sabato 28 gennaio 2012

Caffé: le tazzine uniscono l’Italia

Roma, 28 gen. - (Ign) - Da Milano a Napoli, la tazzina parla dialetto e riscopre la ‘saggezza popolare’. A crearle Chiara Parazzini, un ex manager, che ha scelto di seguire la propria passione, dando vita a Ceramidea Digitale. “Abbiamo cominciato con un regalo a uno zio – racconta Chiara – che parla solo in dialetto e sostiene, a ragione, che le nuove generazioni l’hanno perso. Spesso io stessa non riesco a capirlo. Per esempio una volta mi ha chiesto: ‘‘Ti piacciono le magiostre?’’. E io sono rimasta perplessa. Non sapevo fossero le ‘fragole’”. “L’idea della tazzina in dialetto poi è piaciuta – spiega - e anche al bar dietro casa, gestito da partenopei, me ne hanno chiesta una con ‘A bona campana se sente a’ luntano’”.
E poi per il compleanno dell’amico è arrivata quella d’ispirazione romana – molto apprezzata - con ‘anni e bicchieri di vino nun se contano mai’, mentre per chi non ha fortuna con le donne è perfetto il milanese ‘ul vin e i donn, a tiran scemu l’om’. Utile per tutti, invece, non si sa mai il consiglio da tenere bene a mente ‘Se pecora fai lupo ti mangia’.
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venerdì 27 gennaio 2012

"A noi Schettino a voi Auschwitz"

Una prima pagina che solleva un vespaio, soprattutto per la scelta di pubblicarla nel giorno della memoria. Il Giornale decide di andarci giù pesante per rispondere al discusso servizio-copertina del settimanale tedesco Der Spiegel, dedicato agli "italiani mordi e fuggi" - un'espressione, spiega il quotidiano della famiglia Berlusconi, "traducibile come italiani codardi" - e riferito alle vicende della Costa Concordia. "Con noi certe cose non accadono, perchè a differenza degli italiani siamo una razza", questo il passo contestato dell'articolo dello Spiegel (tradotto dal Fatto Quotidiano), che evidentemente al Giornale non è andato giù.
"A voi Auschwitz a noi Schettino" è il titolo che spicca in prima pagina, sotto al quale campeggia l'editoriale del direttore Alessandro Sallusti che tira in ballo Hitler e la soluzione finale. Questi alcuni passi significativi dell'articolo:
"Secondo Der Spiegel siamo un popolo di Schettino e non c'è da meravigliarsi di ciò che è successo al largo del Giglio. Di più: siamo tutte persone da evitare, un peso per l'Europa, un ostacolo allo sviluppo della moneta unica. Loro, i tedeschi, sì che sono bravi, «con noi certe cose non accadono perché a differenza degli italiani siamo una razza (...) Che i tedeschi siano una razza superiore lo abbiamo già letto nei discorsi di Hitler. Ricordarlo proprio oggi, giorno della memoria dell'Olocausto, quantomeno è di cattivo gusto. È vero, noi italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan Fleischauer (autore dell'articolo) di passeggeri ne hanno ammazzati sei milioni. Erano gli ebrei trasportati via treno fino ai campi di sterminio. E nessuno della razza superiore tedesca ha tentato di salvarne uno"
Poi il paragone azzardato tra l'obbedienza alle leggi di navigazione e quella alle leggi razziali, che da più parti fa gridare allo scandalo:
"È vero, noi italiani siamo fatti un po' così, propensi a non rispettare le leggi, sia quelle della navigazione che quelle razziali. I tedeschi invece sono più bravi. Li abbiamo visti all'opera nelle nostre città obbedire agli ordini di sparare su donne e bambini, spesso alla schiena. Per la loro bravura e superiorità hanno fatto scoppiare due guerre mondiali che per due volte hanno distrutto l'Europa"
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mercoledì 25 gennaio 2012

Nel 2012 il fritto non fa più male !!!

Il cibo fritto fa male al cuore? I risultati di una ricerca condotta all’Università Autonoma di Madrid negano che ci sia una correlazione tra il consumo di cibi fritti nell’olio (d’oliva o di girasole) e le malattie coronariche.
Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal, si è basato sull’osservazione di 40.757 persone di età compresa tra i 29 e i 69 anni. I volontari, privi di malattie legate al cuore, sono stati osservati per ben 11 anni con controlli che riguardavano la loro salute in generale e la dieta.
In 606 hanno riscontrato problemi al cuore mentre 1.134 sono stati i decessi registrati, ma in nessun caso è stata riscontrata una relazione tra malattie cardiache e il consumo di cibi fritti con olio d’oliva o girasole (i più usati nei Paesi del Mediterraneo).
“Il nostro studio sfata il mito che vuole il cibo fritto generalmente legato alle malattie al cuore", ha affermato con convinzione la dottoressa Guallar-Castillon. Secondo i ricercatori però tali risultati sarebbero differenti in un Paese in cui è più largo l’uso di oli solidi o riutilizzati.
Non sono mancate però polemiche, soprattutto da parte dei nutrizionisti iberici convinti che comunque quando si consuma del cibo fritto inevitabilmente si assumono più calorie dato l’assorbimento del grasso degli oli. Quindi, ricordano i nutrizionisti, aumenta il rischio di incorrere in problemi quali pressione alta, colesterolo ed obesità.
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martedì 24 gennaio 2012

Buonanotte...con Facebook!

Facebook ovunque, anche a letto. Spegniamo la luce e concediamoci al riposo notturno, ma non prima di aver dato una sbirciatina a cosa accade nella piazza virtuale più nota del mondo. E per non perderci neanche una virgola, il designer croato Tomislav Zvonarić ha realizzato il primo letto Facebook. Volete sapere di che si tratta?
La forma ricorda la celebre “f” minuscola, logo del social netorwk di Mark Zucherberg, ma non è solo una questione di design e di estetica. Il letto infatti dispone di un monitor, una sorta di postazione PC integrata alla spalliera, da cui è possibile postare l'ultimo stato prima di chiudere gli occhi e riposare.
Una chicca da avere assolutamente per gli appassionati di Facebook, il massimo dell'esagerazione e della dipendenza da social network, secondo altri. Ancora solo un prototipo, per fortuna o purtroppo secondo i vari punti di vista, è una vera e propria area di lavoro che consente agli utenti di controllare gli aggiornamenti di Facebook sul proprio computer, seduti nella parte superiore del letto.
Per il letto Facebook sono disponibili anche un supporto per la tastiera, uno scaffale per il mouse e una leggera rientranza dove collocare lo schermo di un computer. Inoltre, una sorta di sgabello di colore rosso, con tanto di logo di Facebook è situato nella parte superiore della "F".

Le dimensioni esatte del modello sono ancora sconosciute e se Zvonarić cercherà di produrlo e venderlo, probabilmente dovrà passare per l'approvazione del team di Facebook.
Mentre Facebook continua a raccogliere consensi e popolarità avvicinandosi al miliardo di utenti, previsto per l'estate, le aziende stanno cercando di capitalizzare in qualche modo la tendenza.

All'inizio di questa settimana, inoltre è stato annunciato che una discoteca in Brasile chiamata "Facebook" sarebbe stata realizzata a Epitaciolândia, vicino al confine boliviano dell'Amazzonia brasiliana.
"Il concetto alla base di Facebook (discoteca n.d.R.) è quello di condividere le idee, le avventure, le amicizie e le foto con i tuoi amici", ha detto a The Guardian il fondatore Umberto Camacho. "Quello che volevamo fare era costruire una discoteca con questo concept, dove la gente poteva venire e condividere le cose con i propri amici, passare una notte fredda, e condividere immagini, esperienze, insomma per divertirsi."
Dal riposto al divertimento, dalla socializzazione all'informazione. Da Facebook passa tutto questo. (Nextme.it)

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Ivano Fossati, l’addio da Fabio Fazio.

Lo scorso 2 Ottobre aveva scelto il programma di Fabio Fazio,  “Che tempo che fa” per annunciare il suo ritiro dal mondo della musica e ieri sera Ivano Fossati è stato ancora una volta ospite su Rai3 con lo speciale “La musica che gira intorno ovvero Ivano Fossati” per congedarsi dal suo pubblico. Non è la prima volta che il programma condotto da Fabio Fazio propone delle puntate speciali dedicate a grandi protagonisti della musica, si ricordino per esempio le serate dedicate a Fabrizio De André ed Enzo Jannacci: questa sera il pubblico e i fans avranno modo di omaggiare uno dei più grandi cantautori italiani.
Ivano Fossati è attualmente impegnato nel tour di promozione del suo ultimo album Decadancing” e negli scorsi mesi ha espresso l’intenzione di ritirarsi dalle scene. Ieri sera il cantautore genovese dunque ha salutato il suo pubblico e si è esibito proponendo i suoi brani più famosi da “Una notte in Italia” a “Mio fratello che guardi il mondo“, “Viaggiatori d’Occidente” fino a “La costruzione di un amore“.  Durante la serata Fossati ha ricevuto anche l’omaggio di alcuni amici come Zucchero e Fiorella Mannoia, lo spettacolo ha previsto inoltre un collegamento da Rio De Janeiro con Laura Pausini: la cantante in tour in Sud America  ha eseguito “La mia banda suona il rock“, uno dei suoi cavalli di battaglia durante i live in tutto il mondo. Fiorella Mannoia e Zucchero hanno dato vita ad un inedito duetto sulle note di “La musica che gira intorno“.
Tra i momenti imperdibili della serata ha emozionato poi un’intensa versione unplugged di “Pensiero Stupendo”; brano da sempre affidato all’interpretazione di Patty Pravo e che Fossati ha eseguito solo una volta dal vivo a Venezia. Da ricordare  anche i duetti di Fossati con Zucchero con “L’amore fa” e con Fiorella Mannoia con “I treni a vapore”.
Ci sarà tempo anche per le riflessioni e le considerazioni sulla vita, sulla musica e sulla carriera:  essendo genovese Fossati ha parlato anche della sua città e della recente disastrosa alluvione che l’ha colpita. La serata si è conclusa con la toccante e intensa esecuzione di Ivano Fossati al piano con  “C’è tempo” che segna (forse) la fine della sua lunga e felice carriera.
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domenica 22 gennaio 2012

Scambiarsi la password è un pericoloso pegno d'amore

È diventato di moda tra i giovani testimoniare il proprio amore, condividendo la password della posta elettronica, di Facebook o di altri account.
Fidanzati e fidanzate a volte creano pure una password identica, in modo che possano leggere le e-mail private e i testi dell’altro.
Per Rosalind Wiseman, autrice di “Queen Bees and Wannabes”, scambiarsi le password è in molti casi un modo metaforico di fare sesso.
Questo però può essere rischioso quando un rapporto non funziona più.
Da un recente studio di Pew Internet and American Life Project, riportato dal New York Times, è emerso che un adolescente su tre condivide la password con un amico, un fidanzato o una fidanzata.
Lo studio ha analizzato i dati di un sondaggio telefonico fatto su 799 ragazzi dai 12 ai 17 anni e condotto tra il 19 aprile e il 14 luglio 2011.
E' emerso che le ragazze sono molto più disponibili a dare la propria password ai loro ragazzi, col 38 per cento delle ragazze contro il 23 per cento dei ragazzi, mentre la condivisione è più alta fra ragazzi e le ragazze di età compresa tra i 15 e i 17 anni ( 41 - 43 per cento).
Il Times ha analizzato alcuni lati negativi di questa usanza, che vanno dalla ricerca ossessiva dell’infedeltà alle conseguenze che possono sopraggiungere quando un rapporto finisce.
Non è detto, inoltre, che, anche in buona fede, il partner non possa condividere la posta o le informazioni riservate dell’innamorata o dell’innamorato con gli amici, la famiglia o con uno sconosciuto seduto per caso vicino sul bus…
C'è qualcosa di puro e romantico nell'idea di condividere tutto e di non avere segreti l'uno dall'altro, ma essere riservati è meglio.
Se la fiducia è importante per qualsiasi rapporto, non bisogna ignorare che un minimo di privacy è sempre indispensabile, affinché un rapporto funzioni.
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sabato 21 gennaio 2012

Addio Etta James, voce soul e blues

NEW YORK – Lutto nel mondo della musica. Etta James, la leggendaria ed eclettica voce jazz, blues e R&B che il 25 gennaio avrebbe compiuto 74 anni si è spenta in un ospedale di Riverside, in California, dopo una lunga malattia. Figlia di una madre di colore, Dorothy Hawkins, che la partorì a soli 14 anni, e di un padre bianco che non conobbe mai (probabilmente il famoso giocatore di biliardo Rudolf Wanderone), Etta fu allevata da genitori adottivi di San Francisco, debuttando alla Saint Paul Baptist Church di Los Angeles a soli 5 anni.
La copertina del primo hit di Etta james con la Chess Records
I SUCCESSI - A quindici, registrò il suo primo disco Roll with me Henry. Quando alcuni disc-jockey si lamentarono per il titolo troppo osé (Roll me in slang evoca il sesso tra le coltri) cambiò il nome in The Wallflower. Sette anni più tardi,At Last le spianò la strada al successo internazionale. Seguirono 4 Grammy Award, 17 Blues Music Awards e l’inclusione nelle Rock & Roll Hall of Fame e Blues Hall of Fame.
Etta James in un concerto del 2004 (Reuters)
SENZA ETICHETTE - «Era una delle più grandi voci della musica popolare Americana di tutti i tempi», scrive il New York Times secondo cui «un’artista di tale versatilità è impossibile da etichettare». Ma nonostante i trionfi di pubblico e critica, la sua carriera aveva sofferto una serie di alti e bassi, non solo a causa dei gusti mutevoli dei giovani americani, ma soprattutto per i suoi problemi di droga, candidamente raccontati nella sua autobiografia Rage to survive del 1995.
Beyoncè interpreta Etta James in 'Cadillac Records'
LA DROGA - Negli anni 60 divenne eroinomane e un decennio più tardi, dopo essersi disintossicata, cadde nell’inferno della cocaina. Il suo nome era tornato sotto i riflettori nel 2008, quando Beyoncé Knowles interpretò il ruolo di Etta nel film Cadillac Records. Alcuni mesi più tardi, nel gennaio del 2009, Beyoncé cantò At Last(registrandone pure una nuova versione digitale), durante il concerto per l’inaugurazione di Barack Obama a Washington. In quell’occasione Beyoncè scimmiottò persino il suo stile, mandando su tutte le furie la James. «Non sopporto Beyoncé», ringhiò l’anziana cantante, già fragile e malata, in un’intervista in cui minacciò di «frustare quella giovane» che aveva osato scippare la sua canzone. Più tardi spiegò di aver «scherzato», confessando però, non senza amarezza, che «sarei stata molto felice se il nuovo Presidente avesse invitato me a cantare At Last».

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Ricordando il "Signor G."

Un compleanno speciale e da ricordare quello di Giorgio Gaber per il prossimo 25 gennaio. A farlo ci pensa l'attore e regista Luca Martella con tre spettacoli dal vivo dedicati alla memoria del 'Signor G'.
Un vero omaggio alla immensa discografia del cantante-attore milanese di cui il venticinque gennaio ricorre l'anniversario della nascita. Tre gli appuntamenti in calendario per un'antologia musicale che spazia dagli anni settanta al 2000 promettendo momenti divertenti, profondi, pungenti, ironici ed emozionanti.
Il viaggio della memoria dedicato a Gaber, 'artista unico nel suo genere', come lo stesso Martella lo definisce, parte domenica ventidue gennaio da Roma, presso il teatro dell'Universita' popolare. Tre differenti incontri dove si intrecciano emozioni e riflessioni, 'per ripercorrere la vita e la storia di Gaber con brani che hanno lasciato un segno del grande talento musicale del 'signor G', - spiega ancora Martella -  come gli indimenticabili 'Desta-Sinistra' e 'Lo shampoo'.
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Megaupload chiuso,e la rete cerca 'alternative'.

Roma, 20 gen. - (Ign) - A dichiarare la 'Prima Guerra Digitale' è stato via Twitter ieri notte in Italia 'Insopportabile' con un post in cui si dava la notizia che l'Fbi aveva oscurato Megaupload e Megavideo. Una rivolta, scoppiata in rete, che ha fatto subito migliaia di seguaci. Tra i primi 'Rubino Mauro' che informa dell'inizio della rappresaglia, annunciando che "Anonymous vendicherà Megaupload, attaccando i siti governativi Usa". E poi invita a mettere "da parte i tweet per la Prima Guerra Digitale mondiale". Che la si chiami così o 'Netguerra' come l'ha definita 'salvatorecorvo' sempre su Twitter si fa a gara tra i cybernauti a dire, come fa xSmiles, ''Io c'ero'' e il termine 'Prima Guerra Digitale' è subito diventato tra i più ricercati. BiancoCate annuncia poi di aver "segnato sull'agenda" la data della dichiarazione di guerra.
Mentre su Twitter si organizza la rivolta e si parla anche di "sciopero", su Facebook si cercano strade alternative. "Ragazzi, non disperate.. non tutto è perduto.." scrive il gestore della pagina 'Scaricare film gratis da Megaupload' che conta oltre 2640 'Mi piace'. E infatti, informa il tam tam della rete, ci sono altri siti ancora attivi "anke se", precisa Damiano in un post, quello era il più grande e "non lo supereranno mai". "Vi ricordo - si legge sul post di Facebook - che Megaupload è solo uno dei tanti siti di file hosting.. questo vuol dire che ci sono tanti altri siti simili, come per esempio FILESONIC, FILESERVE, WUPLOAD, che sono ancora del tutto operativi..". E poi, si legge tra i post in rete, FILEJUNGLE,VIDEOWEED.ES, STAGEVU, SMOTRI, ZSHARE e VIDEOZER. "Forse sarà un po' più difficile per me trovarvi qst link.. - conclude - che vi assicuro offrono lo stesso servizio offerto da Megaupload. Quindi solo un po' di pazienza, e proverò a rendere di nuovo operativa questa pagina". Una pagina che sarà ancora seguitissima, visti i commenti. "Non ci lasciareeeeeeee" scrive Antonella, mentre Alessandro si dichiara pronto a resistere anche se "la lotta si fa ancora più dura". Una guerra che per Nicola è persa in partenza visto che prevede: "Chiuderanno tutti". Mentre per l'utente soprannominato 'All with Megaupload' non è ancora detta l'ultima parola."No es el final' chiosa il suo post sulla pagina del social network, listata a lutto.
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