Visualizzazione post con etichetta TECNOLOGIA. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta TECNOLOGIA. Mostra tutti i post

giovedì 12 novembre 2015

TensorFlow, l'intelligenza artificiale di Google è ora aperta a tutti

Grosse novità nel campo dell'intelligenza artificiale: Google ha infatti annunciato il rilascio di TensorFlow, un sistema di machine learning di seconda generazione potenzialmente in grado di rivoluzionare il modo nel quale interagiamo con la tecnologia e, più in generale, con tutto il mondo circostante. 
Big G descrive TensorFlow come "una libreria di software open source per la computazione numerica che utilizza grafici di flusso dei dati". In parole più povere, si tratta di un sistema che permette ad un computer (o anche ad uno smartphone) non soltanto di eseguire una determinata operazione ma anche di capirla, migliorando così col tempo la propria performance.

TensorFlow è un'evoluzione di DistBelief, la prima generazione del sistema, rispetto alla quale promette di essere molto più performante, in particolare grazie alla capacità di realizzare e istruire reti neurali cinque volte più veloci: per chi non lo sapesse, le reti neurali (Neural Networks) sono dei modelli che, con una configurazione simile a quella dei neuroni in un cervello, permettono ad un sistema di mettere le informazioni in suo possesso in relazione fra loro e, per l'appunto, di "imparare". Di fatto, si tratta di ciò che sta alla base degli studi sull'intelligenza artificiale.
"Il machine learning è ancora agli albori, non riesce a fare quello che un bambino di quattro anni fa agevolmente come riconoscere un dinosauro dopo averlo visto in foto un paio di volte", spiega il CEO di Google, Sundar Pichai. "Abbiamo tanto lavoro da fare ma TensorFlow è un buon inizio e ci aiuterà a fare questo lavoro tutti insieme".
Un elemento di particolare rilevanza è rappresentato proprio dalla natura open-source del progetto TensorFlow, che permetterà quindi l'accesso al codice non soltanto ai tecnici di Google ma anche a sviluppatori ed ingegneri di tutto il mondo. Pur se con le dovute differenze, si tratta dello stesso percorso che ha portato al successo di Android, il sistema operativo per dispositivi mobili targato Big G.
"Speriamo che la community che lavora sul machine learning scambi idee più velocemente possibile per accelerare la ricerca", aggiunge Pichai. "TensorFlow è una piattaforma valida non solo per la tecnologia ma è utile anche ai ricercatori che vogliono dare un senso alla loro mole di dati, dalle scoperte sulle proteine a quelle che riguardano l’astronomia".

Parlando in termini concreti TensorFlow, che potrà girare su un computer così come uno smartphone o su un tablet, sarà il primo passo verso dispositivi potenziati dall'intelligenza artificiale, in grado di capire meglio e prima cosa desideriamo. "Solo un paio di anni fa non era possibile parlare a un’app di Google in mezzo al traffico cittadino, leggere un cartello stradale in russo utilizzando Google Translate o trovare immeditamente le immagini del vostro cagnolino in Google Photos", spiega Pichai. "Le nostre app non erano abbastanza evolute e intelligenti per fare tutto ciò, ma in pochissimo tempo sono migliorate moltissimo e, grazie al machine learning, oggi possiamo fare tutte queste cose molto più facilmente e spingerci anche oltre".
Share:

martedì 28 aprile 2015

La pasta in 3D, il futuro è ormai alle porte

Un bel piatto di pasta fatto in casa e pronto in soli due minuti. È questa la scommessa di Barilla, la nota marca di pasta italiana, che, nel suo stabilimento di Parma, è alle prese con il futuro e con le strabilianti meraviglie delle stampanti in 3D.

Michela Petronio, vice presidente del settore ricerca e sviluppo della Barilla, in una recente intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica, ha detto che "l'idea è nata 3 anni fa in un meeting con dei ricercatori olandesi del Tno. Loro volevano esportare la tecnologia della stampa 3D al settore alimentare e la pasta è sembrata il prodotto ideale: è liquida, semplice, fatta solo di acqua e semola".

L'intenzione è semplice: permettere a tutti, semplici consumatori e ristoratori, di 'fabbricarsi' la pasta nella propria cucina. Scegliere il tipo di farina e gli ingredienti, dalle uova alle verdure, e, perché no, il formato dopo averlo disegnato al computer.stampante_3d_pasta.jpg  Una vera e propria sfida con la propria fantasia.


I tempi sembrano essere ormai maturi. "La prima volta ci abbiamo messo 20 minuti per stampare un singolo pezzo di pasta, ha spiegato ancora Petronio, dopo due anni ci mettevamo due minuti a farne quattro, adesso siamo vicini a stampare un piatto di pasta in due minuti". Nuovi formati di pasta hanno, intanto, già fatto capolino tra gli scaffali e lo scorso anno, nel corso di un concorso di design che ha visto partecipare ben 216 progetti, sono stati premiati le rose, i vortici e le lune. Oltre che buoni anche un nuovo piacere da gustare tutto con gli occhi. 
Share:

martedì 7 aprile 2015

La stampa 3D diventa fashion

Anche il mondo della calzatura sta guardando con interesse alla stampa additiva. Il Gruppo Meccaniche Luciani, per esempio, ha scelto la tecnologia Objet500 Connex3 a triplo getto di Stratasys per combinare colori e materiali in una collezione che comprende tre paia di scarpe, una borsa e un top con bracciale dai dettagli estetici molto curati. Ogni singolo pezzo è realizzato in un solo processo con una complessa combinazione di materiali morbidi e rigidi, in colori luminosi che sfumano dal rosa brillante ai contasti tra il bianco e il nero.
Precisione con rapidità
Le calzature hanno linee sinuose, complesse e ben delineate, tanto che durante la fase di design, spiega Elisa Luciani, responsabile vendite per il Gruppo Meccaniche Luciani«Eravamo preoccupati per la rigidità e la resistenza dei tacchi. Comunque, grazie alle caratteristiche della stampa 3D, che consentono di combinare contemporaneamente densità differenti di materiali rigidi e morbidi, siamo riusciti a produrre l’intera scarpa con un solo processo di stampa. In passato, non siamo mai riusciti a realizzare parti di prototipi, quali stivali e borse, rapidamente senza preparare uno stampo campione, oggi invece siamo in grado di produrre prototipi con un elevato livello di precisione più rapidamente rispetto alla prototipazione tradizionale» aggiunge Luciani.
Capi indossabili e a lunga durata
Nella stessa collezione sono stati presentati un bracciale e un top elaborato con contasti in bianco e nero. Prodotto sfruttando una combinazione di materiali avanzati, il corpetto presenta contrasti di colore di grande effetto che enfatizzano le linee curve sofisticate al centro. Per evitare la scomoda rigidità tipica della plastica tradizionale, l’azienda ha scelto come alternativa i materiali simil-gomma. Come spiega Luciani, «Il nostro obiettivo principale era la realizzazione di un capo indossabile ed estremamente accurato e realistico. Grazie ai materiali Stratasys, abbiamo potuto stampare in 3D un top con diversi gradi di morbidezza indossabile a diretto contatto con la pelle. La possibilità di combinare contemporaneamente materiali rigidi e morbidi è unica, seguendo un processo diverso, avremmo dovuto produrre manualmente ciascun materiale e quindi assemblarlo individualmente».
Una borsa ispirata ai fiori completa la collezione. Realizzata con una combinazione di strati dalle forme triangolari ben definite che si sviluppano in linee curve futuristiche, affronta perfettamente l’usura quotidiana grazie alla resistenza del materiale opaco rigido VeroBlack di Stratasys.
Share:

giovedì 2 aprile 2015

WhatsApp, chiamate vocali disponibili su Android

Dopo mesi di test, il servizio va a regime. Presto anche su iPhone

DOPO MESI in cui ha funzionato solo su invito, la possibilità di fare chiamate vocali tramite Whatsapp - sfruttando il Voip, come già fanno Skype e Viber - comincia ad essere disponibile a tutti. La novità, attesa da tempo, riguarda per ora gli utenti di dispositivi Android. Per quelli iOS, come l'iPhone, potrebbe arrivare a breve. "Entro un paio di settimane", come annunciato pochi giorni fa dal cofondatore della chat durante la conferenza di Facebook per gli sviluppatori.

La possibilità di fare chiamate vocali tramite WhatsApp era stata annunciata in pompa magna un anno fa in occasione del Mobile World Congress di Barcellona dal ceo Jan Koum. Ora il servizio comincia a diventare realtà, a cominciare dagli utenti Android, e potrebbe contribuire ad aumentare la popolarità della piattaforma, acquistata da Facebook a febbraio scorso, sulla quale ogni giorno passano oltre 30 miliardi di messaggi. Gli utenti Android che vogliono cominciare a usare il servizio devono installare la versione 2.12.19 dell'applicazione (aggiornamento che potrebbe anche arrivare in automatico).


Quindi, aprendo l'app compare in alto un nuovo menù che oltre a Chat e Contatti annovera anche il pulsante Chiamate. Quando parte la telefonata si possono utilizzare alcune funzioni di base. Gli utenti iPhone dovranno aspettare ancora un pò, ma non molto, "un paio di settimane" secondo quanto annunciato dallo stesso cofondatore della chat Brian Acton la settimana scorsa durante la conferenza F8. A seguire la nuova funzione sarà disponibile per gli utenti di Windows Phone e BlackBerry.
Share:

mercoledì 18 marzo 2015

L’elettronica indossabile porta nuove opportunità per i sensori, dopo smartphone e tablet

L’ambito dei dispositivi indossabili è visto come la prossima miniera d’oro di opportunità per i produttori di sensori, ora che i profitti nei segmenti di smartphone e tablet diminuiscono. Inoltre, il panorama dei sensori per i dispositivi indossabili guadagnerà una nuova dimensione grazie all’ingresso di giganti del software e dell’hardware quali Google, Apple, Samsung e Intel.  Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Wearable Electronics Enabled by Sensors”, rileva che il mercato dei sensori ha prodotto entrate per 108 milioni di dollari nel 2014 e stima che questa cifra raggiungerà quota 800 milioni di dollari nel 2020.  “La crescente aspettativa di vita e la sempre maggiore consapevolezza riguardo all’importanza del monitoraggio della salute e del benessere fisico alimentano lla diffusione dei dispositivi indossabili, – afferma Sankara Narayanan, analista di Frost & Sullivan. – In aggiunta alle applicazioni per la salute, mediche, per il fitness e il benessere, il mercato dei dispositivi indossabili sta assistendo a una serie di nuovi lanci di prodotto, tra cui heads-up display, smart watch, tessuti intelligenti, bracciali e occhiali utilizzati in vari segmenti consumer, industriali e altri. Con l’aumento della necessità di raccogliere diversi dati fisiologici e l’affermazione del movimento Quantified Self, i dispositivi indossabili incorporeranno sempre più sensori e componenti elettronici complessi.”  Data la complessità dell’ecosistema dell’elettronica indossabile, è necessaria una combinazione di conoscenze sia hardware che software perché le aziende possano avere successo nel settore. Molte aziende non hanno le competenze per progettare prodotti da zero. In aggiunta, la necessità di integrare un gran numero di sensori in un dispositivo indossabile pone seri problemi in termini di durata della batteria e tempi di commercializzazione. Le piattaforme di sensori, più che i componenti, avranno un ruolo cruciale nell’innovazione dei dispositivi indossabili e nella riduzione dei tempi di commercializzazione. Le aziende produttrici di piattaforme di sensori, con esperienza nell’ambito dei sensori, dell’elaborazione a basso consumo e della connettività wireless, possono progettare soluzioni con il numero di sensori desiderato, assicurando allo stesso tempo una buona durata della batteria e un ridotto consumo energetico.  “Le piattaforme di sensori colmano il divario tra competenze hardware e software, consentendo la prototipazione rapida degli indossabili e aiutando i progettisti di dispositivi indossabili a completare la propria progettazione hardware”, aggiunge Narayanan.  Lo studio “Wearable Electronics Enabled by Sensors” fa parte del programma Sensors & Instrumentation Growth Partnership Service. Altri studi di Frost & Sullivan collegati a questo sono: “Global Pressure Sensors and Transmitters Market”, “Sensors Market in Shale Gas Industry” e “Global Wireless Sensor Networks Market”. Tutte le analisi comprese nel servizio in abbonamento forniscono dettagliate opportunità di mercato e tendenze del settore, valutate in seguito ad esaurienti colloqui con gli operatori del mercato.
Share:

mercoledì 11 marzo 2015

Realizzato a Londra il rubinetto salva-acqua che evita gli sprechi con getti "artistici"

Il dispositivo hi-tech è stato messo a punto da uno studente del Royal College of Art di Londra e consente di risparmiare il 15% circa sulla bolletta.
Risparmiare è un'arte e alle volte può produrre delle "opere" davvero spettacolari. Lo sa bene Simin Qiu, uno studente di design nel Royal College of Art di Londra che ha messo a punto un rubinetto speciale in grado di "salvare" l'acqua evitando gli sprechi. Ma oltre a dare un taglio del 15% alla bolletta, il dispositivo trasforma il getto in uscita in spirali artistiche talmente belle da sembrare decorazioni di cristallo.

Le trame "geometriche" dei getti d'acqua che finiscono nel lavandino sono il risultato di tanti micro-spruzzi incrociati, che lasciano "vuoto" il centro del cilindro evitando così gli sprechi. Il meccanismo è reso possibile grazie a una doppia turbina installata nel "becco" del rubinetto che limita il flusso di acqua.
Share:

lunedì 9 febbraio 2015

In arrivo pneumatici ricavati dagli scarti del riso

Il fatto di parlare una lingua piuttosto complessa e ricca di sfumature come la nostra, comporta la presenza di anomalie e di infinite discussione riguardo al corretto impiego di aggettivi, sostantivi e articoli: non molto tempo fa, ad esempio, aveva tenuto banco sui maggiori quotidiani un'annosa diatriba relativa all'aggettivo plurale da associare alla parola pneumatici.
Tralasciando per un attimo il fatto che la dicitura corretta sia “gli pneumatici” e non “i pneumatici”, quello che preme realmente ai milioni di acquirenti presenti sul nostro territorio è che le coperture possano un giorno diventare magicamente economiche e magari funzionali ad uno sviluppo industriale meno arrogante e basato sui derivati del petrolio.
Un team di ricerca interno all'azienda americana Goodyear, ubicata in un paese dove l'articolo da impiegare è sempre “the”, per cui si perde meno tempo in quisquilie grammaticali, è a tal proposito quasi riuscito a mettere a punto un innovativa tipologia di pneumatici ottenuti a partire dagli scarti del riso, in modo economico, ecologico e perfettamente funzionale allo scopo prefisso.
Dopo anni di studi, ricerche e tentativi falliti, lo scorso mese di settembre i responsabili della Goodyear hanno fieramente annunciato di aver quasi trovato la quadratura del cerchio (in senso quanto mai letterale) e di essere riusciti a dare vita a coperture ottenute mediante il riciclo della lolla di riso, particolare componente che si ottenere dalla comune lavorazione dei cereali e che, una volta bruciato, dà origine ad ingenti quantità di ossido di silicio, componente funzionale alla realizzazione di pneumatici adibiti al normale utilizzo stradale.
Oltre fornire un notevole implemento in chiave di risparmio alle aziende produttrici, il ricorso ad una fonte alternativa di silicio potrebbe consentire in tempi brevi un'autentica rivoluzione all'interno del settore, derivante dal reimpiego di materiali altrimenti destinati allo scarto e dal fatto che, stando a quanto dichiarano i tecnici Goodyear, le nuove coperture paiono in grado di offrire un ulteriore risparmio in chiave di consumo di carburante.
I pneumatici ricavati a partire dalla buccia di riso dovrebbero garantire infatti una maggiore tenuta di strada ed un implemento di funzionalità, in termini di attrito con l'asfalto, utile a ridurre i consumi della autovetture (se avete provato a partire per le vacanze senza prima aver fatto controllare le coperture, sapete perfettamente cosa intendiamo), andando dunque a costituire una risorsa ecologica ed economica su un duplice versante.

Mentre anche Pirelli sta lavorando ad esprimenti analoghi dall'interno dei suoi stabilimenti in Brasile, auspichiamo dunque un rapido avvento sui mercati delle nuove coperture in grado di ottimizzare durata e consumi: in caso vi troviate a dovere (si spera presto) richiedere i nuovi eco-penumatici al vostro gommista di fiducia e veniste colti da quell'atavico dubbio linguistico, suggeriamo l'impiego del termine “gomme” in sostituzione; la sostanza non cambia e nemmeno il risparmio.
Share:

giovedì 5 febbraio 2015

Analisi del sangue in 15 minuti con lo smartphone

Laboratorio 'tascabile' per paesi in via di sviluppo



Poche gocce di sangue, 25 euro, 15 minuti di tempo e uno smartphone: è quanto serve per diagnosticare un'infezione di Hiv o sifilide grazie a un mini-laboratorio ideato per fare le analisi del sangue nei Paesi in via di sviluppo.
A trasformare un vero laboratorio di analisi in un 'accessorio' low-cost simile a un telefonino è la ricerca coordinata da Samuel Sia, dell'Università Columbia, pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine.

Fare analisi cliniche, anche basilari, lontani da una struttura organizzata e senza energia elettricaè un impresa quasi impossibile. Per cercare di aiutare i medici che lavorano in regioni povere con alta diffusione di infezioni gravi come quella da Hiv e la sifilide, i ricercatori americani hanno messo a punto un piccolo kit di diagnosi rapida da usare collegandolo ad uno smartphone o a un pc.

E' una piccola 'scatola' che, con una semplice puntura sul dito, preleva poche gocce di sangue per eseguire test clinici in appena 15 minuti. Per alimentare il dispositivo basta collegarlo all'uscita degli auricolari di uno smartphone o di un pc. Il costo è di 25 euro, contro i 15.000 necessari per un'attrezzatura da laboratorio con le stesse caratteristiche.

"Sappiano che una diagnosi precoce su donne incinte può ridurre notevolmente le conseguenze per le madri e i loro bambini", ha spiegato Sia. I primi test sul campo sono stati eseguiti in Ruanda con operatori sanitari che hanno utilizzato il dispositivo per analizzare 96 pazienti e ora i ricercatori puntano a distribuire un gran numero di kit agli operatori che lottano sul campo contro sifilide e Hiv.
Share:

martedì 3 febbraio 2015

WhatsApp: telefonare gratis si può già fare in attesa di poter scaricare WhatsApp beta. Istruzioni

WhatsApp fa sul serio e introduce la chiamate vocali. Per ora siamo ancora nella fase beta, ma c'è l'opportunità di forzare il servizio.
Lo scoop lo ha fatto un utente indiano, che ha pubblicato online le immagini di una interfaccia divisa in tre schede: sezione per le chiamate, sezione per la chat ed elenco dei contatti, oltre a un nuovo pulsante che permetterebbe di avviare una chiamata via Internet. E in Rete il tam tam si è scatenato: sembra quindi imminente il lancio della tanto attesa possibilità di effettuare chiamate vocali con WhatsApp, acquistato da Marck Zuckerberg, CEO di Facebook, per 19 miliardi di dollari. Siamo ancora nella fase beta e per l'approdo a quella definitiva occorre ancora un po' di tempo.
I più impazienti che dispongono dei permessi di amministratore sbloccati possono provare ad attivare il servizio. Tuttavia sono indispensabile l'installazione della versione 2.11.508 (o successive) di WhatsApp e un emulatore per Android. A quel punto, come spiegato nel forum di XDA Developers, occorre aggiungere il codice HTML am start -n com.whatsapp/com.whatsapp.HomeActivity. Si tratta di un espediente dal carattere di provvisorietà che non è funzionante al 100%.

Più in generale il servizio dovrebbe essere inizialmente valido solo per chi è dotato di dispositivi Android. In questo modo il mercato si arricchisce di una nuova opportunità che si affianca ai vari Skype e Viber. Il servizio andrà a fare coppia con WhatsApp Web, la versione per computer del software di messaggistica istantanea. Affinché funzioni è indispensabile che il proprio smartphone rimanga acceso e sia connesso a Internet i(il client web è solo un'estensione del telefono), e utilizzare il browser Google Chrome. Almeno fino a questo momento la possibilità viene negata ai Mac e agli iPhone e rimane riservata ai possessori di uno smartphone equipaggiato con sistema operativo Android o Windows Phone e dei BlackBerry.
Share:

lunedì 2 febbraio 2015

Offerte febbraio 2015 per tariffe cellulari con internet sotto i 10 euro

Oggi la nostra analisi riguarderà le tariffe per cellulari che, solitamente, vengono richieste da coloro che fanno un utilizzo minimo del proprio smartphone ma non vogliono negarsi la possibilità di avere un pacchetto che includa telefonate e navigazione internet. E gli sms? Con l'avvento di whatsapp ormai lo sappiamo: gli sms sono diventati quasi superflui; ma in caso di necessità, se non fossero inclusi nel costo, è sempre possibile inviarli a consumo.
Wind: i pacchetti per cellulari ricaricabili a 10 euro 
Iniziamo con Wind: a 10 euro/mese troviamo All Inclusive ricaricabile che include minuti illimitati verso tutti cellulari wind, 100 sms verso tutti e 1 gb di Internet. Una tariffa più adeguata a coloro ai quali interessa in particolar modo la navigazione è All digital: include 2 Gb di navigazione, 100 minuti verso tutti, sms illimitati, scontata a €10 (anziché 14) a patto che per ricaricare il cellulare e per richiedere assistenza vengano usate la app Mywind o il sito internet dell'operatore. Cosa succede se "mi dimentico" e ricarico dal tabaccaio, oppure chiamo l'155? Niente di grave: il mese successivo decadrà lo sconto e saranno scalati dal credito residuo €14.
I piani tariffari Tim a 10 euro/mese 

L'offerta di Tim delle tariffe dedicate agli smartphone vede - purtroppo - prezzi uguali o inferiori a 10 euro solo per un pacchetto rivolto a chi ha un'età compresa fra 12 e 30 anni. Tim Young&Music costa 9 euro/mese, include 1000 sms e 1 Gb di navigazione lte (4G); lo streaming di musica effettuato tramite la app dedicataTIMmusic non consuma il monte Gb di navigazione che, fino al 30/4/15, non viene eroso neanche per l'utilizzo di Facebook e Whatsapp tramite i canali/app ufficiali.
Cosa significa che il monte minuti "non viene eroso"? Significa che se, ad esempio, utilizzate facebook e il traffico generato ammonta a 500 Mb, questi mega non vengono decurtati dal giga incluso nel pacchetto (attenzione che non è così se il proxy per la navigazione è blackberry, nokia xpress o opera mini).
Tutte le informazioni contenute nell'articolo fanno riferimento a tariffe in vigore al 2 febbraio e sono puramente indicative; prima di procedere nell'attivazione verificate con l'operatore l'eventuale variazione nelle promozioni. 
Share:

martedì 20 gennaio 2015

In arrivo iCub, la tecnologia al servizio del sociale e delle persone sole o disabili

Trent’anni fa sarebbe stato impensabile, ma oggi l’applicazione della robotica nel quotidiano è diventata una realtà consolidata. Il principale scopo per cui sono nati i robot è quello di aiutare le persone anziane nello svolgere compiti e mansioni facilitando loro la vita di tutti i giorni. Per gli esperti le potenzialità sono tantissime, e un futuro dove le persone saranno affiancate da robot non sarà fantascienza (e non passeranno nemmeno tanti anni). Già nel 2015 si prevede il via del secondo programma di sperimentazioni, nel corso del quale altre persone anziane volontarie proveranno i nuovi sistemi robotici, questa volta in ambienti reali.

I “robot badanti” – questo il nome, un progetto presentato nel febbraio 2014 coordinato dall'istituto di biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa chiamato 'Robot Era'; tre sistemi robotici avanzati, in grado di cooperare e interagire con una persona umana. Un altro obiettivo allo studio è 'iCub', un sistema che consentira di connettere alla robotica la tecnologia alla base degli smartphone", ha detto Giorgio Metta, direttore della iCub Facility dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova. 

Serviranno ancora un paio di anni per mettere in rete tutti i robot del mondo, cosa che permetterà agli stessi lo scambio di dati e programmi. ICub un robot umanoide messo a punto nel 2009 dall'Iit, pronto a crescere e cambiare aspetto: avrà lo stesso volto della versione vecchia, ma sarà più robusto e più alto, sarà alimentato a batteria e perciò potrà muoversi liberamente nei laboratori, ma soprattutto non sarà più solo", ha spiegato Metta: potrà collegarsi con il cloud attraverso la rete wireless, e avrà funzioni simili a quelle di uno smartphone per assistere chi ne ha bisogno 24 ore su 24.

La ricerca unita all’innovazione e alla tecnologia al servizio del sociale e delle persone sole o disabili.


Il prezzo dovrebbe essere di circa 10.000 euro, ma l'obiettivo è realizzare qualcosa di ancora più conveniente e accessibile. E' questa la sfida della società italiana iCub Facility dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova. Giorgio Metta, Direttore dell’azienda è stato intervistato dall’Ansa, ed ha dichiarato :” Abbiamo appena iniziato il progetto che tende a sviluppare tecnologie a basso costo, in teoria traducibile per fare dei robot prodotti da fabbricare in serie e in grado di entrare nelle nostre case. Oggi un robot costa circa 250.000 euro ed è naturalmente fuori da ogni mercato. Robot di questo tipo – rileva Metta – possono essere utilizzati solo nei laboratori. Vorremmo arrivare ad un prodotto che non costi più di un’utilitaria, ossia sotto i 10.000 euro e se possibile anche meno». Per questo si stanno studiando nuovi materiali plastici da sostituire al metallo e si progettano componenti che sarà possibile produrre su larga scala” CLICCA QUI' per APPROFONDIRE

Saranno robot da compagnia pensati inizialmente soprattutto per le persone anziane, che nelle società avanzate sono destinate a diventare sempre più numerose, mentre sempre meno saranno giovani e adulti in grado di assisterle. ”I robot ai quali stiamo lavorando saranno in grado di compiere semplici compiti, come prendere oggetti, raccoglierli da terra, portarli”, sottolinea Metta che conclude: ”Saranno anche uno strumento di comunicazione, con funzioni molto simili a quelle di uno smartphone”.



iCub è un robot androide costruito dall'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova. Alto 104 cm e pesante 22 kg, la sua estetica e funzionalità ricordano quelle di un bambino di circa quattro anni. Il robot umanoide dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, iCub, sta imparando a stare in piedi e a mantenere l'equilibrio anche nell'interazione fisica con le persone. Grazie alla pelle artificiale che gli permette di avere 4000 punti sensibili su tutto il corpo, iCub è in grado di misurare in ogni istante i contatti e le forze che riceve dall'esterno, rispondendo con movimenti adeguati a mantenere l'equilibrio. Queste nuove capacità saranno utili quando, nel prossimo futuro, iCub coabiterà con l'uomo negli ambienti domestici e dovrà muoversi in maniera sicura per sé e per gli altri. Infatti, non cadrà se sarà urtato e potrà interagire con gli uomini anche solo attraverso il corpo e il tatto.Quest'ultimo risultato è stato raggiunto grazie agli sforzi dei ricercatori di IIT e, in particolare, al Progetto Europeo Codyco, coordinato da Francesco Nori, del dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences di IIT.
Share:

giovedì 15 gennaio 2015

XIAOMI MI BOX MINI, UN ANDROID MINI-PC INNOVATIVO A 33 DOLLARI!

Eccezionale per tre ragioni il nuovo mini-PC Xiaomi Mi Box Mini: per le dimensioni ultracompatte, per l'innovativo design con alimentatore integrato e per il prezzo di soli 33 dollari al cambio. Sold-out assicurato.

Xiaomi, uno dei produttori cinesi di maggiore successo nel 2014 ed in rapida ascesa, ha aggiunto quattro nuovi device alla sua offerta: 2 smartphone Mi Note e Mi Note Pro, le cuffie Mi Headphones e il TV box Mi Box Mini. Xiaomi Mi Box Mini è la terza generazione del mini-PC Android della Casa cinese. Il capostipite era stato lo Xiaomi Mi Box del 2013, che per primo aveva saputo coniugare un prezzo aggressivo ad un design semplice ma raffinato che non sfigurava nel salotto di casa. Era poi seguìto nel 2014 un terzetto di mini-PC composto da Xiaomi Mi Box Pro, Mi Wi-Fi e Mi Wi-Fi Mini, con target differenti ma tutti accomunati da un design unico ed immediatamente riconoscibile.
Xiaomi Mi Box Mini è quindi l'ultimo di una serie di TV box Android based di successo, dei quali cercherà di ripetere i fasti nel 2015 puntando ancora una volta su un design particolare, sulla dotazione hardware e software robusta e stabile e sul prezzo competitivo. Insomma ci sono tutte le premesse per un autentico bestseller della categoria.

L'estetica è innovativa e segna una cesura rispetto agli attuali mini-PC o TV box che hanno la forma di cubi, cilindri o piccoli parallelepipedi da collocare di fianco al TV. L'ispirazione di Xiaomi Mi Box Mini sono gli alimentatori di smartphone e tablet: con dimensioni pari ad 1/4 del Mi box originario, Mi Box Mini sta nel palmo di una mano ed è ritenuto il PC Android più compatto attualmente esistente; sulla parte inferiore del telaio integra direttamente la spina per l'alimentazione, pertanto non si alimenta tramite cavo microUSB come di consueto ma direttamente infilandolo nella presa elettrica, esattamente come faremmo con un alimentatore!

Non si tratta soltanto di un cambiamento stilistico ma anche funzionale perché Mi Box Mini integra al suo interno il proprio alimentatore e non ha bisogno di alimentazione esterna. È una soluzione geniale, molto più pratica e riduce ulteriormente l'ingombro. Altra differenza rispetto al vecchio Mi Box è nei colori perché il telaio non è più nero ma bianco con un inserto in 5 tinte pastello: arancione chiaro e scuro, azzurro, giallo, verde, rosa.
La dotazione tecnica prevede un processore ARM Cortex A7 quad-core a 1.3GHz con sottosistema grafico ARM Mali 450 accompagnato da 1GB di RAM e 4GB di storage, il tutto montato su una motherboard che ha dimensioni pari ad 1/3 di una carta di credito! Non è stato ancora reso ufficiale il modello di processore ma la presenza di 4 core ARM Cortex A7 escluderebbe il SoC Amlogic S802-H utilizzato sul Mi Box del 2014.

Sarebbe invece assicurata la decodifica di video nel formato H-265 o HEVC ma fino ad una risoluzione massima di 1080p, quindi niente decodifica hardware per i video 4K. Per quanto riguarda l'audio invece sono supportati i sistemi di virtual surround sound DTS e Dolby.
Sul versante interfacce di rete c'è il WiFi n dual-band e il Bluetooth 4.0. Le caratteristiche tecniche nel complesso sono buone considerato il formato ma non tali da supportare i 4K. Il sistema operativo è Google Android e potete stare certi che nel giro di poche ore inizieranno ad apparire in Rete le prime custom ROM.


Il prezzo è di 199yuan, circa 33 dollari al cambio, quindi assolutamente competitivo se si considera che per la stessa cifra si riescono a trovare principalmente chiavette Miracast o soluzioni meno versatili com Google Chromecast o Amazon TV Stick.
Share:

venerdì 2 gennaio 2015

Samsung scommette su Tizen: il sistema operativo sarà su tutte le smart tv

L’azienda sudcoreana sfida Android e iOS di Apple
Samsung scommette su Tizen, il suo sistema operativo fatto in casa con cui punta a emanciparsi da Android di Google. L’azienda sudcoreana ha annunciato che la piattaforma equipaggerà tutte le smart tv che saranno presentate nel 2015, a iniziare da quelle in mostra al Ces di Las Vegas tra pochi giorni.  

Tizen è già presente su alcuni prodotti, tra cui gli smartwatch, ma non è ancora approdato sugli smartphone. Il lancio del primo smartphone con Tizen, chiamato Sansung Z, sarebbe dovuto avvenire in Russia nel 2014 ma, come ha spiegato la società, è stato rimandato per «migliorare l’ecosistema». In pratica non ci sarebbero state ancora abbastanza applicazioni da consentire un buon esordio per tentare di sfidare Android e iOS di Apple. Alcune indiscrezioni avevano ipotizzato un lancio in India a novembre, anche questo mai avvenuto. 


Nel frattempo Tizen è approdato su altri dispositivi tra cui il Gear S, lo smartwatch dotato di scheda Sim che lo rende autonomo dallo smartphone anche per telefonare. E ora supporterà le tv intelligenti dell’azienda coreana, che saranno in grado di cercare autonomamente gli smartphone e i tablet Samsung vicini e di stabilire una connessione, in modo da consentire il trasferimento di contenuti. Sui device mobili, ad esempio, si potrà guardare la tv in casa anche se il televisore è spento.
Share:

martedì 23 dicembre 2014

App gratuite su Amazon fino a Santo Stefano

Dal 24 al 26 dicembre l’offerta include giochi, musica, cucina, ufficio e tempo libero
Quest’anno il Natale on line si fa ancora più ricco e oltre a pacchetti e pacchettini sotto l’albero, sono in arrivo per gli amanti della tecnologia una valanga di app gratuite. Amazon.it farà infatti trovare sul proprio App-Shop per Android, dal 24 al 26 dicembre, tantissime App in omaggio per un risparmio pari a 175 euro.  
Trovare un tablet o uno smartphone sotto l’albero è già una bella sorpresa. Ma, ovviamente, una volta avviato il dispositivo, sono disponibili solo le app di base. Per questo, quest’anno oltre a Babbo Natale, passerà anche Amazon: su App-Shop Amazon saranno disponibili tantissime applicazioni scaricabili gratuitamente per utilizzare subito al massimo il proprio dispositivo sia per divertirsi che per svolgere diverse attività quotidiane.  
L’offerta non include solo giochi, ma anche app dedicate al mondo della musica, della cucina, dell’ufficio e del tempo libero. Le app sono disponibili su App-Shop Amazon per Android e possono essere utilizzate su Fire HD 6 e 7 e Fire HDX 8,9 e sugli smartphone e tablet Android. A questo link sono disponibili tutte le informazioni per installare l’app di App-Shop Amazon su un device Android: www.amazon.it/installa-app-shop.  
Share:

domenica 21 dicembre 2014

WhichApp, la chat italiana che sfida WhatsApp

Si chiama WhichApp ed è la nuova APP tutta italiana che lancia la sfida a WhatsApp ridisegnando il concetto di comunicazione. WhichApp punta sulla sicurezza, permettendo di decidere il tempo entro cui il messaggio viene cancellato in automatico. Due contatti che parlano diversa lingua possono scrivere nella propria lingua e far recapitare il messaggio tradotto in automatico.
Si chiama WhichApp ed è la nuova APP tutta italiana che lancia la sfida a WhatsApp ridisegnando il concetto di comunicazione: globale, divertente e sicura. L'app è stata sviluppata da un team composto da sette persone, età media 34 anni. "Preferiamo iniziare dalla sicurezza, perché darti modo di comunicare nella massima privacy è il nostro obiettivo principale", dicono gli sviluppatori di WhichApp, che per il momento è un servizio di chat senza grosse novità rispetto alle soluzioni concorrenti.
WhichApp è molto simile a Whatsapp, recentemente acquisita da Facebook, ma con qualche funzione nuova o presa in prestito da altri servizi, come Snapchat. Privacy e sicurezza: è su questo che punta WhichApp, che promette che "sarai sempre certo che la tua comunicazione è protetta con i più elevati standard di mercato (Certificati Verising)".
Cos’è WhichApp? L'app si descrive per essere "una chat veloce, sicura, multipiattaforma, divertente" attraverso cui "parlare con i tuoi amici dalle 2 stanze disponibili: Chat classica e Chat Ghost".
In modalità 'Chat classica' WhichApp consente di inviare messaggi di testo, audio, video e foto, condividere il proprio status e il mood della giornata. In modalità 'Chat Ghost' (fantasma) WhichApp consente di condividere momenti “mordi e fuggi” con testo e foto che si autodistruggono dopo qualche tempo dalla visualizzazione (5-10-15 sec.). Gli sviluppatori promettono che è difficile utilizzare la funzione di “screenshot” così chi riceve il testo che deve cancellarsi non può salvarlo.
In tutte modalità dell’APP (Classica e Ghost) vi è una funzionalità che consente di digitare il testo nella propria lingua, ed inviarlo ad un utente WhichApp recapitandolo nella lingua parlata dal contatto ricevente.
WhichApp si può usare su qualsiasi dispositivo tramite un sistema di autenticazione in due passaggi e una crittografia di sicurezza, per essere sicuri che le conversazioni sono al riparo da occhi indiscreti.
Per trovare nuovi amici, se si imposta il profilo come pubblico, vi è la possibilità di farlo con l’attribuzione di un PIN così nessuno conoscerà mai il numero di telefono. WhichApp fa infatti affidamento sul numero di telefono, come Whatsapp.

WhichApp è gratis e disponibile su Apple Store e Play Store, ha superato i 30mila utenti e nell'ultimo mese sono stati scambiati oltre 700mila messaggi.
Share:

lunedì 6 ottobre 2014

Google: a breve il rivale di WhatsApp

Venerdì scorso il noto quotidiano ‘The Economic Times’, ha fatto sapere ai suoi lettori con un articolo che il colosso Google sta lavorando al lancio di un’applicazione di messaggistica istantanea. Sempre stando alla fonte della notizia Big G ha intenzione di iniziare a testare quest’ultima creazione nei mercati emergenti, fra cui l’India.
Stando a ciò che è stato riportato nell’articolo sembra che la casa con sede in California sia nelle fasi iniziali del progetto e probabilmente se tutto andrà a buon fine vedremo la sua comparsa nel Play Store il prossimo anno.
Le fonti, inoltre, ci fanno sapere che quest’app vivrà di vita propria e quindi non sarà necessario l’utilizzo di un account Google per potersi registrare come succede con gli altri servizi che offre la casa di Mountain View, né tantomeno sarà inglobata in servizi di messaggistica già esistenti.
Pare infine, che si stia lavorando anche su un sistema di localizzazione da inserire all’interno del servizio così che da poter condividere la propria posizione con i contatti, una funzione che ritroviamo già in molte applicazioni simili, mentre la cosa curiosa è che si sta valutando persino l’inserimento di un supporto linguistico che per il momento non si bene a cosa possa servire (traduzione istantanea dei messaggi? – ndr.).

Il progetto una volta rilasciato andrà a confrontarsi con tutte quelle società che offrono un servizio simile (per esempio: Whatsapp, Line, BBM e via dicendo), bisognerà però vedere se riuscirà a ritagliarsi o meno una fetta in questo già vasto e saturo mercato.
Share:

venerdì 6 giugno 2014

Ologrammi nel telefonino dal 2015

Arriveranno nel 2015 i primi telefoni in grado di ospitare il chip che crea futuristici ologrammi

 La Ostendo Technologies, società californiana sta per lanciare uno smartphone che proietta ologrammi.
La società californiana è all’avanguardia ed ha realizzato un chip capace di proiettare su uno schermo di 48 pollici un ologramma, di cui si potrà regolare la luminosità, il colore e l’inclinazione.
Il Wall Street Journal ne descrive maggiormente le caratteristiche. Il dispositivo ha la grandezza di una caramella, e potrebbe essere inserito negli smartphone di nuova produzione. Potremo vederlo nel 2015 visto che la società, Ostendo ha ricevuto 120 milioni di dollari come finanziamento per la realizzazione per il chip.

I display sono l’ultima frontiera – ha dichiarato al Wall Street Journal il fondatore e chief executive di Ostendo, Hussein El-Ghoroury - nel corso degli anni la potenza è aumentata e le connessioni ora sono più veloci ma non abbiamo visto miglioramenti importanti per i display“.
Il chip che proietta ologrammi non è destinato solo allo smartphone ma soprattutto alla tecnologia indossabile.
Share:

mercoledì 14 maggio 2014

La maglietta-diagnostica, il futuro della medicina

L’azienda canadese OMsignal ha ideato la prima “maglietta diagnostica” al mondo. Si parlava da tempo di questa idea e c’erano tutte le premesse per far sì che buona parte delle mosse di una visita medica potessero avvenire a distanza, tramite sensori applicati direttamente al corpo. L’idea geniale sta nel mascherare tali sensori con una maglietta per farli passare inosservati. E la maglietta non è l’unico prodotto di questo tipo.
Le t-shirt -che vanno ad aggiungersi a occhiali, orologi, cuffie “intelligenti” create in aiuto della scienza- potranno monitorare le funzioni vitali come battito cardiaco, respirazione e pressione attraverso degli elettrodi sistemati all’altezza del torace che comunicano con un mini computer che archivia i dati e che si trova in una delle tasche della maglietta. Si potrà tener conto delle calorie bruciate e del livello di stress dell’organismo, del buon funzionamento del cuore e delle anomalie eventuali. Il tutto in collegamento diretto con il computer del medico.Nonostante tutte queste belle premesse, la maglietta non è stata progettata né testata a puro scopo medico ma più come ausilio per gli allenamenti degli atleti. Ma la via verso l’utilizzo diagnostico è già aperta e percorribile, per esempio nei casi di asma, di patologie cardiache. Il progetto della OMsignal è stato presentato e illustrato sulle pagine della rivista MIT Technology Review, organo del prestigioso istituto di ricerca di Boston.


Share:

martedì 13 maggio 2014

Startnext: la fine del packaging?

Nasce a Berlino un supermercato senza imballaggi  La spesa sarà totalmente sostenibile

In Germania sta nascendo il primo negozio privo di confezioni, in cui i prodotti saranno esposti in contenitori recuperati grazie al crowdfunding.

17:38 - A Berlino nascerà un supermercato unico nel suo genere, il primo a non utilizzare imballaggi a perdere, ovvero contenitori di plastica, carta o vetro da gettare dopo l'uso. I prodotti saranno esposti in scatole e recipienti forniti al negozio direttamente dai clienti e si porteranno via in borse di tela o barattoli esclusivamente riutilizzabili, messi a disposizione dal supermercato. Le persone, tornando nel negozio, potranno riutilizzare i contenitori per la loro spesa, oppure restituirli al punto vendita, che li darà ad un altro cliente.
Niente imballaggi e confezioni a perdere - L'obiettivo è quello di diminuire drasticamente la quantità di materiale utilizzato per gli acquisti, che solitamente viene gettato via. All'interno non si troveranno imballaggi tradizionali, ma frutta, verdura e tutto il resto sarà disposto in contenitori portati dalle persone che aderiranno al progetto. Non si acquisteranno quindi confezioni, ma le compere si faranno a peso attraverso, ad esempio, piccoli silos che forniranno solo la quantità di prodotto desiderata. Meno sprechi quindi. Nel supermercato si troveranno centinaia di alimenti, con un occhio di riguardo alla dieta vegana e vegetariana.
Raccolta fondi online - Il progetto si chiama Original Unverpackt ed è stato lanciato sul web, sul sito di crowdfunding startnext
. La cifra minima da raggiungere per aprire il supermercato si aggira attorno ai 45mila euro, per coprire tutte le spese. All'arredamento poi ci penseranno i clienti stessi. "Il nostro obiettivo è di consentire a tutte le persone l'accesso a cibi selezionati con cura, escludendo imballaggi a perdere, per uno shopping divertente. Vogliamo avere scelta, come consumatori, come venditori, come acquirenti e come fornitori. Siamo alla ricerca di slow food e di rifiuti zero", dicono le due ideatrici di Original Unverpackt.

Share:

martedì 15 aprile 2014

Windows XP in pensione: la curiosa storia del wallpaper

Windows XP è andato in pensione, ma ha conservato una storia da raccontare. La storia dello sfondo Bliss, il più famoso e utilizzato di tutti quelli che XP aveva messo a disposizione, quello detto in gergo “di default”. Aver scattato la foto che ha fatto da base a quello sfondo e al suo successo si deve a Charles O’ Rear, fotografo che rimase colpito dal panorama che vedeva passando sulla statale 121 in California, nella contea di Sonoma.Decise di immortalarlo e di portare la foto allo studio fotografico Corbis Images, che apparteneva a un signore dal nome eloquente per come andò poi: Bill Gates. Ed ecco che quella foto, inizialmente fatta solo per la bellezza del soggetto, divenne mito, prendendo nomi differenti in tutti i continenti in cui è stata diffusa come wallpaper di Windows XP. Un piccolo inizio, per un futuro pazzesco.

Share:

Comments

BTemplates.com