e giorno della Festa, le scuole cittadine che hanno aderito al progetto e che quindi hanno un orto coltivato, si cimenteranno nel Gioco del Piacere, lasciando da parte le solite merendine per gustare pane e olio.
Tre etichette di olio (una del Nord, una del Centro e una del Sud Italia) saranno presentate ai bambini su una fetta di pane (a lievitazione naturale, di produzione locale, senza ingredienti aggiunti come noci, olive, fichi, ecc.) e verrà chiesto loro di esprimere un giudizio di piacevolezza sul prodotto assaggiato. L'obiettivo è chiaramente quello del recupero delle vecchie tradizioni affinchè si consumino pasti meno omologati, più locali e soprattutto di stagione.
Il Comune e la Provincia di Livorno hanno aderito all'iniziativa nazionale invitando le scuole della città a partecipare. Con il coordinamento del Cred (Centro Risorse Educative e Didattiche) si comincerà con i più piccoli già da domani giovedì 10 novembre con le scuole d'infanzia La Rosa, Barriera Margherita, Palazzina di via Pilo Albertelli, Alveare e Santelli; per proseguire nella giornata di venerdì 11 novembre con le scuole: Girasoli, Brin, Natali, Carducci, Modigliani e Dal Borro. Alla manifestazione prenderanno parte bambini, insegnanti, genitori, nonni, e produttori locali. Si ricorda che al momento in Italia sono oltre 400 gli orti attivi e di questi 200 parteciperanno alla festa.
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Superstiziosi in allarme per venerdi' 11-11-11

Palindromo di '1': l''ora x' saranno le 11 e 11 minuti, 11 secondi

Il prossimo venerdì sarà un giorno molto particolare, da far accapponare la pelle dei superstiziosi molto più che il classico 'venerdi' 13': infatti alle 11, 11 minuti e 11 secondi di venerdì prossimo, 11-11-11, si realizzerà un lungo palindromo fatto del numero 1. Il giorno palindromo è una data del calendario che, scritta in numeri gg/mm/aa, ha una perfetta simmetria nella lettura, ovvero si può leggere sia da sinistra verso destra sia se da destra verso sinistra. Nel caso di venerdì prossimo, che, secondo quanto riferisce il giornale britannico The Guardian, sembra addirittura sia una data presa d'assalto per cerebrale matrimoni e altri eventi, avremo un 11-11-11, che alle ore 11 e 11, farà un palindromo a 12 cifre. Non ne avremo altri simili per i prossimi 100 anni.
Altri palindromi recenti sono stati il 10 ottobre dello scorso anno alle 10 e 10 (10:10 del 10-10-10); un altro si e 'verificato alle ore 01:01:01 del 01-01-01. Ma il palindromo del prossimo venerdi' ha ispirato e dato il titolo addirittura a un film, horror, del regista Darren Lynn Bousman e sembra che, per chi ci crede certo, questa data voglia dire qualcosa e che il numero 11 11, classica cosa da film horror, sarebbe in grado di mettere in contatto gli uomini con il mondo del soprannaturale.
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martedì 8 novembre 2011

Gatta percorre 3000 Km per tornare dal fratello

Sydney, 8 nov. (Adnkronos) - Una gatta australiana di 10 anni ha percorso 3mila chilometri per tornare nella casa dove era rimasto il fratello. Questo è quanto ha raccontato la padrona dei due animali, Sheree Gale. La donna si era straferita nel 2010 a Darwin, lasciando la sua fattoria che si trovava dall'altro capo dell'Australia, vicino ad Adelaide. Gale aveva portato con sé la gatta Jessie, mentre l'altro, Jack, era rimasto alla fattoria, in quanto non era tornato a casa in tempo per il volo.
Sheree era comunque rimasta in contatto con i nuovi padroni della casa ad Adelaide, che avevano accolto Jack. Jessie ha quindi percorso i 3mila chilometri che la separavano dal fratello, in un viaggio di 15 mesi. "Nel maggio 2011 [i nuovi padroni di casa] mi dissero che Jessie era da loro. Mi hanno mandato delle foto, e non c'era dubbio. Era proprio Jessie", ha detto la Gale. La donna ha anche detto che non vuole separare nuovamente i due animali, e che Jessie resterà con Jack dai nuovi padroni ad Adelaide.
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Pagine Google+: ecco una mini-guida

Cosa fare e cosa non poter fare con le pagine Google+: dalla personalizzazione del profilo all'integrazione con il proprio sito Web.

Google ha appena introdotto le pagine Google+. Le pagine sono per aziende, prodotti, marchi, siti web, negozi quello che i profili sono per le persone. Con le pagine è possibile interagire con i propri clienti, visitatori, ammiratori. Creare una pagina Google+ è semplice: basta avere un profilo google plus e fare clic sul pulsante Crea una pagina che compare in fondo alla colonna di destra. Ma a che serve e cosa si può fare con le pagine Google+?

Che cos’è Pagine Google+
È una pagina all’interno del social network Google+ che non rappresenta una persona ma un negozio, un’azienda, un prodotto e così via. Gli altri utenti di Google+ potranno seguire la pagina (in linguaggio Google+: “aggiungere la pagina ad una cerchia”) e ricevere informazioni oppure interagire con chi la gestisce. Il proprietario della pagina potrà pubblicare video, link, aggiornamenti e altri contenuti che saranno “distribuiti” a tutte le persone che seguono la pagina.

Cosa si può fare
Un’azienda, negozio o prodotto può fare molte delle cose che si possono fare con un profilo tradizionale: pubblicare link, album di foto, video; commentare, condividere e fare +1 su un post di un altro utente (non si può fare +1 al di fuori di Google+ però). Si può anche creare una videochat multi-utente (hangouts o videoritrovi) con le persone che appartengono alla propria cerchia e chattare con loro o vedere assieme video su Youtube. Non si può, a differenza del profilo, aggiungere una persona ad una cerchia se questa non segue già la pagina. Le pagine di Google+ supportano le menzioni (una sorta di messaggi diretti): per inviare un messaggio direttamente ad una persona basta scrivere il simbolo @ o + e il nome della persona.

Le opportunità per i negozi
Se siete una gelateria, un negozio di vestiti o qualsiasi altro esercizio commerciale potete usare le pagine di Google+ con qualcosa in più. Le pagine indirizzate ai negozi hanno infatti qualche funzione in più rispetto a quelle generiche. Al momento c’è poca roba: contengono, sulla colonna di sinistra, una mappa di Google Maps e, modificando il profilo, possono ospitare gli orari di apertura o di chiusura per ogni giorno della settimana. Magari un giorno vedremo i negozi di Google+ visualizzati anche sulle Google map tradizionali.

La forza delle cerchie
Un’azienda potrebbe usare le cerchie per segmentare i visitatori in base al loro rapporto con l’azienda. Al momento della creazione Google+ crea quatto diverse cerchie: Persone che seguo, Clienti, Vip, Membri del team. Un negozio potrebbe creare cerchie per provenienza (città, regione) oppure per interessi o ancora per fedeltà: ai clienti più fedeli potrebbero essere inviate promozioni dirette o messaggi personalizzati. Al momento è impossibile filtrare le persone che seguono una pagina Google+ per dati personali.

Personalizzare la pagina
Le personalizzazioni sono davvero poche. Appena creata la pagina del proprio profilo si possono aggiungere alcune informazioni (la descrizione, la pagina del sito Web ecc.). Per rendere la pagina meno piatta sarebbe bene aggiungere anche le cinque foto che la pagina Google+ può pubblicare in alto nel profilo: basta raggiungere la propria pagina Google+ (si trova sotto al proprio nome in alto a sinistra del profilo Google+ personale), fare clic sul pulsante del profilo (il terzo del set di icone in alto), premere il pulsante blu: modifica il profilo e fare clic sulla grande area grigia Aggiungi qualche foto qui.

Direct Connect
Direct connect (vedi un videodimostrativo) è una funzionalità che consente di seguire una pagina di Google+ direttamente da una ricerca, senza fare clic su “Aggiungi alla cerchia”. Al momento funziona solo sul motore di ricerca americano: andate su www.google.it e, in fondo, fate clic su Google.com in English. Cominciate poi a scrivere, ad esempio, +Google e vedrete che tra i suggerimenti i primi risultati saranno delle pagine di Google+. Facendo clic su una di esse sarà possibile abilitare la funzione Direct connect: per le successive ricerche sarà sufficiente far precedere dal segno + un nome di una pagina Web per seguirla direttamente. Per attivare Direct connect per la propria pagina si dovrà seguire il passo successivo.

Direct connect Google+
Collegare un sito alla pagina Google+ (direct connect)
Google abilita le pagine Google+ al servizio Direct connect attraverso un algoritmo che esamina la rilevanza e popolarità della pagina. Google, inoltre, cerca anche un link reciproco fra una pagina Google+ e il sito di riferimento. Per abilitare una pagina Google+ a Direct Connect è necessario, per prima cosa, aggiungere al profilo della pagina Google+ un link verso il sito di riferimento e, per seconda cosa, aggiungere il codice in un qualsiasi punto della homepage (naturalmente sostituite a [yourpageID] l’esatto ID della pagina Google+ che si trova nell’url). Più istruzioni sulla pagina del supporto dedicata a Direct connect.

Collegare un sito alla pagina Google+ (badge)
Facebook permette di seguire una pagina attraverso il pulsante “Mi piace” che può essere pubblicato in qualsiasi pagina Web. Lo stesso si potrà fare con i badge di Google+. I badge possono essere dinamici o statici: i primi hanno un pulsante “Aggiungi alle cerchie” che, se cliccato, aggiungerà automaticamente la pagina Google+ alla cerchia dell’utente che clicca, i secondi sono semplici link alla pagina Google+ con il logo del servizio. Al momento sono disponibili solo i badget statici che possono essere creati visitando il badgeconfiguration tool.

Cancellare una pagina Google+
Niente di più semplice: dalla homepage del profilo Google+ fate clic sulla piccola freccia che compare sotto al vostro nome in alto a sinistra e poi su Gestisci le tue pagine. Da lì è possibile eliminare le singole pagine Google+ facendo clic sul link Elimina. Un clic sul pulsante Gestisci porterà invece alla homepage della pagina Google+.

Collegare un annuncio AdWords alla pagina Google+
Quando si crea una campagna pubblicitaria Adwords è possibile aggiungere all’annuncio un pulsante +1. Attraverso delle estensioni dell’annuncio chiamate Estensioni social è possibile collegare il pulsante +1 dell’annuncio alla pagina Google+ in modo da accentrare nella stessa pagina tutte le raccomandazioni ricevute dagli utenti, sia da ricerca sia da campagne pubblicitarie. La funzionalità, ad oggi, non è stata ancora implementata (ma è stata creata la pagina di aiuto).

Cosa manca
Quasi tutto ci viene voglia di dire. A breve sarà aggiunto un sistema web analytics che consentirà di analizzare le interazioni degli utenti con una pagina Google+ (cosa che si può fare, per una pagina web tradizionale, attraverso gli strumenti per Webmaster di Google). Manca del tutto la personalizzazione della pagina e non è possibile aggiungere applicazioni in modo per arricchire la pagina stessa oppure, ad esempio, per pubblicare automaticamente feed. Manca, infine, anche la possibilità di aggiungere amministratori al di là di chi crea la pagina.Tratto da http://www.webnews.it
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Cyborg Vision, l'app per vedere con gli occhi di Terminator

Roma, 8 nov. - (Ign) - Per meno di un dollaro è ora possibile 'vedere' con gli occhi di 'Terminator'. 'Cyborg Vision', creata dagli hacker Haris Amin e Richard Cameron, è un'app tanto intelligente quanto inutile, ma sicuramente molto divertente. Attraverso la fotocamera dell'iPhone o dell'iPad, riconosce i nostri amici Facebook e scrive sullo schermo le informazioni su di loro in stile 'Terminator'. Basta puntare l'obiettivo sulla persona che abbiamo davanti e il programma analizzerà il suo viso, lo confronterà con i profili dei nostri amici su Facebook e una volta che l'avrà riconosciuto scriverà sullo schermo le informazioni e le novità che lo riguardano.
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lunedì 7 novembre 2011

Solo il 17% delle aziende italiane ha un edificio certificato

Milano, 7 nov. - (Adnkronos) - Aziende sempre più green più a parole che nei fatti, tanto che solo il 17% possiede un edificio certificato. A tracciare il quadro ci pensa un'analisi Ifma Italia (International Facility Management Association) che sarà presentata nell'ambito di Ambiente Integrato (in contemporanea con Clima Expo Roma dal 10 al 12 novembre), che fotografa un'Italia in forte ritardo sullo stato delle aziende quando si parla di efficienza energetica negli stabili.
Se infatti il 90% delle aziende coinvolte dall'indagine dichiarano di aver effettuato azioni di riqualificazione energetica in almeno uno dei propri edifici, solo il 17% delle aziende possiede un edificio certificato. Inoltre solo il 35% delle aziende ha richiesto finanziamenti per la realizzazione di interventi di riqualificazione e una percentuale ancora minore (30%) possiede e utilizza un modello per l'analisi energetica.
In particolare troppo poche aziende, sfruttano le ampie superfici dei tetti per l'installazione di pannelli solari, che potrebbero contribuire a una diminuzione della spesa energetica, ed anche il ricorso ai così detti 'cappotti' per l'isolamento termico degli edifici è una pratica poco diffusa.
Molte aziende, inoltre, in questo periodo di incertezza economica, risultano poco inclini ad apportare modifiche strutturali anche poco dispendiose, come quelle che riguardano i sistemi di illuminazione, e preferiscono invece promuovere, tra i dipendenti, una maggiore attenzione verso tutti quei piccoli accorgimenti che possono ridurre i consumi.
Esistono comunque forti differenze tra le azienda correlate al settore produttivo. Le imprese della telecomunicazione sono, in questo senso, quelle che risultano essere le più attente a creare una corrispondenza tra organizzazione dello spazio fisico e le reali necessita' di chi lo occupa, mentre nel settore bancario e assicurativo, questo approccio è ancora poco diffuso. Nelle aziende tradizionali infatti, anche l'organizzazione 'spaziale' del lavoro è assoggettata a valutazioni di natura gerarchica e non pratica.
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venerdì 4 novembre 2011

Occhi: con il laser scegli il colore

Un semplice intervento avvera il sogno.

Madre Natura ci ha fatti nascere con gli occhi castani, ma noi li desidereremmo azzurri. Fino a questo momento non restava che ricorrere alle lenti a contatto colorate, ma oggi un'equipe californiana promette di trasformare in realtà il sogno di un'iride azzurra grazie a un semplice intervento con la tecnologia laser.
L'esperimento è opera di Gregg Homer dello Stroma Medical, come riferito alla tv di Los Angeles KTLA. Attraverso un trattamento della durata di appena venti secondi utilizzando un fascio laser, il pigmento di melanina che rende l'iride marrone viene distrutto. Nelle due o tre settimane successive avviene, poi, una graduale trasformazione del colore dell'occhio. La procedura, assicura Homer, non provoca danni alla vista ma occorre tenere presente che si tratta di un intervento permanente.
Secondo Elmer Tu, professore associato della Clinica di oftalmologia dell'università dell'Illinois, tuttavia, l'intervento non è del tutto privo di rischi. Il cambio di colore "è effettivamente possibile se si utilizza il laser per far rilasciare il pigmento che dà origine al colore marrone. Ma tale pigmento, spiega l'esperto, "deve poi confluire da qualche parte". E non va dimenticato che il glaucoma pigmentario, che causa cecità, si ritiene sia dovuto proprio all'infiltrazione di melanina nel liquido che si trova dentro l'occhio. La malattia consiste infatti in un accumulo di granuli di pigmento che intasano il canale di fuoriuscita dell'umor acqueo, che si trova all'interno del bulbo oculare, con impedimento al deflusso ed aumento della pressione intraoculare.
In ogni caso Homer ha precisato che la tecnica ha ancora bisogno di un periodo di sperimentazioni, probabilmente un anno. Entro 18 mesi potrebbe essere disponibile all'estero mentre negli Usa si dovrà aspettare tre anni. Il costo per sfoggiare seducenti occhi blu si aggirerà intorno ai 5mila dollari (oltre 3.600 euro).  (TGCom)
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mercoledì 2 novembre 2011

Al via uno dei più grande parchi eolici.

Tre anni di cantieri e tante ricadute positive per il territorio compreso tra Toscana e Emilia Romagna: sarà un parco eolico da 122 MW, con 36 torri eoliche.
Al via il progetto del parco eolico “Poggio Tre Vescovi-Fresciano”, che sarà uno dei più grandi parchi eolici d'Italia. L'impianto, che, una volta terminato e messo a regime, avrà una capacità di 122.40 MW, sorgerà tra due Regioni, Romagna e Toscana, e tre province: Rimini, Forlì Cesena e Arezzo. Il parco eolico sarà composto da 36 torri eoliche alte 180 metri, distanti le une dalle altre circa 500 metri, dotate di aerogeneratori da 3,4 MW: 22 nel comune di Badia Tedalda, 11 nel comune di Verghereto e tre nel comune di Casteldelci. L’energia prodotta sarà trasportata attraverso un sistema di cavi sotterranei lungo 29 km alla stazione elettrica di Castelnuovo. Il costo complessivo dell’impianto è di 259 milioni di euro circa.
Molte le ricadute positive sui territori comunali interessati, a partire da quelli occupazionali: sono previsti infatti quasi 50 posti di lavoro entro i prossimi tre anni e gli appalti per la costruzione dell'impianto saranno destinati ad aziende locali. Inoltre, per i proprietari dei terreni in cui verranno installate le turbine, saranno previsti diritti di sfruttamento per la durata di 25 anni. (Zeroemissioni)
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martedì 1 novembre 2011

Da rifiuto a risorsa, in 5 anni 600 milioni di pc buttati

Roma, 31 ott. (Adnkronos) - Oltre schede madri, condensatori, alimentatori, Ram, dischi rigidi e Cpu, per costruire un normale computer desktop ci vogliono anche 240 kg di combustibile fossile, 23 kg di sostanze chimiche e 1.512 kg di acqua, secondo la stima di Eric D. Williams, dell'Arizona State University. Moltiplicando questi numeri per i 600milioni di computer dismessi negli ultimi cinque anni, la situazione assume proporzioni enormi.
Qualcuno, quindi, ha pensato bene di rimboccarsi le maniche per ridare vita ai computer dismessi, riportarli in funzione e risparmiare all'ambiente, per ogni singolo computer, 13 kg di rifiuti pericolosi, 35 kg di rifiuti solidi, altrettanti di rifiuti di materiali, 80 litri di acqua inquinata, 32 tonnellate di aria inquinata, 605 kg di anidride carbonica in termini di emissioni e 7.719 chilowatt di energia, secondo le stime dell'Environmental Protection Agency.
Sono i gruppi di "trashware", tanti in Italia e dislocati in tutte le regioni, che si dedicano al recupero dei computer da buttare via. Il termine è il frutto dell'unione di due parole, "trash", spazzatura, e "hardware", e indica l'attività mirata al recupero di hardware ritenuti non più produttivi da singoli, aziende e pubbliche amministrazioni, riutilizzandoli in altri contesti, attraverso altri soggetti.
Si inizia con il recupero di materiale informatico dismesso ma funzionante, lo si dota di software liberi e si consegna poi il computer restituito a nuova vita, a titolo gratuito, a progetti solidali, di utilità sociale o culturale. Solo in Italia, c'è l'associazione Oil (Officina Informatica Libera) di Torino e c'è il progetto Radis di Asti, ci sono il Trashware Cesena, il progetto Trashflow della Valdelsa e Binario Etico, tanto per citarne alcuni.
Tutti, portano avanti un'attività importante, se si considera che proprio in questi anni si sta verificando la prima massiccia dismissione di computer, complice l'informatica di largo consumo, iniziata negli anni Novanta, che ha portato almeno un pc in ogni casa e in ogni ufficio. Centinaia di milioni di computer, dichiarati 'morti', dovranno trovare una collocazione nella discarica. Se riutilizzati, almeno in parte, il compito potrebbe essere meno gravoso. Lo smaltimento dei pc è infatti tra i più pericolosi per il rischio di contaminazione ambientale che comporta.
I principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l'ambiente e la non biodegradabilità degli apparecchi. Per questo, i computer vanno trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti (rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo, mercurio). Questo tipo di rifiuti sono comunemente definiti Raee e sono regolamentati dalla Direttiva Raee (o Direttiva Weee da "Waste of electric and electronic equipment"), recepita in Italia dal Decreto "Raee".
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