mercoledì 30 novembre 2011

Addio.........Baba !!!

Il Mio Cane E' Morto

Il mio cane è morto.
Lo ho sepolto nel giardino
vicino ad una vecchia macchina arrugginita.

Un giorno mi unirò a lui alla sua destra,
ma ora lui se ne è andato con il suo pelo ispido,
con le sue cattive maniere e col suo muso freddo,
ed io, il materialista, che non ho mai creduto
in alcun paradiso promesso nel cielo
per l'essere umano,
ora credo in un paradiso in cui mai entrerò.

Sì, credo in un paradiso per tutti i cani
dove lui aspetta il mio arrivo
agitando la coda per amicizia come un ventaglio.

Ah, non parlerò della tristezza, qui nel cuore,
di aver perso un compagno
che non è mai stato servile.

La sua amicizia per me, come un'istrice
che rifiuta l'autorità,
era l'amicizia di una stella, distaccato,
senza più riservatezza di quella richiestagli,
senza esagerazioni:
non si è mai arrampicato sui miei vestiti
riempiendomi di peli o pidocchi,
non si è mai strusciato sul mio ginocchio
come altri cani ossessionati col sesso.

No, il mio cane era avvezzo a guardarmi,
a prestarmi l'attenzione di cui bisognavo,
l'attenzione giusta
per far capire ad una persona vana come me
che, essendo un cane, stava sprecando il suo tempo.

Ma, con quegli occhi tanto più puri del diamante,
mi guardava,
con uno sguardo riservato a me solo,
per tutta la sua dolce e ispida vita,
sempre vicino me, mai disturbandomi,
e senza chiedere nulla.

Ah, quante volte ho invidiato la sua coda
quando camminavamo insieme sui puntelli del mare
nel malinconico inverno dell'Isla Negra
dove gli uccelli svernando riempivano il cielo
ed il mio cane peloso saltellava
pieno di tensione per il movimento del mare:
il mio cane errante, fiutante,
con la sua coda dorata e drizzata,
faccia a faccia con gli spruzzi dell'oceano.

Allegro, allegro, allegro,
come soltanto i cani sanno essere, felici,
con la sola autonomia
del loro spudorato vigore.

Non c'è arrivederci per il mio cane che è morto
e né ora né mai ci troveremo l'un l'altro.

Così ora lui se n'è andato e io lo ho sepolto,
e questo è tutto ciò che ora è.

Pablo Neruda
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martedì 29 novembre 2011

Dalla Toscana la prima piattaforma di car pooling

Firenze, 29 nov. - (Adnkronos) - Andare in auto al lavoro al tempo della crisi, con un occhio di riguardo al portafoglio e alla sostenibilità ambientale, grazie ad un'alleanza tra i Comuni toscani e gli oltre due milioni e mezzo di pendolari che in un giorno medio producono 6 milioni e mezzo di spostamenti sulla rete viaria regionale.
La proposta innovativa arriva dall'Ancitel Toscana, che lancia oggi la prima piattaforma di car pooling a livello istituzionale: AutoinComune.it, un sito internet che organizza la domanda e l'offerta di passaggi in auto, gratuitamente e senza intermediari.
Da oggi ognuno dei comuni della Toscana può disporre di una pagina web dedicata (ad esempio www.autoincomune.it/comune/firenze/) su cui chiunque, declinando le proprie generalità, può registrare il proprio tragitto casa-lavoro-casa per cercare un passaggio o offrire il proprio mezzo di trasporto.
I vantaggi sono intuitivi: circolano meno auto, si viaggia in piacevole compagnia, si dimezzano i costi. AutoinComune.it funziona così: chi offre un passaggio si registra sul sito inserendo luogo di partenza e di arrivo e resta in attesa di chi cerca il passaggio verso quella destinazione o un luogo lungo il percorso. A sua volta, quest'ultimo, può inserire il percorso desiderato e attendere una proposta di passaggio on line.
Quando un utente trova un percorso interessante scrive una mail, sarà poi AutoinComune.it a inoltrare la comunicazione stabilendo così il contatto fra i futuri compagni di viaggio, senza che questi spendano un euro per il servizio ottenuto. Grazie all'abbinamento con Google Maps le ricerche vengono fatte in base alle coordinate geografiche permettendo di trovare passaggi con partenza ed arrivo vicini a quelli ricercati aumentando così le possibilità di incontro.
Al centro del servizio ci sono le nuove tecnologie di condivisione web, utili nel mettere in relazione diretta chi naviga su internet, anche con lo smarthphone o il tablet, e ha interessi comuni: in questo caso la destinazione del posto di lavoro e di studio o di un evento sportivo o culturale.
L'esperienza maturata dai progetti di car pooling a livello internazionale dice che l'impegno istituzionale sulle azioni di mobilità condivisa è una delle leve virtuose in grado di ridurre il traffico automobilistico sulle strade. Non solo. Si rafforza anche il senso di comunità e si riducono gli incidenti stradali aumentando così la sicurezza delle città. E' per questo che il servizio AutoinComune.it è proposto e gestito da Ancitel Toscana (da oltre venti anni a supporto degli enti locali nella gestione di tutti i processi di innovazione) in collaborazione con WebDev, l'azienda fiorentina che ha ideato il servizio di car pooling più utilizzato in Italia.
Alessandro Pesci, segretario generale Anci Toscana, ha dichiarato: ''Vogliamo dare un contributo utile a risolvere uno dei grandi problemi che assillano le città toscane, quello del traffico e dell'inquinamento. Lo facciamo offrendo ai cittadini, ai sindaci, agli assessori alla mobilità, all'ambiente e alla sanità dei comuni toscani, un servizio innovativo, capace di far fronte, almeno in parte, ai tagli statali che per decine di milioni di euro hanno colpito il trasporto pubblico locale riducendone l'impatto sulla mobilità, soprattutto per quanto riguarda pendolari e studenti''.
''AutoinComune.it è un servizio che potenzialmente permette di ridurre l'inquinamento atmosferico fino a un quarto (quattro auto al posto di una) e di conseguenza anche di ridurre le misure, sempre impopolari, che i Comuni sono costretti a prendere per limitare la circolazione delle auto'', ha aggiunto Pesci.
Alessio Marini, rappresentante di Ancitel Toscana, ha detto: ''La capacità di innovazione, in ogni tipo di organizzazione, è la chiave per stare al passo con la modernità. Con questo progetto rispondiamo al bisogno di mobilità dei toscani proponendo loro un servizio facile e di immediato utilizzo. Contiamo sul loro desiderio di abbattere i costi di viaggio e di renderne più piacevole la durata. Con una crisi economica così dura, con la necessità immediata di una riconversione ecologica, proponiamo di utilizzare quella ricchezza di cui ogni automobilista dispone, spesso inconsapevolmente, i posti liberi della propria automobile''.
''AutoinComune.it è un servizio che porta il livello di innovazione dei Comuni al livello europeo più avanzato, capace di offrire, agli sponsor interessati, un grado di visibilità importante, utile a consolidare la loro immagine di aziende impegnate per il bene della collettività'', ha concluso Marini.
Daniele Nuzzo, ideatore del servizio, ha affermato: ''Siamo un gruppo di giovani programmatori fiorentini, attenti alle dinamiche sociali e all'impatto dei trasporti sul riscaldamento terrestre. Nel settore del car pooling abbiamo creato nel passato il sito ViaVai.it e poi Roadsharing.com. Oggi con AutoinComune.it offriamo agli enti locali toscani una tecnologia avanzata, rodata, utilizzata in tutto il mondo anche grazie all'eruzione del vulcano islandese che nel 2010 bloccò il traffico aereo internazionale. In quell'occasione migliaia di viaggiatori si sono organizzati in pochi minuti con il nostro servizio tanto che persino testate internazionali come la Cnn, Le Figaro, Haretz, Guardian, Forbes ripresero la notizia''.
Sono 2.493.000 i pendolari (tra lavoratori e studenti 3 toscani su 4) che in una giornata media feriale producono un totale di 6.439.000 spostamenti: 2.905.000 nell'area metropolitana, 2.081.000 lungo la costa e 1.272.000 nel sud della Toscana. Il 71.8% degli spostamenti avviene all'interno del comune di residenza, il 19.8% verso altri comuni della stessa provincia.
Ogni giorno, tra gli spostamenti sopra i 15 minuti, ben 1.706.000 avvengono tramite il mezzo privato mentre solo 351.000 sono quelli attraverso il trasporto pubblico. Coloro che scelgono l'auto motivano la loro scelta principalmente con i vantaggi di tale mezzo: rapidità dei tempi di percorrenza, (22.1%) libertà di scelta di percorsi e orari (14,7%), maggiore comfort e privacy (12,4%). Le fasce orarie più utilizzate sono quelle dalle 6 alle 8 del mattino, tra le 13.00 e le 14.00 e le ore del secondo pomeriggio. La rete stradale toscana è costituita da 400 chilometri di autostrade, 900 di strade statali, 1.500 di strade regionali.
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venerdì 25 novembre 2011

La vita in un giorno: il film di YouTube


Il 24 luglio 2010, migliaia di persone di tutto il mondo hanno caricato su You ube i video delle loro vite per partecipare a “La vita in un giorno”, uno storico esperimento cinematografico con lo scopo di documentare una giornata sulla Terra. Diretto da Kevin Macdonald, vincitore di un premio Oscar, La vita in un giorno ha entusiasmato le platee del Sundance Film Festival, del Festival del cinema di Berlino e dell’SXSW Film Festival e il pubblico che ha assistito alla prima assoluta trasmessa a gennaio su YouTube. Da settembre, potrai guardare l’intero film gratuitamente su YouTube.
Ora, dopo l’uscita nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, il film è tornato al suo punto di partenza. Guardalo gratis e non dimenticare di esplorare il canale, per scoprire altre informazioni su questo straordinario capitolo della storia del cinema.
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Prende piede anche in Italia 'Yurta', abitazione mongola.

Roma, 25 nov. (Adnkronos) - Se vi capita di scorgere, da qualche parte in Italia, una tenda mongola, la tradizionale "yurta", sappiate che non si tratta di un'allucinazione né di una folcloristica rievocazione storica o di un gioco di ruolo. Si tratta invece di una scelta abitativa che dopo aver preso piede in Inghilterra, Francia, Olanda e Spagna, ora inizia a farsi largo anche in Italia. Perché la yurta è un'abitazione tradizionale, in armonia con la natura, a basso impatto ambientale ed è un'alternativa economica al mattone.
Dopo i primi avvistamenti in Trentino, ora le yurte sono comparse anche in Liguria, mentre si moltiplicano i negozi online che le importano o costruiscono, fornendo anche i mobili e gli accessori più adatti. Con una cifra che va dai 2 ai 20mila euro, a seconda della grandezza e dei rivestimenti, si può diventare padroni di una yurta superaccessoriata, pronta da montare. Basta avere il terreno.
Concepita per essere una vera e propria casa nomade, usata come abitazione da molte popolazioni dell'Asia centrale, in particolar modo dal popolo mongolo, la yurta può essere montata e smontata in poche ore ed è facilmente trasportabile. Eppure, più che una tenda è una vera e propria casa, spaziosa, calda d'inverno e protetta dal calore d'estate, grazie al pavimento di legno, le stufe e la tradizionale struttura composta da strati successivi.
Il primo strato, di tessuto bianco in cotone, è anche il rivestimento interno della yurta; lo strato successivo è di feltro in pura lana; infine c'è lo strato impermeabile, fondamentale per i climi umidi come quelli europei. Naturalmente, la yurta e i suoi strati possono essere personalizzati a seconda delle necessità e del clima.
Tutti gli elementi che la compongono sono rigorosamente naturali: la struttura, la base e le colonne di legno, le corde in crini di cavallo o di cammello che fissano gli strati della tenda alla circonferenza, il midollo animale che tiene insieme i muri della yurta, senza utilizzare neanche un chiodo.
Prima di decidere di andare a vivere in una yurta, si può fare un esperimento, scegliendo di trascorrere le vacanze in una delle strutture, sempre più diffuse, che la utilizzano. Senza arrivare fino in Mongolia, basta scegliere come meta l'Idaho, l'Olanda o anche uno degli agriturismi italiani che offrono un servizio di yurta & breakfast.
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mercoledì 23 novembre 2011

Vent'anni fa moriva Freddy Mercury

Roma, 23 nov. (Adnkronos/Ign) - Una voce che sapeva e poteva osare e una teatrale capacità di metamorfosi, Freddie Mercury, al secolo Farrokh Bulsara, è morto 20 anni fa lasciando una traccia indelebile. Domani ricorre l'anniversario. Nato a Stone Town (Zanzibar) nel '46 ha fondato i Queen, rock band britannica, di cui ha fatto parte fino all'anno della sua morte, il 24 novembre 1991.
Conosciuto e amato per i suoi istrionici show e per il suo talento vocale, come compositore, ha scritto brani come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don't Stop Me Now, It's a Hard Life, Killer Queen, Love of My Life, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions. Oltre all'attività con i Queen, negli anni ottanta ha pubblicato due album da solista 'Mr. Bad Guy' e 'Barcelona', frutto, quest'ultimo, della collaborazione con il soprano spagnolo Montserrat Caballè. Malato di Aids, è deceduto a seguito di una broncopolmonite sviluppatasi per via della deficienza immunitaria legata alla malattia.
Cercò di difendere la sua privacy fino all'ultimo ma davanti alle voci sempre più insistenti sulla sua malattia, con giornalisti accampati davanti alla sua villa, Mercury decise di convocare il manager dei Queen per stilare un comunicato ufficiale, in cui ammetteva di essere malato di Aids. ‘’Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell'HIV e di aver contratto l'AIDS’’, si leggeva nella nota. ‘’Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano. Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa tremenda malattia’’.
Il giorno dopo Freddy Mercury morì a soli 45 anni.
Oggi, a partire dalle 12, Mtv Classic (canale 705 di Sky) gli dedica l'intera giornata con una programmazione particolare ricca di live, speciali, documentari e tutti i video della sua indimenticabile band, i Queen, premiata agli ultimi Mtv Ema con il 'Global Icon Award' per il 40esimo anniversario della loro formazione, datata 1971.
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martedì 22 novembre 2011

Ligabue: il film 3D Capolavoro dal 7 dicembre

Nel 2010, prima ancora averlo nelle sale cinematografiche, lo avevamo visto presso la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel documentario 'Niente paura', che, diretto da Piergiorgio Gay, riportava il sottotitolo "Come siamo come eravamo e le canzoni di Luciano Ligabue", ribadendo, attraverso il resoconto di trent'anni di storia italiana, l'importanza di non smettere mai di sognare e di perdere la speranza.
Curiosamente, è proprio la hit che diede il titolo al lungometraggio di Gay a essere assente - come pure Ballando sul mondo e Happy hour - nella scaletta che finisce per comporre la colonna sonora di Ligabue Campovolo - Il film 3D, docufilm volto a raccontare quanto accaduto il 16 Luglio 2011 a Campovolo di Reggio Emilia; quando dodicimila persone si sono radunate con l'intenzione di festeggiare per due giorni di seguito dinanzi al palco su cui, insieme alla sua band, si è esibito il noto rocker romagnolo autore di album di successo del calibro di Buon compleanno Elvis e Miss Mondo.
Un docufilm che, con Christian Biondani alla regia del concerto e Marco Salom a quella cinematografica, si avvale del sistema di visione tridimensionale in modo da riproporre l'evento nella maniera il più possibile vicina alla realtà.

I circa 108 minuti di montaggio, però, mixati presso gli Skywalker Studios di George Lucas, in California, non si propongono esclusivamente quale trasferimento su grande schermo dell'evento musicale, in quanto, tra una Piccola stella senza cielo e una Quando canterai la tua canzone, c'è anche il tempo di effettuare escursioni nella vita privata - presente e passata - del musicista, nei luoghi in cui vive; un po' come accaduto per Vasco Rossi con Questa storia qua di Alessandro Paris e Sybille Righetti.
Quindi, partiamo con lo scoprire che il Liga e il suo manager Claudio Maioli, a metà anni Ottanta, altro non erano che un ragioniere che si vergognava di far ascoltare le canzoni che scriveva e un commesso di supermercato; fino ad arrivare agli inseparabili amici di sempre, ovvero Giovanni, Massimo e Paolo.
Quest'ultimo, tra l'altro, protagonista dei cortometraggi diretti proprio da colui che esordì registicamente, nel 1998, con Radiofreccia, del quale, in mezzo a Questa è la mia vita, Un colpo all'anima e Le donne lo sanno, vengono proposti alcuni stralci.
E, ovviamente, dalla coinvolgente I ragazzi sono in giro alle meno note Marlon Brando è sempre lui e I duri hanno due cuori, l'evoluzione dello spettacolo non dimentica di tirare in ballo Quella che non sei, Il meglio deve ancora venire e le storiche Certe notti, Tra palco e realtà e Urlando contro il cielo.
Senza dimenticare A che ora è la fine del mondo - cover tricolore di It's the end of the world as we know it (and I feel fine) dei R.E.M. - e la Buonanotte all'Italia che, accompagnata dalle immagini di figure che hanno reso grande il nostro paese, contribuisce non poco all'accentuazione della retorica ligabuiana legata, come già citato, alla fondamentalità del sogno.
Con uno sguardo rivolto al backstage, non privo di registrazione dell'inedito Ora e Allora, e un po' d'indispensabile ironia.
Per un prodotto a esclusivo uso e consumo dei fan, i quali, una volta tanto, rappresentano un'associazione tra gioventù e rock che, per fortuna, non sembra necessitare di contorno di sballo a suon di stupefacenti e negativa trasgressione.
Con Christian Biondani alla regia dello spettacolo musicale e Marco Salom a quella cinematografica, Luciano Ligabue è il protagonista del primo film-concerto italiano realizzato in 3D. Anche se, in fin dei conti, lo stratagemma di visione tanto abusato dalla celluloide d’inizio XXI secolo finisce per risultare piuttosto irrilevante dinanzi a quello che, in realtà, vuole essere un docufilm volto a raccontare la storia di un grande sogno nato circa ven’anni prima. Il sogno di colui che ha finito per trasformarsi in uno dei rocker più amati della penisola tricolore, capace di emozionare i suoi fan anche senza l’uso degli innovativi occhiali. Perché, non a caso, sono soprattutto loro ad alzarsi dalle poltrone e a cantare in sala come se quel Campovolo che si trova sullo schermo fosse proprio lì, concretamente, sotto i piedi. (Everyeye.it)
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Kate Bush, sette brani sulla neve ed il duetto con Elton John

Roma, 22 nov. (Adnkronos) - A sei anni di distanza dall'ultimo album ''Aerial'' esce oggi il nuovo lavoro di studio di Kate Bush ''50 Words For Snow''. Il disco, che contiene sette brani inediti sul tema della neve, in pieno clima di strenne musicali in vista del Natale, è pubblicato dall'etichetta di proprietà della stessa cantante, la Fish People ed è distribuito da EMI Music. Un lavoro di classe, contemporaneo negli arrangiamenti e senza tempo nella sintesi di voce e suggestioni letterarie. E con una sorpresa: un meraviglioso duetto con Elton John.
''50 Words For Snow'' è una raccolta di canzoni della durata complessiva di sessantacinque minuti ed è stato definito dal The Guardian come ''un album inaspettatamente straordinario, un magnifico sogno contemporaneo''. La tracklist dell'album si apre con ''Snowflake'' e prosegue con i brani ''Lake Tahoe'', ''Misty'', ''Wildman'', ''Snowed in at Wheeler street'' (feat Elton John), ''50 Words for snow'' e ''Among angels''.
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lunedì 21 novembre 2011

Cellulari: nocivi come le sigarette !!!

Roma, 21 nov. - (Adnkronos) - I telefonini "possono nuocere gravemente alla salute". Secondo Settimio Grimaldi, ricercatore del Cnr, l'avviso normalmente riportato sui pacchetti delle sigarette, dovrebbe comparire anche sui sistemi wireless per il collegamento internet in quanto produttori, come i cellulari, di campi elettromagnetici classificati dallo Iarc, l'agenzia internazionale di ricerca sul cancro con sede a Lione, come "possibili cancerogeni" (classe 2B).
E delle valutazioni dello Iarc, "dovrebbero prendere atto i Governi fornendo un'informazione il più chiara possibile, proprio come succede per gli alcolici e per le sigarette", spiega Grimaldi all'Adnkronos. Un "possibile cancerogeno" ha una probabilità di cancerogenicità del 50%, ma ad aggravare la posizione dei campi elettromagnetici è il fatto che "al di là di essere possibilmente cancerogeni, sono più genericamente nocivi per la salute in caso di abuso e in grado di far insorgere stati patologici di varia natura - specifica l'esperto - L'avanzamento tecnologico, però, è così rapido da non permetterci di mettere in piedi una casistica precisa".
Tra gli effetti indesiderati più riscontrati, però, c'è la diminuzione della capacità di attenzione e i mal di testa, e "abbiamo indicatori precisi che ci forniscono l'evidenza dell'effetto biologico che i campi elettromagnetici hanno sull'uomo, così come su piccoli animali e su cellule osservati", spiega Grimaldi.
Per questo "non concordo con la pressione esercitata dalla pubblicità, non si può indurre ad un uso smodato di qualcosa di potenzialmente nocivo e soprattutto sconsiglio l'utilizzo di telefoni cellulari da parte di bambini e adolescenti in fase di sviluppo", aggiunge il ricercatore del Cnr.
Insomma, il pericolo rappresentato dai campi elettromagnetici è concreto ed è consigliabile tenere alta la guardia, cercando di monitorare almeno l'inquinamento elettromagnetico sul quale abbiamo margini di controllo, ovvero quello casalingo.
"Il primo consiglio è di ridurre l'utilizzo del telefono cellulare, preferendo quello tradizionale con il filo, che tra l'altro - sottolinea - ci aiuta anche a ridurre l'impatto ambientale dovuto alla montagna di batterie che risultano dai telefonini dismessi e che sono altamente inquinanti. E poi, evitare la connessione wireless in casa, optando per il sistema ad onde convogliate che è anche più sicuro da eventuali attacchi esterni".
Il parere del Cnr ("assolutamente indipendente", ci tiene a sottolineare Grimaldi) arriva proprio all'indomani dell'allarme lanciato da Ispra, Legambiente e Arpa in merito a un provvedimento, contenuto nel maxiemendamento alla legge di stabilità, che avrebbe cambiato le regole di misurazione dei limiti dei campi elettromagnetici e potenziato del 30% i limiti per gli impianti radio e tv e del 70% gli impianti di telefonia mobile.
Provvedimento poi ritirato dal decreto, "per fortuna - sottolinea Grimaldi - visto che recentemente in Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri ad essere cauti su tutti gli agenti ambientali, tra cui i campi elettromagnetici, che possono arrecare danno alla salute. Un provvedimento del genere sarebbe stato non in linea con la politica comunitaria".
Ma soprattutto, sarebbe stato non in linea con la posizione stessa dell'Italia, "primo Paese al mondo a discostarsi dalle regole adottate nei Paesi fuori dall'Ue, ad esempio negli Usa, e a porsi quello di 6 volt per metro come limite di cautela e di 20 volt per metro come limito sanitario"
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venerdì 18 novembre 2011

Alpe della Luna: il messaggio dei Nanetti Sisley


Nanetti Sisley, un Natale in piena libertà.

Il primo nanetto è stato visto per la prima volta nella Riserva Naturale dell’Alpe della Luna; un luogo fantastico nel territorio di Badia Tedalda in provincia di Arezzo. I nani Sisley sono arrivati per portare un unico grande messaggio per il Natale: essere liberi, indipendenti . 
Parlaci del tuo incontro con i nani e la tua storia di indipendenza.
Le prime storie di coloro che li hanno visti sono già state documentate alla pagina Sisley di Facebook,  di seguito il  video, foto e messaggi di incontri con i nani Sisley, mentre su Twitter il tag #nanoliberatutti accompagneranno tweet di indipendenza e la libertà Ma non è tutto : nel concept store di Roma e Milano, potrete scattare una foto di voi con i nani nel negozio.
Avete per caso visto passare un nano Sisley?

L’habitat naturale del pingue nanetto vermiglio è la Riserva Naturale dell’Alpe della Luna. E’ lì che sta da tempo immemore, è lì che trascorre le sue felici giornate costruendo casette con corteccia e gomitoli colorati. Ma il nanetto non s’interessa solo di real estate, è troppo saggio per tirare su minuscole abitazioni tutto il tempo. Il nanetto costruisce mini-magioni come passatempo, perchè la sua vera vocazione è ben altra. Il nanetto lascia la Riserva Naturale dell’Alpe della Luna quando c’è davvero bisogno di restituire un po’ di sana voglia di stare al mondo a chi ne ha più bisogno. Appare all’improvviso vicino agli ignari calcagni di chi giace spiaggiato e triste, incagliato in noiosità tali da non ricordare nemmeno più come ci è capitato in mezzo.  E che fa il nanetto vermiglio? Fa come si fa alle focene che hanno perso l’orientamento e stanno a seccare sul bagnasciuga… il nanetto tira una liberatoria secchiata d’acqua. Perchè il nanetto sarà piccolo, ma è straordinariamente efficace. E in casi estremi, fa pure spuntare l’arcobaleno – lo tiene sotto il cappello.
Un’immagine più ottimistica e liberatoria di un arcobaleno che scaturisce dal cranio di un nanetto vermiglio non riesco a produrla.
Spero vada bene.
Metafore a parte, mi è apparso un nanetto. Si è presentato lanciando sporchevolissimi coriandoli e mi ha annunciato che qua l’andazzo doveva cambiare. Prima di propormi valide soluzioni, però, si è fatto accompagnare in un giro di perlustrazione del mondo, perchè i nanetti non parlano a vanvera, si sbilanciano solo quando hanno finito di capire.
E che sarà mai capitato?
Il nanetto ha fatto ricerche nella desolazione della metropolitana, attendendo pazientemente l’arrivo del vagone. E senza neanche chiedere un Leggo.
Arrivati in ufficio, il nanetto ha insistito per stazionare sulla scrivania. E visto che a me squillava il telefono, si è messo a parlare con chi poteva.
A casa, ha iniziato l’ispezione dalla scatola dei biscotti.
Nel frigo, ha fronteggiato con coraggio una desolazione a dir poco epica, scuotendo il capo solo di tanto in tanto – e promettendo di non dire nulla alla MADRE.
Si è intrattenuto per diversi minuti col prato-stella, messo a dura prova dalla siccità, tipica piaga che assale le piante d’appartamento.
Il nanetto ha anche rinvenuto il relitto di un mobilino mai montato. Tanto per capire se si poteva fare, ha dato un’occhiata rapida alle istruzioni, constatando che i pezzi c’erano tutti.
Per concludere, mi ha chiesto gentilmente se potevo aiutarlo a usare il citofono. Perchè i nanetti vermigli hanno il potere di trasformare i citofoni in telefoni. E se pensiamo che possono suscitare tsunami di entusiasmo, che volete che sia la storia del citofono. Credo abbia preso a cuore la mia causa, perchè ha chiamato i rinforzi. Con voce ferma e perentoria ha convocato un plotone di nanetti, perchè sono impegnativa.
E ora, che cosa succederà?
Quali avventure mi attendono?
La speranza e l’ispirazione torneranno ad albergare nel mio cuore?
Il pingue nanetto vermiglio saprà cosa fare.
In attesa di un risolutivo piano strategico del nanetto – se non state capendo un bel niente-, andate a bighellonare sulla pagina Facebookdi Sisley. E anche sul loro account Twitter. Perchè un uccellone gigante mi ha riferito di un’anomala ondata di avvistamenti di nani.
Nel frattempo, il mio nanetto medita… guardando i lavori in corso.


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mercoledì 16 novembre 2011

Un cuore artificiale controllabile via Internet

Impiantato per la prima volta in Italia in provincia di Milano

Eccezionale intervento all’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano). Un cuore artificiale di nuova generazione, controllabile via Internet, è stato impiantato per la prima volta in Italia.
Il sistema permette di monitorare, in tempo reale e a distanza, le condizioni del paziente e il funzionamento della pompa che supporta il cuore malato.
L’intervento è stato eseguito da un’èquipe diretta da Ettore Vitali, responsabile del Dipartimento Cardiovascolare. Il paziente, un uomo di Novara di 65 anni, ha eseguito una visita di controllo in questi giorni: sta bene ed è tornato a casa, alle sue normali attività.
La consolle di cui è dotato questo “cuore artificiale” (più correttamente Vad, Ventricular assist device) permette al paziente di collegarsi a un computer per scaricare i dati e trasmetterli via Internet. «Ciò consente il monitoraggio medico a distanza - spiega Vitali - Permette infatti agli specialisti di visualizzare in tempo reale lo stato di salute del paziente rilevando parametri della pompa, monitorando il flusso sanguigno, la potenza utilizzata e la velocità della turbina».
Il cuore artificiale è piccolo e leggero (pesa poco più di 100 grammi), tanto da stare comodamente in una mano. La pompa, che viene impiantata all’apice del ventricolo sinistro (sottoposto al carico maggiore perché distribuisce il sangue a tutto l’organismo, mentre il destro rifornisce solo i polmoni) e lo svuota reimmettendo il sangue nell’aorta, è la parte principale di un sistema che comprende un cavo di collegamento con l’esterno, le batterie e una consolle che funge anche da caricatore per le batterie.

L’apparecchio supporta il cuore malato ripristinando le normali condizioni emodinamiche e il corretto afflusso di sangue agli organi periferici. E «rappresenta una speranza in più per i pazienti affetti da scompenso cardiaco. Non solo un ponte verso il trapianto, ma una soluzione in grado di garantire un’ottima qualità di vita».
Finora questo cuore artificiale dotato di telemetria è stato impiantato in 18 pazienti in tutto il mondo, arruolati in un trial clinico avviato presso i centri cardiochirurgici di Berlino e Bruxelles. Humanitas è il primo ospedale italiano ad entrare nel trial. Il paziente operato ha alle spalle una storia clinica complessa: un severo peggioramento dello scompenso cardiaco avrebbe reso necessario un trapianto di cuore, impedito dalla presenza di un tumore.
«L’impianto del Vad - spiega Vitali - era l’unica soluzione per permettere al paziente di recuperare le forze dopo lungo periodo di scompenso cardiaco e uno stato di salute tale da permettere un successivo trattamento del tumore».
È già allo studio un’ulteriore evoluzione di questo dispositivo. «Presto - conclude - sarà disponibile una nuova consolle, munita di una Sim: trasmetterà i dati in continuo senza avere bisogno, come adesso, della base. E sarà sempre in comunicazione ovunque sia presente una rete cellulare».
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