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venerdì 12 aprile 2013

Google lancia il testamento (per la vita digitale).


Cosa fare dei nostri dati e account dopo una lunga latitanza o, peggio, la nostra dipartita? Il motore di ricerca offre la soluzione
Che succede dopo la morte? Nessuno lo sa veramente. Cosa succede della nostra vita digitale quando l’abbandoniamo, o per noia o per improvvisa e involontaria dipartita da questa terra? In realtà, anche di questo poco si sa, ma Google ha deciso, per quel che riguarda i suoi servizi, di regalarci qualche certezza. Il motore di ricerca ha infatti introdotto uno strumento che permette di esprimere le proprie volontà per il futuro del nostro account. Tecnicamente si chiamaGestione Account Inattivo , nome neutro e rassicurante, ma è evidente che funziona come una sorta di testamento. Permette, infatti, di esprimere ciò che si vuole fare con i propri dati ospitati sulla rete dopo la morte, o, più semplicemente, quando si decide di smettere di usare il proprio account per un lungo periodo di tempo.  
 
L’idea si presta a un facile umorismo (macabro), e se non fosse trascorso da tempo il primo aprile si potrebbe pensare a una delle molte burle di Google. Ma burla o no, questo tool risolverebbe un problema serio. Molte persone hanno fatto l’esperienza di un profilo Facebook che continua a esserci proposto o che occhieggia con il volto di una persona amica, anche quando questa ci ha, purtroppo, lasciato. Una situazione che può essere dolorosa e incresciosa e a cui bene ha fatto Google a porre mano. 
 
“A molti di noi non piace pensare alla morte - in particolare la nostra,” ha scritto il Product Manager Andreas Tuerk in un post sul blog , “ma fare progetti per ciò che accade dopo che te ne sei andato è molto importante per le persone che si lasciano alle spalle. Così oggi, stiamo lanciando una nuova funzione che rende facile comunicare a Google ciò che si vuole fare con le risorse digitali quando si muore o non può più usare il proprio account”. 
 
Avete idea di quanta parte di voi galleggia nel mondo virtuale? La soluzione consente di istruire i server su cosa fare con i vostri messaggi di Gmail, vale a dire una fitta corrispondenza anche molto personale, i dati del profilo di Google+, i post di Blogger, i file del disco, le foto dell’album Picasa, magari ricordi imperdibili, i dati di Google Voice e i video di YouTube. Con pochi clic si può scegliere cosa si desidera recuperare e cosa affidare all’oblio. Google potrà inviare il pacchetto a “contatti attendibili”, sebbene resti qualche dubbio sul modo in cui propri cari riceverebbero tutti i dati della vita online che avevamo affidati a Google. 
 
Tra le impostazioni a disposizione, c’è il periodo di tempo di inattività oltre il quale il motore di ricerca avrà il via libera per cancellare i propri dati: tre, sei, nove o 12 mesi. È chiaro che un simile strumento consente anche di prevedere una certa pulizia e attenzione alla privacy, e magari un incentivo a non lasciare languire per troppo tempo i nostri account, a tutto vantaggio della vivacità dei servizi di Google. Ma questo è poco rilevante. L’idea di disporre della propria eredità digitale, senza mettere nei guai i posteri e proteggendo, magari, documenti, testi ed espressioni che vogliamo scompaiano con noi sembra saggiamente in linea con il nuovo stile di vita.  (La Stampa.it)

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martedì 19 febbraio 2013

Addio a Hotmail, un pezzo della “vecchia” Internet


Dopo 18 anni, 16 di gestione Microsoft, il servizio Hotmail è pronto a dire addio alla Rete. Niente di traumatico, una scomparsa di un pezzo storico della “vecchia” Internet ampiamente annunciato da Redmond. Ma da oggi c’è l’ufficialità: con un post sul blog di Outlook l’azienda ha annunciato cheOutlook.com è pronto a uscire dalla fase preview e a sostituire di fatto la gloriosa webmail da 360 milioni di utenti.
Come raccontano le agenzie, dopo una massiccia campagna sulla privacy contro Google, Microsoft è pronta a dare l’attacco frontale a GMail con la web app creata in stile, e con la filosofia, di Windows 8. A seguito dell’introdzuione in “via sperimentale” del nuovo servizio la scorsa estate, Outlook.com ha già totalizzato una sessantina di milioni di utenti. E secondo Redmond è dunque “il servizio email con la crescita più rapida a livello mondiale”.
A cominciare già da oggi Microsoft inizierà il trasferimento, senza dolori, senza interruzioni del servizio e senza che gli utenti debbano fare qualcosa, degli account di Hotmail in Outlook.com, promettendo di mantenere password, contatti e, naturalmente, lo stesso indirizzo di posta elettronica. La massicia migrazione dovrebbe concludersi entro la prossima estate. Inizialmente sarà volontaria, poi man mano che il processo andrà avanti diventerà obbligatoria. Oltre a una connessione diretta con i social network, Outlook sarà integrato con SkyDrive, il servizio di cloud storage dell’azienda. In una sola parola: sharing. Condivisione. Un passo oltre la “vecchia” email, appunto.

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mercoledì 5 dicembre 2012

Facebook: referendum per cambiare le regole?


Sta per scadere il tempo concesso da Facebook per partecipare all'ultimo referendum indetto per avere l'opinione degli utenti circa le modifiche allaNormativa sull'utilizzo dei datie alla Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità.
Il termine ultimo per votare, visitando l'apposita pagina sul social network, è infatti il prossimo 10 dicembre: dopo quella data, potranno accadere due cose.
 Se avrà votato per lo meno il 30% di tutti gli utenti del social network (quindi circa 300 milioni di persone), allora il referendum sarà ritenuto vincolante e Facebook rispetterà le decisioni degli utenti: se le modifiche non saranno piaciute, verranno cestinate.


Se invece il quorum non sarà raggiunto, allora Facebook considererà semplicemente«orientativi» i risultati, e potrà anche decidere di ignorarli.
Tra le novità che le modifiche comportano c'è l'eliminazione del meccanismo stesso di votazione; in realtà, il quorum non è mai stato raggiunto (e sull'impossibilità di raggiungerlo già da tempo sono nate diverse polemiche), quindi finora la sua utilità è stata minima. Se le modifiche passeranno, il sistema sarà abolito a vantaggio di un non meglio precisato nuovo strumento.
Al di là di questo, ci saranno novità con le aziende affiliate, con le quali Facebook potrà condividere alcuni dati per «promuovere l'uso efficiente ed efficace dei servizi»: tra queste "affiliate" c'è per esempio Instagram, la popolare app di condivisione delle foto.
Per quanto riguarda la proprietà dei contenuti inseriti dagli utenti il social network afferma infine che ogni utente completamente padrone di ciò che scrive o carica, e che le modalità di condivisione sono decise da lui solo. (da Zeus News)
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giovedì 8 novembre 2012

Le foto di amiche e amici in bikini e costume da bagno


Roma, 6 nov. - (Ign) - Da oggi avete un motivo in più per fare attenzione alle vostre foto su Facebook e al livello di privacy con cui le condividete. Arriva infatti 'Badabing!', l'app per iPhone che analizza tutte le foto dei vostri contatti su Facebook per mostrarvi solo quelle in cui amiche e amici appaiono in bikini o in costume da bagno (o anche più semplicemente con pochi vestiti addosso).Con un 'servizio' del genere, ovviamente l'app non poteva certo essere gratis: per sbirciare fra i contatti Facebook però bastano 1.99 dollari. Una volta 'loggati' con il vostro account Facebook bisogna scegliere un gruppo di amici fra cui fare la ricerca: le foto che vi piacciono di più possono essere inserite nel bookmark.Qualcuno magari si chiederà se tutto questo è lecito: la risposta ovviamente è sì. Tutto quello che fa quest'applicazione è semplicemente una ricerca fra le foto pubblicate su Facebook: sta a voi scegliere con chi volete condividere i vostri scatti.

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venerdì 21 settembre 2012

Rimuovere il virus truffa “guardia di finanza"


Se siete incappati nel virus della "Guardia di Finanza" avrete una finestra di popup che si visualizza automaticamente dopo avere acceso il computer, dove compare:- Il logo della guardia di finanza, con lo slogan "Insieme per la legalità".- Una scritta che dice che nel computer sono presenti contenuti illegali.- La richiesta di un pagamento di 100 euro per ripristinare le funzionalità del PC.
Vero nome :Trojan.Win32.FakeGdF.A

Se siete incappati nel caso sopra, sappiate che è un virus,che vi sta cercando di truffare e non dovete assolutamente PAGARE NULLA.

Stato Minaccia :Ancora in espansione e tutt'ora attiva.

Rimozione:Per risolvere il problema, come indicato sul sito del nucleo speciale frodi telematiche, dovete:1. Spegnere il computer.2.Riaccenderlo premendo subito dopo l'accensione, più volte, il tasto F8.3. Si aprirà un menu (sfondo nero e scritte in grigio) e bisogna selezionare "modalità provvisoria".4. Si avvierà Windows in modalità ridotta (non preoccupatevi, quando lo riavvierete tornerà tutto come prima), cliccate su START in basso a sinistra.5. "Tutti i programmi".6. Cercate la voce "Esecuzione automatica".7. Eliminate (facendo click con il tasto destro) tutte le voci presenti in "esecuzione automatica" con scritto "WPBTO.DLL" oppure file che iniziano con 0varinumeri.exe.7a. Per i più smaliziati, sappiate che il virus solitamente infetta i seguenti percorsic:\documents and settings (oppure users)\nome utente\Menu Avvio\Programmi\Esecuzione automatica\wpbt0.dll.lnkc:\documents and settings (oppure users)\nome utente\Impostazioni Locali\TEMP\WPBT0.DLLc:\documents and settings (oppure users)\nome utente\Menu Avvio\Programmi\Esecuzione automatica\0.numero casuale.exe.lnk c:\documents and settings (oppure users)\nome utente\Impostazioni Locali\TEMP\0.numero casuale.exe8. Fate click con il tasto destro sull'icona del cestino, poi "svuota cestino".9. Riavviate il computer normalmente e vedete cosa succede.10. Aggiornate subito il vostro antivirus e fate una scansione completa.ho visto che sul famoso sito di domande e risposte asd ci sono centinaia di persone che non sanno come risolvere quindi ho deciso di farvi una guida ho preso alcune parti da quel sito citato all' inizio.grazie e arrivederci a un nuovo post!Spero di essere stato d'aiuto. (inforge.net)

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martedì 4 settembre 2012

Ecco l'App che sa tutto della nostra vita su Facebook


Roma, 4 set. (Ign) - Sapete qual è il vostro post su Facebook più commentato. E l'immagine che ha collezionato più 'mi piace'?. E l'amico/a più giovane che avete in lista? Sono solo alcune delle informazioni che è possibile conoscere grazie all'applicazione di Wolfram Alpha. Per accedervi basta collegarsi al sito e scrivere 'Facebook report' nella stringa di ricerca. Subito dopo bisognerà entrare con i dati del nostro profilo ed ecco che si aprirà in una sola schermata tutta la nostra vita su Facebook spiegata con numeri, statistiche e diagrammi.
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lunedì 21 maggio 2012

YouTube compie 7 anni e segna nuovo record

Un video celebra il compleanno del sito di videosharing fondato da Chad Hurley che vanta un trend in continua crescita

Roma, 21 mag. - (Ign) - Youtube festeggia i 7 anni di vita con un nuovo record: 72 ore di filmati caricati ogni minuto dai suoi 800 milioni di utenti. Una storia iniziata nel 2005. L'idea di Chad Hurley, fondatore e attuale CEO di YouTube, si è subito dimostrata vincente. Un anno dopo, nel 2006, il primo record importante, 100 milioni di video visti quotidianamente, convice Google a comprare Youtube per 1,65 milioni di dollari. Una decisione più che azzeccata quella di Mountain View.
Da allora infatti, fra l'introduzione dell'alta definizione e del 3D e gli accordi commerciali con case discografiche e network di tutto il mondo, il sito di videosharing è in continua crescita: nel 2009 gli utenti caricavano ogni minuto 'appena' 15 ore di video contro appunto le 72 di adesso, che potrebbero a breve diventare oltre 100.
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domenica 20 maggio 2012

Il terremoto in tempo reale con un APP android

Nella notte fra il 19 e 20 Maggio 2012, questa applicazione sarebbe stata davvero utile sul nostro smartphone android. Il nome dell’applicazione è proprio Terremoti Italia ed è una app che tengo da moltissimo tempo nel telefono per qualsiasi evenienza.
Cosa ci permette di sapere Terremoti Italia? L’applicazione ci permette di rimanere aggiornati in tempo reale sulle varie scosse sismiche su tutta la penisola dove potremo anche visualizzare la mappa e l’epicentro da dove è arrivata la scossa. Ovviamente non manca l’intensità della scossa.
Dal telefono, potremo impostare anche degli avvisi di quando si verificano questi terremoti impostando aree geografiche precise e soglia in cui vorremo essere avvisati. Cliccando sulla lista dei terremoti delle varie zone potremo anche visualizzare sulla mappa l’epicentro e la cartina di tutta Italia se vogliamo consultare anche altre zone.
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giovedì 19 aprile 2012

Facebook, debutta il pulsante Ascolta per la musica


Su Facebook ha fatto il debutto una nuova funzione. Stiamo parlando del pulsante Ascolta, che si può trovare nelle pagine dei musicisti. Il social network di Zuckerberg così diventa un pò più simile a MySpace.
Premendo Ascolta, pulsante che si trova nella parte superiore della Timeline, si avvia l'applicazione associata (per esempio Spotify) per l'ascolto della musica in streaming. In questa maniera è possibile ascoltare la playlist dell'artista.
Il servizio non è lo stesso che si può trovare su MySpace, in quanto consente di accedere a un numero maggiore di informazioni.
Non a caso la scorsa settimana Spotify ha introdotto la funzione che consente di inserire una playlist all'interno di blog oppure nelle pagine di Facebook.
Questo sistema dovrebbe fornire una maggiore visibilità ai musicisti e a tutti coloro che cercano di far conoscere le proprie opere. (Pianetacellulare.it)
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sabato 14 aprile 2012

Internet delle cose, entro il 2013



ROMA - Oggi un comune cittadino possiede almeno 2 oggetti collegati a internet e si stima che entro il 2015 saliranno a 7, per un totale di 25 miliardi di dispositivi collegati con connessione senza fili nel mondo. Entro il 2020 il numero potrebbe addirittura raddoppiare. Il futuro prossimo sarà l'internet delle cose, dove tutti gli oggetti di uso quotidiano (telefoni, automobili, elettrodomestici, vestiti e persino alimenti) sono collegati al web con una connessione senza fili tramite chip intelligenti e sono in grado di rilevare e comunicare dati.

 Ad esempio, se una persona anziana dimentica di prendere una medicina essenziale, parte un messaggio d’allarme a un familiare, o addirittura ad un centro d’emergenza locale, in modo che qualcuno passi a vedere se va tutto bene. Oppure l'automobile, tramite sensori incorporati, potrà segnalare lo stato dei suoi diversi sottosistemi a fini di telediagnosi e tele manutenzione; sensori posizionati nell’abitazione potranno informare le persone assenti, tramite lo smartphone, dello stato delle porte e finestre di casa, o addirittura del contenuto del frigorifero. Tutto questo ha grandi potenzialità economiche e sociali e per sfruttarle al meglio la Commissione europea lancia oggi una consultazione pubblica per trasmettere osservazioni e commenti entro il 12 luglio 2012. 

Affinché l’Internet delle cose sia accettato dalla società è necessario definire un quadro etico e giuridico, supportato dalla tecnologia necessaria, che offra ai cittadini controllo e sicurezza. Per questo la Commissione chiede osservazioni e commenti sul rispetto della vita privata, la sicurezza delle persone e delle cose, la sicurezza delle infrastrutture, le questioni etiche, l’interoperabilità, la governance e gli standard. I risultati emersi dalla consultazione confluiranno nella raccomandazione sull’internet delle cose che la Commissione presenterà entro l’estate 2013. (Romagnanoi.it)

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mercoledì 11 aprile 2012

Google, in Italia app Currents: per smartphone e tablet


Roma, 11 apr. - (Adnkronos) - Sbarca in Italia Google Currents, l'applicazione per dispositivi Android e iOs che consente di sfogliare riviste online e altri contenuti di natura editoriale con un semplice tocco. Fra i partner editoriali di questo debutto nel nostro paese, anche l'Adnkronos che ha collaborato con il colosso di Mountain View per offrire ai suoi lettori le sue news in un formato ottimizzato per smartphone e tablet.
Attraverso questa applicazione - scaricabile da Google Play (per Android) o dall'App Store di Apple (per iOs) - è inoltre possibile navigare in modo intuitivo tra parole, immagini e video, su schermi grandi e piccoli, anche in modalità offline.
L'applicazione utilizza inoltre il Traduttore di Google per consentire agli utenti di tradurre automaticamente le loro edizioni preferite nella propria lingua; infine, consente la sincronizzazione dinamica, che aggiorna i contenuti automaticamente in background per potervi accedere velocemente e anche in modalità offline.
Google offre una piattaforma self service per rendere disponibili i contenuti su Google Currents, lasciando agli editori la possibilità di gestire e personalizzare i propri contenuti che appaiono chiaramente sotto il brand dell'editore. Oltre all'Adnkronos, in Italia, Google ha preparato il debutto di Currents con Class Editori, Il Secolo XIX, Il Sole 24 Ore, La Stampa, MonRif e SportNetwork.
Oltre a scegliere le pubblicazioni che intendono seguire, gratuitamente, gli utenti possono inoltre, aggiungere feed RSS, video e foto feed, stream pubblici di Google+ e i feed che si stanno già seguendo su Google Reader. Oltre a fruire dei loro contenuti preferiti, gli utenti possono infine utilizzare la funzione ''trends'' che consente di rintracciare ulteriori contenuti di loro interesse.
Commentando il debutto della nuova applicazione di Google Giuseppe Marra, Editore/Direttore del gruppo Adnkronos, ricorda che "le news delle nostre agenzie sono state le prime in Italia a essere trasmesse su internet oltre quindici anni fa". "Da oggi - conclude - nello stesso spirito di libero accesso a una fonte autorevole d'informazione nazionale e internazionale, i nostri notiziari saranno su Google Currents aggiornati in tempo reale".
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giovedì 5 aprile 2012

Instagram per Android, download record da 1 milione in 24 ore

Un successo che va al di là del sistema operativo utilizzato.
Questo è quanto “dimostrato” nelle ultime ore da parte di Instagram.
La celeberrima applicazione per i dispositivi iOS è infatti appena sbarcata anche sullo Store di Google Play, facendo immediatamente segnare un piccolo record: 1 milione di download.
E questo a sole 24 ore dalla sua comparsa sullo Store dedicato ai device con sistema operativo Android.
Nel giorno del suo “esordio” per la piattaforma di Google più di 1 milione di utenti hanno quindi scaricato gratuitamente l’applicazione per le fotografie in “salsa” social che aveva riscosso già un enorme successo per i dispositivi della Apple.
Dato il record appena stabilito dal software in questione, è stata quindi dimostrata la grande attesa, da parte degli utenti, per il suo ingresso nello Store di Google Play.
Una situazione che ha quindi generato una enorme curiosità in tutto il mondo.
Per iniziare a “sperimentare” le caratteristiche di Instagram, non resta quindi da far altro che scaricare l’applicazione in questione e scoprire tutte le sue funzionalità.
Per tutti i possessori di device Android è pertanto possibile effettuare il download di Instagram in maniera gratuita cliccando su QUESTO LINK.   (Pianetatech.it)

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martedì 20 marzo 2012

Pirate Bay: "I server? Nello spazio a bordo dei droni"

Roma, 20 mar. (Ign) - Pensate a un drone, gli aerei spia che fanno notizia quando vengono abbattuti. Piccoli velivoli, senza pilota, che le grandi potenze occidentali (ma ci sono anche quelli russi, cinesi e israliani) mandano al di là delle linee nemiche per scattare foto a siti militari, a postazioni segrete, a centrali nucleari. Di solito li vediamo 'veleggiare' con la stella americana, nei cieli del Medio Oriente. Con i guardiani della rivoluzione iraniana pronti ad abbatterli e a mostrarli come trofei. Oppure in Afghanistan, a spiare i talebani. O in Iraq.
Ora immaginiamoli con uno stemma che rappresenta un vascello pirata con tanto di bandiera, con teschio e ossa incrociate. Non più aerei-spia ma nascondigli per i server 'illegali' di Pirate Bay, i pirati del web svedesi, più volte condannati per file-sharing illegale. E più volte chiusi. Con i loro server oscurati, sia dagli Usa che dalle autorità europee, che danno la caccia a chi viola le leggi del copyright. Peter Sunde, Fredrik Neij, Gottfrid Svartholm e Carl Lundström, i capi dei pirati della baia, già condannati a 10 mesi di carcere e a un risarcimento di 6,8 milioni di dollari non si arrendono. E si preparano a una nuova sfida senza confine. Che ora potrebbe spostarsi all'insù, cioé nello spazio, dove, spiegano i pirati scandinavi sul loro blog di piratebay.se, "presto sposteremo i nostri server".
L'idea lanciata di sembra un po' stravagante, e forse rappresenta solo una provocazione. Ma non mancano i dettagli: "Computer mini da montare sui droni, come i Raspberry Pi, un single-board pc sviluppato nel Regno Unito e appena uscito sul mercato, Gps, collegamento radio con portata fino a 50 km e trasmissioni a 1000 megabit. Il tutto da mandare in cielo grazie ai droni. E poi vediamo, sembrano dire i pirati, se gli Stati Uniti dell'Arroganza, come chiamano gli Usa, riusciranno a chiuderci anche questi.
C'è già il nome per i futuri droni volanti: Low Orbit Server Station (Centro Server di orbita inferiore). Un nome che richiama il Low Orbit Ion Cannon (Cannone Ionico di orbita inferiore). Il 'cannone' di Anonymous, gli hacker attivisti in campo per la libertà della rete, che hanno utilizzato negli scorsi mesi questo software per violare tanti siti, da quello del Vaticano a quelli della Ue, fino a quello della Alleanza atlantica.
Tantissimi i commenti nel blog dei cybernauti. Tutti entusiasti. Con tanti complimenti per la trovata e qualche consiglio, come quello di 'mirogster' che scrive: "Sarebbe meglio mandare in orbita i politici corrotti, piuttosto che i server". Oppure di chi preferisce mandare i server non in cielo, ma in mare: "Fate come i pirati olandesi di Radio Veronica", scrive 'salazam1'. E c'è anche chi propone le mongolfiere. C'è poi chi si rallegra ("farò il download dallo spazio, che cosa bella!!!"). Qualcuno infine è sfiorato dal dubbio: "Non è troppo presto per il pesce d'aprile?", scrive 'WallaceII'.
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"IT verde": ecco il laser che "cancella" i fogli già stampati

La pubblicazione scientifica del MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha dato spazio ad una ricerca che potrebbe, in futuro, aprire la strada a nuove metodologie per il riciclo della carta. In un mondo sempre più digitale, si stampa ancora troppo e da qualche tempo nei messaggi di posta elettronica capita di leggere esortazioni a rispettare l'ambiente ed a stampare le e-mail solo quando strettamente necessario.
Alcuni ricercatori inglesi vogliono però compiere un passo in più, che va ben oltre la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul tema della battaglia contro gli sprechi. Julian Allwood (nella foto a lato), accademico della University of Cambridge, ha rivelato un nuovo sistema che sarebbe in grado di rimuovere il toner presente sui fogli di carta già stampanti consentendone l'immediato riuso.

Lo studio, condotto in collaborazione con un altro ricercatore, David Leal-Ayala, illustra l'utilizzo di una luce laser che permette di decomporre il toner svolgendo di fatto un processo inverso a quello di stampa. Secondo quanto affermato dagli esperti anglosassoni, la rimozione automatica del toner non causerebbe danni alle fibre della carta ed uno stesso foglio potrebbe essere riutilizzato fino a cinque volte prima di essere gettato nel cestino (del riciclo, ovviamente). "Stiamo cercando di vaporizzare il toner in maniera molto veloce", ha osservato Leal-Ayala. Il trucco, secondo gli studiosi, consisterebbe nell'utilizzo di un laser che proietta una luce verde ad intervalli rapidissimi, dell'ordine dei nanosecondi. Dal momento che la fibra di cellulosa è sostanzialmente immune ad un'azione del genere, gli impulsi luminosi verrebbero totalmente assorbiti dal toner. L'unico problema, spiega Allwood (anche il cognome del ricercatore è tutto un programma...), è che il calore assorbito dal toner venga comunicato al foglio di carta. Ed è proprio l'impiego di impulsi rapidi che permette al toner di "evaporare" prima di causare danni alla carta.

"Adesso stiamo cercando qualcuno che ci aiuti a costruire un prototipo", ha concluso Allwood. L'ambiente ringrazia. (Il Software.it)
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martedì 24 gennaio 2012

Buonanotte...con Facebook!

Facebook ovunque, anche a letto. Spegniamo la luce e concediamoci al riposo notturno, ma non prima di aver dato una sbirciatina a cosa accade nella piazza virtuale più nota del mondo. E per non perderci neanche una virgola, il designer croato Tomislav Zvonarić ha realizzato il primo letto Facebook. Volete sapere di che si tratta?
La forma ricorda la celebre “f” minuscola, logo del social netorwk di Mark Zucherberg, ma non è solo una questione di design e di estetica. Il letto infatti dispone di un monitor, una sorta di postazione PC integrata alla spalliera, da cui è possibile postare l'ultimo stato prima di chiudere gli occhi e riposare.
Una chicca da avere assolutamente per gli appassionati di Facebook, il massimo dell'esagerazione e della dipendenza da social network, secondo altri. Ancora solo un prototipo, per fortuna o purtroppo secondo i vari punti di vista, è una vera e propria area di lavoro che consente agli utenti di controllare gli aggiornamenti di Facebook sul proprio computer, seduti nella parte superiore del letto.
Per il letto Facebook sono disponibili anche un supporto per la tastiera, uno scaffale per il mouse e una leggera rientranza dove collocare lo schermo di un computer. Inoltre, una sorta di sgabello di colore rosso, con tanto di logo di Facebook è situato nella parte superiore della "F".

Le dimensioni esatte del modello sono ancora sconosciute e se Zvonarić cercherà di produrlo e venderlo, probabilmente dovrà passare per l'approvazione del team di Facebook.
Mentre Facebook continua a raccogliere consensi e popolarità avvicinandosi al miliardo di utenti, previsto per l'estate, le aziende stanno cercando di capitalizzare in qualche modo la tendenza.

All'inizio di questa settimana, inoltre è stato annunciato che una discoteca in Brasile chiamata "Facebook" sarebbe stata realizzata a Epitaciolândia, vicino al confine boliviano dell'Amazzonia brasiliana.
"Il concetto alla base di Facebook (discoteca n.d.R.) è quello di condividere le idee, le avventure, le amicizie e le foto con i tuoi amici", ha detto a The Guardian il fondatore Umberto Camacho. "Quello che volevamo fare era costruire una discoteca con questo concept, dove la gente poteva venire e condividere le cose con i propri amici, passare una notte fredda, e condividere immagini, esperienze, insomma per divertirsi."
Dal riposto al divertimento, dalla socializzazione all'informazione. Da Facebook passa tutto questo. (Nextme.it)

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domenica 22 gennaio 2012

Scambiarsi la password è un pericoloso pegno d'amore

È diventato di moda tra i giovani testimoniare il proprio amore, condividendo la password della posta elettronica, di Facebook o di altri account.
Fidanzati e fidanzate a volte creano pure una password identica, in modo che possano leggere le e-mail private e i testi dell’altro.
Per Rosalind Wiseman, autrice di “Queen Bees and Wannabes”, scambiarsi le password è in molti casi un modo metaforico di fare sesso.
Questo però può essere rischioso quando un rapporto non funziona più.
Da un recente studio di Pew Internet and American Life Project, riportato dal New York Times, è emerso che un adolescente su tre condivide la password con un amico, un fidanzato o una fidanzata.
Lo studio ha analizzato i dati di un sondaggio telefonico fatto su 799 ragazzi dai 12 ai 17 anni e condotto tra il 19 aprile e il 14 luglio 2011.
E' emerso che le ragazze sono molto più disponibili a dare la propria password ai loro ragazzi, col 38 per cento delle ragazze contro il 23 per cento dei ragazzi, mentre la condivisione è più alta fra ragazzi e le ragazze di età compresa tra i 15 e i 17 anni ( 41 - 43 per cento).
Il Times ha analizzato alcuni lati negativi di questa usanza, che vanno dalla ricerca ossessiva dell’infedeltà alle conseguenze che possono sopraggiungere quando un rapporto finisce.
Non è detto, inoltre, che, anche in buona fede, il partner non possa condividere la posta o le informazioni riservate dell’innamorata o dell’innamorato con gli amici, la famiglia o con uno sconosciuto seduto per caso vicino sul bus…
C'è qualcosa di puro e romantico nell'idea di condividere tutto e di non avere segreti l'uno dall'altro, ma essere riservati è meglio.
Se la fiducia è importante per qualsiasi rapporto, non bisogna ignorare che un minimo di privacy è sempre indispensabile, affinché un rapporto funzioni.
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sabato 21 gennaio 2012

Megaupload chiuso,e la rete cerca 'alternative'.

Roma, 20 gen. - (Ign) - A dichiarare la 'Prima Guerra Digitale' è stato via Twitter ieri notte in Italia 'Insopportabile' con un post in cui si dava la notizia che l'Fbi aveva oscurato Megaupload e Megavideo. Una rivolta, scoppiata in rete, che ha fatto subito migliaia di seguaci. Tra i primi 'Rubino Mauro' che informa dell'inizio della rappresaglia, annunciando che "Anonymous vendicherà Megaupload, attaccando i siti governativi Usa". E poi invita a mettere "da parte i tweet per la Prima Guerra Digitale mondiale". Che la si chiami così o 'Netguerra' come l'ha definita 'salvatorecorvo' sempre su Twitter si fa a gara tra i cybernauti a dire, come fa xSmiles, ''Io c'ero'' e il termine 'Prima Guerra Digitale' è subito diventato tra i più ricercati. BiancoCate annuncia poi di aver "segnato sull'agenda" la data della dichiarazione di guerra.
Mentre su Twitter si organizza la rivolta e si parla anche di "sciopero", su Facebook si cercano strade alternative. "Ragazzi, non disperate.. non tutto è perduto.." scrive il gestore della pagina 'Scaricare film gratis da Megaupload' che conta oltre 2640 'Mi piace'. E infatti, informa il tam tam della rete, ci sono altri siti ancora attivi "anke se", precisa Damiano in un post, quello era il più grande e "non lo supereranno mai". "Vi ricordo - si legge sul post di Facebook - che Megaupload è solo uno dei tanti siti di file hosting.. questo vuol dire che ci sono tanti altri siti simili, come per esempio FILESONIC, FILESERVE, WUPLOAD, che sono ancora del tutto operativi..". E poi, si legge tra i post in rete, FILEJUNGLE,VIDEOWEED.ES, STAGEVU, SMOTRI, ZSHARE e VIDEOZER. "Forse sarà un po' più difficile per me trovarvi qst link.. - conclude - che vi assicuro offrono lo stesso servizio offerto da Megaupload. Quindi solo un po' di pazienza, e proverò a rendere di nuovo operativa questa pagina". Una pagina che sarà ancora seguitissima, visti i commenti. "Non ci lasciareeeeeeee" scrive Antonella, mentre Alessandro si dichiara pronto a resistere anche se "la lotta si fa ancora più dura". Una guerra che per Nicola è persa in partenza visto che prevede: "Chiuderanno tutti". Mentre per l'utente soprannominato 'All with Megaupload' non è ancora detta l'ultima parola."No es el final' chiosa il suo post sulla pagina del social network, listata a lutto.
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giovedì 19 gennaio 2012

Non solo 'Mi piace': ma le azioni in base all'app che si utilizza

Roma, 19 gen. (Ign) - Si avvia verso il tramonto il "Mi piace", il pollice alzato che fa sapere ha chi ha postato un contenuto su Facebook se questo è di nostro gradimento. L'opzione non verrà tolta, ma l'idea partorita dall'azienda fondata da Mark Zuckerberg è quella di affiancarle altri voci in base all'applicazione installata sul proprio profilo del social network. Applicazioni che ora, oltretutto, saranno sviluppabili dagli utenti e sottoposte al controllo di Facebook per la loro pubblicazione.
Assieme al classico 'Mi piace' appariranno così 'Ascolta' o 'Mangia' se l'applicazione sarà dedicata alla musica o alla cucina. L''obbligo', spiegano da Facebook, sarà per il programmatore che, quando compilerà la sua app, dovrà indicare verbo e oggetto da utilizzare per pubblicare l'azione sulla bacheca dell'utente: ad esempio, Luca 'ascolta' l''ultimo disco di Adele', dove 'ascolta' e 'ultimo disco di Adele' sono rispettivamente il verbo e l'oggetto con il quale questa si compie.
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venerdì 13 gennaio 2012

L'8% dei minori invia proprie foto in pose sexy sul web

Roma, 13 gen. - (Adnkronos) - Il 4% di ragazzini e ragazzine italiani fra i 12 e i 14 anni dichiara esplicitamente di inviare spesso fotografie di sé nudi o in pose sexy. Percentuale che sale all'8% fra i minori di età compresa tra i 15 e i 17 anni.
E' quanto emerge da una ricerca di Save the Children 'Sessualità e Internet: i comportamenti dei teenager italiani'. Ma il dato è probabilmente sottostimato: il 22% ammette che è una pratica diffusa inviare video o immagini di sé nudi o semi-svestiti. Se poi si chiede a che età si è inviato il primo messaggio un po' osé, con sottintesi e riferimenti sessuali, le conferme fioccano e le percentuali salgono: ben il 47% dice di averlo fatto tra i 10 e 14 anni, gli altri dai 15 in su.
In particolare tra i comportamenti che gli intervistati dichiarano diffusi tra la propria cerchia di amici, molto presente inviare messaggi con riferimento al sesso (43%), inviare dati personali a qualcuno conosciuto in Internet (43%), guardare video o immagini a sfondo sessuale su Internet (41%), ricevere messaggi con riferimento al sesso (41%), dare il proprio numero di telefono a qualcuno conosciuto in Internet (40%) e, non ultimo, tra i più diffusi, avere rapporti intimi con qualcuno conosciuto solo in rete (22%).
Anche lo scambio di immagini o video personali a contenuto sessuale, sottolinea la ricerca di Save the Children, sembra essere un fenomeno piuttosto diffuso (fra gli amici) secondo il 22% degli intervistati, percentuale che scende al 17% per i giovanissimi (12-14 anni), ma risale al 25% per i 15-17enni e al 26% per gli over 17. La percentuale di diffusione è pari al 14% per lo scambio di immagini proprie di nudo al fine di ricevere regali come ricariche e ricompense in denaro. E percentuali analoghe emergono laddove i ragazzi vengono interpellati sui loro comportamenti e non su quelli degli amici: il 45% dichiara di ricevere messaggi con riferimento al sesso, il 37% dà il suo numero di cellulare online, il 24% riceve immagini o video di persone conosciute solo online seminude o nude, il 19% ammette di avere rapporti intimi con qualcuno conosciuto in rete. Quanto alla gestione dei propri dati personali, i ragazzi non sembrano curarsi molto di che fine facciano e li consegnano alla rete spesso e facilmente: il 44% degli intervistati dichiara infatti di postare proprie foto e il 34% di pubblicare video su di sé. ''Quello che colpisce - spiega ancora Raffaela Milano - è che questi giovani si dichiarano consapevoli dei rischi e dei pericoli nei quali rischiano di incappare. Le molestie via cellulare o e-mail vengono segnalate come un problema all'ordine del giorno da circa un terzo degli intervistati (29%), così come l'alta probabilità, dichiarata dal 37%, di imbattersi in maniaci o squilibrati in caso di scambio di immagini a contenuto sessuale. Tuttavia, anche se sono razionalmente consapevoli che prevalgono i rischi (76%) sui vantaggi (7%) questo non sembra essere un deterrente''.
D'altra parte, segnala lo studio di Save the Children, il modo con cui i ragazzi vivono la sessualità online sembra il riflesso di una serie di comportamenti 'off line' particolarmente a rischio. Il 40% degli intervistati segnala come diffuso tra i propri amici, l'avere rapporti sessuali completi (il 15% tra coloro che hanno 12-14 anni), il 30% il consumo di droghe leggere, (13% tra i più giovani; 40% tra i 15-17enni).
Il 24% segnala invece atteggiamenti di disprezzo verso stranieri o disabili, il 19% segnala come diffuso il partecipare attivamente ad episodi di bullismo (ed il 22% dichiara diffuso tra i propri amici il subirlo), il 15% il furto nei negozi, il 13% la guida senza patente ed 12% l'uso di droghe pesanti (il 7% tra i 12-14enni).
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giovedì 12 gennaio 2012

Quando il web diventa una droga

Roma, 12 gen. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Internet può essere una droga. Lo sanno bene i maniaci del web, che accumulano ore incollati a pc e smartphone, tra siti, chat e social network e non sanno staccarsi da giochi online, scommesse, blog e speed-date. Ora si scopre che i dipendenti dal web presentano alterazioni cerebrali simili a quelle degli 'schiavi' di droga o alcool. Un gruppo di ricercatori cinesi ha infatti scansionato il cervello di 17 giovani 'web addicted', scoprendo l'alterazione. Secondo i ricercatori, che hanno pubblicato la scoperta su 'Plos One', questo studio potrebbe portare a nuovi trattamenti per contrastare le dipendenze. Il team, diretto da Hao Lei dell'Accademia cinese delle scienze di Wuhan, ha 'mappato' il cervello di 35 giovani di entrambi i sessi, tra i 14 e i 21 anni. Diciassette sono stati classificati come affetti da Iad, Internet addiction disorder.
Dopodiché, grazie a una speciale risonanza magnetica, gli studiosi hanno rilevato alcuni cambiamenti nella materia bianca del cervello (la parte che contiene le fibre nervose) solo nei ragazzi considerati web dipendenti. C'erano, in particolare, segni di un'interruzione nelle connessioni delle fibre nervose che collegano aree cerebrali coinvolte in emozioni, processo decisionale e autocontrollo. "Nel complesso - spiega Hao Lei - i nostri risultati indicano che l'Internet dipendenza e' legata ad anomalie della sostanza bianca nelle regioni del cervello che coinvolgono la nascita e l'elaborazione delle emozioni, l'attenzione, il processo decisionale e il controllo cognitivo". I risultati suggeriscono inoltre che questa modernissima forma di dipendenza puo' condividere meccanismi psicologici e neurali con altri tipi di dipendenza da sostanze e con i disturbi del controllo degli impulsi.
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