domenica 13 novembre 2011

A 'Ecomondo' consegnato il premio alle aziende più virtuose

Rimini, 12 nov. (Adnkronos) - 96.000 tonnellate di anidride carbonica in meno immesse nell'atmosfera e 141 aziende coinvolte, sono questi i numeri di Coop for Kyoto, l'iniziativa delle cooperative che ha premiato all'Ecomondo di Rimini i 4 fornitori di prodotto a marchio piu' virtuosi. Sul podio sono saliti Kimberly-Clark (prodotti a base di carta), Orogel (prodotti alimentari surgelati), Materie Plastiche Cotti (pellicola, alluminio, carta forno per imballare alimenti) e Inalca (carni bovine). Sono aziende che hanno aderito al progetto "Coop for Kyoto" avviando azioni volte a migliorare la propria efficienza energetica.
In totale sono 141 le imprese coinvolte (altre 40 intendono aderire) e, coerentemente al progetto, fra 2007 e 2010 e' stata evitata l'emissione di ulteriori 96 mila tonnellate di anidride carbonica. Come se 1000 famiglie avessero rinunciato all'energia elettrica per oltre 61 anni. L'iniziativa Coop for Kyoto e' partita nel 2006 quando Coop ha invitato i fornitori di prodotto a marchio a adottare azioni mirate alla riduzione dei consumi energetici in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra sancite dal Protocollo di Kyoto, fornendo anche una Linea Guida contenente una serie di possibili interventi sia impiantistici che gestionali. I dati forniti dai produttori sono stati raccolti e verificati da Bureau Veritas Italia (organizzazione internazionale che si occupa di certificazione, non che' uno dei partner di Coop in questa iniziativa).
Relativamente al gruppo dei 141 stabilimenti dei fornitori che hanno aderito al progetto, nel quadriennio 2007-2010 le quantita' di merci prodotte sono aumentate del 9,4 %, le emissioni diminuite di 10.672 tonnellate (l'1,2 %) grazie appunto al miglioramento dell'efficienza: se nel 2007 ogni tonnellata di prodotto comportava per la sua fabbricazione mediamente un'emissione di 201 Kg di CO2, nel 2010 per una tonnellata di merce prodotta si sono emessi mediamente 182 Kg di CO2, con un miglioramento del 9,5 %. Ma se la produzione del 2010 fosse stata realizzata con l'efficienza del 2007 le emissioni sarebbero state pari ad oltre 85 mila tonnellate in piu'.
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Mamma-bambina in Messico: parto a 10 anni

In ospedale in preda alle convulsioni, dà alla luce un piccolo prematuro. I due stanno bene
Mamma a soli dieci anni. E' accaduto a una ragazzina messicana, arrivata all'ospedale di Puebla, una delle megalopoli del Paese, in preda a gravi complicazioni dovute alla sua gravidanza che durava da 31 settimane, e anche a convulsioni. La giovanissima madre ha poi partorito con taglio cesareo, dando alla luce un maschio che pesava circa un chilo e mezzo.
Il piccolo è ora ricoverato in ospedale nel reparto per bambini prematuri, ma la mamma bambina va in ospedale ogni giorno per allattarlo. Il neonato è comunque in buone condizioni considerando la nascita prematura e anche la madre ha recuperato dopo il suo ricovero in ospedale, avvenuto il 22 ottobre.
Il fatto è stato comunicato dal direttore dell'ospedale alla locale stazione di polizia, che sta indagando su chi sia il padre del piccolo. La legge messicana vieta l'aborto alle giovani madri, a meno che queste possano dimostrare che il figlio è frutto di una violenza sessuale.
A Puebla, alle donne che abortiscono tocca il carcere o una multa, sempre che non ci sia stata violenza sessuale. Il caso della giovanissima madre non è il primo di mamme bambine in Messico. L'anno scorso, una undicenne partorì un bambino prematuro dopo essere stata violentata dal suo patrigno, che era dieci anni più vecchio di lei. Quando la madre della ragazzina scoprì che la figlia era incinta, volle sapere come era successo e la piccola le raccontò delle violenze del suo patrigno, che furono subito riferite alla polizia.
Nel 1999 una tredicenne vittima di violenza nello stato di Baja California fu al centro di una celebre causa dopo che i medici rifiutarono di lasciarla abortire. Poco dopo la ragazzina partorì, ma poi portò il suo caso alla Commissione Inter-Americana dei Diritti umani, attirando l'attenzione internazionale e dando vita a una campagna internazionale per chiedere il risarcimento al governo messicano, che più tardi fu costretto a pagare più di 20mila sterline.
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sabato 12 novembre 2011

Matrimonio: 31 mesi e poi tradimento !

Gli italiani sono i più fedifraghi d'Europa.

La passione coniugale ha la vita breve:  la prima scappatella arriva in media già dopo due anni e mezzo di matrimonio, per l'esattezza 31 mesi. E sono entrambi i coniugi a concedersela, indipendentemente da età, reddito e residenza geografica. Capita a 7 coppie italiane su 10,  il tasso di tradimento più alto d'Europa. E il pentimento? E' un fatto raro, che si verifica solo nel 5% dei casi.
I dati emergono dallo studio di Victoria Milan, il sito Internet specializzato appunto in tradimenti coniugali è diventato in poco più di un anno il punto di riferimento dei fedifraghi di mezza Europa. Lo studio è stato realizzato in occasione di IoSposa, la tre giorni dedicata al matrimonio che si apre oggi a Milano. A considerarsi partner assolutamente fedeli è appena il 13%. Il 34% (uno su tre) si definisce "abbastanza fedele": da notare che si tratta quasi di un bisticcio di parole, come dire: "sono abbastanza incinta", mentre il restante 53% ha la consapevolezza di essere più tendente al peccato.

Così è la vita? Parrebbe di sì, visto che la passione tra coniugi passa sempre più in fretta: per il 72% degli intervistati si esaurisce prima del terzo anniversario di matrimonio, mentre per l'11% si esaurisce già 6 mesi dopo la cerimonia, per un altro 13% dopo un anno e per il 16% fra il primo e il secondo anno. Sono appena il 6% degli intervistati a dichiarare che la passione per loro non si è mai affievolita. E' gioco forza, vista la situazione, che la scappatella arrivi sempre prima. Nel 15% dei casi entro del primo anno, nel 31% tra il primo e il secondo. Nel 23% dei casi dopo 5 anni, nel 22% tra il settimo e il decimo. Solo nel 9% dei casi avviene dopo dieci anni di matrimonio.

Il numero magico, secondo Victoria Milan è 31: in Italia il primo tradimento (indifferentemente di lui o di lei) arriva dopo 31 mesi di matrimonio. Insomma, la fedeltà post-matrimoniale dura da noi appena 930 giorni, contro i 1020 degli svedesi, i 1040 dei tedeschi, i 1200 dei francesi e i 1250 degli spagnoli. E il pentimento? E' una merce rara e preziosa. Solo uno su 5 (21%) si scopre colpevole e decide di non ricascarci più. Gli altri si dividono tra soddisfatti (23%), peccatori recidivi con la costante paura di essere scoperti (29%) e professionisti e professioniste del tradimento in cerca del brivido della trasgressione  (17%). Interessante è anche il rapporto tra frequenza delle scappatelle e crisi dei matrimoni: soltanto in un caso su tre (29%) gli intervistati affermano che il tradimento (proprio o del coniuge) ha portato alla separazione o al divorzio. Anche perché alla domanda "Credi che il tuo partner stia cercando una scappatella?" il 64% ha risposto: preferisco non saperlo. (TgCom).
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Produrre energia elettrica dalle onde del mare

Venezia, 11 nov. (Adnkronos) - Produrre energia pulita e rinnovabile sfruttando il moto ondoso. Questo il rivoluzionario progetto presentato questa mattina con una conferenza stampa al Municipio di Mestre, e in contemporanea a ''Ecomondo'', la fiera internazionale sulla sostenibilità energetica e ambientale in corso a Rimini. Sono intervenuti, tra gli altri, l'assessore comunale all'Ambiente, Gianfranco Bettin, la dirigente della Direzione Ambiente e Politiche giovanili, Anna Bressan, la direttrice di Agire, Alessandra Vivona. La sperimentazione è stata avviata dal Comune di Venezia, attraverso Agire, l'Agenzia veneziana per l'energia, e consente di trasformare l'energia contenuta nel moto ondoso della laguna e del mare in energia elettrica pulita e rinnovabile, che potrà alimentare attrezzature ed impianti.
''Crediamo molto in questo nuovo sistema, per ora unico al mondo e mai sperimentato prima - ha esordito l'assessore Bettin - per produrre energia pulita seguendo e sfruttando la grande vocazione e opportunità del territorio veneziano, ovvero il mare. Da sempre i veneziani hanno avuto la capacità di adattarsi al mare e adattare il mare alle proprie esigenze. Oggi noi lo facciamo portando avanti politiche per il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale''. Come ha infatti spiegato la direttrice di Agire, Vivona, il progetto ha portato alla realizzazione di tre prototipi: due che saranno installati in mare aperto entro la prossima primavera, e uno già posizionato in laguna, nel Canale della Giudecca, ad agosto.
Si chiamano ''Giant'' e ''Wem'' e sono costituiti da un galleggiante e da un generatore, che sfrutta il Principio di Archimede, ossia un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l'alto eguale al peso del liquido spostato, quindi un galleggiante di peso trascurabile potrebbe muovere un analogo volume d'acqua. Nel tempo che intercorre tra due picchi dell'onda, il galleggiante si muove dalla massima altezza al livello zero del mare per risalire al punto più alto.
L'energia prodotta, ad esempio, potrebbe innanzitutto essere impiegata sul posto, ovvero per l'illuminazione delle briccole in laguna e degli imbarcaderi Actv della città, ma si stima che la produzione possa tranquillamente sopperire al consumo energetico di scuole ed edifici pubblici. La fase di sperimentazione durerà circa un anno, durante il quale saranno perfezionati i dispositivi in modo da renderli più efficienti possibile e saranno raccolti i dati. Una volta ultimata la sperimentazione sarà possibile calcolare la quantità di energia prodotta e quindi impiegarla nel modo più adeguato.
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giovedì 10 novembre 2011

Raeeporter, fotoreporter contro gli elettrodomestici abbandonati

Roma, 10 nov. (Adnkronos) -Sulle orme del turista giapponese, anche l'italiano è diventato un foto-maniaco e questo grazie alla grande diffusione dei palmari e smartphone dotati di fotocamera. Si fotografa tutto e tutti in una corsa all'archivio personale condiviso, Di fotografie sono pieni i social network, da facebook a Twitter, passando anche per i social professionali neanche loro lasciati indenni da questa foto-mania.
Sfruttando questa passione Ecodom, il consorzio che si occupa del fine vita degli elettrodomestici, lancia sul mercato delle app per cellulare Raeeporter (raee significa appunto rifiuti elettrici ed elettronici) ed invita a spedire tramite l'applicazione gli scatti che raffigurano lavatrici, frigoriferi o altri elettrodomestici da rottamare abbandonati abusivamente e quindi fonte di grave inquinamento. La foto sarà poi inoltrata al Comune o all'ente di competenza perché si possa provvedere al recupero e ad un corretto smaltimento.
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Su e-bay venduto a 3.010 euro un cd di Cristina D'Avena

(ANSA) - ROMA - Il cd ''Cristina D'Avena e i tuoi amici in Tv 3'', e' stato venduto oggi su e-buy alla cifra record di 3.010 euro, il prezzo piu' alto mai raggiunto in Italia finora per un cd. E' stato acquistato da un utente di Pesaro. Il cd, pubblicato nel 1989 da Five Record, etichetta del Gruppo Mediaset, e' considerato il piu' raro nella enorme produzione discografica di Cristina D'Avena, che ad oggi ha all'attivo 700 brani, oltre cento album, dischi d'oro e platino, 6 milioni di copie vendute.
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Arezzo, tradizione ed ambiente con il salone "AgrieTour"

Arezzo, 10 nov. - (Adnkronos) - 135 espositori in rappresentanza di 450 aziende per un weekend che racconterà il composito mondo dell'agriturismo in modo completo e articolato. Da venerdì 11 a domenica 13 novembre infatti, presso Arezzo Fiere e Congressi, si svolgerà la decima edizione del Salone Nazionale dell'Agriturismo. Un appuntamento imperdibile per tutti gli operatori del settore ma anche una bella occasione di approfondimento per tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza di un mondo fatto di tradizione e cultura, di rispetto per il verde e di tempo libero.
''AgrieTour negli anni è diventato un punto di riferimento essenziale per tutto il comparto - spiega Andrea Sereni, presidente di Arezzo Fiere e Congressi - Proprietari di aziende agrituristiche, tour operator specializzati in turismo rurale, enti e territori a vocazione rurale, trovano qui la sede ideale per confrontarsi e per offrire un quadro completo di una realtà che ha raggiunto ormai livelli notevoli anche in termini puramente economici''.
Quello dell'agriturismo, infatti, è un fenomeno che muove circa mille milioni di euro l'anno e che coinvolge quasi 20mila strutture sparse in tutte le regioni italiane. Lo fa proponendo un turismo alternativo, legato a un concetto di rispetto per l'ambiente e di ricerca del naturale.
Non a caso questa edizione 2011 vedrà l'organizzazione collaborare con il WWF nella presentazione di un progetto che tocca temi importanti come la politica agraria comunitaria (Pac), la lotta ai cambiamenti climatici, lo sviluppo delle energie rinnovabili, la valorizzazione delle biodiversità e la gestione delle risorse idriche.
Da segnalare inoltre che un intero padiglione ospiterà Agriener, fiera sulle energie rinnovabili pensata proprio per le strutture agrituristiche.
''AgrieTour si muove su due binari. - puntualizza Sereni - Da una parte rimane un appuntamento fondamentale per gli addetti ai lavori, dall'altro conferma la sua volontà di aprirsi al grande pubblico. Non a caso abbiamo dedicato un intero padiglione ai più piccoli che, con l'iniziativa AgrieTour Bimbi, potranno divertirsi a giocare nelle fattorie didattiche mentre i più grandi, oltre a informarsi sulle tante strutture vacanziere presenti al Salone, potranno appassionarsi alle sfide del Campionato di Cucina Contadina''.
AgrieTour, patrocinato dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e dall'Enit, conta sulla partecipazione attiva della Regione Toscana, con l'Agenzia Toscana Promozione, la Camera di Commercio di Arezzo e le Categorie Agricole Nazionali Coldiretti, Cia e Confagricoltura.
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mercoledì 9 novembre 2011

Come il cancro cambia la vita

Venerdì 11-11-2011 è la giornata Nazionale per la ricerca sul cancro. Fotografia di oltre 2 milioni di italiani: fra licenziamenti e problemi psicologici, la famiglia è il vero pilastro.

Hanno voglia di reagire e paura, si dibattono fra incredulità e rabbia, ma se hanno bisogno di un sostegno psicologico possono contare quasi solo sull’aiuto dei familiari. Troppo spesso finiscono per perdere il lavoro e per subire una riduzione di reddito. E, sebbene valutino come molto buono il livello di cure ricevute, si sentono poco tutelati dai servizi sociali e “abbandonati a sé stessi” quando lasciano l’ospedale. Infine, sono preoccupati per il futuro: temono che la stretta sui bilanci pubblici faccia prevalere le logiche economiche sulla buona sanità. A denunciare Ad alta voce (questo il titolo del rapporto)i bisogni e le aspettative dei malati di cancro italiani e delle loro famiglie è una ricerca realizzata dal Censis con la collaborazione della Federazione italiana delle associazioni del volontariato oncologico (Favo) e di altre associazioni. L’indagine, presentata lunedì a Roma e realizzata con il sostegno di Roche, ha coinvolto oltre mille pazienti e più di 700 caregiver, permettendo per la prima volta nel nostro Paese di quantificare i coti sociali del cancro a carico dei malati, in aggiunta a quelli già sostenuti dal Servizio sanitario nazionale.

LICENZIATI, DEGRADATI, IMPOVERITI - Sono oltre 2,2 milioni le persone in Italia che hanno avuto nella loro vita una diagnosi di tumore: il 57 per cento (circa 1,3 milioni) ha superato la malattia da cinque anni e circa 800mila da almeno dieci anni. «Questi numeri dimostrano come il cancro rappresenti oggi una vera e propria questione sociale oltre che sanitaria – dice Giuseppe De Rita, presidente del Censis -. Servono forme di supporto prolungate nel tempo e interventi che facilitino il reinserimento sociale e lavorativo». Il problema, dati alla mano, è preoccupante: circa l’80 per cento degli intervistati ha subito cambiamenti che vanno dalla perdita del lavoro alla riduzione del reddito. Stando alle stime sono quasi 85mila le persone che negli ultimi cinque anni hanno perso il lavoro (licenziate, costrette alle dimissioni o a chiudere la propria attività autonoma) in conseguenza a una diagnosi di tumore. E se si calcano tutti gli italiani che hanno avuto una neoplasia nella loro vita la cifra sale a 274mila.

LA FAMIGLIA, IL PILASTRO DI SOSTEGNO - Eppure la voglia di reagire è il sentimento più comune ai pazienti, presente in oltre un terzo delle risposte, seguita – come comprensibile - dalla paura (30,6 per cento), da incredulità (21,4 per cento), rabbia (19,3) e ansia (14,4). La famiglia per chi si ammala di tumore è da subito il pilastro di riferimento, tanto che l’82,5 per cento degli intervistati ha un caregiver (inteso come principale persona di riferimento) che nella stragrande maggioranza dei casi è un familiare: coniuge o convivente, figli, fratelli, genitori. Con la consueta differenza tra malati uomini e donne: se oltre il 62 per cento dei maschi ha come caregiver la propria moglie o convivente, solo il 43 per cento delle donne ha il compagno come principale riferimento. Le donne possono contare di più sui figli e su se stesse, visto che è più alta la quota (quasi una su cinque) di quante dichiarano di “assistersi da sole”. «E’ ancora una volta il volontariato oncologico a supplire alle gravi carenze delle istituzioni – commenta Francesco De Lorenzo, presidente Favo -. Non soltanto con servizi mirati (accompagnamento, riabilitazione, informazioni personalizzate, assistenza domiciliare, cure palliative e sostegno psicologico), ma anche attraverso la sollecitazione e l’ottenimento di norme legislative per la tutela sul lavoro – commenta Francesco De Lorenzo, presidente Favo -. Il supporto psicologico e materiale ai pazienti oncologici viene per la gran parte dalle loro famiglie. Sono soprattutto le mogli, le conviventi, le sorelle, le madri a dare il care necessario con impegno quotidiano, anche notturno. Ed è rilevante la preoccupazione che affiora per gli anziani, troppo spesso soli nel gestire la malattia». 

LA VITA CAMBIATA - Quello psicologico è l’ambito in cui sono emersi i maggiori problemi per oltre il 35 per cento degli intervistati (specie fra chi vive solo e al Nord), che denunciano sfiducia, perdita di interesse, difficoltà ad accettare gli effetti collaterali delle cure. Altrettanti malati hanno poi avuto difficoltà nella vita quotidiana (ad esempio a fare la spesa o i lavori domestici). Sono insorti disagi in un quarto delle famiglie famiglia sono insorti problemi e circa il 22 per cento ha avuto difficoltà nel lavoro. Vanno poi considerati i disagi e deficit psicofisici con i quali i pazienti devono imparare subito a convivere: un elenco molto lungo e articolato di problemi fisici e psicologici che condiziona il vivere quotidiano. In questa fase della loro vita sensazione di fragilità, tendenza alla facile commozione (57,9 per cento), apatia, debolezza, perdita di forze (54,7), dolori, disturbi fisici (52,9), perdita del desiderio sessuale (47,6), ansia (46,7), problemi relativi all’aspetto fisico (42,2). Ma un dato in particolare testimonia lo straordinario sforzo di adattamento dei malati: quasi la metà di loro (il 46,6 per cento) giudica la qualità delle proprie giornate sufficiente, oltre il 40 per cento buona o eccellente e solo il 12,4 per cento vota per l’insufficienza.

LE CURE IN ITALIA? BUONE, MA… - «Il giudizio sulla sanità che emerge dal rapporto nel complesso è positivo – spiega Carla Collicelli, vicedirettore del Censis - mentre è negativo il giudizio sui servizi sociali, su quelli del territorio e sulle varie forme di tutela, inclusi i supporti economici. In estrema sintesi, i pazienti dicono che è valida la sanità per la fase acuta delle terapie (il 77,3 per cento la giudica buona o ottima e solo il 4 per cento insufficiente, ndr), ma è insufficiente la filiera delle attività e dei servizi che deve supportare la persona nei vari ambiti della propria vita sociale». In particolare si sente la mancanza di supporto psicologico (denunciata dal 32 per cento) e dell’assistenza domiciliare (42 per cento). Va inoltre detto che i pazienti curati al Sud e nelle isole esprimono giudizi mediamente meno positivi rispetto a quelli curati al Centro e al Nord e che i malati sono convinti che esistano disparità nazionali nella qualità di alcuni servizi erogati e nell’accesso alle cure più efficaci e innovative, così oltre il 70 per cento si è rivolto almeno in una delle fasi di malattia (diagnosi, cure, follow up) fuori regione. «Malgrado le disparità e qualche limite i malati oggi sono tutto sommato soddisfatti – conclude De Lorenzo - Pensano però che nel futuro le cose siano destinate a peggiorare: temono liste d’attesa più lunghe, difficoltà di bilancio che influenzano la scelta delle terapie più efficaci, un accesso iniquo ai nuovi farmaci a seconda dei rimborsi regionali. Con questa indagine oltre due milioni di italiani dicono timori e necessità “ad alta voce”, speriamo che vengano ascoltati».
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Orto in condotta: a Livorno merenda con pane e olio.

Livorno, 9 nov. - (Adnkronos) - Anche a Livorno si festeggia la Festa Nazionale dell'Orto in Condotta, la manifestazione promossa da Slow Food per rievocare simbolicamente la storia e la cultura contadina italiana. Venerdì 11 novembre, estate di San Martino e giorno della Festa, le scuole cittadine che hanno aderito al progetto e che quindi hanno un orto coltivato, si cimenteranno nel Gioco del Piacere, lasciando da parte le solite merendine per gustare pane e olio.
Tre etichette di olio (una del Nord, una del Centro e una del Sud Italia) saranno presentate ai bambini su una fetta di pane (a lievitazione naturale, di produzione locale, senza ingredienti aggiunti come noci, olive, fichi, ecc.) e verrà chiesto loro di esprimere un giudizio di piacevolezza sul prodotto assaggiato. L'obiettivo è chiaramente quello del recupero delle vecchie tradizioni affinchè si consumino pasti meno omologati, più locali e soprattutto di stagione.
Il Comune e la Provincia di Livorno hanno aderito all'iniziativa nazionale invitando le scuole della città a partecipare. Con il coordinamento del Cred (Centro Risorse Educative e Didattiche) si comincerà con i più piccoli già da domani giovedì 10 novembre con le scuole d'infanzia La Rosa, Barriera Margherita, Palazzina di via Pilo Albertelli, Alveare e Santelli; per proseguire nella giornata di venerdì 11 novembre con le scuole: Girasoli, Brin, Natali, Carducci, Modigliani e Dal Borro. Alla manifestazione prenderanno parte bambini, insegnanti, genitori, nonni, e produttori locali. Si ricorda che al momento in Italia sono oltre 400 gli orti attivi e di questi 200 parteciperanno alla festa.
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